Non è difficile trovare le differenze rispetto ad oggi… ma conviene cominciare con le similitudini, sia perché sono in numero inferiore alla differenze e poi perché servono ad orientare correttamente l’immagine.
Cassina (o Cascina) Anna: c’è ancora oggi, ed è quella costruzione sull’estrema destra bassa e lunga; l’ingresso è in via Sant’Arnaldo e ospita una biblioteca del Comune di Milano con una dotazione di libri molto ricca e offre anche una “location” a mio avviso molto piacevole. La costruzione risale ai primissimi anni del ‘900 ed il suo “look” attuale è dovuto ad una recente ed incisiva opera di ristrutturazione a cui è stata sottoposta.
Lo scatto è stato quindi effettuato da via Alessandro Astesani (sacerdote ed archeologo, 1759 – 1831) verso la rampa d’accesso alla superstrada Milano – Meda, nata come variante alla Strada Statale 35 (SS 35 dei Giovi); a tale proposito vorrei far notare come all’epoca dello scatto la “variante” non esisteva ancora, difatti la rampa di accesso verrà costruita (all’inizio degli anni ’60) in corrispondenza dell’incrocio visibile (viale Rubicone) subito dopo la vettura tramviaria della linea Milano – Limbiate, tuttora attiva.
Infine, lontano sulla linea dell’orizzonte a sinistra, si intravede il campanile della chiesa Beata Vergine Assunta in Bruzzano; la chiesa si trova in via Enrico Acerbi 39.
Sono rimaste anche un paio di case del gruppo in piamo piano, anche se guardandole ora (con strumenti come Google Earth o Maps Live di Microsoft) si notano alcune differenze dovute alle ristrutturazioni.
A giudicare dalle uniche due (!!!) vetture che si vedono, la foto dovrebbe risalire ad un anno intorno all’immediato dopoguerra (1946 – 1950 circa). Se qualcuno dovesse notare elementi (come l’anno di costruzione di un immobile o l’apertura di una strada) che permettono di datare meglio la fotografia, è invitato ad utilizzare gli strumenti – come i commenti – per condividere le nuove informazioni.
Questa cartolina la posseggo anch’io e se voi la scannerizzate e la ingrandite siccome è una fotografia potrete notare molte cose interessanti es la casa torre con la stemma dei visconti messi dopo la ristrutturazione che avvenne tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento, di quella zona conosco parecchio perchè li son nato in via Casarsa della Delizia il palazzo con lo stemma dei Visconti fa parte della medesima ristrutturazione e ampliamente delle stalle della casa torre di propietà dei Visconti come il medesimo stemma c’è all’ingresso della cascina anna da voi citata faccio notare che negli anni sessanta il gestore era il sig. Deretti e coltivava i terreni che dal retro della cascina arrivavano fino al convitto dei reduci e orfani di guerra al confine tra niguarda e bruzzano in territorio di Affori irrigato da canalizzazioni in cemento dove d’estate era possibile rinfrescarsi.
Per il momento non vado oltre aggiungo solo qualcosa riguardo a piazza Bruzzano: nella cascina di fronte vi era negli anni sessanta la fabbrica del ghiaccio per negozi e abitazioni. Altro siccome avete chiesto qualche cartina toponomastica potete trovare una pubblicazione fatta su Milano sullo sviluppo della città intorno agli anni 70/80 (potrò essere piu preciso facendo una piccola ricerca) dove si vedono i terreni dalle cartine teresiane in avanti una di queste cartine è Militare ed è archiviata a firenze dove il genio ha sede.
NB per me siete una scoperta gradita se avete altre foto e altri commenti su Bruzzano sarò lieto di leggerle ed eventualmente tramettere ai lettori qualche notizia un saluto Biagio
Buon giorno ho trovato per caso il sito e ho notato con piacere il ricordo
relativo al gestore dei terreni coltivati tra Niguarda e Bruzzano
che comprendeva anche parte dell’attuale Parco Nord verso Bresso e
tutto il terreno che andava dalla vecchia Liquigas (ferrovia) a tutta
l’attuale costruzione Hotel Leonardo Da Vinci( attualmente in dismissione)
in totale la coltivazione ammontava a circa 1000 pertiche di terreno e il
tutto veniva gestito dal sig. Deretti fattore dell’azienda agricola( Andreoletti
proprietario della Cascina Anna )dal 1949 fino alla chiusura dell’attività
agricola
Grazie Biagio per aver ricordato nel tuo racconto mio padre
Andrea Deretti
Eugenio
Innanzitutto volevo ringraziare Biagio per la simpatia che traspare dal commento che ha scritto.
Abbiamo provveduto ad ingrandire un po’ l’immagine di questo articolo, ma purtroppo lo spazio a disposizione non permette la pubblicazione di fotografie troppo grandi.
Riteniamo, comunque, che l’obiettivo principale di un blog come questo sia dare la possibilità ai lettori di appassionarsi alla nostra città e anche di conoscerla un po’ di più, soprattutto se sono molto giovani. Speriamo solo che questo risultato lo si ottenga indipendentemente dalle dimensioni delle foto… 🙂
Per quanto riguarda la pubblicazione di altri articoli su Affori e Bruzzano terremo sicuramente in considerazione la richiesta fatta.
Qualcuno sa dirmi cosa fossero quegli edifici bassi (3 piani) che si vedono dal centro della foto verso sinistra (all’incirca alle spalle dell’attuale Istituto Galeazzi, se ho ben capito la prospettiva)?
Li ho visti anche in un’altra foto d’epoca; non mi sembrano casa di abitazione.
Grazie
Sergio
Sono Biagio vi chiarisco quella serie di edifici a tre piani sulla sinistra sono stati costruiti nel1935/39 in contemporanea delle case minime di Vialba per accogliere gli abitanti provenienti dai quartieri del centro e del ticinese
non esistono più attualmente sono rimasti gli alberi che erano stati piantati tra un corpo di fabbrica e l’altro,non c’è più anche la chiesetta prefabbricata con l’oratorio e l’asilo.
Nella zona centrale invece dove c’è un edificio a un piano vi erano in tempo di guerra rifugi ;preciso io non li ho mai visti dal vero pero i cunicoli erano oggetto di frequentazione e di svago.
Quella zona si chiamava largo Casarsa”ora piazza Fortunato”dove per un certo periodo breve vi ha fatto capolinea anche il tram .
La zona davanti all’edifici a due torri sotto la torre principale denominata il castello che castello non è(l’associazione castelli d’italia non lo rileva come tale)al massimo casa fortificata,c’era un coltivo a vigneto che confinava con i terreni della cascina Anna coltivati a frumento fino al covittoorfani gracili di guerra nel territorio di Affori verso e confinante con Niguarda(ospedale Ca Granda)Zona con fossati di cemento per l’rrigazione alimentati dal Seveso.
La zona coltivata a vigneto nel dopoguerra è stata rilevata dall’azienda del rabarbaro Zucca e li c’era lo stabilimento ora sostituito in questi anni da nuove costruzioni.
Grazie per la esauriente spiegazione, che credo fosse sconosciuta alla maggior parte dei lettori, me compreso pur avendo “frequentato” affori fin dagli anni ’70.
Ma che tu sappia si riescono a trovare cartine topografiche dal secondo dopoguerra in giù, cioè verso il ‘900? Le cartine di Milano ovviamente non riportavano queste zone così “fuori” dalla città…
c’è un piccolo problema per la tua richiesta…
Molte delle aree periferiche di Milano, agli inizi del 900 non facevano parte del Comune di Milano, per questo non comparivano nelle mappe…
Alcuni comuni vennero annessi una prima volta nel 1808, durante la Repubblica Cisalpina, ma con il ritorno degli Austriaci tornarono a d essere comuni autonomi.
Andò meglio in seguito:
un primo gruppo di Comuni (formanti i cosiddetti “Corpi Santi”) furono annessi fra il 1860 ed il 1873.
Turro Milanese fu annesso nel 1918.
Altri (fra cui Affori) furono annessi nel 1923.
vedi la pagina di Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_dei_comuni_inglobati_a_Milano
ecco perchè non compaiono nelle mappe milanesi anteguerra (almeno in quelle del Touring o simili).
Bisognerebbe cercare mappe Igm d’epoca, non facili da trovare).
Tra l’altro per i comuni annessi nel 23, non è possibile consultare sul portale cartografico del comune di Milano, nemmeno la mappa toponomastica del 1914.
Grazie Biagio. Gentilissimo e precisissimo.
Non avevo mai notato il “castello”, andrò a dargli un’occhiata.
Vorrei aggiungere alcune precisazioni in merito alla bellissima ed interessantissima cartolina di Via Vincenzo da Seregno. Tante volte, alcune particolarità rilevabili dagli impianti tranviari (quando visibili) possono, abbastanza facilmente, datare le immagini di strade cittadine o meno.
Una breve premessa storica: la tranvia interurbana Milano -Mombello, prolungamento della Milano – Affori (attivata come ippovia nel 1882, ed elettrificata nel 1900), entrò in servizio, fino a Varedo nel 1915 e completata nel 1920. Per superare la linea ferroviaria delle Nord per Seveso (-Asso) fu realizzato un apposito ardito sovrappasso che, da quanto risulta dalle cartine d’epoca, veniva impegnato dalla tranvia, lasciando Via Astesani ed imboccando Via Terracina. Nel 1932 fu attivata la diramazione da Via Astesani, lungo Via Vincenzo da Seregno, fino a Bruzzano, lunga circa 700 metri. Per curiosità, il collegamento Milano – Bruzzano (come, inizialmente, il Milano – Mombello) aveva capolinea in Piazzale Marengo, presso l’Arena, e, come tutte le linee interurbane tranviarie dell’ATM, era identificato da un numero romano, all’inizio il XVIII, poi il IV; fu classificato linea urbana a partire dal 1961 e, come tale, fu identificato dal numero 9. Tornando alla meravigliosa cartolina di Via Vincenzo da Seregno, alla fine del 1952 entrò in servizio la variante tranviaria del Mombello, mediante la quale fu abbandonato l’impegnativo cavalcaferrovia di via Terracina; il nuovo tracciato tranviario della linea per Mombello percorreva la linea di Bruzzano lungo Via Vincenzo da Seregno per poi svoltare a sinistra in Viale Rubicone e sovrappassare la ferrovia per Seveso – Asso utilizzando il nuovo manufatto stradale (quello attuale) su cui era stata ricavata pure la sede tranviaria.
La cartolina, a mio parere, è quindi posteriore al 1952. Il tram visibile nella foto è, quasi certamente, considerate le ridotte dimensioni e per il fatto che sta impegnando il binario di destra dell’interessante bivio tranviario, una vettura della linea per Bruzzano. Per la cronaca, la linea 9 (Piazzale Marengo – Bruzzano) fu purtroppo soppressa nel 1966.
Le mie più vive congratulazione per l’interessante sito. Cordiali saluti. Mario Forni
Quando si va in giro con i paraocchi….
Tendiamo spesso solo ad “usufruire” delle città, per quello che possono e devono darci, senza mai curarci della storia, dell’evoluzione di una determinata località…se poi si vive agli antipodi…..e se poi si è ragazzini: “Affori??? Quello della banda?” E pensi ai 550 pifferi – “Che invidia!” Noi che possiamo opporre solo 150 Ciribiriciacolini… poi immagini la Caterina….el Luis…: “Zio come fa la Semiramide?” – “Boh…”
Ma il tram della canzone…. così pericoloso, sarà stato quello della foto dell’articolo?
E’ venerdì sera l’allenatore, al Giuriati, ci raduna dopo la doccia e dichiara: “Domenega ai noeuv e mezza al Campo Cappelli!!” – “Come??…Cappelli???….Dove??” – E’ la domanda generale – “Come in dove…ad Affori nooo?” – “Bohh”
“Papà, domenica si gioca al Campo Cappelli” – “In dove?” – “Ad Affori…no?? Mi porti?” – “Oh Signor…va beh!!!”
Ma Affori è lontana? Non si sa mai, quindi levata antelucana e alle 08.00 AM si parte. Il traffico del tempo non era poi così intenso, a quell’ora poi. Quindi eccoci davanti al Campo, alle 08.45, fa freddo, la nebbia della zona nord, industriale, è “spessa” , logicamente non c’è nessuno, ma riusciamo ad entrare… nel campo… un poco di apprensione: “Ma è proprio qui?” Finalmente ecco l’allenatore: “S’te fet chi inscì prest?…”.
E’ la prima partita della giovanile, vengono assegnati i ruoli: “Ti te fet el tallonador!!!” – Non ho parastinchi, resterò segnato sulle gambe e nella memoria …. per la successiva partita. Intanto la nebbia si dirada… esce un timido sole invernale… nonostante l’inesperienza vinciamo e siamo contenti… anche mio papà che almeno nell’attesa, al freddo, si è divertito.
Ma è tutta esperienza, sul pullmann dello sci-club, anni dopo, ti conosco una ragazza carina, simpatica … se femm cera…:”Dove abiti?” – “Ad Affori!” E allora sfoggi tutta la tua conoscenza e fai bella figura e per un paio d’anni ….fu lo stesso tragitto di quel brumoso mattino… (senza papà… ma con la sua complicità morale) – Un piccolo quadrilatero di vita intensa: Sand-Iseo-da Seregno-Astesani, come el Luis…col batticuor. E per andare e tornare si passava per il centro, rondò intorno al Duomo, e via… e se il caso, si parcheggiava… addirittura… in piazzetta Pattari…. oggi ti guardano come un reperto archeologico e allora, fieramente, insisti: “E in via Santa Redegonda!” – “Ma vahhh….”
Poi la vita passa, altri amori, altre compagnie: “Dai…andiamo al -Tambur della Banda d’Affori- … Mi hanno detto che si mangia bene!!” – Via tutti in battera…. Si arriva davanti all’agognata vetrina: – Pizzeria O’Vesuvio – (In realtà, fummo così scottati che non mi ricordo il vero nome)… ci aspettavamo di mangiare piatti meneghini e l’alternativa era un locale al Casoretto…troppo tardi…troppo lontano…quindi furono gli spaghetti allo scoglio…
Sono tanti anni, ormai, che non mi addentro in quel quartiere… ma quando mi capita di passare sull’Enrico Fermi non manco mai di lanciare uno sguardo nostalgico……
Apprezzo moltissimo tutto il racconto anche perchè via Iseo mi ricorda il nido costuzione in mattoni ,o meglio mia madre mi diceva che mi portava a quel nido in bicicletta da Bruzzano .
Fisso nella memoria perchè dopo il nido c’è l’asilo poco più in là passando davanti l’ingresso del campo Cappelli.
Faccio notare che nella foto non vi è traccia della sede stradale di via E Fermi che porta a Niguarda verso l’ingresso sul retro dell’ospedale della camera mortuaria ,quindi se vogliamo datare la foto ::::::::possiamo fare un ragionamento.
Le case minime come quelle di Vialba e del quartiere Giambellino Piazza Tirana Via Segneri ,Sanniti, Odazio,Apuli zona di infanzia di Renato Vallanzasca a Casa dalla Zia Rosa 1° moglie del padre sono state costruite tra il 1935 1938/9 l’ospedale di Niguarda non vorrei sbagliare 1935 pare che il collegamento stradale via Fermi fatto di cemento non si veda nella foto quindi la strada ho e stata fatta nel periodo bellico o poco dopo tra il 1940 e il 46 per quanto riguarda altri particolari ci sono ne farò menzione con documenti più in là
ahhh dimenticavo in via Sand c’era il negozio di pollivendolo di un certo Petenella questo nome vi ricorda qualcosa?
Gent. Biagio
Nè in una mappa cittadina del ’47 nè in una del ’53 sembra esservi traccia della Fermi, quindi presumo sia successiva a quegli anni… nuovo quiz: avranno fatto tutto ex novo oppure avranno utilizzato un vecchio tracciato (tipo Cassanese o Paullese)?
In effetti io trovavo molto comodo arrivare dall’Imbonati e tornare dalla Fermi (a circuito) ma il traffico di allora come ho già detto era favorevole…Afer-Corvett: 40 min. max…mica male…..e si passava per il centro……
Avendo lo zio nell’ambiente conosco Petenella il pistard, almeno come nome….andavo spesso al Vigorelli e al Palazzo dello Sport, quello vecchio e quello nuovo, edificio più sfortunato….ma nonostante per qualche tempo abbia frequentato la George Sand…diciamo assiduamente vahh……. non sapevo questo particolare.
Ma in quel periodo io ero solo interessato al mio sport, di cui ho bei ricordi al Cappelli…. e al filarino anche questo con molti bei ricordi e giravo abbastanza coi paraocchi come dicevo ieri…..
Ma il negozio del povero Pettenella non era in via Semplicità?
Ho guardato la cartografia presente sul Portale Cartografico di Milano
http://www.comune.milano.it/sit2006/sit2006/ot/home/homesit.asp
nel 1956 Viale E. Fermi ancora non esiste.
nel 1965 è stato realizzato il Tratto da Via V. da Seregno (a Nord) e Via Zubiani (a Sud). il traffico veicolare da sud percorreva Via Crespi, Via Margaria, Via Zubiani e si immetteva a sinistra su V.le Fermi.
Nel 1972 il tracciato attuale è completo con nuovo sottopasso della ferrovia e collegamento con Via Valassina.
Guardando la mappa del ’65 si vede un fascio di binari tronchi che si staccano dalla cintura nord, non presenti nella mappa del 1956 e scomparsi in quella del 72 per far posto al sottopasso. Chiisà a cosa servivano
Diamo qualche risposta a riguardo di Petenella Gianni lui con i genitori abitavano a Bruzzano in via Casarsa e il padre di origini venete faceva il pollivendolo aveva sicuramente un negozio in va Sand più o meno dove allora c’era la posta ad Affori e un altro in Casarsa e grazie all’amicizia tra commercianti che io ebbi a dipartire per Cantù al collegio Arcivescovile De Amicis.
Il Gianni vi era stato qualche anno prima di me per cui i mie preferirono tra il San Carlo Diurno il De Amicis come interno;così le mie scorribande in giro con la bicicletta per campi e Fossi finirono.
A proposito del De Amicis ebbi a scoprire che Anche Bettino Craxi durante la guerra l’aveva frequentato;mentre io conobbi Vendemini giocatore di pallacanestro 2012 di altezza l’avevano piazzato agli ultimi due posti in fondo all’aula aime Morì giocando qualche anno dopo il suo trasferimento dall’allora Oransoda di Cantù.NB (un difetto al Cuore)
Comunque tornando a Petenella al ritorno da ToKyo fummo noi Bruzzanesi a farle la festa per aver vinto le due medaglie D’oro e Argento.
Qualche anno fa sono andato a trovarlo per l’appunto in via Semplicità a Dergano dove fa il riparatore di biciclette pensate dopo essere stato direttore del Vigorelli.
in quanto all’incrocio cavalcavia di fronte al Galeazzi io ho sempre visto via Fermi la percorravamo tutte le domeniche mattine per andare in Corso di porta Vicentina alla sede del totocalcio mentre per il cavalcavia lo visto costruire e il giorno del collaudo per noi ragazzini era un divertimento stare ad osservare era stato sovraccaricato di camion pieni ;purtroppo quel giorno fu anche la fine del gioco più antico l’assa con i cuscinetti a sfera organizzata assieme al mio compagno di scuola e poi collegio Felice”il papà faceva il rigattiere ci fu facile recuperare l’attrezzatura “perche cito Felice semplice dopo il collegio lui fini al club neroazzurro Stella di affori a giocare al pallone e me lo ritrovai una domenica mattina al campo di Greco sotto il ponte della ferrovia da allora non l’ho più rivisto.Al campo Cappelli mi sono solo allenato per parecchio tempo insieme al Bruzzano Calcio ma questa è un’altra storia alla prossima Biagio
Per rimanere in zona Affori e nel mondo dello sport, vale la pena citare anche Pippo Marchioro, il “mago di Affori”, che negli anni Ottanta ho avuto occasione di vedere un paio di volte proprio in via Vincenzo da Seregno, che io allora frequentavo per ragioni “sentimentali”.
Credo sappiate che Pettenella è scomparso proprio un anno fa.
Complimenti per il sito, vi ho trovato cercando immagini su villa litta ad affori periodo post guerra, in via casarsa della delizia ci ho abitato, ma appartengo ad un altra generazione. Le case minime le ricordo benissimo, c’e’ nata mia madre. Grazie a Biagio mi ha ricordato momenti bellissimi!
Vi do quache altro ricordino spero ti faccia piacere io abitavo al n°16 e sono figlio di Nicola Rano e Vincenza Cormio gestori negli anni sessanta del bar trattoria all’angolo con via Fontanelli nel nostro locale entravano tutti e io banbino vendevo le golia a un a lira nelle sere d’estate(avevamo il televisore in giardino sotto il bersò di glicine e lascia e raddoppia impazzava l’etere) le sigarette sfuse la domenica prima dell’ingresso al cinema di fronte e ho perso anche molte partite giocando a bocce con alcuni clienti.una mia coetanea di nome Antonella era la figlia dei gestori della latteria ora pizzeria nell’estremo corpo di fabbrica del mio palazzo dove ora c’è una pizzeria.
questi sono bei ricordi altri meno belli ma che fanno parte della vita sono dell’anno scorso quando sono ritornato in zona per eventi ospedalieri al Galeazzi che ho visto costruire bruzzano quando ero banbino era dei Due Borghi e siccome so parecchio mi riserbo di fare qualche pubblicazione più avanti.
Quei locali del bar fanno ancora parte della mia famiglia dal lontano 1946 anche se ultimamente sono passati come gestione a un altra etnia “Cinese”
e’ il tempo che passa i miei nonni sono emigrati prima in sud america poi ritornati al nord ora gli altri ci invadono da tutto il mondo è nell’ordine degli eventi ma senza rammarico o altro mi ha fatto piacere avere una comunicazione a riguardo del mio luogo di nascita.
Un’ultima notizia ho scoperto che Vanni Petenella se ne andato aimè nelle piste del cielo.
In realtà a me regordi nient de la Seregno…in dove a gh’era el filarin de on me amis…ch’el ma faa cognoss el me d’on filarin…alora mi vegnivi in George Sand…e stavi lì in gir…ma mai in la Seregno dove a gh’era troppa gent….mej vesin al Cappelli o in vuna de quei viett de dree ai caa………Spettum aneddoti e storie……
mio nonno mi mandava alla coperativa delle case minime (dalla signora Carla) a comprare due michette, allora bastavano 30 lire, ma erano gia’ i primi anni ’70. Credo che lo stipendio di mia madre, operaia in maxmeyer, si aggirasse intorno alle 70.000 lire mese, con i quali si viveva una vita decorosa.
CERCAVO DELLE IMMAGINI DELLE CASE MINIME DI VIALE RUBICONE DOVE HO VISSUTI I MIEI PRIMI 10 ANNI FINO AL 1975.NELLA CARTOLINA SI INTRAVEDONO MA CERCAVO QUALCOSA DI PIU RECENTE . RINGRAZIO CHI MI PUO AIUTARE !
Non è esattamente ciò che è stato richiesto, ma spero che possa almeno in parte soddisfare la richiesta…
Nel 1979, io, tredicenne nato e cresciuto a San Siro /Rembrandt, Bruzzano non sapevo nemmeno dove fosse. Ma quell’estate, in vacanza in Abruzzo, conobbi 5 diciannovenni, appena diplomati, dei quali tre erano proprio di quel vecchio borgo , ormai inglobato a Milano. Ricordo che inviavano le cartoline agli amici scrivendo BRUXEN , anzichè Bruzzano…uno di loro si chiamava Giorgio Biffi, e forse era il cervelèe ( suo padre…) dell’ex-paese , mentre quello con cui scoccò un’amicizia immedita e incredibile ( tanto da spacciarci per fratelli…) era Sergio Russo. Suonava la chitarra divinamente e in quei 15 giorni mi insegno migliaia di cose nuove. Era di origine meridionale, eppure cantava le canzoni in dialetto milanese, perchè in quegli anni era ancora “normale” milanesizzarsi e parlare il il dialetto della città in cui eri nato, anche se da genitori arrivati da lontano. Il giorno prima di partire, decidemmo di fare l’ultimo bagno, in un mare in burrasca, inguardabile e inagibile…io non entrai…avevo 13 anni…lui mi scomparve sotto gli occhi e lo rividi gonfio e blu, ripescato qualche mezz’ora dopo….Questa è Bruzzano per me : io , tredicenne, che in L.go Cairoli prendo, da solo, la 40 , percorro via Astesani, via Giuditta Pasta e scendo in quella piazza enorme davanti al cimitero. Io tredicenne, con il mio mazzolino di fiori, che cerco e trovo la sua tomba. Io, tredicenne, che da allora e per sempre , per una vita intera, scrivo bigliettini al Sergio, mi chiedo e gli chiedo dove sia…e lo trovo sempre dentro di me , dentro la mia anima. A Bruzzano c’è l’angelo custode, il mio angelo custode, che mi accompagna e mi protegge da sempre.
Ci sono episodi della nostra vita che sono molto dolorosi, specie quando ci toccano da bambini o poco più… e ci rimangono molto impressi per anni, per sempre, forse. Perdere un Amico è certamente uno di questi episodi.
Ma la vita è anche questa, e probabilmente parlarne può rendere meno pesante e opprimente il ricordo, quasi un modo per ripartirne il peso con gli altri.
Anche io abitavo a Bruzzano e conoscevo bene Sergio Russo. Era di qualche anno piu’ grande di me, abitava con la madre e i due fratelli Palmiro e Fausto al 24 di via Marchionni. Ricordo che faceva il garzone per la drogheria di via Marchionni e ogni tanto veniva a consegnare la spesa anche a casa mia. Ci veniva volentieri perche’ mia mamma non gli faceva mancare mai una buona mancia e in piu’ lui si concedeva qualche minuto di riposo chiacchierando o suonando la mia chitarra. Era un gran bravo ragazzo e la sua prematura scomparsa colpi’ tutti profondamente. Grazie per avermelo ricordato.
Fra poco anche via V. da Seregno come la conosciamo oggi sarà solo un ricordo, con i binari (non più utilizzati) del Limbiate rimossi e l’intera strada risistemata
Salve a tutti, volevo solo dire che la terza casa sul lato sinistro della via (nr.19), è stata costruita da mio nonno, Francesco Medici, nel 1951 e rialzata di due piani nel 1958, quindi la foto è sicuramente stata scattata tra il 1951 ed il 1958,
Brava Chiara Rossi. Tuo nonno, Francesco Medici, rappresentante di commercio, era il padre di Nella Medici? Tua madre? Se sì, avrei piacere sapere qualcosa di lei, e salutarla. Vecchi compagni di università.
Angelo Bertolo
Bentrovati a tutti voi e soprattutto a te Chiara, di cui ho letto solo ora ma con immenso piacere l’intervento del 14.03.2013. Ora io abito nella casa fatta costruire dal nonno di Chiara e mi interessa moltissimo ricostruire gli avvenimenti che si sono susseguiti negli anni tra il 1951 ed i nostri giorni, sia di questa casa che dell’isolato. Per intenderci delle vie vincenzo da Seregno, via Carli, via Miglioretti e via degli Artaria.
Ringrazio molto coloro che avessero delle foto o delle informazioni che possano testimoniare l’evolversi di queste costruzioni.
Auguro a tutti voi un buon inizio anno ed a te Chiara un abbraccio con grande affetto.
Salve A tutti ..chiedo una una cortesia se sara’ possibile io sono nato in viale rubicone 56 anni fa’ ..se per caso qualquno a qualche foto della via rubicone mi farebbe felice grazie a tutti !!!!!
Per Biagio: il campo Cappelli in fondo alla via George Sand, si chiamava Ripamonti. Io gicavo negli anni 50 con la squadra Folgore della Villa Litta poi con l’INA-CASA di NIguarda.
Saluti a tutti, sono finito su questo sito per curiosità, cercavo informazioni sulla Affori anni 50′ poichè è li che i miei nonni e mio padre hanno a lungo vissuto. Fin da quando ero bambino mi hanno affascinato i loro racconti. So di una via Astesani dove sorgevano industrie. I miei famigliari facevano i portinai per un certo conte Arturo Doria proprietario dell intera area. Qualcuno se lo ricorda? Avete immagini della via Astesani degli anni 50? Grazie
Buona sera. Ho letto con grande interesse e curiosità tutte queste interessantissime testimonianze e ricordi….Veramente commuoventi !!! Grazie a tutti.
Abito ad Affori dal 2004 e sono capitato in questa pagina direi per caso perchè cercavo informazioni sulla TRAMVIA per Monbello e ringrazio il sig. Mario Forni per i dettagli che ha fornito. Ne voglio ricostruire la storia in un articolo che pubblicherò sul mio sito http://www.milanoaffori.it
Per fornire una risposta all’ultimo post di M. G. consiglio di visitare la pagina facebook “non sei di Affori se” dove potrà trovare moltissime immagini sulla Affori anni ’30-’50-’70 postate dal Sig. Luigi Ripamonti, STORICO AFFORESE che ne ricostruisce le vicissitudini del quartiere condividendo i contenuti delle sue ricerche e delle sue pubblicazioni.
Salve, la ringrazio per il suggerimento ma sulla pagina facebook “non sei di Affori se” non si trovano che pubblicità di locali.
Il suo sito invece presenta spunti ed immagini interessanti.
[…] Racconta Mario Forni sul sito vecchia Milano 26/02/2011: […]