Se c’è un luogo a Milano che ha sempre suscitato interesse sia per la sua configurazione che per la sua storia è proprio l’attuale piazza della Repubblica.
Fino al periodo di dominio degli austriaci, l’area in esame – che è fuori dalle mura spagnole – era sede di cascine e osterie, come documentato dalle mappe dell’epoca: cascina Gandolfina, cascina Cusanella, cascina della Misericordia, cascina Campo de’ Fiori.
Grazie anche alle ricostruzioni storiche fatte da Giorgio Stagni, illustrate nei suoi interessantissimi articoli, sappiamo che nel 1857 fu posata la prima pietra della “vecchia” stazione Centrale che fu completata nel 1864, avvenuta quindi dopo l’unione d’Italia.
Indipendentemente dal “committente”, la realizzazione della stazione Centrale fu un’opera importantissima in termini di collegamento ferroviario tra due grosse direttrici, fino ad allora seperate: la Milano – Monza – Como e la Milano Torino da una parte e la Milano – Treviglio – Venezia dall’altra attestate rispettivamente alle stazioni di Porta Nuova e di Porta Tosa.
L’edificio della stazione fu progettato dall’architetto francese Louis-Jules Bouchot, in uno stile che richiama evidentemente il rinascimento francese. L’edificio di per sè era ben strutturato, con sei binari di cui quattro ad uso dei convogli per il servizio viaggiatori e con una intelligente e funzionale separazione dei servizi al pubblico da quelli tecnici e di uso interno.
La stazione era, diversamente da quella attuale, una stazione di transito e quindi questa configurazione accelerava sicuramente le operazioni di smistamento in quanto non richiedeva che per ogni convoglio ci fossero le lente e impegnative operazioni di “inversione” delle locomotive.
Nonostante fosse lunga 235 metri e larga più di 40, la stazione cominciò ben presto soffrire di limitazioni di spazio, limitazioni che ne impedivano l’espansione necessaria già pochi anni dopo la sua entrata in servizio.
Tanto è vero che a distanza di soli 42 anni dall’inaugurazione fu posata la prima pietra della nuova stazione Centrale (sebbene nel 1906 non esistesse neanche il progetto definitivo, ma l’atto in sè evidenziava comunque la necessità di un nuovo scalo). Il 30 giugno del 1931 fu l’ultimo giorno di esecizio della vecchia stazione.
Ma in questa dozzina di lustri di esercizio della vecchia stazione, il nostro piazzale della Stazione Centrale (questo era il toponimo ufficiale), poi piazzale Fiume e infine piazza della Repubblica, cominciò a sviluppare una serie di servizi per i viaggiatori come ristoranti e alberghi, molti dei quali sono anora presenti ai nostri giorni.
Anzi si può tranquillamente affermare che in zona Repubblica ci sono oggi alcuni tra i migliori alberghi di Milano e non solo; chi non conosce ad esempio il “Principe e Savoia”, albergo presente da oltre 80 anni e che nel 1980 mutò il suo nome in “Principe di Savoia” perchè – come loro stessi affermano – “questo cambio si deve al fatto che “Principe di Savoia” è il modo corretto di rifersi alla famiglia reale italiana, anzichè Principe e Savoia”.
Ma uno degli aspetti della piazza che mi ha sempre affascinato era il sottopasso che permetteva ai tram (a cavalli prima ed elettrici dopo il 1900) di entrare e uscire dal “centro città” in direzione della stazione.
In molte fotografie d’epoca si è sempre dato risalto al “carosello” di tram che faceva ormai parte della coreografia del piazzale della Stazione, ma raramente si sono viste immagini del passaggio sotto i bastioni: già, perché da porta Venezia a porta Nuova si erigeva un bastione unico, sul quale si poteva passeggiare o andare a cavallo, mentre oggi si assiste spesso a partenze da Gran Premio di F1…
Ma l’accesso da e verso l’esterno era consentito solo attravero le porte. E la stazione NON era in corrispondenza di una porta, era indicativamente a metà, un po’ più verso porta Nuova.
Fu così che venne realizzata la via Principe Umberto (l’attuale via Filippo Turati) che permise di arrivare in stazione, attraverso un “tunnel” (come indicato sulla cartina…) dando origine alla porta Principe Umberto e al relativo viale Principe Umberto (l’attuale viale Monte Santo).
Attenzione a non fissare per troppo tempo l’ultima fotografia… potrebbe essere pericoloso 🙂
“Attenzione a non fissare per troppo tempo l’ultima fotografia… potrebbe essere pericoloso”
???
Voleva essere solo una battuta, visto che è una immagine che reputo bellissima e ci si potrebbe “perdere” dentro…
La prima volta che l’ho vista sono stato quasi 10 minuti a osservare tutti i dettagli e alla fine mi sembrava di… esserci dentro, davvero.
Simpatico il commento: “Attenzione a non fissare per troppo tempo l’ultima fotografia… potrebbe essere pericoloso”…..
in effetti è proprio una gran bella foto!!!
Grazie della spiegazione. In effetti è molto bella.
Vivissimi complimenti per un sito fatto davvero bene e condito di vera passione. Mi lasciano quasi senza fiato alcune foto vecchie e davvero “inedite” della Milano che fu…. la meraviglia si unisce alla rabbia e quasi si sente una lacrima scendere per tutto quello che è andato perso… L’importante è tramandare la memoria e rendere questa ricchezza di conoscenza disponibile come fate voi!
Una citazione a quel capolavoro della nuova stazione va fatto… pare che il grande F. L. Wright quando venne a Milano rimase affascinato dalla imponente montagna di marmo e disse che si trovava davanti alla più bella stazione del mondo…l’altra volta visitandola ho notato una curiosità che mi lega al vostro articolo, davvero ben fatto, sulla darsena: Cascella nel raffigurare le vedute delle più importanti città italiane ha messo in primo piano il ponte del trionfo… peccato che questo trofeo sia stato demolito nell’800….
Scusate, visto che (giustamente) citate Stagni per i suoi articoli, non sarebbe possibile riconoscere anche a me quel (poco) che ho fatto restaurando quella “stampa” della vecchia Centrale e che ho inserito in “Wikipedia Commons”. Anche se i contributi sono a carattere libero e al di là delle pignolerie legalistiche, troverei quantomeno gentile un cenno. Grazie!
Pubblico ben volentieri questa tua segnalazione, e mi scuso per non aver citato per tempo il tuo nome.
Sono sicuro che comprenderai che l’omissione non è stata assolutamente voluta, ma nell’operazione di adattamento dell’immagine mi è sfuggito questo significativo particolare.
Ti faccio i miei migliori complimenti per il restauro della stampa, anche se non conosco le condizioni dell’originale, ma posso immaginare che fossero “difficili” da recuperare, come per la maggior parte del materiale che ha quasi 150 anni.
Grazie Silvio e continua a seguirci.
Torno quasi per caso in questo sito. Grazie a voi per la cortesia. In realtà nessuna vera difficoltà, l’originale è composto da due tavole (che ho unito e di cui ho aumentato il contrasto) inserite in “Giornale dell’ingegnere, architetto e Agronomo” vol 13, Allegato, 1865. Altre due tavole -vado a memoria- mostrano la pianta della stazione. Ho inserita anche questa in Commons. E l’amico Horatius le ha usate per la voce di Wikipedia. Per vedere detti originali basta andare sul bellissimo sito della Vostra (io abito a Bologna) grandiosa Emeroteca Braidense e fare una piccola paziente ricerca :). Saluti
L’Hotel Principe e Savoia, prima del ‘900 si chiamava Hotel du Nord et des Anglais. E’ qui che in una sera di dicembre, probabilmente il 12 o il 13 del 1899, durante un banchetto, gli inglesi Herbert Kilpin, Edwards, e un gruppo di italiani , fonfarono il Milan Football and Cricket Club. Primo campo di gioco della squadra fu , invece, il Trotter, ubicato nell’attuale p.za Duca d’Aosta, proprio dove ora sorge la Stazione Centrale.