A tutti sarà venuto in mente in questo momento Giorgio Gaber e la sua “ballata del cerutti”, proprio perché nelle parole – che tutti dovrebbero conoscere, vista la popolarità della canzone – si dice “…gli amici al bar del Giambellino dicevan che era un mago…!”
Questa canzone del 1960 scritta dal “signor G” e da Umberto Simonetta serve per introdurre la fotografia che vedete qui a lato. Anche se “quasi” irriconoscibile, questa è piazza Napoli nel 1954, proprio all’angolo con la via Giambellino. Il toponimo “Giambellino” deriva dal nome del pittore italiano del rinascimento Giovanni Bellini (Venezia, 1430 – 1516), detto anche Giambellino.
A voler vedere i cambiamenti – che comunque ci sono stati e anche significativi – non hanno stravolto la geometria della piazza; infatti ci sono tutte le strade (preferenziale dell’ATM a parte), i due palazzi sulla destra sono ancora al loro posto, il baracchino all’angolo è sempre lì e i giardini hanno un “disegno” simile a quello odierno…
Eppure… ma cosa c’è al posto della preferenziale dell’ATM? Ebbene sì, è il fiume Olona ancora scoperto. Se si osserva attentamente si intravede dietro il baracchino (in corrispondenza dello spigolo più a destra) la spalla del ponte che permette al traffico di percorrere la direttrice via Solari – via Giambellino. Si tratta ovviamente del “nuovo alveo dell’Olona” (come veniva definito) ossia il percorso alternativo artificiale costruito qunado ci si accorse che era necessario deviare il flusso che andava verso la darsena per evitare le tristemente note esondazioni (e in ogni caso è stato successivamente realizzato anche uno scolmatore a nord per limitare ulteriormente il flusso d’acqua).
Non ho una data certa della sua copertura, ma mi ricordo quand’ero molto piccolo di aver visto un muretto di un ponte, con sotto il fiume che scorreva, in piazzale Brescia, per cui azzardo una copertura dell’Olona negli anni 65/70.
L’Olona – rispettando il verso della fotografia – scorre da destra verso sinista e una volta raggiunto il piazzale delle Milizie, dove ora c’è Media World, passa sotto al naviglio Grande, oltrepassa piazza Bilbao fino a gettarsi più a sud, nel Lambro Meridionale.
Tornando alla nostra piazza Napoli, vorrei solo far notare come risulta spoglia senza le piante di via Giambellino e dei due grandi giardini dove evidentemente sno state appena interrate le giovani piante.
Ciao, volevo solo dire che la datazione della copertura dell’Olona tra il ’65 ed il ’70 é verosimile. Io sono del ’61 e me la ricordo scoperta. Abitavo in una traversa del Giambellino ed ero spesso a giocare in Piazza Napoli.
Ciao, io sono nata nel ’54 ed abitavo in Via Savona, quasi sull’Olona, ricordo benissimo il fiume, il ponte che esisteva anche all’altezza di Via Savona per dare continuità alla via, e anch’io non ricordo bene la data della copertura, ma è sicuramente negli anni ’60. Si era discusso a lungo sull’utilizzarne l’alveo per costruire una linea di metropolitana circolare, quindi deve essere contemporaneo alla costruzione della linea1. Ricordo anche i giardinetti di Piazza Napoli, dove mia madre mi portava a giocare. Le robinie che sono appena state abbattute e sostituite, erano state piantate intorno alla metà degli anni ’60. I giardinetti nella foto sono privi di piante perché quasi tutti gli alberi erano stati tagliati durante la guerra, per farne legna. Io ho ancora una foto del ’57 in cui in Piazza Napoli si vede l’Olona e si vede passare un’unica auto in tutta la piazza!
Grazie di avermi ricordato la prima infanzia.
Si io sono del 59 e andavamo dal termine del giambellino (piazza tirana) , a giocare alla Torre del fascio (vialle delle milizie ora via troja ) che era un rudere con ancora segni evidenti dei bombardamenti , e a fianco scorreva l’olona puzzolente e si buttava nel naviglio avremo avuto 12 anni x metà era coperto (quindi 71/72 )
Al posto della torre del fascio ora c’è la discarica. La torre, che per altro era abbandonata ma in buone condizioni, fu abbattuta o da Tognoli o da Pillitteri. Non mi ricordo bene, scusate, ma io sono del ’44..
Nell’estate del 58, con il mio amico Luciano, stavo tornando a casa in bici dall’Idroscalo, quando, dopo la discesa del piazzale delle milizie, il mio amico, all’ultimo momento, mi grida “gira in via Savona”: a causa del brecciolino a terra per i lavori di rimozione del parapetto in cemento e la sua sostituzione con un altro in ferro che avrebbe favorito una migliore visuale sulle auto, finii a terra svenuto e, mi dissero poi, con un braccio nel vuoto sull’Olona. Per fortuna la mia corsa finì in tempo ad evitarmi con la caduta nel canale una morte certa, atteso che in quel punto il canale s’interrava e con un sifone sotto-passava il Naviglio Grande…. uno dei miei soccorritori, che stavano all’esterno del bar posto all’angolo con la via Savona, dopo avermi portato in salvo e fatto bere un cognac per farmi riavere, messa la bici sulla mia spalla, mi caricò sul suo “guzzino” portandomi sino a casa in via Gentile Bellini, 2. Dopo aver ringraziato il mio soccorritore, mi feci giurare dal mio amico Luciano che avrebbe riferito a mia madre solamente di una mia semplice caduta, tacendo la gravità di quanto successo, ed il rischio da me corso, allo scopo di evitare mie quasi certe future limitazioni di libertà.
Io sono andato ad abitare in via Solari 41 nel 1962 e all’epoca il cinema via Troja Solari era già stato costruito come è tutt’ora.Il fiume era ancora non coperto e fino al 64 lo era ancora.Poi sono andatoad abitare a Pavia.Un edificio di fronte al cinema Ducale dall’altra parte di piazza Napoli era già stato costruito perchè già prima della guerra ci abitava mio zio con la sua famiglia.