Uno degli obiettivi di questo blog è certamente quello di mostrare come è cambiata la nostra città nel corso degli anni, ma in altri casi si cerca anche di stimolare la curiosità per andare spontaneamente alla ricerca di testimonianze del nostro passato.
Testimonianze che spesso sono nascoste o si “confondono” con il contesto attuale, come ad esempio le poche campate del Lazzaretto ancora ben visibili da tutti; e in questo caso è sufficiente tenere gli occhi aperti e armarsi di un po’ di immaginazione.
Altri casi però, come la Cascina Pozzobonelli (o quel che ne rimane), sono estremamente visibili e nonostante questo pochissimi – in percentuale, ovviamente – si sono resi conto, passandole davanti, di osservare una costruzione datata 1492, ossia lo stesso anno in cui Cristoforo Colombo arrivò in America.
Dov’è la Cascina Pozzobonelli? Ma in via Andrea Doria, ovviamente…
In verità ciò che rimane non è tutte la cascina, ma solo una cappella rinascimentale, composta da un’edicola e da alcune campate del portico attiguo. Ricordo che in architettura si identifica con la parola “edicola” una piccola struttura atta a contenere – e quindi anche proteggere – l’elemento di rilievo che conserva al suo interno. Si tratta di una derivazione, un diminutivo, di aedes (che in latino significa “tempio”) e quindi con edicola (o in latino aedicula) si intende un piccolo tempio.
Le dimensioni comunque dei resti non passano certamente inosservate. Si tratta di una superficie discretamente estesa all’interno di un’area recintata in un isolato oggi occupato da alberghi, il cui cortile è appositamente sagomato per accogliere la cappelletta e il porticato.
Esistono diverse opinioni sull’autore del progetto e la più diffusa attribuisce la paternità a Donato Bramante (architetto e pittore, 1444 – 1514) o comunque ad allievi a lui vicini. Dello stesso artista pare che siano opera gli affreschi presenti all’interno del porticato e visibili anche dall’esterno della cancellata che separa la costruzione dalla strada.
Nonostante la recinzione che dovrebbe proteggere il sito, si sono verificati atti di inciviltà gratuita (oltre alle immancabili scritte con le bombolette spray, anche molta sporcizia e un tentativo di incendio fortunatamente limitato) in quanto non vi è alcuna custodia.
Navigando alla ricerca di informazioni sulla Cascina Pozzobonelli, mi sono imbattuto in un notiziario zonale in PDF (questo l’indirizzo) che parla a pagina 3 delle intenzioni del Comune e della Zona di recuperare e rivalutare il sito. Purtroppo si tratta di una pubblicazione la cui data è dicembre 2002…
Nel caso in cui l’indirizzo non fosse più raggiungibile per qualsiasi motivo, riporto qui solo l’articolo realtivo all’oggetto del nostro post odierno.
La cascina deve il suo nome alla famiglia di Gian Giacomo Pozzobonelli, che aveva edificato in quest’area la propria “residenza suburbana”; non dimentichiamoci che cinque secoli fa si era già abbondantemente fuori dai confini cittadini. Pare che le terre dei Pozzobonelli si estendessero fra gli attuali Melchiorre Gioia e Settembrini.
La villa (di cui rimangono appunto solo l’edicola e il porticato) era molto estesa, di pianta rettangolare attorno a due cortili con tre vasti saloni, mentre il portico originariamente era composto da dieci arcate.
La proprietà cominiciò ad andare in rovina, con manomissioni e mutilazioni varie, alla morte del cardinale Giuseppe Pozzobonelli avvenuta il 27 aprile del 1783. Il cardinale era noto per la sua abilità diplomatica nei rapporti tra Impero Austriaco e la Santa Sede.
Una curiosità in relazione agli affreschi presenti nel portico: pare che Luca Beltrami (architetto e storico, 1854 – 1933), per lo studio relativo al restauro del Castello Sforzesco e per la costruzione della Torre del Filarete (inaugurata nel 1905), si avvalse proprio dei graffiti ritrovati all’interno dei resti della Cascina Pozzobonelli.
Alcuni di questi raffiguravano proprio il Castello Sforzesco nella sua configurazione originale, quindi dotato anche della Torre del Filarete, torre che fu edificata inizialmente nel 1452 circa da Filarete (architetto toscano) e che crollò a seguito di un’esplosione nel 1521. Ad essi si ispirò appunto Luca Beltrami.
Alla famiglia Pozzobonelli era dedicata una piazza, ora scomparsa dalla toponomastica milanese, che era ubicata alla congiunzione dell’asse formato dalle vie Galvani e Pola, all’intersezione con il viale Francesco Restelli; praticamente, per chi se lo ricorda, dove c’era l’eliporto…
Oggi, al solo cardinale Giuseppe Pozzobonelli, è dedicata una via a Niguarda.
Conosco benissimo questo posto,fa parte di un pezzo della mia vita!Le serate estive della mia Milano,quando si poteva uscire tranquillamente….io mia mamma e mio fratello andavamo davanti alla cascina ad aspettare mio papà che faceva il Metronotte e passava di lì in bicicletta gli davamo un bacio e lui proseguiva il suo lavoro e noi tornavamo a casa contenti.
E’ molto tempo che non vado da queste parti,non abito più in Corso Buenos Aires e non voglio nemmeno immaginare in che condizioni possano aver ridotto questo posto.Fino all 2000 ho lavorato in piazza Caiazzo (palazzo verde) e già quando ci passavo davanti sembrava una discarica……..!!!
L’eliporto me lo ricordo benissimo,adesso dovrebbe esserci un benzinaio.
Come sempre devo farvi i complimenti,quando guardo e leggo queste cose la mia nostalgia arriva al settimo cielo.
Ricordo male o di fianco alla cascina c’era una scritta luminosa “Il gatto verde” era forse un night?
Grazie,continuate così, siete forti!
Esatto, dove c’era l’eliporto ora c’è un benzinaio mentre per il “Gatto Verde” ho dovuto ricorrere a Internet, e infatti c’è un locale in via Scarlatti, quindi probabilmente ricordi bene la scritta luminosa, ma non so dirti di più…
Grazie per renderci partecipi dei tuoi ricordi… Mi auguro solo, quando parli di nostalgia, che le sensazioni siano piacevoli. Se è così non possiamo che essere soddisfatti. Ciao e a presto.
Buongiorno,
Ho scoperto solo ora il vostro sito, che trovo veramente interessante e ben fatto. Complimenti!
Ho cominciato da qualche tempo a nutrire interesse per la Milano che non c’è più, ed in particolar modo, per tutto quello che riguarda la storia e lo sviluppo di Porta Venezia, la zona dove ho passato gran parte della mia vita.
Mi piacerebbe sapere se fosse possibile reperire informazioni , articoli, fotografie etc.. riguardanti il perimetro dell’ ex lazzaretto in particolare, l’attuale via Lazzaretto e Via San Gregorio e dell’urbanizzazione di parte di quell’ area (Via Lecco, Via Casati, Via Settala, Via Benedetto Marcello etc.) dai primi anni del 1900 in poi.
Sono da poco venuto a conoscenza, che nell’attuale Viale Tunisia c’era il terrapieno della ferrovia per Venezia che dal Bivio di Acqua Bella ( P.za Susa) terminava nella vecchia Stazione Centrale in piazza della Repubblica. Mi piacerebbe rendermi conto di come poteva essere la fisionomia di quell’area ( viale Tunisia) e del quartiere in quegli anni.
Potete aiutarmi?
Grazie ancora
Saluti
Pasquale
L’area da te citata è stata spesso fotografata sui lati corso Buenos Aires (in passato corso Loreto) e via Vittorio Veneto (ex viale di Porta Venezia); per contro, esistono pochissime immagini dell’isolato – ai tempi del Lazzaretto – sui lati via Lazzaretto e San Gregorio.
Di viale Tunisia ho visto recentemente un’immagine ai tempi della demolizione del terrapieno, più o meno nel periodo di costruzione della piscina Cozzi (inaugurata nel 1934). Ricordo anche che in quegli anni il viale si chiamava Regina Elena.
In ogni caso non appena riusciremo a raccogliere materiale e informazioni sufficienti, redigeremo un articolo in merito a questa zona così mutata nel corso di pochi decenni. Continua a seguirci, quindi…
Buongiorno,
in via soperga 44 vi sono nell’androne dei graffiti anni 30, uno di questi rappresenta propio la cascina pozzobonelli.
l’autore è un certo baldo bongioanni, un artista/imbianchino di cui non si trova traccia. gli altri graffiti rappresentano il ponte delle sirene (ora nel parco sempione) ed uno scorcio della martesana.
Il tutto è appena stato ripulito qualche mese fa da me e da mio fratello in ricordo di nostro nonno cesare gaetani, costruttore del palazzo
cordialmente
rg
Ottima informazione.
Considerando che si tratta probabilmente di uno stabile ad uso abitazione, potrebbe essere interessante – sia per evitare disturbo agli inquilini, ma anche per agevolare chi è troppo lontano per raggiungere via Soperga – inviare un’immagine in formato JPG del graffito all’indirizzo di posta indicato nella pagina “contributi“; provvederemo poi a pubblicare la foto come allegato a questo articolo. Ovviamente se il tutto non comporta grosse difficoltà.
Grazie ancora della segnalazione.
Abbiamo ricevuto oggi la fotografia del graffito della cascina pozzobonelli da parte di Riccardo, e la pubblichiamo ben volentieri a vantaggio di tutti coloro i quali non riescono ad andarla a vedere di persona.

Ricordiamo comunque in ogni caso che l’indirizzo dove si trova il graffito è via Soperga 44.
Non conosco le condizioni precedenti al restauro/pulizia, ma a giudicare dalla foto è stato fatto un ottimo lavoro. Ancora un ringraziamento a Riccardo.
Ho trovato qui una foto della Cascina Pozzobonelli, ancora in piedi accanto alla nuova Stazione Centrale.
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buongiorno in quali orari è aperto il portone per visitare il graffito ?
grazie
luca baule