Giovanni Muzio è un giovane architetto milanese quando inizia a raccogliere i suoi primi successi: lo abbiamo già incontrato in merito alla realizzazione della Ca’ Brutta in via Principe Umberto (oggi via Filippo Turati), un edificio che fece molto discutere per il suo aspetto un po’ troppo minimalista, senza i fregi, le decorazioni e gli abbellimenti a cui si era abituati per i palazzi di prestigio.
Va ricordato che nel 1919 (anno di realizzazione della Ca’ Brutta) Giovanni Muzio aveva solo 26 anni. E ne aveva solo 33 quando gli fu assegnato l’incarico di progettare e realizzare il Monumento ai Caduti Milanesi in Guerra, conosciuto anche come Sacrario ai Caduti.
Per la sua realizzazione Giovanni Muzio si avvalse della collaborazione di altri nomi prestigiosi dell’architettura: Alpago Novello, Ottavio Cabiati, Giò Ponti e Tomaso Buzzi; l’opera viene inaugurata alla presenza delle autorità il 4 novembre 1928, cioè esattamente 82 anni fa.
Il 4 novembre è la data in cui viene celebrata la festa delle Forze Armate Italiane e anche l’anniversario della fine della prima guerra mondiale, terminata ufficialmente il giorno 11 novembre del 1918, anche se risale al 4 novembre (ovvero una settimana prima) il Bollettino della Vittoria che venne diffuso dal Capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano – il generale Armando Diaz – che inizia con queste parole:
La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.
Fu quindi in concomitanza con il decimo anniversario della fine della guerra che in piazza Sant’Ambrogio, nell’area compresa fra l’omonima basilica e la caserma Garibaldi fu inaugurato il Tempio della Vittoria o – più propriamente – Sacrario Militare ai Caduti della prima guerra mondiale.
In realtà il Sacrario dei Caduti è formato da due edifici.
Il Monumento ai Caduti, quello realizzato da Giovanni Muzio, è il tempio ottagonale esterno e narra le gesta e le battaglie dei caduti per la patria.
Gli otto lati del tempio sono costituiti da quattro porte e quattro nicchie alternate, ed è consuetudine associare ogni lato ad una delle otto porte della Vecchia Milano; partendo da nord, in senso orario, infatti troviamo le seguenti porte: Comasina, Nuova, Orientale, Tosa, Romana, Ticinese, Vercellina e Giovia, quest’ultima ubicata nell’area dell’odierno Castello Sforzesco.
Il Sacrario vero e proprio è stato invece progettato da Mario Baccini nel 1973 e si sviluppa invece su tre livelli sotterranei e raccoglie i resti dei caduti per i quali è stato rilasciato nulla osta dal Ministero della Difesa – Commissione Onoranze Caduti in Guerra.
Oltre diecimila nomi di caduti milanesi sono scritti su tavole di bronzo a perenne memoria del loro sacrificio, mentre all’esterno viene mantenuto acceso un braciere con una fiamma perpetua.
Degna di menzione è la statua, opera di Adolfo Wildt (scultore italiano di origine svizzera, 1868-1931), posta all’ingresso e raffigurante il santo patrono di Milano, Sant’Ambrogio.
Nell’occasione del trentesimo anniversario (2003) dell’inaugurazione del Sacrario e della traslazione dei resti dei Caduti milanesi per la Patria alla Cripta del Monumento, il sindaco Gabriele Albertini ha partecipato alla cerimonia di intitolazione del piazzale prospiciente l’ingresso con il nuovo toponimo di “Largo Caduti Milanesi per la Patria“.
Durante i bombardamenti del 1943 l’area di Sant’Ambrogio fu pesantemente colpita come si evince dalle fotografie che ci sono giunte.
Il portico bramantesco, il refettorio e molte altre parti subirono una distruzione quasi totale, ma non essendo inquadrato il Sacrario è lecito supporre che non abbia subito gravi danni; anche la documentazione consultata – sia su carta che sul web – non riporta mai esplicitamente episodi di distruzione relativi al monumento. (vedere i commenti al termine dell’articolo)
La differenza d’impatto visivo della piazza Sant’Ambrogio tra la situazione attuale e prima della costruzione del monumento non è – come si potrebbe immaginare – eccessiva, nonostante l’ingombro e l’altezza del Sacrario non siano di dimensioni certamente trascurabili.
Probabilmente l’inserimento in un contesto di ampio respiro come la piazza sant’Ambrogio, corredata di un’area a verde sufficientemente estesa e con piante a fusto medio-alto, ha contribuito a rendere “discreto” lateralmente il monumento, pur conservando un imponente ingresso frontale.
Inutile ovviamente sottolineare – Monumento dei Caduti a parte – come l’ultima fotografia, databile tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, metta in risalto un ambiente molto distante da quello attuale, principalmente per il senso ordine globale che riesce a trasmettere.
Questa mattina ero lì per le commemorazioni e vi posso assicurare che tra i lavori di scavi per realizzare un garage (bloccati per ritrovamento di reperti archeologici) e l’infinità di auto personali dei dipendenti della Caserma Garibaldi, parcheggiate nei modi più disparati, quel che regna nei pressi del Sacrario è solo un gran disordine!
Comunque mi complimento con l’autore del blog per la bella idea.
Ora bisognerebbe realizzare la pagina su wikipedia.
Ciao.
ogni volta che vedo la foto di sant’ambrogio semidistrutta mi viene ansia!
Curiosa la questione delle otto porte della città. Aggiungo che il numero otto per il simbolismo cristiano rappresenta la vita eterna (l’ottavo giorno è l’eternità) ed è storicamente utilizzato per i battisteri. Non so quanto possa essere attinente, ma secondo me Muzio potrebbe averne tenuto conto…
Ho una fotografia del monumento colpito dalla bombe.
Non è stato completamente distrutto, ma molto danneggiato.
E’ presa dal bel libro Milano 1945-1955 che ci era stato regalato dal Comune a noi allievi delle scuole elementari di quell’anno.
Dato che non so come inserire le immagini, metto qui l’indirizzo di imageshack a cui potete trovarla
Pubblico quindi qui a fianco l’immagine scaricata dal sito indicato, a complemento dell’articolo.
Ancora grazie.
Sono Eugenio di Comunanza prov. A.P. ho visitato alcune volte il monumento e seguiterò a farlo in futuro in quanto qui sono conservate le spoglie di mio nonno ferito nel conflitto 1915/ 1918 a MILANO . Ringrazio quanti mantengono vivo questo sacrario.Grazie ancora a tutti i volontari che passano lì le proprie giornate a disposizione di tutti quelli che in questo sacrario hanno un pezzettino della propria famiglia.
Eugenio
con tutto il rispetto per i caduti di guerra, fra i quali ci sono miei antenati, il monumento ai caduti vicino a sant’ambrogio è un insulto alla basilica alla piazza a milano etc etc etc….
muzio andrebbe cancellato dai libri di architettura e inserito fra i distruttori di bellezze architettoniche.
quel monumento è uno scempio in quel contesto. alla pari del vergognoso parcheggio in costruzione.
uno degli infiniti disastri combinati dai diversi governi regimi a milano dall’unità d’italia in poi.
Concordo!!
In via generale sono d’accordo con Francesco…un monumento aulico e sovrabbondante…naturalmente di materiale differente e contrastante dal materiale tipico tutt’intorno…con la Basilica poi….sopratutto…ma poi pensi a coloro che questo obrobrio commemora….tutti sti ragazzi…morti…per cosa?…Seguendo ordini folli di gente che se ne stava pur ben rintanata.. ecc…ecc ma non voglio aprire un dibattito…Secondo me la parte più indovinata è l’interno sotterraneo…si scende veramente in se stessi…si entra in comunione con tutte quelle povere anime…si soffre con loro…e si pensa….e si torna al dibattito….Ci sono stato qualche giorno fa in zona con miei parenti di Roma: “Anche noi abbiamo gli scavi!!!”….
Francesco…prendila così…l’architettura trasformala in storia e considera gli scempi edilizi…non solo del fascismo…dal punto di vista del costume di una certa epoca…solo così diventano sopportabili…e acquistano spessore anche le sovrastrutture anonime….io ho una certa età…forse sono diventato più filosofo? Ma perchè me la devo prendere….forse socialmente (formicamente parlando)…sono responsabile anch’io nel mio piccolo…. ma devo proprio arrabbiarmi, magari accorciandomi la vita?…così facendo potrei non vedere ulteriori scempi…di sommi architetti (quelli che congressano a Zanzibar parlando Swhaili)… di cui ridere a crepapelle…e il riso fa buon sangue…Buon anno….
Salve
sto facendo una ricerca sul fratello di mio nonno ferito durante la prima guerra mondiale e morto pochi mesi dopo in ospedale a Milano.Ho fatto diverse ricerche e secondo molti potrebbe essere sepolto nel cimitero ” Tempio della memoria”. Siccome vivo molto lontano dal capoluogo lombardo mi piacerebbe sapere se qualcuno potesse aiutarmi a capire se effettivamente vi è sepolto.
Si chiamava Giuseppe Iaconelli nato nel 1889 morto il 18 novembre 1915 a Milano.
Distinti saluti
L`idea del monumento era encomiabile, il risultato decisamente barocco – per non dire tetro. Non e` pero` affatto – come qualcuno sostiene – macabro o altro. Il disegno gia` superato nel periodo in cui venne costruito, credo corrispondesse all`intenzione del progettista : creare una sorta di “cimitero” in mezzo alla citta`, per ricordare a tutti gli orrori della guerra. Piazza Sant`Ambrogio e` strutturalmente disordinata, soffocata dai palazzi (quello della Cattolica, della Polizia, la Basilica e case private di dubbio gusto…) ma forse e` questa la sua caratteristica pecuiare. A due passi dai navigli, sembra ancora un set dei film polizieschi degli anni 70. Complimenti all`autore del blog.