Se provate a passare in questo periodo di costruzione della M5 lungo il tratto di viale Sarca qui raffigurato (l’avete riconosciuto, vero?) certamente troverete – soprattutto negli orari critici come le 17:30 – una interminabile coda di autoveicoli i cui passeggeri, più o meno rassegnati, procedono in direzione Sesto San Giovanni e Monza.
Non doveva proprio essere così al tempo di questa foto, dove sembra che la tranquillità sia una dominante. Le cartine di fine ‘800 arrivate a noi indicano una quantità di cascine e piccoli agglomerati notevole ad esempio Segnano, Segnanino, Pratocentenaro, de’ Pomi, Finzi, Mirabello, Mantellina e Galaretta tanto per citarne alcune.
Di queste, qualcuna ha dato il nome alla “zona” come Pratocentenaro, mentre di altre se ne è perso l’uso, come nel caso della cascina Galaretta che probabilmente era ubicata tra l’attuale piazzale Istria e via Fiuggi.
Rimane il fatto che nel 1920 – 1923 (anni ai quali risale la prima fotografia) non si sentiva certamente parlare qui in zona di centri commerciali, università e teatri che oggi hanno certamente rivalutato questo “borgo” tuttora presente e direi anche bene integrato nelle modernità che gli ultimi anni hanno portato in zona.
Dove si vedono campi ora c’è una collinetta (detta dei ciliegi) che ha donato un po’ di “movimento” ad un area forse un po’ troppo squadrata nel disegno degli edifici. Fortunatamente anche le nuove realizzazioni all’interno di Technocity (la nuova Bicocca) sono state realizzate – nella media – con buon gusto, come nel caso del teatro degli Arcimboldi progettato da Vittorio Gregotti.
Sono comunque già state costruite, e altre sono in progetto, costruzioni che almeno da un punto di vista estetico stanno offrendo alla Bicocca (intesa come quartiere) una immagine riqualificata rispetto ad un passato recente.
A proposito di edifici di un tempo, integrati nel tessuto urbano odierno, va notato come sia rimasta in bella presenza la Bicocca degli Arcimboldi, alla quale è stata comunque lasciata una discreta area di verde intorno che sembra quasi proteggerla dall’avanzare dei nuovi residence.
Giusto per informazione, vorrei ricordare che il villino, nato originariamente come residenza per la caccia durante il periodo di villeggiatura della famiglia Arcimboldi, è molto vecchio e risale alla seconda metà del XV secolo, intorno all’anno 1464.
Potete trovare maggiori informazioni sul sito di “Lombardia Beni Culturaili” andando su questa pagina.
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