Come è facilmente intuibile, piazza Fontana grazie alla sua posizione è stata fin dall’inizio della vita cittadina uno dei punti più importanti del territorio.
Già al tempo dei Visconti, prima ancora che si iniziasse la costruzione del Duomo, il buon Giovanni Visconti che insieme al fratello Luchino si era ritrovato nuovo Signore di Milano, si insediò, in qualità anche di Arcivescovo di Milano, nel palazzo che si affacciava – appunto – sulla piazza, sebbene la conformazione di quest’ultima e il suo impiego fossero ben diversi da oggi.
Come risulta infatti in una incisione realizzata da Marc’Antonio Dal Re (incisore e scrittore, nato a Bologna nel 1697 e morto a Milano nel 1766) piazza Fontana – che assunse questo toponimo solo dopo il 1782 – aveva un aspetto decisamente diverso, nella forma, nelle dimensioni e nell’arredo urbano.
Marc’Antonio Dal Re ha realizzato 88 incisioni con altrettante vedute di Milano, città ove ha soggiornato negli ultimi anni di vita; sul sito Storia di Milano – andando su questa pagina – si potranno ammirare tutte quante, tenendo ovviamente in considerazione sia il particolare stile dell’artista che le mutate ambientazioni.
Proponiamo qui a lato, in sintonia con il nostro soggetto odierno, quella relativa all’ingresso dell’Arcivescovado dal lato, appunto, di piazza Fontana.
Appare evidente che l’aspetto della piazza fosse differente da quello odierno: certamente per la mancanza della fontana del Piermarini – mancavano circa 50 anni alla sua realizzazione – sia per il certamente più vistoso passaggio aereo che congiungeva la curia con l’abitazione dell’arcivescovo Giovanni Visconti.
Il ponticello si troverebbe quindi oggi a cavallo della via San Clemente: provate a immaginarvelo in loco la prossima volta che ci passerete “sotto”…
Ma l’onnipresente architetto Giuseppe Piermarini, molto benvisto e ‘quotato’ all’epoca di Maria Teresa d’Austria, riceve l’incarico di ingentilire la piazza, sino a quegli anni sede del mercato delle verdure, il Verziere (dal latino viridarium, cioè orto, giardino).
Fu così che nel 1776, probabilmente per dare più decoro e dignità all’area antistante il palazzo dell’Arcivescovo che non per le probabili ridotte capacità logistiche della piazza (come venne detto), il mercato venne trasferito di poche decine di metri al termine della via San Clemente, nella strada che ancora oggi si chiama Verziere.
Ma le opere del Piermarini non si fermarono certamente alla “liberazione” della piazza: venne infatti demolita la ponticella – come abbiamo già detto – che univa il palazzo Arcivescovile con gli appartamenti che in origine erano dei Visconti, ma che negli anni divennero di uso dei privati cittadini.
Viene inoltre eseguita una modifica alla parete del palazzo, che contempla l’apertura di una serie di finestre di abbellimento, sotto alla serie di finestre già esistenti, aggraziandone l’aspetto che in precedenza era forse un po’ troppo massiccio. Tali finestre hanno una funzione puramente estetica, in quanto si affacciano sul grazioso porticato del cortile “piccolo”.
Bellissima anche questa fotografia a lato del Cortile della Canonica dove si possono vedere, parzialmente, le maestose statue di Mosè e Aronne, originariamente previste per l’interno del Duomo, ma spostate in questo cortile nel 1870. Il secondo cortile, quello il cui ingresso si affaccia su piazza Fontana – quello piccolo – si chiama invece Cortile dell’Arcimboldi.
L’elemento che dà il nome alla piazza è la pregevole fontana realizzata “a quattro mani” da Piermarini e da Giuseppe Franchi; in realtà quest’ultimo è intervenuto solo un paio d’anni dopo la posa in opera aggiungendo le sirene e i delfini collocati fra la prima e la seconda vasca.
La piazza assunse subito dopo il toponimo a noi così caro, salvo la breve parentesi del Regno Italico durante il quale le fu attribuito il toponimo di piazza Tagliamento, in onore della vittoria ottenuta nel 1805 dal maresciallo Massena.
Purtroppo la piazza è stata anche oggetto di notevoli azioni di bombardamento durante la seconda guerra mondiale che hanno, in qualche modo, innescato le operazioni che hanno portato alla sua “trasformazione”.
Come si può notare la forma e la dimensione della piazza era sensibilmente differente rispetto ad oggi, ed è sufficiente osservare nel dettaglio la seguente cartina della zona per rendersene conto.
Il contesto in cui era inserita la fontana era una piazza ben proporzionata, con i quattro lati non perfettamente ortogonali fra loro, ma comunque dotata complessivamente di un discreto equilibrio generale; si riveda a tal proposito la fotografia di apertura, che mostra anche un tram che percorre la direttrice via Arcivescovado – via Alciato (non più esistente).
Oggettivamente ora ritengo che la fontana si “perda” nel nuovo disegno, dopo l’abbattimento dell’intero isolato di via Alciato (avvenuto nel 1960), una via aperta dagli spagnoli nel lontano 1603. L’ampia apertura di cui oggi si gode guardando da piazza Fontana in direzione corso Europa – Verziere è certamente di grande respiro, ma – sempre a mio parere – risulta molto dispersiva e poco “studiata”.
E infine come non ricordare il tristissimo 12 dicembre del 1969, quando sembrò che la città fosse paralizzata da quella notizia che non poteva essere vera, e che invece – drammaticamente – lo era.
A quasi 41 anni di distanza l’eco di quelle diciassette morti suona ancora per molti di noi come un mistero inspiegabile. Persone innocenti la cui unica colpa è stata quella di essere in quella banca a quell’ora…
Ci sarebbe ancora molto da farsi raccontare da questa piazza, che spesso attraversiamo senza neanche degnare di uno sguardo da quanto siamo presi dai nostri impegni e dai nosti pensieri, ma rimandiamo ad un prossimo appuntamento altre particolarità (come lo scomparso hotel Commercio) e per il momento ci fermiamo qui.
Ma ricordiamoci che ogni tanto si dovrebbe rallentare un po’ il nostro ritmo e ascoltare con attenzione quello che Milano ha da dirci.
Ottimo anche questo articolo. Come mai si dice che passano 150 anni dalla veduta di Marcantonio del Re a quando il Piermarini realizza la fontana?
Sono d’accordo, l’apertura che da piazza fontana coinvolge il verziere è un grosso pasticcio, vuoi perchè gli spazi sono gestiti male, vuoi perchè vi sono edifici di epoche diverse (quelli moderni di dubbio gusto architettonico). Non sono contrario in linea di massima alla convivenza tra vecchio e nuovo, però in questo caso parlerei di conflitto estetico più che di convivenza…
D’altronde si tratta di una delle zone più martoriate dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale, però un po’ meglio si poteva fare…
Complimenti ancora!
Per quanto riguarda il 150… è scappato un “1” di troppo. Si tratta evidentemente di 50 anni (circa). Grazie di avermelo segnalato.
Ci dovrebbero essere sempre in sospeso i progetti per chiudere “la falla” che senza dubbio rende incompleta la piazza. Ultimamente non se ne sente più parlare. Intanto i lavori finalmente finiti sull’affaccio in piazza Fontana dell’Hotel Rosa sono già qualcosa
Non è un articolo recentissimo, ottobre 2009, ma spiega qualcosa in merito ai vent’anni di polemiche e alle diverse false partenze…
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_ottobre_12/piazza-fontana-isola-pedonale-1601867837619.shtml
Ogni volta che da via Arcivescovado o da via Pattari sbuco in piazza Fontana, una sensazione di sgomento mi pervade. La visione di quel vuoto informe e sbilenco che arriva fino al largo Augusto e all’inizio di c.so Vittoria, appena mitigata dagli alberelli esausti che sopravvivono attorno alla Fontana, mi mette paura e disagio; la fontana stessa, di fronte a quel “bestione” della BNA par che dica, spaesata: abbiate pietà, che ci sto a fare, io, quà?
Immagino, allora, come doveva essere bella la Piazza quando era limitata dagli isolati ai lati della via Alciato, dall’Arcivescovado, dal vecchio Albergo… o addirittura quando, fino al 1786, la facciata della chiesetta della Visitazione ne impreziosiva il contesto! Ahimé, ora soltanto semafori, pali di ogni genere, cartelloni… non è nostalgia: è arrabbiatura!
Grazie, caro Fabio del bell’articolo su questo luogo che potrebbe essere delizioso come una delle stupende piazzette romane, violentato dai “geni” dell’urbanistica.
Colgo l’occasione per porgere a te e a tutti i frequentatori del tuo sito, gli auguri di buon Natale