Con il termine “verziere”, quando utilizzato come luogo di commercio delle verdure e non come toponimo, si rischia di incorrere in qualche errore di posizionamento: nella sua storia, infatti, il Verziere ha cambiato ubicazione ben cinque volte negli ultimi tre secoli.
Come già sappiamo, dopo aver letto l’articolo relativo a piazza Fontana, fino al 1776 il mercato per il commercio della frutta e della verdura era ubicato di fronte al palazzo dell’arcivescovo, quando ancora la piazza non era abbellita dalla fontana, opera del Piermarini.
Karl Joseph von Firmian, ministro plenipotenziario e governatore generale della Lombardia austriaca, decise di far spostare il Verziere di poche decine di metri, nella vicina piazza Santo Stefano per consentire che l’Arcivescovado godesse di maggior lustro e sobrietà; sebbene questa motivazione non fu mai confermata, pare proprio che sia quella più veritiera, considerando che il mercato si svolgeva proprio dinanzi all’ingresso.
Va precisatato che già nel XIII secolo piazza Santo Stefano ospitava bancarelle di generi alimentari – come risulta da alcuni documenti – e quindi tale spostamento fu in realtà un “ritorno”; ritorno che fu celebrato dal rinomato Carlo Porta, probabilmente il maggior poeta milanese (Milano, 1775-1821), in molte delle sue opere.
Forse anche per questo motivo fu scelto proprio questo luogo nel 1966 per collocare una statua di Carlo Porta realizzata da Ivo Sioli; statua che non ha incontrato i gusti di molti milanesi…
Nella seconda metà dell’Ottocento, il verziere si spostò ancora, e ancora una volta di poche decine di metri, occupando il suolo che oggi è ancora denominato Verziere (da notare che la targa toponomastica riporta la dicitura Verziere senza l’indicazione “via” o altro) e l’attiguo largo Augusto odierno, a quel tempo ancora piazza Verziere, a formare in realtà quasi uno spazio unico, interrotto solo dalla colonna del Redentore.
E’ proprio di questo periodo una delle fotografie più conosciute del Verziere.
Una piccola curiosità toponomastica: attraversata la piazza del Verziere in direzione del ponte sul Naviglio di via San Damiano (che in quegli anni non si chiamava ancora via Uberto Visconti di Modrone) si incontra un piccolo vicolo chiamato oggi via Marziale (poeta spagnolo del I secolo) il cui nome era vicolo Verziere.
Nella sezione stampe è riportato un dipinto di Arturo Ferrari proprio del breve tratto di strada compreso fra il ponte sul Naviglio e la via Marziale.
Ma ancora una volta, e più precisamente nel 1911, il nostro Verziere dovette traslocare nuovamente proseguendo nella medesima direzione verso Est, oltre il monumento di Porta Vittoria.
Questa volta il trascloco fu motivato – giustamente – dalle mutate esigenze di carattere viabilistico, che nella nuova locazione trovavano una adeguata risposta in termini sia di migliori strade (i viali di circonvallazione) che di parcheggio per i mezzi di trasporto degli stessi commercianti, generalmente agricoltori che provenivano principalmente dalla cintura esterna di Milano.
L’area scelta, l’attuale Largo Marinai d’Italia, offriva inoltre una caratteristica di tutto rispetto, e cioè la vicinanza a poche decine di metri della nuovissima stazione di Porta Vittoria, inaugurata appunto nel 1911 (poi dismessa nel 1991 e – sigh – demolita nel 2003).
La vicinanza dello scalo ferroviario permise così al nuovo Verziere, che in quegli anni mutò anche il suo nome nel più italianeggiante Mercato Ortofrutticolo, di espandersi sia in termini di numero di venditori, ma anche in termini di compratori, rendendolo di fatto uno dei più importanti luoghi di compravendita del settore a livello nazionale.
L’area adibita a mercato, a differenza delle precedenti, era attrezzata proprio per offrire spazi espositivi adeguati per le persone e per la merce, con apposite costruzioni di cui oggi rimane solo un piccolo (ma bellissimo) segno: la palazzina liberty realizzata nel 1908 dall’architetto Alberto Migliorini, che fu anche sede negli anni ’70 della compagnia teatrale di Dario Fo.
Ancora una volta una fotografia molto famosa ha immortalato questa nuova collocazione, fotografia che abbiamo selezionato come apertura per l’articolo.
Trattandosi di “storia recente”, questa sede è ancora la più ricordata dai cittadini di mezza età (so che non si usa più questo termine, ma erano proprio di quegli anni i simpatici sketch di Marcello Marchesi…)
Ma, ahimè, anche in questo caso vi fu forse poca lungimiranza nella scelta del luogo, perché già nel 1965 il Verziere (anzi, il Mercato Ortofrutticolo) dovette trasferirsi nell’attuale ubicazione di via Cesare Lombroso.
L’area di Corso XXII marzo fu allora riqualificata, adibendo lo spazio lasciato libero a parco pubblico, che a partire dal 1987 venne dedicato a Vittorio Formentano (1895-1977), medico, filantropo e presidente dell’Avis.
Bene, concludiamo sperando che questa sistemazione rimanga stabile per almeno qualche altro decennio…
curiosità: oltre a Verziere e se non sbaglio Carrobbio, ci sono altri posti a Milano senza indicazione “via” o simili?
Bell’articolo.
Due argomenti correlati:
1)
Stazione Porta Vittoria….forse era da abbattere…forse….ma se fosse stato per la promessa Biblioteca Europea…non ci sarebbe niente da dire….. purtroppo, alla fine, grazie anche all’inazione delle autorità, voluta…non voluta…tutto si è risolto in una “bieca” operazione immobiliare…un gran buca dove sorgeranno case di lusso…che non serviranno a nessuno e una promessa di verde, che sarà il solito filare di pioppi sfiatati…
2)
Il buon Carlo Porta venne commemorato con una statua marmorea posta su un isolotto dei Giardini Pubblici diventando così “el guardian di occ”…Durante il famoso bombardamento dell’Agosto 43 la statua fu colpita e distrutta…si scoprì che era di conglomerato cementizio….la solita mazzetta…anche allora!!!! Siamo sicuri che la statua attuale del Verziere sia vero bronzo?
Complimenti per le belle spiegazioni.
Del vecchio Verziere, quello che ancora porta il nome rimpiango l’atmosfera che penso vi regnasse, quasi una Campo Dei Fiori milanese. Brutta perdita come per il Bottonuto e per piazza della Vetra, ci fossero ancora secondo me sarebbero dei luoghi da vivere la sera, tra ristoranti e passeggiate…
Che dire Sky, hai perfettamente ragione!!!
Forse il Bottonuto non era il massimo dell’eleganza, ma solo il fatto di non poterlo più vedere (e di vedere al suo posto la desolazione di via Albricci) mi fa inc…are veramente!!!
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