Non appena ho ricevuto questa fotografia ho pensato che probabimente avevo già visto i binari del tram in corso Venezia, ma me li ricordavo all’interno della cancellata dei giardini pubblici. A giudicare dalla foto, mi sbagliavo…
Non so datare esattamente questa immagine, ma così a naso mi sembrano gli anni ’60 o forse me lo immagino solamente. Certo è che vedere questa immagine fa sorridere: immaginate il traffico attuale scorrere con metà della carreggiata impraticabile causa sede tranviaria…
A mio parere Milano con i tram, e con il loro tipico rumore, era più graziosa. Certo, la metropolitana rende tutto più facilmente raggiungibile e anche più velocemente, ma la mia osseravzione è puramente relativa ad una questione estetica e di “calore”.
E’ vero che oggi i “Sirio” e i Sirietto” sono più comodi, con l’aria condizionata, hanno molti posti a sedere in più per i passeggeri, ma le vecchie vetture serie 1900 avevano un loro fascino.
Se qualcuno lo sa, sarebbe interessante informare i lettori di questo blog sul percorso che i tram effettuavano all’epoca di questa fotografia, anche se immagino che in direzione centro girassero in via Palestro (dove ricordo la posa dei binari, e non mi ricordo di binari verso piazza San Babila) mentre in direzione opposta probabimente in piazza Oberdan (porta Venezia) potevano girare sia a sinistra in via Vittorio Veneto sia a destra verso viale Piave. Ripeto queste sono mie ipotesi, ma mi piacerebbe avere conferma da chi se lo ricorda, indicando possibilmente anche gli anni a cui fa riferimento.
Magari in qualche archivio ATM si potrebbe trovare la risposta…
…a mio modesto parere la foto dovrebbe essere degli anni 50… i binari che in corso Venezia facevano transitare il tram all’interno dei giardini pubblici erano stati spostati per favorire i lavori della linea 1 della metropolitana… che iniziò ad essere operativa nel 1964… Non ho idea di quando iniziarono i lavori proprio in corso Venezia, ma tenendo in considerazione i tempi di realizzazione del cantiere (non meno di tre anni viste le tecniche di costruzione del periodo) mi viene proprio da pensare ad una immagine degli anni 50…
E’ probabile che tu abbia ragione. Purtroppo nella foto precedente non si riesce a vedere se era già presente o meno la svolta verso la via Borghetto, che avrebbe permesso di datare con più precisione l’immagine, come invece risulta dalla seguente fotografia del 1964. La svolta era stata adottata proprio a causa dei lavori della M1.

Ahi ahi ahi, mio caro Fabio, non sei stato attento…
Il percorso lungo Via Palestro-C.so Venezia-Via Borghetto esiste almeno dal 1925, come avevo scritto nell’articolo sui Binari Abbandonati
https://vecchiamilano.wordpress.com/2010/03/16/binari-abbandonati-c-so-venezia-parte-prima/
https://vecchiamilano.wordpress.com/2010/03/23/binari-abbandonati-c-so-venezia-parte-seconda/
Quindi vedere o meno Via Borghetto non permette di datare la foto.
Nella seconda parte dell’articolo linkato ci sono le foto dei ponti realizzati per i lavori MM1 (iniziati nel 1957).
La seconda foto da te postata è successiva al 1958 (si vede la Torre Velasca) e precedente all’apertura della metro (con conseguente eliminazione dei binari in Via Borghetto).
Lo sapevo benissimo 🙂 Volevo solo vedere se eri attento !!!
Scherzi a parte, grazie delle tue sempre puntuali osservazioni. A presto
Bellissimi articoli.
Silvio51
Una domanda oziosa….per i tramofili e assimilati che tanto mi “danno sollazzo” quando guardo i vari siti milanesi….mi fanno tornare indietro nel tempo….mi incuriosiscono….mi stupiscono…..mi fanno cadere dal pero….insomma da quando seguo i siti di storia e architettura cittadini non manco mai di fiondarmi in un post dove si parli di mezzi pubblici…comunque…ecco la domanda, suggeritami da un post su Milano sparita:…perché…con quale criterio…l’Azienda numera le linee? Perché se il 4 (per dire) andava (da anni e anni) da lì a qui…deve da oggi numerarsi 8 (per dire)…mentre magari il 4 viene spostato da un’altra parte? Spero di farmi capire….Una cosa che mi ha stupito molto…In Piazza Castelli arrivavano il 12 che faceva rondò e tornava, e l’1 che poi proseguiva per Console Marcello e poi tornare (questo per almeno vent’anni)… Ad un certo punto, invece, il 12 ha proseguito per Console Marcello e l’1 ha fatto rondò…ma perché? Ci deve essere una logica ma sfugge alla mia mente di semplice passeggero / utente…grazie…..
Contrariamente a Roma, dove la numerazione a tre cifre risponde ad un criterio preciso (la città è divisa in nove settori, per cui le prime due cifre indicano il settore in cui ricadono i due capolinea e la terza è un numero progressivo, nel caso più linee abbiano capolinea negli stessi settori), anche se la presenza di linee a una o due cifre, rende meno “generale” il sistema di numerazione, non credo che a Milano vi sia un criterio logico, se non quello che i numeri bassi sono in genere relativi ai tram, quelli intermedi sono per i bus e quelli alti per i filobus.
Probabilmente in principio (1910) quando si è assegnato un numero alle linee (che facevano in gran parte capolinea in Duomo/Cordusio/Orefici) lo si è fatto senza un criterio particolare.
Per le modifiche successive, avanzo due ipotesi:
– per le linee parzialmente modificate, logica vorrebbe che si mantenesse per la maggior parte possibile del tragitto lo stesso numero.
– per le linee di nuova introduzione, dapprima si è assegnato un numero nuovo, poi si è cominciato a “riciclare” numeri di linee dismesse (sotto questo profilo è esemplare il caso del”9″…).
Peraltro in occasione di cambi di tracciato più o meno provvisori (generalmente per lavori) e “ristrutturazioni” generali della rete, è anche possibile che si sia dovuto assegnare una numerazione apparentemente senza logica.
PS: chi sei su SSC? (io sono Picard66)
Ricordo che negli anni ’50-’60 le linee di autobus (non filobus) avevano le lettere. In particolare ricordo la “E” che transitava per via Foppa e proseguiva poi verso via San Vittore, Sant’Ambrogio e arrivava in centro.
Il passaggio dalle lettere ai numeri per le linee automobilistiche è avvenuto nel 1976 (se non ricordo male in concomitanza con l’eliminazione del bigliettaio e l’introduzione del biglietto a tempo).
Tra l’altro l’uso di lettere e numeri ha creato la singolarità del genere (maschile e femminile).
Infatti i tram sono al maschile (il “5”, il “33”…)
mentre bus e filobus sono al femminile (la “56”, la “90”)…
Vorrei precisare a Gabriele che la tariffa oraria è stata introdotta il 9 marzo 1970. Purtroppo, l’introduzione di questo sistema (che non necessitava comunque l’eliminazione del bigliettaio, cosa che è avvenuta progressivamente negli anni seguenti) ha “permesso” di sopprimere diverse linee, in particolare quelle tranviarie dove c’erano percorsi in comune. Chi volesse approfondire la situazione tranviaria di Milano negli anno Settanta, può leggere un mio articoletto (“Tram urbani nella Milano degli anni ’70”) nel sito http://www.clamfer.it , aprendo la finestra “tram” nel menù principale.
Grazie per la precisazione.
l’articoletto l’avevo già visto.
I tram in corso venezia transitavano da San Babiila a Oberdan erano: 2, 3, 22; e incrociavano a Palestro il 7, il 4, il 17 e il 38, che eseguivano il breve tratto fino a svoltare nell’angusta vietta ove avevan i binari “sormontati”; Nessuna linea girava in quegli anni in Piave/Premuda, tantomeno in Vittorio Veneto (non vi era nemmeno scambio). La linea 1 ha sempre “girato in Mario Asso( Villapizzone) e il 12 fu portato piu avanti in fondo alla pompeo Castell (oggi va a Roserio) ..Per Gabriele: i numeri da 1 a 55/60 sono sempre stati usati per le linee tram; (c’eran altresì il III e il IV) gli autobus (roberto ha ragione) usavano le lettere da A a Z con P1 eP2, F (ce ne eran 3:Figino, trenno, quinto) poi V1 e V2, idem G1 e G2; i filobus avevano numerazione da 81 a 96/97