E’ una delle strade di accesso alla città più antiche e importanti: tutto cominciò nel 187 a.C. quando il console Marco Emilio Lepido fece costruire una strada diretta tra Rimini (Ariminium) e Piacenza (Placentia), una strada che da lui prese il nome – la via Emilia – e che per estensione venne successivamente assegnato anche alla regione. Da Piacenza arrivare a Milano è stata questione di pochi anni, sebbene non se ne conosca esattamente il numero.
Il motivo per cui inizialmente la via Emilia terminasse a Piacenza va ricercato nella strategia dei romani di difendere questa città che era ancora assediata dai Galli Boi, sebbene già sconfitti, ma che si erano accampati nelle vicinanze e quindi era necessario avere una via di comunicazione agevole per poter intervenire con la giusta tempestività in caso di necessità.
Ovviamente la strada per arrivare a Milano – trattandosi sempre di pianura – era anch’essa rettilinea e “toccava” quindi anche Lodi.
Affinché il tratto urbano in Milano assumesse il toponimo di corso Lodi si dovette però aspettare il 7 giugno del 1878, quando una delibera lo assegnò al primo tratto (visto da Milano) della Strada Provinciale Piacentina, che per un periodo si chiamò anche Strada provinciale per Lodi; questo primo tratto iniziava fuori da Porta Romana e terminava indicativamente all’altezza della stazione ferroviaria (che in quell’anno non esisteva ancora).
E giusto per completare l’argomento relativo al “toponimo”, va rammentato che durante il ventennio fascista corso Lodi assunse il nome di corso XXVIII Ottobre a ricordare la marcia su Roma che avvenne proprio il 28 ottobre del 1922, data ufficiale di inizo dell’Era Fascista. Non dimentichiamo che esisteva – sempre nello stesso periodo – anche il toponimo via della Marcia su Roma assegnato al tratto terminale di via San Marco (cioè il tratto da via Castelfidardo fino ai Bastioni).
Sempre in tema di “curiosità” relative ai nomi, l’Istituto Autonomo di Case Popolari (IACP) aveva battezzato un quartiere con il nome XXVIII Ottobre, ma che con il corso XXVIII Ottobre non aveva alcuna attinenza, infatti si trova (tuttora) tra la via Lodovico Montegani e la via Anton Giulio Barrili: si tratta del complesso che poi assunse il nome “Stadera”.
Corso Lodi è stato per molti decenni percorso dal canale Redefossi “a vista”, prima che alla fine del XIX secolo si decise di farlo scorrere sotto il manto stradale.
Il canale nella configurazione attuale è stato realizzato tra il 1783 e il 1786, come risposta alle frequenti esondazioni dei fiumi e canali a nord, come il Seveso, in particolar modo dopo che fu costruito il tratto finale della Martesana fino al Ponte delle Gabelle.
Va precisato, però, che un prima traccia del Redefossi risale addirittura agli inizi del 1300.
Il Redefossi ha quindi origine dalla Martesana in via Melchiorre Gioia, all’incrocio con viale Monte Grappa (di fronte alle famose “Cucine economiche”) e percorre praticamente tutta la cinta esterna delle mura spagnole fino a Porta Romana, dove “svolta” appunto in corso Lodi.
La copertura del Redefossi è stata un’opera eseguita in tempi diversi, iniziata già a cavallo del XIX e XX secolo, proseguita all’epoca della chiusura della cerchia interna dei Navigli, per concludersi (nell’ambito del Comune di Milano) nei recenti anni ’60 quando fu eseguita la tombinatura anche della Martesana in via Melchiorre Gioia. Il canale ritorna ad essere visibile all’altezza di San Giuliano Milanese, prima di confluire nella Vettabbia, che a sua volta si immette – poco dopo – nel Lambro.
Chi volesse approfondire il tema del Redefossi, può leggere le interessanti pagine del sito dell’Associazione Culturale Zivido che trattano questo tema.
Un altro elemento di interesse di Corso Lodi è lo scalo ferroviario di Porta Romana che fu inaugurato (inizialmente solo per il traffico merci) nel 1896, nell’ottica della realizzazione della “cintura sud” della città; la prossimità dello scalo merci all’inizio del ‘900 è stato probabilmente uno dei principali motivi che ha determinato la scelta della locazione per lo stabilimento del Tecnomasio Italiano Brown Boveri (T.I.B.B.)
Il Tecnomasio Italiano è stata una società italiana nata nel 1871 che nel 1903 si è fusa, a seguito di una acquisizione, con la società svizzera Brown Boveri, dando così origine ad una importante società, la T.I.B.B. appunto, del settore metalmeccanico che ha operato principalmente nella produzione di mezzi di trasporto come treni, tram e relative infrastrutture.
Nel corso degli anni – e particolarmente negli anni recenti – ha subito altre importanti trasformazioni societare (tra cui la fusione con la Asea e con la Daimler Benz) che nel 2001 sono sfociate nella confluenza con il gruppo Bombardier canadese.
Ma ancora oggi sono in circolazione vetture ATM con impresso il marchio T.I.B.B. su uno o più componenti (per alcune vetture sono stati realizzati i carrelli, per altre gli impianti elettrici).
E purtroppo si deve ricordare che proprio piazzale Lodi, vista la vicinanza dello scalo merci e del Tecnomasio, fu bersaglio delle bombe sganciate dagli aerei durante gli attacchi che Milano ha subito in quantità veramente esagerata durante il secondo conflitto mondiale.
Ecco un immagine di come è stato ridotto un palazzo proprio nel nostro piazzale dopo un bombardamento inglese nel tragico agosto del ’43…
E per concludere una “chicca” che non siamo riusciti ad includere nell’articolo su piazzale Corvetto, il piazzale che conclude corso Lodi, capolinea per molti anni del 13, del 20 e del 22: il Corvetto senza sopraelevata era proprio un bel piazzale…
E a proposito di tram, è da notare quello in primo piano (un vettura della linea 32) che si reca alla stazione di Rogoredo…
In effetti hai proprio ragione: il Corvetto senza sopraelevata era proprio un bel piazzale…
(quando sono arrivato a Milano, ci ho perso un po’ di tempo a capire perché mai la fermata della metro gialla di piazzale Lodi fosse chiamata “Lodi T.I.B.B.” 🙂
Bello davvero! Il prolungamento della via Emilia dovrebbe essere di poco posteriore al 223 a.C., anno della sconfitta dei Galli Insubri (consoli Gaio Flaminio Nepote e Publio Furio Filo). Anche se quello che restava dei Boi, dopo la loro sconfitta nel 189, non era pericoloso, per il controllo di Mediolanum – “capitale” degli Insubri- era necessario velocizzare il trasferimento delle legioni. Non bastavano i Cenomani di Brixia a est e i Taurini a ovest per tranquillizzare i conquistatori.
Quanto al Redefossi, scopro qui (e approfondirò – grazie) lo stretto legame con le cose ferroviarie… In via Melchiorre Gioia c’era la stazione (le stazioni) di Porta Nuova che all’inizio prevedeva (vado a memoria, eh!) anche una darsena sul canale, all’altro “capo” Porta Romana e in mezzo… la mia “amata” stazione di Porta Tosa. Infine, giusto per tornare a un vecchio posto ci sarebbe stata anche la mai costruita stazione Centrale di G.B. Bossi…
Finalmente un capitolo dedicato al Corvetto…
Il piazzale era proprio molto bello, con tutte quelle piante, ideale fine del pluripiantumato Corso Lodi, in contrasto con la configurazione della gran parte dei rondò-capolinea dell’epoca, in contrasto poi con la spoglia Via Marocchetti verso Rogoredo – Melegnano e Lodi, via dove aspettava il 32 dalle classiche vetture tranviarie dette Gibuti (a ricordo delle vetture del treno Asmara-Gibuti?) fino alla Stazione di Rogoredo….”In do’e a saliva i falchett……” inteso come pendolari foresi. Per i pendolari più esterni in C.so Lodi dopo la Via Gamboloita, c’erano gli autobus blu-azzurri dell’ATM per Melegnano e Lodi, chiamati da noi, appunto, “falchett express…..”
Caratteristica la configurazione del piazzale in autunno-inverno fino alla fine degli anni ’60. Niente era visibile, si penetrava in una coltre di nebbia fitta fitta…”de taja col cortel…” che si estendeva, senza soluzione, lungo Vle Martini- Omero e Via Polesine (per non parlare della Marocchetti); a quel punto solo gli “autoctoni” sapevano quale direzione prendere verso la propria casa, fra improvvisi lampi dei fari delle rare macchine, fino al portone, accolti dalla fumosa luce dell’androne….
Interessante il gabbiotto in mezzo al piazzale dove i golosi potevano comprare leccornie d’altri tempi, caldarroste, castagnacci, carrube, stracadenti e altri dolciumi vari detti “la goduria del dentista”….non mi ricordo se vendesse giornali…..
Poi venne l’Autostrada del Sole, primeva scusa per la costruzione del Cavalcavia da Lucania a Marocchetti…verso il casello, peccato che con classica lungimiranza venne costruito “a tre corsie” per i due sensi di marcia, come le vecchie autostrade, mentre il progresso chiedeva autostrade “a due corsie” per ogni senso di marcia, come fu appunto l’A1. Costrutito, comunque, questo dinosauro architettonico, non si trovò di meglio che usarlo solo per la penetrazione in città. Putroppo a causa di tale cavalcavia tutti gli alberi vennero abbattutti, meno uno che resistette per altri vent’anni almeno, all’ombra dello stesso cavalcavia…
Non per far polemica…ma tale geniale entrata in città, negli anni ha finito per intasare il traffico nelle ore di punta verso i Viali delle Regioni, e in zona, da anni, si sta aspettando la fine del tunnel sotto la ferrovia in Via Sulmona verso Via Lomellina (un progetto che, combinazione, vidi illustrato alla Triennale almeno trent’anni fa). Un’ altra zona già intasata, da plurintasare …che diamine. Pensare che il progresso automobilistico lo hanno favorito le stesse autorità che poi fanno le strade, magari cancellando, nel frattempo, linee di trasporto pubblico. Almeno per quanto riguarda le autorità passate….ma si spera sempre per un futuro migliore….
Non ho niente contro le zone traffic-free…linee gialle e blu…zone pedonali, che ben vengano…ma se poi chi entra in città non può spostarsi….pochi mezzi….sbilanciati….linee metropolitane che tardano a completarsi, passanti ferroviari con pochi treni e in ritardo…saremo sempre più immersi nel PM10……
Una piccola chiosa…mai prendere in giro i pendolari….la legge del contrapasso è sempre all’erta…è un giorno ti colpirà….fino alla pensione….
More solitu…sono riuscito ad andare fuori tema….con tutto il Corso Lodi, io mi sono concentrato solo sulla parte finale, il fatto è che noi da ragazzi lo frequentavamo solo di passaggio, guardando le vetrine in fretta….per arrivare a casa da scuola, paventando il ponte della ferrovia, lungo e noioso, se lo si percorreva a piedi… Più spesso si andava in tram…in battera…solo interessati ai titoli dei film proiettati nelle sale abbastanza numerose all’epoca, all’Ideal, all’Italia, al Roxi, in vista della mancia domenicale….
I tram. Nonostante fosse una zona “lontana”, il Corvetto era molto ben servita, il 13, il 22, verso il centro e il 20 verso la Stazione Centrale…abbastanza veloci a parte, arrivati in centro, la strettoia S.Sofia/Francesco Sforza…trafficata di auto, finché un giorno arrivò il Metrò, linea 3 o gialla.
Aneddoto: Per evitare il sovrappeso sul ponte Bailey costruito sopra la voragine della futura Stazione Porta Romana, si decise di eliminare il 20. OK, ma le autorità, si sa, sono lungimiranti: Non sostituirono le sue corse aumentando il numero di vetture del 13 ( il 22 era già stato eliminato negli anni ’60). Se, diciamo, 3000 persone viaggiano quasi comode, diciamo, su 100 vetture /giorno, eliminando 30 vetture/giorno, staranno ancora comode?
Ma loro non ci pensano…subito…tagliare…tagliare….finchè una sera un 13 sovraccarico si fermò in Piazza Buozzi (io c’ero), 3 controllori cominciarono a chiedere i biglietti a chi scendeva…mal gliene incolse … improperi… lamentele… la più tenera: “Cervoni!!!” – Peggio quando…intimando al manovratore di non partire…cercarono di salire in vettura … allora parolacce … lamentele; a malincuore, quindi, dovettero rinunciare…loro giustificazione alle lamentele : “Eh hann decis inscì… vedaremm… faremm”…Fortunatamente dopo qualche tempo le corse del 13 aumentarono…
Devo ammettere che – nello stesso modo in cui qualcuno aspetta gli articoli – io ultimamente aspetto i tuoi commenti, perché pur essendo “estesi” sono molto leggibili e completano i “post” con qualcosa di… molto piacevole e sicuramente unico, proprio perché spesso sono “note” personali.
Che siano ricordi, aneddoti o altro si nota comunque la cura riposta nella loro scrittura. A me piacciono. Complimenti e grazie.
Solo ieri ho letto il link (interessantissimo) dell’Ass. Cult. Zivido relativo alla sistemazione del regime delle acque del Redefossi(o)….Avevo letto da qualche altra parte la sistemazione delle chiuse, all’altezza del Ponte delle Gabelle per la diramazione Martesana – Fossa Interna -Redefossi, anche questo articolo interessantissimo; purtroppo non ricordo il link, ma spiegava le complessità e le difficoltà relative a tale impianto.
Confesso che pur con la cartina acconcia in mano le mie nozioni di idraulica…Bernoulli…Coriolis…Leonardo…sono molto scarse….e talvolta faccio finta di capire…come per esempio per un’altra zona della Fossa interna alla Torre dell’Imperatore, con quei tre canaletti che… portano alla Vettabia?… Mi spiegate il giro?
Però dopo sforzi mentali ho capito e individuato il giro Vallone -Olocati….Forse avrei dovuto nascere prima e controllare “de visu”…allora tutto sarebbe stato più chiaro.
Tornando al Redefossi – Domanda: Con tutto quel regime idrico, com’è che c’era un punto alle Gabelle, chiamato “Al cuu del cavall”, unico punto, pare, del Naviglio dove i ragazzini che, pur sconsigliati dalle madri, facevano il bagno, erano abbastanza sicuri, causa il basso livello dell’acqua?
Molto interessante e chiarificante suil Redefossi, soprattutto per i vari aneddoti, un libro “impossibile” che mi permetto consigliare:
Luca Sarzi Amadè:
Milano in periferia –
Mursia 1991.
Per quel che ne so si trova solo alla Biblioteca Rionale di Calvairate
Rimostranza: Avendo rovistato in lungo e in largo gli scaffali delle Biblioteche Comunali, avendo anche comprato,
soprattutto in Via Meravigli, sono arrivato alla conclusione che alla fine degli anni ’70 c’è stato il clou dell’interesse per la storia e l’aneddotica meneghina, con numerose edizioni e riedizioni di pubblicazioni, in vernacolo e no…
Negli anni ’80, nonostante la “Milano da bere”, l’interesse va scemando, se non per pubblicazioni (poche) soprattutto ineggianti al periodo.
In seguito c’è poco e niente…e solo oggi grazie alla futuribile Esp.Univers. 2015 si incomincia a stampare e ristampare qualcosa, mai, però, come alla fine degli anni ’70.
Parlando poi con chi gestisce il negozio in Via Meravigli ho notato un certo disinteresse crescente da parte loro…direi quasi rassegnazione: “Ma i libri sulle Porte?” -“Eh non si ristampano più! Quelle copie sono le ultime!!”
Naturalmente copie di un’edizione molto costosa di quella serie…possibile che si debba girare sempre i vari Libraccio e Remainder per trovarli? Un po’ più d’interesse, suvvia, era un negozio rinomato…va be’ che entrato un turista per chiedere informazioni di come andare al Cenacolo, l’addetto presente non seppe rispondere…ma almeno i libri…
Un appello agli editori…ristampate…ristampateo…tanto fareste pagare in Euro…senza rimetterci…..
Bellissimo post ! La SS9 via Emilia è una mia bandiera una mia passione.
Essendo nato e vissuto tra il Corso Lodi, Corvetto, Rogoredo, San Martino, San Giuliano.
Vi ho postato sul nostro sito (spero non sia un problema)
Complimenti ancora e grazie.
E’ un blog molto interessante anche il suo, che sto leggendo con interesse.
La ringrazio del complimento e del link (che vedrò di ricambiare a breve, indicandolo nell’apposita pagina).
CIAO mi chiamo IGOR domanda : ma la foto che si vede della TECNOMASIO ITALIANO BROWN BOVERI è quella che sorgeva in via gaetano de castillia poi bombardata durante la guerra ? dove poi è nata la stecca degli artigiani ? che fù poi demolita qualche anno fà per la costruzione dei grattacieli nel quartiere isola/garibaldi a milano ?
attendo cortese risposta grazie
IGOR
La sua particolare sagoma non lascia spazio a dubbi…
GRAZIE …
CONTINUO LE RICERCHE
Faccio il mio raid calcistico anche qui. Parecchi annuari e almanacchi, dal 1910 fino alla metà degli anni ’20, citano il campo di calcio, poi sistemato e completo di recinzione, spogliatoi e tribuna, appartenuto in primis all’ Enotria Goliardo ( maglia rossoblù ) ancora oggi esistente, ma priva di qualsiasi memoria e documentazione storica di quei tempi. Il campo in questione viene citato SEMPRE all’angolo tra via Friuli e via Colletta, Osservando le costruzioni che via via sono cresciute nelle due vie, sembrerebbe inequivocabile il fatto che l’angolo in questione è quello a ridosso della Cascina Cuccagna, ovvero lungo i numeri pari della via Friuli, a nord della via Colletta. Qualcuno un po’ più anziano ricorda qualcosa? oppure ( sarebbe meraviglioso…) qualcuno ha delle immagini o mappe o documenti??? Lo stesso campo, dopo la prima guerra mondiale, fu utilizzato anche da altre squadre milanesi, prima della loro totale sparizione o dalle seconde squadre per tornei minori; in ogni caso rimase lì fino alla fine degli anni ’20, quindi quasi un ventennio.
Stefano
Riprendo il mio testo di Gennaio in cui esortavo i librai a ristampare i preziosi libri di Bruno Pellegrino relativo ai vecchi sestieri di Milano. Così era Milano.
Devo fare ammenda della mia sbadataggine in questi mesi che pur passando davanti a varie librerie non mi sono accorto che:
Dopo anni che spulciavo nei vari Remainder, alla vana ricerca dei libri mancanti, le EDIZIONI MENEGHINE hanno pensato, finalmente, di ristamparli, come indicato anche da VecchiaMilano nella sezione: Libri in Evidenza.
Finalmente ci sono tutti e finalmente anche tanti altri, come da depliant allegato alla confezione “Libro+Calendario2012”
Finalmente un’opera meritoria – GRAZIE Edizioni Meneghine!!!!
Complimenti per il sito; io sto cercando un’immagine del vecchio cinema ideale-ideal, al civico 6 di corso XXVIII Ottobre/Lodi, che frequentavo quand’ero un ragazzo.
Sapreste aiutarmi?
@Augustio, guarda in questo sito. Io ho dato un’occhiata veloce e non l’ho trovato, ma non si sa mai http://www.giusepperausa.it/cinema_a_milano.html
grazie kalz, avevo guardato anch’io ma manca proprio la scheda di quel cinema…
Sono un fanatico di quel sito sui cinema a Milano….e mi sono convinto che stanno affrontando la storia cittadina sala per sala, un po’ per periodo storico, un po’ per importanza, un po’ per documentazione….magari trovare la foto del vecchio Ideal e mandargliela, con diritto di nome citato nel sito, può affrettare l’interesse e la pubblicazione….però da una minima ricerca non penso ci siano molte foto di quell’angolo…anche perchè, cinema di basso livello, era in un palazzo recente….e il superbo skyscraper raramente si spinge, con le foto, oltre il primo dopoguerra, se non per criticare (a ragione)…..Il sito, in fondo ha la fotocopia di una pagina de “La Notte” del 1970 e lì l’Ideal è indicato. Me lo ricordo quel cinema che a noi ragazzii interessava solo per curiosità:”Che film fanno?” – quando si passava col 13 o il 22. Questo perchè noi del Corvetto, alla domenica, saremmo andati o al Volta, o all’Alba, sala parrocchiale, o al Roxi con i genitori. Poi più grandicelli: “Mica puoi portare la ragazzina all’Ideal!!” In effetti devo esserci entrato una volta…squallido, sedili in legno…buio….un ben misero ricordo……In periodo “biricchino” poi era molto meglio il Roxi……
@ ottavio: conosco le persone che seguono il sito e sono in gamba; hanno già pubblicato le schede di diversi cinema della zona: Roxi, Minerva, Italia-Maestoso,…
ho chiesto, ma non hanno al momento foto dell’ideal; probabilmente come tu giustamente sottolineavi si trattava di un angolo poco interessante della città, scarsamente fotografato. Però pare che l’ideal sia tra le schede in lavorazione….
Scusate se mi intrometto nel vostro bellissimo scambio di informazioni sui Cinema che avete frequentato ma, seppure estraneo alla vostra “zona” sono venuto spesso nelle vostre parti; siccome giocavo nei tornei di Calcio nella “categoria ragazzi” ricordo di avere giocato molte partite in un campo di calcio sulla sinistra della chiesa che si incontrava venendo da piazzale Corvetto.
Con il passare del tempo la meta era diventata “el Port de Mar” dove spesso, partendo da corso Garibaldi in bicicletta con gli amici, andavamo a noleggiare le barche per fare qualche bella remata. Purtroppo non ho neanche una fotografia di quel bellissimo laghetto dove qualche volta mi sono recato perfino a pescare(Carpe, Cavedani e perfino Pesci Persici, tanto l’acqua era pulita) E’ possibile recuperarne qualc’una?
@ giulio32: Il campo dell’A.C.Milanese sulla via Fabio Massimo, di sicuro, raggiungibile da Pizza Gabriele Rosa, in fondo a via montemartini…alle propaggini del porto di mare…..noi ragazzi ci si andava per le nostre prime esperienze tennistiche….forse uno riuscì a giocare nella squadra….
se hai pazienza:
su Google immagini, digita: Milano sparita…
esce Miliano sparita 5 – 4 -V – IV
clicca su uno di questi e verrà fuori una pagina di foto storiche,
clicca su una foto…..avrai ben 971 pagine di godimento visivo e anche di interesse storico per i vari post interessanti, su strade, tram, palazzi….
di sicuro ci sono foto di porto di mare……
Altre foto su due libri rintracciabili solo nelle biblioteche comunali:
Luca sarzi Amadè:
-Milano fuori di mano
-Milano in periferia
2 vere bibbie……in entrambi si parla di Porto di Mare…..
Giulio32: Milano Sparita: pag.493…la prima foto è proprio Porto di Mare……
@Ottavio…. i ringraziamenti devono essere fatti subito, ed io non ho scuse. Ho trascurato il nostro blog per alcuni giorni e chiedo ammenda. Devo rispondere anche al cordialissimo Tullo, chiedo scusa con ritardo, portate pazienza…….ho un nipotino in I^ Media e debbo ricominciare con (“espressioni, angoli, gradi, ecc…), a presto.
p.s.
Milano Sparita mi da solo -V -IV, forse debbo registrarmi in FACEBOOK.
A presto, grazie per i nuovi indirizzi
Giulio32
@Giulio32: Nessun problema…tutti a gh’hann de fa….me te fet ti cont la matematica? La mia nevodina la va in I^ media l’an che ven…..e mi a me regordi nagotta…i frazion…i espression….l’algebra…a seri n’asen ai me temp…figuress adess…..
Non dovrebbe esserci alcun problema: Google-immagini-milano sparita…o clicchi IV o clicchi V… clicchi su una foto qualsiasi e comunque 975 pagine fitte…fitte…fitte…di foto di varie epoche + diversi argomenti… dovrebbero bastare per qualche mese…. Buon divertimento…….
Buongiorno a tutti,
volevo informazioni storiche più approfondite riguardo corso lodi e più in particolare l’area dove sorge Piazza S.Luigi, la chiesa e le zone limintrofe.
Ringrazio anticipatamente.
Davide R.
Per gli appassionati di Milano Sparita su SSC
i diversi 3d (Milano Sparita I-II-III-IV-…) sono stati tutti accorpati in un unico 3d:
http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=1232367
che ad oggi conta 1081 pagine…
Prima erano divisi, in quanto una vecchia regola imponeva di non superare un certo numero di pagine. Tolta quella regola non c’era ragione di mantenere la divisione fra i vari 3d.
Complemetare a Milano Sparita c’è Milano mappe nel quale si possono vedere numerose mappe di milanoa varie epoche in modo da evidenziare anche l’evoluzione urbanistica della città:
http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=582240
Buona visione a tutti!
Per Davide: Balletti: Campane di periferia, libro disponibile sia nelle biblioteche rionali Calvairate e Oglio…tantissime notizie sullo sviluppo della zona S.Luigi-Corvetto…saluti
cerco,disperatamente,da alcuni anni documentazione fotografica del villaggio abusivo degli immigrati costruito dal 50 al 55 adiacente alla cava di “porto di mare”dove ho vissuto i miei primi anni di vita. angelo.labate48@gmail.com
non credo esistan foto di ca minim del port de mar caro angelo labate…
Cartoleria F.lli Bonvini – VIa Tagliamento, ang. C.so Lodi – dal 1909…
Prendo spunto da “Ma l’Isola c’è” dove si rende onore alla cartoleria Gandelli, per rendere onore a mia volta alla Cartoleria Bonvini di Via Tagliamento, bottega storica, presente praticamente da sempre nella zona di san Luigi.
A causa di modernità e anche di relativa lontananza poche volte sono entrato nel negozio, salvo nel 2009, quando iscritto ad un corso di Bella Calligrafia, trovai molto utile un libretto sul tema, esposto in vetrina, trovando anche alcuni pennini adatti alla mia novella passione. Non sono entrato spesso, certo, però mi sono spesso soffermato sulla soglia durante il Natale, quando esponeva statuine e paesaggi per il presepio, insieme ad agende per l’anno successivo, di tutte le misure e per tutte le tasche,
Non è proprio vero, tutto preso dalla mia nuova passione per la Milano d’antan, sono entrato un giorno del 2011 per vedere alcuni libri sull’argomento, e così ho avuto anche modo di chiacchierare….come avevo già fatto nel mio periodo “scritturale”…scambiando qualche impressione sulla città odierna nei confronti di quella degli anni passati…
Il titolare, a questo punto, sentendomi anche parlare milanese, abbastanza correntemente…oh meraviglia…preso da confidenza mi mostrò…a mo’ di azione segreta…portandomi nel retro…delle foto scattate dal suocero negli anni 30, prese sul cavalcavia di Corso Lodi. Con una certo moto di gelosia, alla mia richiesta sfacciata se si poteva avere delle fotocopie, quindi le rimise nel cassetto. Riparlando di Milano, in milanese, riuscii faticosamente a riprendere la sua fiducia (comprai anche un libretto)…Da quel momento non ricordo di essere più entrato, ben contento, comunque, di tanto in tanto, di constatare la presenza di questa bottega caratteristica.
Purtroppo da qualche mese il negozio è chiuso…il titolare si sarà ritirato, sarà deceduto, non ho avuto il cuore di informarmi, prendendo per assodata questa enorme perdita, non solo per il commercio ma anche per le tradizioni cittadine…
Le insegne storiche sono state coperte da fogli di plastica, ormai pendenti… lungaggine di pratiche ereditarie? Speriamo che al più presto sorga una nuova aattività commerciale…un respiro di vita per il quartiere…e speriamo che non sia una delle solite kebabberie…non è un pensiero razzista il mio …ma il desiderio di un’attività più utile, stabile e tranquilla per la nostra zona….per la prossima fine secolo….
El sciur Bonvini è morto da tempo la cartoleria è stata venduta ma i nuovi gestori l’hanno lasciata quasi come era allora anche con la vecchia scritta,in più hanno preso una vetrina accanto per allargare l’attività dove fanno tipografia come faceva il vecchio proprietario.
Ho vissuto al 78 di corso Lodi negli anni 60.sono ritornata nel 2018 non la riconosco più.chi ha foto di quel periodo?grazie
Bell’articolo