
Durante il periodo del Regno di Napoleone (1808-1816) Pratocentenaro era già stata aggregata a Milano, e al ritorno degli austriaci venne nuovamente resa indipendente, recuperando un’effimera autonomia; l’amministrazione politica del Regno Lombardo Veneto (costituita da personaggi austriaci) non desiderava infatti che Milano si ingrandisse oltre un certo limite, sia in termini di cittadini che di estensione territoriale.
Fu infine aggregata a Segnano (comune confinante con Pratocentenaro) nel 1841, seguendone le sorti: divenne quindi frazione di Greco Milanese nel 1863 (con lo spostamento della sede comunale), e infine fu aggregata – come detto – a Milano nel 1923.
Si tratta di ogni caso di un borgo molto antico, i cui primi riferimenti storici su documenti risalgono al 1078 in riferimento ad un possedimento di un terreno (a nome del Monastero dell’Aurora) in località Pratocentenaro.
I comuni confinanti erano Milano, Niguarda, Bicocca (successivamente annessa a Niguarda) e Greco Milanese; Segnano (e Segnanino) non sono indicati in quanto diventati nel frattempo frazioni di Greco Milanese.
La fotografia di apertura (1938) merita qualche spiegazione: innanzitutto l’incrocio che si vede è quello di viale Suzzani con le attuali via Salvatore Pianell (verso destra) e via Val Maira (ovviamente a sinistra). Chi ci segue con continuità sa che la via Val Maira è in realtà parte dell’originale via Michele de Angelis che negli anni ha anche modificato il suo tracciato…
Non deve trarre in inganno il campanile che si intravede: non si tratta dell’attuale chiesa di San Dionigi in SS. Clemente e Guido, bensì della vecchia chiesa di San Dionigi che era nell’attuale via Koerner, in quegli anni via del Riposo.
Il motivo di tale nome è evidente; in passato la via portava al cimitero locale, che emergenze e nuove necessità spostarono più volte di ubicazione; basti pensare a quando le varie pestilenze che colpirono Milano (e ovviamente anche i comuni limitrofi) richiesero disponibilità di spazio allora non previsito: fu infatti realizzata una fossa comune – così risulta da alcune carte – all’altezza dell’attuale viale Sarca in corrispondenza della via Romolo Bitti.
Il cimitero poi si spostò ancora una volta “sulla strada che porta a Niguarda” che dovrebbe corrispondere alla via Monterotondo, la quale – come per la via Michele de Angelis – ha però subito negli anni sia un ridimensionamento in termini di lunghezza che una variazione di tracciato; in pratica anche lei confluiva diagonalmente nel viale Giovanni Suzzani.
Una mappa ci aiuterà a mettere un po’ di ordine…
Tornando alla nostra foto di apertura (che avrà lasciato forse un po’ spiazzati chi conosce oggi questa zona) possiamo notare che la Manifattura dei Tabacchi era già stata spostata in viale Fulvio Testi da via Moscova.
Sull’area che si vede nell’angolo in basso a sinistra verrà edificata la nuova chiesa, tuttora presente, la cui prima pietra venne posata l’11 febbraio del 1938, in concomitanza con l’anniversario dei Patti Lateranensi, cioè gli accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d’Italia e la Santa Sede sottoscritti l’11 febbraio 1929.
Non molti anni fa è stata infine abbattuta anche l’ultima cascina che ricordava il passato contadino degli abitanti di Pratocentenaro, la cascina in via Wilhelm (Guglielmo) Körner (chimico, 1839-1925).
L’area è quella oggi adibita a ricovero delle autovetture con distributore di carburante annesso. La demolizione della cascina è avvenuta verso la fine degli anni ’60. E sempre in tema di demolizioni, va annoverato nel computo anche una villa nella stessa via, abbattuta qualche anno prima, villa Litta, dal nome del proprietario – il marchese Carlo Litta – fin dalla metà del settecento.
Si trattava di una residenza per la villeggiatura, come per molte altre famiglie nobili milanesi, al pari della Bicocca degli Arcimboldi, della villa Trotti o ancora della villa Clerici a Niguarda. Anche se oggi una tale affermazione (residenze per la villeggiatura) può far sorridere, un tempo le aree periferiche alle città costituivano i principali luoghi di riposo e divertimento per i signori e i nobili in generale.
I mezzi di trasporto ancora non consentivano l’attuale libertà di scelta e il termine globalizzazione non era ancora stato coniato…
Il passato agricolo della zona era dovuto anche a una importante presenza di corsi d’acqua: non dimentichiamo che quest’area in particolare è proprio compresa fra il naviglio della Martesana (verso Greco) e il Seveso (verso Niguarda), fiume quest’ultimo che – dalla lettura di alcuni documenti – sembra che già nel 1600 esondasse frequentemente, creando difficoltà forse più gravi rispetto ad oggi; si legge addirittura di richieste datate 1618… quasi quattrocento anni fa. Meditate, gente, meditate!
bellissimo……
anzi commovente per certi versi…
forse perchè è casa mia…
forse perchè è proprio la Milano che conosco…
forse è la Milano che non conoscevo così…
grazie
sei grande Fabio!
Ho trovato il vostro sito facendo ricerche per la mia tesi sulla Manifattura Tabacchi. Mi è stato molto utile!
Mi interesserebbe sapere dove avete trovato la mappa antica di Pratocentenaro e di che anno sia.
Grazie!
La didascalia che accompagnava la mappa riportava come indicazione solo che la stessa era usata per il catasto Teresiano nel XVIII secolo.
In merito alla provenienza della stessa non riesco ad esserti d’aiuto, in quanto – sebbene la fonte (molto probabilmente, ma non ricordo) sia Internet – non riesco a risalire all’indirizzo da cui è stata acquisita.
Se può servire, qui puoi trovare una mappa del 1878 scala 1:5000 di Pratocentenaro
http://intelspeedcontest2006.tiscali.it/ancient/immagine.php?cod=7129
Qui invece puoi trovare la stessa mappa ma estesa all’intero territorio comunale, grazie all’utente MIR45 di skyscrapercity
http://hotfile.com/dl/86002030/df8bdbd/5000_completa.jpg.html
Con l’occasione auguro a Fabio ed a tutti i lettori del Blog, sinceri Auguri per un Felice Anno Nuovo
Ciao Gabriele,
mi sembra che il secondo link non funzioni (il file sembra che sia stato rimosso). Lo lascio comunque nel messaggio, nel caso sia solo un problema temporaneo.
Grazie degli auguri, che contraccambio ed estendo a tutti i lettori.
Me ne sono accorto solo ora.
Fortunatamente ho fatto a tempo a scaricare la mappa unita.
Non è un danno grave, perchè dal primo link è possibile scaricare le singole tavole.
A seguire il link alla pagina da cui si può accedere a tutta la cartografia disponibile su Milano (e dintorni)
http://intelspeedcontest2006.tiscali.it/ancient/cerca.php?mode=com&cod=4074
Grazie mille!!! Siete stati molto gentili! Vi auguro un Felice 2011!!
Grazie mille per questo scorcio di storia della mia citta’ e della mia zona.
Giriamo il mondo, sappiamo mille cose di luoghi lontani e poi restiamo a bocca aperta nel leggere qualche riga sulla storia della via in cui abitiamo.
Anche per questo accolgo il vostro suggerimento e : Medito, Medito Medito.
Grazie
Alessandro
Grazie, mi portate alla mia infanzia..
Queste foto sono sbalorditive! Io sono nata in Via Koerner e mia mamma mi ha sempre detto che avrei dovuto ricordarmela, la cascina, dato che ero già grandicella quando è stata demolita … ed invece non ricordo nulla di nulla! Per questo sono così felice di avere trovato questa foto della cascina: sono sicura che quando la farò vedere ai miei … si scioglieranno!!!
Siti come questo sono veramente inestimabili!!!!!! GRAZIE!!!
Beh… in quella cascina abitava un mio prozio: “il Moneta”. Con la sua famiglia si oppose fino all’ultimo all’urbanizzazione dei sui terreni; la cosa aveva attirato anche la curiosità della televisione tanto che la RAI di allora fece un servizio per capirne le ragioni. Ogni volta che passo dal distributore ci penso…
Accidenti, che bello sarebbe poter ritrovare quel servizio della Rai! Ha fatto bene il tuo prozio a tentare di resistere, anche se immagino che a quei tempi nessuno si preoccupasse di preservare qualcosa della storia di un quartiere. Figuriamoci: anni ’60, la fregola della modernità, pieno boom economico… Non poteva vincere, povero Moneta! Fossero vissuti oggi, lui e la sua cascina, avrebbero avuto forse qualche chance in più….
@ Paolo:
non so se leggerai mai questa mia (spero proprio di sì!), ma … ho preso un appuntamento con quelli delle teche Rai per vedere se riesco a rintracciare il filmato di cui parli. E’ un’impresa quasi impossibile, dato che non ho idea di quale sia il programma che conteneva il servizio (io ho ipotizzato “Cronache Italiane”, ma chissà…) e nemmeno l’anno esatto in cui è andato in onda. Però io gli ho scritto, e loro mi hanno risposto fissandomi un “appuntamento” in C.so Sempione! Conto di mettervi al corrente, sperando di darvi buone notizie!!!
Anche io son nata in via koerner e quando hanno abbattuto la cascina avevo circa 10 anni. Mi ricordo che un giorno, tornando da scuola, mi son fermata a guardarla mentre erano in corso i lavori per abbatterla e mi son messa a piangere. Le ho detto “non mi scorderò mai” perché il prato retrostante era quello dei miei giochi e della mia infanzia.
Che tenera 🙂 Invece una mia carissima amica, classe ’62, quando era piccolissima era molto capricciosa e non voleva saperne di mangiare. L’unico sistema che ha trovato sua nonna era uscire e sedersi con lei su un qualche muretto, o gradino, della cascina ed in questo modo la piccina era abbastanza distratta da riuscire a farle mangiare qualche boccone…
Sinceramente, non so perchè non ho alcuna memoria della cascina! Non conosco l’anno preciso della demolizione, ma dovrei avere avuto 5 o 6 anni almeno …. che strano!
Ciaooooooooooooo sono EZIO . vedo che sei cresciuta P-CENTENARIO e che alle sere di maggio andavi in chiesa…e nelle belle serate d’estate andavi vedere il circo – pippo — è bello sentire le emozioni lontane….Io sono nato in Via S. Pianell mio padre aveva negozio di drogheria all’angolo Via F.Testi. mi ha fatto molto molto piacere che il passato si affacci..comunque ti ringrazio della ricerca…e delle tue espressioni. ciaoooo…oooo
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Solo un’appunto circa la Villa Litta, quella dell’ultima foto. Lo scorso Natale ho pranzato con i miei ed alcuni/e conoscenti, tutte persone anziane. Una di queste è proprio nativa di Pratocentenaro. Siccome so che lei *sa* parecchie cose, le faccio vedere 2 o 3 foto che avevo caricato sullo smartphone proprio per l’occasione. Una foto era proprio quella di Villa Litta. Lei la guarda ed esclama “ma questo era il mio asilo!” e mi spiega che si trovava esattamente dietro la chiesa (quella vecchia di Via del Riposo) e lei andava lì a catechismo e talvolta ci faceva anche il doposcuola. Poi però il discorso si è perso in mille rivoli … ma ora so che la mia fonte migliore su Pratocentenaro è proprio lei! Ogni tanto la incontro al mercato ma aspetto l’occasione per farci una *lunga* chiacchierata!
Oggi ho trovato questo bellissimo sito e ho fatto vedere le foto di villa Litta a mia mamma, classe 1931, e si è” commossa alle lacrime dopo che anche lei a riconosciuto il suo asilo. Grazie di cuore
Naturalmente quella a, senz’acca,( triplice riga rossa ) nel mio post precedente, avrebbe scatenato le ire della maestra Radaelli, che ricordo sempre con grande affetto nella bellissima scuola di via Pianell. Bei tempi di una Milano che oggi non riconosco piu’.
in quell’asilo io ci sono stato dal 49 al 53/54. Ricordi bellissimi, Era gestito dalle suore S.Maria Ausiliatrice. A loro ho fatto molti dispetti e ricordo una volta mi hanno chiuso in cantina (avevo bucato le loro vesti appese ad asciugare con il ferro rovente della stufa….).
Mmmm… maestra Radaelli … fiocco verde??? Probabilmente mi sbaglio, ma mi sembra che la Radaelli fosse la maestra della mia migliore amica, dal 1969 al 1974 … la mia era la Prada, severissima, la più terrificante delle maestre di Via Pianell – ed amica ‘del cuore’ della Radaelli. Maestre cattivissime, ma grazie a loro tutti gli anni di scuola seguenti sono stati una passeggiata!!! 🙂
Oggi sono andata alla Rai a cercare il filmato riguardante la cascina del Moneta, ma ovviamente ho fatto un buco nell’acqua, dal momento che i dati in mio possesso sono veramente troppo pochi!…
Se Paolo – il pronipote del Moneta – leggesse questo mio post e mi contattasse, forse con qualche dettaglio in più ci possiamo arrivare …. Paolo, se ti va scrivimi al mio indirizzo moonie77dt@gmail.com.
Ciao a tutti!
Maestra Prada… mi si e’ aperto un mondo!!! La mia maestra di I° e II° poi Radaelli, concordo in pieno “cattivissime”, io negli anni 63 al 68. Bene, grazie per avermi riaperto un’altra finestra sui ricordi della mia infanzia. Ciao!
Io in quella cascina di via Koerner, dove ho risieduto fino al 1980, ci andavo a prendere il latte e nel campo che si vede dietro ci giocavo a pallone interminabili pomeriggi! Grazie, vorrei tornar piscinin!
Che bello vedere queste foto. Sono tornato alla mia infanzia circa 70 anni fa (fine anni 40/inizio anni 50). Ricordo che nella vecchia chiesa di S. Dionigi abbattuta, giocavamo, come oratorio, al giro d’Italia con le palline colorate Bartali e Coppi. La casa prepositurale era diventato il nostro luogo di giochi durante i giorni di pioggia. E Villa Litta era il mio asilo infantile. E poi ancora la nuova chiesa di S.Dionigi S. Clemente e Guido dove ho fatto la cresima con il Card. Shuster. Ma allora era una chiesa spoglia, solo mattoni e cemento. Curiosità: il santo patrono della chiesa era il giorno del mio compleanno: 23 novembre. E poi ancora la grande casa a Segnano (chiamata Rancati) di fronte alla scuola dove ho fatto le elementari e le medie, e di fronte alla mia casa di nascita (all’angolo Viale Sarca Via Pianell.
Ciao a tutti, mio nonno negli anni 20 aveva una lavanderia “industriale” (cioè già con le caldaie per bollire la biancheria) a Prato, lungo il Fontanile Bauer, un fosso ora tombinato che correva tra Fulvio Testi e viale Sarca. In una sua foto compare con altri amici dell’ “Unione Sportiva di Prato Centenaro”, fondata 18 Maggio 1913, con un gagliardetto con vaso da notte come stemma (!) e motto “A vun a vun, van tucc”. Qualcuno ha altre notizie sul fontanile o sulla società sportiva, di cui non trovo traccia in internet?
Marcobalos. Negli anni della mia infanzia non ricordo questo fontanile. Probabilmente si situava nella attuale scuola di via Pianell.
Sicuramente attraversava la via Pianell tra Fulvio Testi e le scuole elementari, perché dopo passava dietro la casetta di mio nonno, sulla via Romolo Bitti e anche sul retro della casetta del vicino, che affacciava sul viale Sarca, davanti al deposito Atm (adesso tra la sua casa e il viale hanno costruito i condomini). Sono sicuro del nome Bauer, e ho delle carte in cui il comune subito dopo la guerra ne chiede la copertura per motivi igienici….
Quindi dietro l’edificio “Rancati” (?) e di fronte alla scuola. Ci giocavo in quei prati prima che costruissero i condomini , ma non ricordo il fontanile.
Quel fosso correva parallelo a fulvio testi e sarca. Era sicuramente attivo prima della guerra perchè da li prendevano l’acqua per la lavanderia e credo che negli anni 20 addirittura ce li lavassero i panni…. Come ho detto faceva da confine del retro della casa ed era in condivisione con il retro della casetta accanto, che affacciava su viale Sarca. Guardando oggi i confini delle proprietà (tutti i retro dei condomini …) che sono allineati lo si può seguire verso la via Pianell (ma poi non so se la attraversava) e verso la via Rabolini e il ponte della ferrovia. Mi incuriosiva il nome Bauer, che non trovo da nessuna parte…
Confermo la presenza del fontanile a cavallo dei comuni di Segnano (Greco M.se) e Prato Centenaro come mostra questo frammento di cartina del 1902, dove non esisteva ancora il viale Fulvio Testi.
ciao, dalle finestre di casa mia, negli anni 50 inizio 60, vedevo il grande prato prospiciente alla via Romolo Bitti dove venivano stesi ad asciugare i panni lavati nella lavanderia, ricordo anche il fosso dall’acqua non propriamente limpida… lateralmente al prato dove asciugavano i panni , c’era un grande orto gestito dal Marcello.
Piccolo aggiornamento: sono riuscito a sapere che il fosso aveva origine lungo viale Fulvio Testi, davanti alla Manifattura Tabacchi, in mezzo a quelle che oggi sono le due Torri ex coop di Prato. In effetti, quando vennero costruite, attorno al 1975, ricordo che esisteva tra loro una specie di laghetto/stagno, circondato dagli orti “abusivi” che andavano da via Pulci a viale Sarca.
Subito dopo la guerra pare che ci si potesse pescare, perchè c’erano ancora i pesci….