La periferia est (con una puntatina verso sud-est) di Milano nei primi anni del XX secolo non era molto diversa dalle altre periferie: una serie di cascine (Monluè, Taliedo, Colombè, Merezzate) distribuite più o meno nelle prossimità di un fiume, il Lambro, e piccoli borghi e comuni i cui nomi si sono per la maggior parte persi negli anni, salvo qualcuno che – per motivi legati a qualche evento particolare – sono sopravvissuti fino a i giorni nostri.
Sono sicuro che avete riconosciuto nell’immagine di apertura l’inizio del viale Michele Bianchi, o no? Ah, è vero che dal 1937 si chiama viale Enrico Forlanini, scusate…
Ricordiamoci che l’aeroporto di Linate è fuori Milano, e la città nel 1937 (anno di inaugurazione dell’aeroporto Enrico Forlanini) era però già dotata di un aeroporto interno alla città, ora sparito, ma di cui si possono vedere delle tracce, come scopriremo fra poco.
Una delle cause di sparizione di alcuni nomi di luoghi è stata l’aggregazione dei piccoli centri a comuni di più grandi dimensioni come avvenne per Taliedo che divenne parte integrante di Milano o per Zelo Foramagno che fu inglobato da Peschiera Borromeo.
Taliedo deve il suo nome all’omonima cascina compresa nell’area delimitata dalle attuali vie Mecenate, via Salomone e la via Bonfadini; quest’ultima è una via particolare, non solo per il percorso un po’ tortuoso ma anche perché pochi conoscono alcune stranezze del suo tracciato. Prendiamo ad esempio il suo punto di partenza. Quanti (senza barare…) sanno che inizia in piazzale Cuoco?
Dove? Ma in mezzo al Parco Alessandrini, ovviamente, inclinata di 45° tra viale Puglie (quello con il cavalcavia sulla ferrovia) e via Monte Cimone, la strada che porta al nuovo Ortomercato (nuovo solo per distinguerlo da quello vecchio di corso XXII marzo, ovviamente).
E prima di incrontrare via Salomone (e quindi entrare in Taliedo), la nostra via Romualdo Bonfadini deve “scavalcare” per ben due volte la ferrovia… in effetti si tratta di un’area che necessita di pesanti interventi di riqualificazione sia in termini di traffico (una volta c’erano dei passaggi a livello che ora non ci sono più) che in termini di “sicurezza e ambiente”. Si veda al proposito questo articolo del Comune di Milano.
Va precisato che la via Bonfadini un tempo aveva molta più “importanza” di oggi, in quanto era l’antica strada principale per Paullo. Cliccando sulla piccola immagine qui sopra si aprirà una fotografia aerea della zona scattata nel 1965, per cui potrebbe mancare qualche riferimento…
Torniamo a Taliedo. Taliedo “sinonimo” di Giovanni Battista Caproni. Un nome che ancora oggi “gira” fra tutti quelli che quotidianamente lavorano in zona Mecenate, Fantoli, Quintiliano; un’area ricca di uffici molti dei quali occupano anche l’area del vecchio aeroporto… ma del Primo Conte di Taliedo non tutti conoscono – almeno per sommi capi – la storia.
Gianni Caproni, trentino di origine, era un ingegnere (aeronautico, ovviamente) con una vera passione per il volo e successivamente sviluppò anche un buon intuito per gli affari portando la sua azienda a essere tra le più importanti, con oltre 20 consociate e decine di migliaia di dipendenti (circa 50.000 in totale). Ma la fine della guerra e alcuni coinvolgimenti politici – che oltremodo pare fossero del tutto infondati – costrinsero la proprietà a chiuderela società nel 1950.
L’aeroporto sorgeva nell’area tra le vie Mecenate e Salomone, dove ora ci sono tutti quei capannoni che altro non erano che le Officine Caproni, dove venivano costruiti i primi aerei, utilizzati anche durante la prima guerra mondiale.
La fotografia aerea presentata mostra l’esatta ubicazione della pista dell’aeroporto di Taliedo; la via centrale che scorre, leggermente inclinata da sinistra a destra, è via Mecenate (!!!), quindi l’incrocio che si nota poco prima del lato destro è quello con la via Gaudenzio Fantoli (insomma, l’uscita C.A.M.M. – Consorzio Autostazione Merci di Milano – della tangenziale…).
Quei sette capannoni orientati perpendicolarmente alla via Mecenate in corrispondenza dell’incrocio (sebbene leggermente modificati nella loro struttura) sono tuttora presenti e facilmente riconoscibili.
E’ pure molto riconoscibile il capolinea del tram che operava sulla linea 35, con il caratteristico anello di ritorno; il capolinea in questa foto era già stato spostato da piazza Ovidio all’angolo di via Fantoli.
Per un approfondimento su Taliedo e le Officine Caproni invito a leggere l’ottimo articolo presente sul sito Storia di Milano (sito da tempo inserito nella nostra lista dei link preferiti) alla pagina Taliedo, aerodromo d’Italia.
Segnaliamo anche il link relativo al Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni.
Già all’inizio degli anni ’30 l’aeroporto di Taliedo mostrava i suoi limiti, per cui fu necessario trovare una soluzione diversa. Fu così che nel 1932 si decise di realizzare il nuovo aeroporto sul territorio di Linate al Lambro “sacrificando” ancora una volta cascine e terreni agricoli: la piccola porzione residua del comune di Linate venne aggregata al comune di Peschiera Borromeo nel 1933. L’aeroporto intitolato a Enrico Forlanini venne completato nel 1937.
La posizione scelta per il nuovo aeroporto era ritenuta anche strategica per la vicinanza dell’idroscalo, chiamato così proprio perché la sua funzione avrebbe dovuto essere quello di pista di decollo e atterraggio degli idrovolanti.
Con il “senno di poi” ovviamente qualsiasi soluzione poteva essere migliorabile, ma spesso non viene considerato il momento in cui la scelta, la decisione, la soluzione viene attuata.
L’areoporto di Linate oggi è sicuramente sottoutilizzato rispetto al potenziale che avrebbe, ma a prescindere dalle considerazioni logistico-struttural-organizzative il vero peccato èaver visto sparire delle aree storiche come è avvenuto per molte cascine, e sebbene qualcuna sia rimasta (cito ancora Monluè che andrebbe visitata) si sono trovate “soffocate” tra la tangenziale e l’aeroporto…
ma è vero che via Tertulliano, come sembra affermare Google Maps, è fatta di TRE pezzi separati?
La via Tertulliano oggi è interrotta dal viale Puglie, che materialmente la spezza in due tronconi. Cliccando sul dettaglio qui a fianco si può vedere come originariamente, senza ancora il cavalcavia sulla ferrovia, la via fosse unica.
Quale sarebbe il terzo troncone a cui ti riferisci?
Sono un po’ stupito! Michele Bianchi fu l’unico segretario del PNF a non vedere la fine del Fascismo ed è logico pensare che vi fosse una strada a lui dedicata nella seconda metà degli anni’30. Ero convinto che il cambio della denominazione fosse avvenuto nel dopoguerra!
ho caricato a http://imgur.com/ArQSa.png la parte di google maps dove si vede il secondo pezzo (quello oltre viale Puglie), un terzo pezzo al di là dell’altra linea ferroviaria e un quarto tratto!
Diciamo che se è effettivamente così la riqualificazione della zona non può aspettare…
In questa parte di mappa del 1930 si nota come la via Tertulliano (nel senso stretto del toponimo) si chiamasse così fino a incontrare i binari dello scalo di Porta Romana (inaugurato nel 1891). Oltre la ferrovia, la strada arrivava a Cascina Castagnedo, probabilmente, si sarà chiamata “strada per Castagnedo” o qualcosa di simile. Le guide di Milano di quegli anni non aiutano, in quanto riportano che la via “inzia passato il viale Umbria, indi dritto…” senza specificare la fine che a questo punto poteva essere il confine comunale (ammesso che arrivasse al confine…), visto che la via Toffetti non esisteva ancora. Notate inoltre come la via Bonfadini si chiamasse ancora “strada Paullese”…
In qust’altro frammento del 1953 si nota invece come (si tratterà di un errore di stampa?) addirittura la via passasse sopra la ferrovia, con un cavalcavia o qualcosa di simile…
La cosa migliore sarebbe trovare una fotografia proprio di quel punto. Ma per tornare alla tua osservazione devo convenire che oggi la strada è realmente divisa in quattro tronconi, una situazione che sicuramente risulta abbastanza particolare.
Io sono nato nella cascina colombe’ poco prima della cascina castagnedo
La travagliata via Tertulliano, a quanto risulta dalla carta Vallardi 1925, dopo il viale Puglia, allora ancora viale Lombardia, sembra si chiamasse strada Buffalora, e già allora scavalcava la ferrovia (altro errore di stampa?) verso cascina Castagnedo.
Certo che una foto chiarirebbe tutto!
Ho iniziato ad usare il computer da pochissimo e sono una frana…… La ragione principale per la quale ho deciso di acquistane uno e avventurarmici dentro è proprio quella di ritrovare i percorsi della mia infanzia e giovinezza…. i percorsi del cuore…. Bellissimo questo sito, ho letto e guardato le foto con piacere ed emozione. Desidererei tanto trovare anche qualcosa su Lambrate, sulla via Bellincione quando ancora c’erano solo il numero dieci ed il quattordici. Strano, vero? Due soli cancelli, con all’interno tre caseggiati popolari per ciascuno, di otto piani per caseggiato. In teoria i numeri civici avrebbero dovuto essere l’1 e il 3, invece 10 e 14. Il quattordici era abitato da famiglie di tramvieri. Dal 1952 al 1958 erano tutti campi e canali con passerelle per andare nelle vie adiacenti, un mondo meraviglioso. In fondo alla via, dove ora c’è via staro, una specie di boschetto nel cui interno c’era un dancing all’aperto chiamato Miralago, o forse Miralago era il nome del boschetto, chissa’?….. Potrei andare avanti ancora un pezzo ma Vi risparmio. So di chiedere quasi l’impossibile ma c’è qualcuno che abbia gli stessi miei ricordi? meglio ancora, che abbia qualche foto di quei posti in quegli anni, o mi sappia dire dove mi possa rivolgere? Grazie mille e saluti da mary
Ciao Mary, mi chiamo Vito Palumbo ho vissuto fino ai miei 35 anni a Gorla. Sono un appasionato di foto d’epoca, sopratutto della zona Nord-Est di Milano. Ho parecchie foto della zona, Miralago, Rottole,Cimiano e Crescenzago. Questo é il mio eail:palumboart@hotmail.com oppure vai al forum di Skyscrapercity in Milano Sparita troverai un mondo di foto di Milano. Ciao, Vito
E’ vero, ho scritto anche ad un sito che parla di turro perchè ho abitato anche li’, anzi li’ ci sono nata. Infatti cerco foto di tutt’ e due le zone, quella pero’ che allora era tutto un altro mondo e’ lambrate, in particolare via bellincione. Come ho detto sono una principiante con il computer e non so esattamente come si procede, vado un po’ a casaccio…..Spero comunque di riuscire a trovare quello che cerco, Grazie, saluti e scusate, mary
A proposito della Via Tertulliano,ci vado a fare il gas alla macchina proprio sotto al cavalcavia,vedo che addirittura c’era un tronchino ferroviario che finiva dove a spanne ora c’è P.le Cuoco o sbaglio?
Ti riferisci all’angolo fra Via Tertulliano – V.le Puglie?
Ho provato a cercare il tronchino sia con Google Maps, sia con Bing Maps, ma non lo trovo.
Guardando nelle vecchie mappe, l’unico tronchino ferroviario che ho trovato è più ad Ovest.
Si staccava dalla linea proveniente dallo scalo di Porta Romana ed attraversava Via Tertulliano, all’altezza dell’incrocio con Via Decembrio, per preseguire verso la vetreria che occupava l’isolato attualmente delimitato da Via Tito Livio, Via Einstein, Via Tertulliano.
Per scrupolo ho controllato anche lo schema tramviario anni ’40 e non risultano nemmeno binari del tram.
Scusatemi ma per curiosità ho letto queste pagine e a proposito di quei tratti di binari sono tornato indietro negli anni……
Ho conoscenza diretta. Ho lavorato in stazione di Milano Porta Romana dagli anni ’70 per 25 anni…
Il binario lato via tertulliano era il binario di raccordo Sama che iniziava da sotto il ponte di c.so Lodi.
Il primo raccordo che si incrociava era il Tecnomasio, (ricordo la partenza di grossi trasporti eccezionali con trasformatori e alternatori), poi la Zenith (Bilance), la Plasmon (alimentari per bambini) e appunto la Sama (trasporti) dove il binario terminava nel piazzale della ditta situato dietro il distributore del gas sotto il ponte di viale Puglie. Dal lato opposto sulla via Nervesa un analogo tratto di binario svolgeva la funzione di raccordo per la ditta Celestri e Falk.
La Celestri era ubicata nell’area piazzale Bologna e via Bacchiglione dove ora ci sono i caseggiati nuovi, mentre la Falk si affacciava sulla via nervesa proprio di fronte ai binari ferroviari, tutto questo è ormai scomparso dalla fine degli anni 70.
Poco piu in la del ponte di viale Puglie verso l’Ortomercato circa 500 metri esisteva una Cabina (Bivio Romana)che comandava l’istradamento dei treni verso Porta Vittoria oppure verso Milano Rogoredo.
Sul lato della Celestri c’era un sentiero di servizio che collegava la stazione di Porta Romana con il Bivio Romana che ho percorso centinaia di volte per andare e tornare dal lavoro in bicicletta.
Spero di essere stato utile, resto a disposizione per altre informazioni eventuali ciaoooo
Ecco si forse io ho avuto una svista,dall’alto mi sembrava che fosse la vetreria all’altezza di P.le Cuoco,ma sicuro potrei sbagliarmi,un tronchino che ricordo personalmente di aver visto era quello verso la centrale del latte a fianco del parco Ravizza,mi ci portavano a guardare i vagoni ricoverati da piccolo
Il tronchino accanto al Parco Ravizza, che si staccava dalla cintura sud ad est di Via Leoni era a servizio di un gasometro che occupava l’isolato attualmente delimitato da Via Teuliè, P.za Sraffa, Via Toniolo, Via Bocconi.
A quali anni ti riferisci?
Io ogni tanto andavo alla Centrale del latte (anni 70 -90).
Se la memoria non mi inganna, ricordo i binari che attraversavano Viale Tibaldi, ma non ricordo di aver visto vagoni in sosta.
Errata corrige…
Il tronchino è a ovest di Via Leoni ed attraversa Viale Toscana…
A proposito dei tronchini lato ponte di via Ripamonti parco Ravizza…
Mi ricollego a quello che dicevo a proposito di Porta Romana verso v.le Puglie…
Sulla via Pompeo Leoni c’era il raccordo OM diventato poi Fiat ferroviaria ora tutto urbanizzato, i Magazzini Raccordati che ragruppavano diverse aziende, e la Fondazione Gaslini, lato parco Ravizza c’era il raccordo Ferro Metalli Carboni che gia negli anni 70 era poco attivo e si utilizzava prevalentemente per lasciare in deposito carri scarsamente utilizzati o guasti. In mezzo ci sono i binari di corsa della linea Milano Mortara.
ciao mi chiamo loredana spinelli sono visuta lia amilano dal 1990 cioe ci sono nata e non avete alcun diritto di butare il champo nomadi di via bonfadiniromualdo 39 e una lege molto schifato noi siamo itagliani so che anosbagliato di come lano mal ridotto il champo ma dopo visuti tanti anni e molto sfaciato ad butarci fuori cosi come dei chani i tutti questi anni non abiamo traomitizato il champo non rubiamo bambini e poi amazarli senza pieta ,non maziamo la gente ma le aiutiamo come loro ano fatto con noi e non avete nesun diritto perche abiamo dato tanto amore e afetto
Pubblico questo commento dopo aver pensato parecchio se farlo o meno, non certamente per gli errori grammaticali, ma perché ritenevo che il contenuto fosse fuori luogo.
Su questo blog non affrontiamo questioni sociali, ma solo storiche e per scelta; le questioni sociali devono essere affrontate e risolte nelle specifiche sedi. Ma proprio per non essere accusato di censurare il pensiero di chiunque – visto che il commento è firmato – ho deciso di pubblicarlo, sebbene non si sia MAI parlato di campi nomadi o delle problematiche legate ad essi. Volutamente, perché il nostro tema è la Vecchia Milano e, ripeto, questi temi sono off-topic, cioè fuori tema.
I commenti su questo blog vengono moderati prima della pubblicazione: sono certamente ben viste le repliche ai commenti, ma eviterò – per proteggere l’integrità dei contenuti – che il discorso degeneri.
Scusate se mi intrometto sulla vexata quaestio: Via Tertulliano: guardando le varie cartine presenti sull’web:
Trattasi del cosiddetto “Stretton” che provenendo da Ponte Lambro e Morsenchio, incrociava la Paullese presso Castagnedo e quindi usciva in P.zza del Mercato (P.ta Romana-Pzza Medaglie d’Oro) col toponimo di Ludovico Muratori; il borgo di Castagnedo ad un certo punto vi si collegava con una strada che potrebbe essere quella che oggi viene denominata via Tertulliano e si unisce a Via Sulmona (incrocio Via Toffetti).
Carta Vallardi 1925: Via Muratori- Tertulliano, passato Calvairate, dopo V.le Lombardia, che attraversa ad incrocio rasoterra, diventa Via Buffalora e va verso Castagnedo, sembra esserci indicata anche la fossa Gerenzana
Carta TCI 1930: La via Tertulliano incrocia V.le Puglie, rasoterra, e resta Tertulliano quindi viene divisa in due dalla Ferrovia che arriva allo Scalo Romana, sopra verso la Paullese, e sotto verso Castagnedo (all’altezza del futuro sottopasso stradale oggi tanto agognato)
Carta IGM 1937: la Tertulliano sembra attraversare indisturbata una landa di ortaglie fra un V.le Molise che muore in una P.zza Cuoco inesistente con bivio in Via Faa di Bruno e Via Bonfadini, mentre a sud della Ferrovia un V.le Puglie attende di attraversarla (sopra o sotto). Non si capisce, però, dove finisca in quanto il tutto viene coperto dalla banda “con logo e varie notizie
Curioso: Nelle carte precedenti a quella dell’IGM, il V.le “delle Regioni” era un tutt’uno ed esisteva P.zza Cuoco ma non la Faa di Bruno, quindi la Paullese si collegava direttamente a:
1925 via Maestri Campionesi ;
1930 a Via Via Pistrucci, entrambe attraversano una P.zza Insubria ancora in progetto, piazza che però manca nella cartina del 1937.
Non ho notato alcuna interruzione stradale. Da piccolo mi ricordo un viaggio interminabile, in tram da zona Fiera a tale via, in visita ad un’amica di mia madre….nelle case dell’isolato che ancora oggi si trova all’angolo con Via Caroncini. Ma oggi c’è un gran traffico…ci son passato sotto Natale e disperavo di uscire dall’ingorgo che si era formato…..
Ecco la mia domanda: Erano più aggiornati i militari o il TCI? Si può pensare che gli stampatori civili si basassero su progetti “in fieri” in Comune, mentre i militari si basavano sulla realtà oggettiva del territorio?
Fonti:
Luca Sarzi Amadé: Milano in Periferia, Mursia, Milano, 1991
Balletti, Franco: Campane di Periferia – Parrocchia della Madonna della Medaglietta miracolosa, Milano, 1988.
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Aeroporto Forlanini: Mio zio, alla domenica, ci portava in macchina (Giardinetta metallica) all’Idroscalo, un giorno si fermò sul piazzale dell’aeroporto a Taliedo (sic, forse restava memoria del precedente aeroporto), abbastanza deserto e ci fece pattinare su un enorme (per noi) piazzale esterno alla pista di quello che ci raccontò sembrava un aeroporto in disuso…un bell’asfalto, comunque.
Ma nell’estate del 1958 sempre lo zio ci disse che c’era in programma una manifestazione aerea a Taliedo (ancora sic) a nome di “Francesco Baracca” e noi passando, a piedi, da Rogoredo a Morsenchio, attraverso Plasticopoli, ci trovammo a sud-est della pista, dove fra le varie acrobazie aeree di vari aerei, fummo in grado di assistere ad uno dei primi voli ufficiali del Fiat G91. Tornammo quindi…ancora pedibus calcantibus al Corvetto…stanchi ma felici.
Ci sono memorie storiche di quella manifestazione aerea? Per quanto mi consta, dovrebbe essere stata organizzata per il rilancio dello scalo…a me sembra che fosse il 1958 anno più anno meno…ma la memoria…..
Per Cristiano:
All’altezza del distributore Gasauto c’era la ferriera Celestrini e leggermente più in là in Via Cadolini, la Kores
può essere che fossero dei raccordi ferroviari per le varie industrie…una volta si usava….usare la ferrovia…poi sono arrivati i TIR……
errata corrige: intendevo Celestri (non …ini) pensare che ci passavo davanti ogni giorno e per anni….
Scusate, leggo e ribatto a pezzi e bocconi….ref:carta del 1953…pur non avendolo mai visto “de visu” penso che in quel punto della Tertulliano, ci sia da sempre (?) un passaggio a livello visto che da almeno due anni il traffico dalla Toffetti verso una direzione, alternativa ai viali delle Regioni, per Lombroso-Corsica, è stata interrotta causa la chiusura di tale passaggio a livello per sostituirlo con la costruzione …. leeeentaaa…di un sottopasso ” a cassone”…ovvero, fatto il buco si trascina un cassone di calcestruzzo sotto la ferrovia e quindi si completa il tutto (come da spiegazioni lette o su pubblicazione comunale o altro…non ricordo).
Ho visto anche una mappa del 1951 in cui non c’è nome delle vie ma solo dei quartieri e delle piazze e dei cascinali, dove il cavalcavia Puglie è solo tratteggiato, mentre la Tertulliano scorre tranquilla come nella carta IGM del 1937 il che avvalerebbe l’idea che le mappe 1925 e 1930 siano state create su “progetti in fieri”, in effetti mi sembra…ma potrei aver le traveggole…d’aver visto la foto di un cavalcavia Puglie cantierato, alla fine anni ’40…con appresso il quartierino in P.zza Bologna dei “cà di becch”, ovvero alloggi per personale delle ferrovie (le cui mogli restavano sole per lunghi periodi da qui il salace nome).
Certo della vostra pazienza, vi saluto caramente….
in fondo alla via toffetti c’erano due passaggi a livello: uno proteggeva i binari del tratto di linea Milano Porta Romana – Milano P. Vittoria e l’altro che invece agiva sulla linea Milano P.Romana – Milano Rogoredo. nella biforcazione delle due strade ferrate c’era la Via Bonfadini che terminava con un sottopasso pedonale che sbuca aldila della linea ferroviaria Milano Lambrate – Milano Rogoredo, ai tempi li c’erano duei autodemolitori. L’ingresso di questo sottopasso, che si chiamava “passaggio Paullese”, si intravede percorrendo la via Zama girando a sinistra per andare in via Bonfadini, appena superata l’AMSA,guardando il recinto ferroviario sulla destra lo si intravede nascosto da bancali, qualcuno ha pensato bene di utilizzarlo come abitazione o come deposito.
La via Tertulliano sicuramente sara stata interrotta alla costruzione del collegamento ferroviario perche dove si intersecavano la strada e la ferrovia sul lato via Sulmona insisteva la Cabina Bivio Romana e su lato opposto oltre agli orti, c’era una rotatoria (dove ora stanno scavando il tunnel) che la collegava alla Bonfadini permettendo cosi il transito attraverso i passaggi a livello verso la Toffetti e pedonalmente verso Morsenchio.
La Bonfadini passa davanti a quella cascina che si trova all’interno del Parco Alessandrini..
Confermo: “Ca di becc” v.le puglie n.20 tre fabbricati mi pare che ora siano strati venduti a privati
Sollecitato in altro articolo del blog, posto qui un aneddoto legato alla mia tesina di laurea in ingegneria civile (1995).
Il tema era la ristrutturazione urbanistica dell’ampia area attorno all’ex Stazione FS di Porta Vittoria.
Il gruppo di lavoro (che non comprendeva nessun trasportista) aveva ipotizzato di collegare la città all’aeroporto di Linate, sfruttando l’infrastruttura ferroviaria esistente, realizzando una bretella che collegasse l’aeroporto alla linea per Treviglio all’altezza di Milano smistamento.
Il servizio sarebbe stato svolto con materiale ferroviario.
Alla discussione della tesi, uno dei professori, mi chiese quale fosse il numero di passeggeri/ora tali da rendere conveniente un servizio metropolitano..
poi mi chiese quanti passeggeri/ora transitassero da Linate.
Fortunatamente , pur non essendo uno specialista di settore, riuscii a dare numeri che erano dell’ordine di grandezza giusto.
Tuttavia mi resi conto, che sotto il profilo strettamente economico, la soluzione proposta era antieconomica.
Obiettai che in realtà, poichè la linea era esistente ed in esercizio anche per altro, il costo era inferiore, per cui la soluzione proposta era meno antieconomica.
a 15 anni di distanza, e con Linate ridimensionata in favore di Malpensa, vedo che la realizzanda linea 4 della metropolitana, raggiungerà Linate, con un percorso diverso (lungo Viale Forlanini) da realizzarsi ad hoc.
Chissà che ne penserebbe il professore del Politecnico…
Ma era inevitabile…..se hai un’aeroporto così vicino alla città è assurdo non aver mai pensato ad un mezzo “dedicato” sull’asse Forlanini-Corsica diversa dalla “73” legato al traffico…ma come ho già detto su cavalcavia Bacula…. forse ci avranno anche pensato… ma la tendenza era che bisognava spingere per un superMalpensa a scapito ed eliminazione di Linate…l’ideale sarebbe che le varie giunte si mettessero d’accordo….
Mi ricordo i soldi spesi e gettati a Simcity per costruire linee di metropolitana poco remunerative…anche con case e quartieri: 0 passeggeri – per anni/gioco….
Se posso dire la mia, comunque vedendo la “73” un treno non sarebbe stato così in perdita… a propos, un piccolo fuori tema: Il Passante (C’è un idea sotto di voi) l’ultima volta che l’ho preso mi sembrava molto sovradimensionato:
Da Stazione Venezia (V.le Mugello) a P.zza Oberdan- nessuno sulla banchina, frequenza treni deludente e molta lentezza,
stazione enorme per quattro sole persone compresi gli addetti, ma era tre anni fa…è migliorata la situazione a oggi?
salutissimi
Stazione Venezia (V.le Mugello)?
Vorrai dire Stazione Vittoria…
Non ho esperienze dirette (manco da Milano da anni).
Dalle info in rete, oggi il passante è percorso da 5 linee, con frequenza 30′ ciascuna.
Quindi un treno ogni 6 minuti.
So che è prevista l’attivazione di altre linee, per cui la frequenza andrà ad intensificarsi.
Credo che lo scarso uso (o meglio, l’uso non intensivo come le Metropolitane) dipenda anche dal fatto che non tutti i milanesi sanno che sul passante è possibile circolaree con i biglietti e gli abbonamenti urbani della rete ATM.
PS. dici che l’hai preso tre anni fa..
ma non è che non era ancora aperta la tratta Vittoria-Rogoredo (aperta il 15 giugno 2008)? L’apertura di tale tratta ha reso molto più utile il passante in quanto permette l’interscambio con i Regionali per Genova, Bologna e Mantova.
un paio di link utili:
http://www.msrmilano.com/passante_ferr.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Servizio_ferroviario_suburbano_di_Milano
Quanto al collegamento con Linate, concordo che sia utile (l’avevo proposto 15 anni fa!) ma forse averlo fatto con M4 non è ottimale…
Proprio la presenza del passante permetterebbe un collegamento diretto fra Linate/Malpensa, ma che nel contempo permetta di interscambiare sia con la rete FS/FNM, sia con le metropolitane.
Sì… scusa… intendevo Vittoria…in effetti per i miei giri abituali il Passante non lo uso…quella volta era per curiosità e purtroppo sono capitato in un semaforo ferroviario eterno (quanto basta poco per lamentarsi dirai)…il fatto è che solo poco dopo sono apparse, nella loro efficienza le “Linee S” magari proverò la stessa tratta, a me talvolta utile, per saggiare l’efficienza attuale…
Comunque sempre a scoppio ritardato…ricordo che a Barcellona nell”81 per un trasferimento capitammo, su consiglio locale, sulla linea (non chiedermi il nome esatto)
– Ferrocariles d’Espana- Nostra domanda: “Cooosaa?”” e fummo meravigliati a vedere non una tipica carrozza da metropolitana ma un vero vagone ferroviario che ci portò a due fermate di distanza in città….noi negli anni 90 ancora a sperare nella “novità sotto di noi”… ho lavorato in Regina Margherita per 10 anni sperando…. e ho fatto tempo a eessere trasferito per altri 10 anni …prima di vedere quella novità…..speriamo che adesso funzioni e prenda sempre più piede in vista di un minor traffico automobilistico…certo che fra crisi…mancanza di fondi….appalti riappaltati….linea 5 prima della linea 4 (sarà una causa logistica?)…ma va bene così finchè si va avanti non si può che migliorare…
Una precisazione architettonica: Per sopraelevata non intendo gli obrobri di New York o Chicago, sferraglianti e puzzolosi…ma qualcosa di più aereo e moderno stile monorotaia o simili, magari automatizzati e temporizzati….
Sono rimasto impressionato a Parigi…mortificato d’aver perso un convoglio che avevo visto partire sotto il naso, stavo per scusarmi (pro forma) con la mia compagna quando sentito un fischio ho visto arrivare un nuovo convoglio…erano passati forse 40”….Ma io ero rimasto alle carrozze di I e II classe ai Portillons automatiques …tanto per dirti quanto giro……
E’ sempre un piacere rasentare gli off topics con te…..saluti…
Monorotaia, dici…
a Torino per il centenario dell’Unità d’Italia (1961) ne costruirono una…
Ancora una volta un paio di link:
http://www.italia61.it/monorail.htm
http://www.ilmondodeitreni.it/mioforum/topic.asp?ARCHIVE=true&TOPIC_ID=386
Per l’epoca era decisamente avveneristica.
Quanto al passante, ne discutevamo su milanotrasporti qualche giorno fa.
Col segnalamento attuale la capacità massima è di 20 treni ora per direzione (un ogni tre minuti), per ora non pienamente sfruttata.
In altre città europee, con un diverso segnalamento, la capacità è stata portata a 30 treni ora direzione (uno ogni due minuti) e si parla di sistemi che potrebbero arrivare a 40 treni ora direzione (uno ogni 90 secondi)…
Quanto all’inversione nella costrzione di MM4 e MM5, questa è dovuta all’iter più complesso di MM4 (sarebbe troppo lungo da riassumere qui).
Orami i nomi erano stati assegnati, e si è preferito non scambiare i nomi.
@ Gabriele
Ancora un piccolo off-topics che mi è venuto in mente…forse in occasione di Esposizioni varie….topiche…come gli Expo universali o i Centenari nazionali bisognerebbe avere coraggio e dire – Ok ci serve una linea da Linate a Vittoria…la metropolitana è banale e costosa…facciamo una sopraelevata dimostrativa ma vera…se funziona, efficiente, oltre l’esposizione, la si tiene e poi si può pensare ad altre linee consimili magari radiali verso l’esterno… Paullo…. Settimo Mil… oltre Cologno….ecc. ecco la città regione…
Dopo anni di lontananza sono tornato a Londra e sono rimasto estasiato dalla DLR…visitare Greenwich in battello? Peculiare ma vuoi mettere, se hai fretta, il quarto d’ora dal Tower Bridge?….Ma Londra è particolare ho la raccolta delle mappe U dal 1962…che già ci faceva meraviglia…e stavano scavando per la Victoria Line…una mappa quasi raddoppiata in 50 anni…
Sono un vecchio cultore di fantascienza……( a quando le stazioni di quartiere di Teletrasporto?)…..
Curiosamente in Italia expo/Centenari sono andati sempre d’accordo con le sopraelevate.
in occasione dell’expo del 1906 a Milano (il cui tema erano i trasporti, in omaggio al Trafore del Sempione, inaugurato l’anno precedente), fu fatta una sopraelevata.
http://www.anticacredenzasantambrogiomilano.org/trasporti/sopraelevata1906.html
Nello specifico, volendo unire in sopralevata Linate a Vittoria, oltre a dover trovare un tracciato libero da edifici (si può costruire una galleria sotto un edificio, ma non passarvi “sopra”), ci sarebbe anche il problema di scavalcare non solo la Ferrovia, ma anche la Tangenziale!
Vi è un altro fattore in comune: entrambe sono state demolite dopo la chiusura delle expo!
Cont el me amis R… che l’aveva apenna ciappa la patente se decid de andà a fà on gir, inscì ch’el gh’abbia pussee fiducia e esperienza. Per divertiss pussee , insema al F… se decid de arrivà a l’aeroporto de Linate. Quand semm lì vemm in su la terrazza (a quel temp a se podeva), a vedè gli aerei. A gh’è el solit traffic de ‘n’aeroporto, aerei che ven aerei che vann cont dei carrelot che corren avanti e indree in su la pista, gent che la se agita davanti, dedree e in mezz ai aerei in sosta in su el piazzal. A on cert moment la nostra attenzion la và a un Boeing 707 american color naranz, che l’è adree a fà scalo per doppo volà vers l’America. I ultim passegger che hinn adree a montà in su la scaletta saluden i parent e a paren tucc alegher . Finalment la scaletta la ven allontanada, se sarà el portell, i motor giammò cald ciappen velocità, l’aereo el lassa el “gate” e el scominsia a andà in direzion de la pista. I passegger hinn a dree a vardà dal finestrin e riden. A l’improvvis l’aereo el se ferma. La scaletta la venn an’mò taccada a la carlinga, derven el portell e vun dei piloti el venn giò de corsa; l’è el solit american de quel temp, cont i calzon a mezza caviggia. I passegger a varden curios foeura dei finestrin, ma a riden pu. L’om el va vesin al motor esterno de sinistra, le tocca, ghe mett su l’oreccia e al ghe dà di colp. I passegger a varden foeura di finestrin, a paren preoccupaa. El pilota el fa di segn a la cabina come a dì: “Dai…pizza!!”. El dà an’mò di colp al motor, tacca l’oreccia, el scolta. An’mò di colp, an’mò di segn. Finalment el fa el segn de “ok!”. L’omm, quindi, torna su in cabina. I passegger varden di finestrin, stupii. L’aereo el par ch’el partiss ma poc doppo el se ferma an’mò. Tacchen la scaletta, se derva el portell e l’omm de prima el venn giò an’mò. I passegger varden foeur di finestrin, preoccupaa. An’mò di colp al motor, cont i segn a la cabina, an’mò l’oreccia in sul motor. I passegger vardano foeura, agitaa. Segn de “Pizza!!”, oreccia, colp e a la fin “ok!” L’’omm el va su an’mò, se sara el portellon e l’aereo el scominsia a moves vers la pista. I passegger, varden foeura di finestrin, el dubbi in di oeucc. I visitador, in su la terrazza, varden pu i parent che hinn adree a partì su i alter aerei, e che inutilment se sbrascen. Adess l’attenzion l’è tutta vers l’aereo, che l’ è arrivaa in fond a la pista, el se gira el spetta l’ok. Ecco!!! El mett a post i flap, i motor al massim, el sblocca i freni, e el scominsia a andà pussee veloce, “acquista portanza”, nel menter che el venn iuttaa, da terra, anca de centinaia de cervell in “levitazione para-cinetica”: “Dai!! Dai!! Su dai, che te ghe la fet!! Daiii!!!” – Finalment el se tira su: “Ooohhhh!!!” – e el se dirig vers l’America. I passegger varden, di finestrin, la terra che la se slontana, po vess che quaivun el prega. Per savè né legg né sciv , el di doppo emm leggiuu el giornal, me se dis: “Niente nuove, buone nuove”.
Aneddoto personale: L’estaa doppo che serom ‘rivaa al Corvett, el me zio el se dis che a l’aeroporto Forlanini a ghe sariss stada ‘na manifestazion de aerei , dedicada a a Francesco Baracca, con l’intenzion, primma de tutt defesteggià la noeuva attenzion di Autorità, per el futur de l’aeroscalo, che doppo la guerra a l’era staa quasi abbandonaa. Mi e la mia cusinna seromm giamò sta lì cont i schettin dato che a gh’era ‘na bella spianada de ciment tutta libera. Alora quel dì, mi, el me pa, el me zio cont la cusinna e el me fradel che però a l’era sortii de ca primma, semm andaa a pè tucc a Rogored, su la via Emilia, arrivaa a la cancellada de la Redaelli, semm andaa avanti fino a la bottega de un macellar che el gh’aveva, in su l’entrada, la caratteristica de on grand coo de boeu, tengiuu de ross. Arrivaa lì semm girà a sinistra vers NE, hemm traversaa di praa, di ortaii, tanti paesott, Morsenchio, Taliedo (già ex aeroporto de Milano), finché semm arrivaa a l’Idroscalo, semper tra praa e cassin. Inscì l’era el territori foeura de Milan nei an cinquanta, tutt in pianura, na quai cassina, contadin, boeu e porscell e i lavandee vesin ai canal. Seromm in mezz a tanta…ma tanta gent e a la fin semm arrivaa tacca a ona ret de fer. De l’altra part a gh’era la pista de l’aeroporto in dove scominsiaven a volà e fa i acrobazii di aerei civil e militar.
A me regordi la bella dimostrazion de manovra del G91 che l’era l’ “aviogetto” pussee noeuv del’industria italiana di aerei, na conquista de la meccanica nazional doppo la guerra…che però: “Umphff…non è altro che un F86 ridimensionato!!” – A gh’è semper on quaivun ch’el dev parlà mal. A seromm settaa sul bordo de un canal, sotta el soo, in sti camp senza piant. A faseva on gran cald: “Fioeu, andì a toeu un gelato dal carett là in fond!!” – Mi e la mia cusinna bei content semm andaa a cercà el carrett del gelateee. E via a saltà i canalett: “T’el lì!!” – “Quattro coni da cinquanta (lire)!” – Alora a l’era proppi on bel gelato.
Digression: L’era proppi ‘na bella misura de carboidrati e zuccher, ma se proppi se vorseva esagerà, nel 1958, a se domandava on gelato de 100 ghei, na gran massa dolza. Per vari motiv, comunque, per esempi la pusse pratica, la misera bonaman, num se contentavom del “cinquanta lire”. Con la svalutazion senza fin se rivarà nel 2000 a pagà on gelato de quela dimension, circa 1500 Lire, on prezzi ch’el restarà, puu o men fisso, finché gh’è ‘rivaa l’Euro. Alora i gelatee han scominsià a mincionass. El vecc 50 Lire l’è diventaa Euro 1,20 circa 2300 vecc Lire, proppi on robalizzi per num andeghee.
A seromm al carret di gelati: l’omm i’ha faa e s’i ha daa. Subet emm ciappà la decision che mi a portavi i duu coni del me pa e del me zio e la mia cusinna i noster. Per disgrazia, menter a saltavi on canalett mi gh’hoo perduu l’equilibrio e i duu coni s’hinn pientaa sul serbatoi de una moto. A pareven i banderillas sul coll de on tor. Malinconich a semm tornaa dai nost parent che però s’hann vist che a leccavom i noster gelati. – “E alora!?” – “I VOSTRI coni si sono spiaccicati su una moto là dietro!” – El me zio e el me pa a gh’aveven ‘na gran set, s’hinn vardaa malinconich e s’ hann faa bon gioeugh. Però finché a hinn restaa viv apena podeven se mincionaven mi e la mia cusinna per quela volta lì.