Spesso chiedersi o immaginarsi “cosa c’era prima” non è così spontaneo come si potrebbe pensare. Ad esempio, cosa c’era nell’area dove oggi sorge il Pirellone prima che lo stesso venisse innalzato nel 1960?
La risposta è scritta nella storia della stessa società Pirelli, che in un’area del sito istituzionale ha dedicato un po’ del suo spazio a scopo di informazione, a vantaggio di chi quegli anni – ovviamente – non li ha proprio visti.
Il grattacielo Pirelli, alto 127 metri e composto da 33 piani di cui 2 sotterranei, è stato progettato omai ben 60 anni fa, nel 1950, dal celeberrimo Giò Ponti ed altri 5 architetti. I lavori durarono quattro anni, dal 1956 al 1960, anno in cui, il giorno 4 aprile, fu inaugurato ufficialmente.
Ma prima del 1956 cosa c’era, quindi?
C’era lo stabilimento Pirelli che, come documenta la fotografia, occupava l’intero isolato e la cui operatività era ben visibile grazie alla ciminiera messa in bella vista.
L’espansione della città, i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la ripresa economica del dopoguerra e la sempre più crescente richiesta dei lavorati in gomma (principalmente cavi e pneumatici) hanno certamente contribuito a far maturare alla dirigenza la decisione di trasferire un po’ più in periferia la produzione e di creare una spazio per gli uffici nel nuovo erigendo Centro Direzionale… e nacque il Pirellone.
Gli stabilimenti furono trasferiti nell’area adiacente alla ferrovia in prossimità di Greco Milanese, che da pochi anni – precisamente dal 1923 – era stato aggregato a Milano. L’estensione del complesso Pirelli arrivava verso ovest fino a viale Sarca.
Nel 1978 il grattacielo viene venduto alla Regione Lombardia che tuttora lo occupa con i suoi uffici.
Tornando indietro all’epoca delle fotografie, non si deve dimenticare che la tutta la zona è stata interessata (o sarà interessata da lì a breve) da importanti e incisive modifiche nel corso di pochi anni, con ripercussioni su gran parte della città:
- la chiusura nel 1931 della vecchia stazione Centrale sita nell’attuale piazza della Repubblica
- l’inizio dell’esercizio di quella nuova nello stesso anno (1931)
- la creazione di nuove vie, come il proseguimento della via Carlini, ora Pirelli, in direzione Gioia o il viale Liberazione
- la chiusura del naviglio della Martesana in via Melchiorre Gioia
- la dismissione della stazione di Porta Nuova e l’entrata in servizio di Porta Garibaldi (1963/1964)
Ricordiamo che la via Fabio Filzi (avvocato, 1884 – 1916 / Medaglia d’oro al valor militare, condannato a morte e giustiziato dagli austriaci per tradimento perché si era schierato con gli Italiani pur essendo nato in Istria) si chiamava via Ponte Seveso anche in quel tratto e l’intero isolato in direzione Melchiorre Gioia era occupato sempre dagli stabilimenti Pirelli, come si può chiaramente osservare guardando questa fotografia e altre pubblicate proprio sul sito della Pirelli, nella sezione storica.
Infine vorrei dedicare qualche parola per le tre vittime dell’incidente del 18 aprile 2002, morte quando l’aereo da turismo Rockwell Commander guidato da Luigi Fasulo si schiantò contro il Pirelli. Il pilota e due dipendenti della Regione Lombardia (Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito) che alle 17 e 46 si trovavano al lavoro al 26° piano, persero la vita nel tragico evento.
Ad oggi pare che l’ipotesi più accreditata sia ancora quella dell’incidente involontario e non del suicidio come venne ventilato inizialmente. Ci furono anche ben 70 feriti coinvolti nell’incidente. Il 26° piano oggi ospita un memoriale in ricordo delle vittime.
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