Corso Vittorio Emanuele è Milano.
Nel senso che forse non c’è persona che non sappia dov’è il “Corso” o che non ci sia stato almeno una volta. I turisti forse lo conoscono anche meglio di molti residenti (in senso ampio) perché in effetti di storia in questo tratto di strada ce n’è parecchia e spesso – proprio perché si abita a Milano o dintorni – non ci si prende il tempo necessario per “studiare” un po’ la nostra storia.
Cominciamo per esempio dal toponimo che in origine era strada S.Maria del Sacco, nata dall’unione di diverse contrade (vie), poi Corsia dei Servi e si è chiamato così fino al 1838, anno in cui gli austriaci decisero di dedicare il corso a Francesco II d’Asburgo, modificando il toponimo in Corso Francesco.
Nome che però non piacque ai cittadini, che in pratica continuarono a chiamarlo col vecchio nome (anche se nella toponomastica e nella documentazione ufficiale aveva realmente cambiato nome). Sappiamo però che dall’episodio delle 5giornate di Milano (1848) e fino al 1866 (data della terza guerra d’indipendenza) ci furono episodi storici che modificarono l’assetto non solo di Milano ma di quasi tutta l’Italia. Ricordiamo infatti che quando Vittorio Emanuele II di Savoia divenne re d’Italia, il 17 marzo 1861, il nuovo Regno ancora non controllava né Venezia, né Roma.
In ogni caso nel 1860 il nostro corso Francesco modificò ancora una volta ufficialmente il toponimo, diventando l’attuale Corso Vittorio Emanuele II. Ufficialmente perché in pratica il corso assunse questo nome “spontaneamente” un anno prima, dopo la liberazione di Milano dagli austriaci.
La storia del corso non riguarda ovviamente solo il toponimo, ma purtroppo anche l’edilizia. Il magnifico contesto in cui era inserito fino alla fine dell’800 è stato irrimediabilmente perduto sia per le costruzioni realizzate durante l’epoca fascista, ma ancor di più per la distruzione che fu causata dai bombardamenti del 1943. La “grossa” ricostruzione del corso durata circa un decennio lo ha disegnato in una configurazione molto simile all’attuale, con marciapiedi caratteristici e porticati che ne hanno esaltato un ruolo commerciale e di divertimento (basti pensare al numero di sale cinematrografiche che erano presenti fino a pochi anni fa).
Purtroppo tra le grandi perdite “architettoniche” va annoverata la famosa galleria De Cristoforis che con i suoi tre ingressi univa cosrso Vittorio Emanuele II con la piazza San Carlo e la via Montenapoleone. No, non è un errore, era proprio via Montenapoleone, in quanto corso Matteotti – originariamente nato con il nome di corso del Littorio – fu realizzato solo nel 1928 abbattendo numerose abitazioni.
Di questa galleria rimangono pochissime immagini e qualche mappa catastale che ci fanno comprendere – purtroppo – il valore di ciò che abbiamo perso.
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