Londra è attraversata dal Tamigi, a Parigi c’è la Senna, a Roma scorre il Tevere… ogni grande città europea ha un fiume che le dona atmosfera e romanticismo. E Milano?
Chiunque risponderebbe che i Navigli sono il “fiume” di Milano.
E forse è anche così, ma i Navigli sono un corso d’acqua artificiale e così andando ad indagare si scopre che anche Milano ha il suo fiume, ma non si vede poiché sotterraneo.
È l’Olona. Il fiume che per diversi secoli ha dato acqua e prosperità alla città, oggi scorre sotterraneo e anonimamente per la città.
La storia dell’Olona è una storia molto tormentata: già in epoca romana subì la sua prima “deviazione” dal suo alveo naturale (di cui è andato perso il percorso) per rifornire d’acqua il fossato difensivo della città.
Quando vennero scavati i navigli le sue acque vennero deviate per sfociare nella Darsena.
Cosa che il fiume ha fatto fino a pochi decenni fa. Forse i più acuti osservatori avranno notato che dall’attuale viale Papiniano sfocia un canale coperto nella Darsena (sotto la piccola via Codara).
Quel canale è stata la foce dell’Olona dal 1500 fino a pochi decenni fa.
A questo punto analizzeremo la storia dell’ultimo secolo, quando l’espansione della grande metropoli ha dapprima impresso un nuovo percorso al fiume e infine ha optato per nasconderlo sotto il manto stradale, tanto che oggi molti ignorano di quello che scorre sotto le filovie.
La cartina a fianco mostra il percorso cittadino dell’Olona nel 1904.
Arrivando dall’attuale piazzale Lorenzo Lotto il fiume scorreva libero fino all’odierna piazza De Angeli, allora detta La Maddalena, e sempre senza costrizione arrivava a sottopassare la linea ferroviaria di cintura ovest (dismessa nel 1931) nell’attuale piazzale Giovanni De Agostini andando a formare la famosa Isola di Brera.
Dopo aver attraversato lo spazio occupato dallo scalo bestiame (attuale Parco Solari) si immetteva su viale Papiniano andando a sfociare nella Darsena. Questo era il suo percorso già da diversi secoli.
Ma il suo destino era già stato delineato già nel 1884 dove nel PRG comunale era stata prevista l’urbanizzazione di questa zona.
Il PRG infatti prevedeva la creazione di una circonvallazione (quella che oggi definiamo della 90/91) e il percorso dell’Olona pertanto sarebbe stato canalizzato lungo gli attuali viali Murillo, Ranzoni, Bezzi, Misurata e Troya.
I lavori procedettero lentamente e la canalizzazione venne pronta negli anni ’30 (stessa epoca in cui verrà dismessa la linea di cintura ferroviaria occidentale).
Con la nuova canalizzazione l’Olona si troverà ad avere due foci: una foce, quella storica nella Darsena, sarà mantenuta grazie a un canale denominato “ramo darsena” che tramite una chiusa in viale Misurata all’altezza di via Roncaglia intercetterà le acque e attraversando via Salvo Giuliano, piazza De Agostini e via Foppa, le indirizzerà in Darsena, mentre una seconda foce sarà nel colatore Lambro Meridionale, un canale che nasce dal Naviglio Grande a San Cristoforo e a cui l’Olona, dopo aver sottopassato il naviglio stesso, cede le sue acque in eccesso.
Nel secondo dopoguerra la città si allarga, aumenta il traffico e le industrie a monte della città iniziano a rendere le acque dell’Olona tra le più inquinate d’Italia.
Pertanto il fiume inizia a essere uno sgradito ospite maleodorante nella circonvallazione di questa città.
Tra il 1950 e il 1970 inizia la tombinatura del fiume lungo la circonvallazione fino a farlo sparire completamente.
Anche il “ramo darsena” subisce lo stesso trattamento, continuando a trasportare le acque fino a che negli anni ‘80 viene prosciugato per rischio di inquinamento ed idrogeologico.
Così da allora le acque dell’Olona continuano a percorrere i viali di circonvallazione interrate fino alla loro unica foce nel Lambro Meridionale (tutt’ora visibile in via Malaga sotto il ponte della ferrovia).
Per scongiurare le piene dell’Olona nel tessuto cittadino è stato costruito un canale artificiale denominato Deviatore Olona che preleva le acque in eccesso a valle di Rho, le trasporta attraverso il “Boscoincittà” (dove scorrono ancora a cielo aperto), Baggio, Corsico e le restituisce al Lambro Meridionale nel quartiere Barona precisamente in via Boffalora.
Per diversi anni lo spartitraffico creato dalla tombinatura in circonvallazione è rimasto utilizzato semplicemente come parcheggio e agli incroci si potevano ancora notare i muretti di protezione dei vecchi ponti sull’Olona ormai interrati nel manto stradale, ma con la realizzazione della corsia preferenziale anche queste piccole tracce sono andate perdute.
Restano solo delle grate a nascondere le chiuse in viale Misurata all’angolo con via Roncaglia.
Volevo dare il benvenuto a Gianluca e complimentarmi con lui per il contributo che ha scritto, dal quale si deduce la passione per la nostra città nonostante la sua giovane età.
Ricordo a tutti che è possibile proporre i propri articoli inviandone una bozza a info@vecchia-milano.it corredata delle necessarie fotografie o disegni.
Bravo Gianluca.
Sono abbastanza anziano per ricordarmi le sere autunnali lungo i viali della circonvallazione della 90-91 con l’Olona ancora scopero, fra nebbie estreme, odori e paralisi del traffico già intenso allora….quando arrivare all’agognato Piazzale delle Milizie era quasi un miraggio….forse è per questo che mi è rimasta tanto in mente la famosa torre circolare…..Dopo lunghissimi minuti d’attesa, piccole scosse di movimento, fra una 1100 e una 600, la solita litania del “cervon”: “Avanti c’è posto!!” – “Eh seeehh!!”, nella la vettura stipata, una voce triste dalla piattaforma interna del filobus:”Lu che’l ved foeura…in do’e semm?” – “Specia neh… che netti el veder… oh Signor semm ancamò a la Baggina!!” – “Porca balletta…”….era quasi un discorso prassi fra “utente” e “utente” – “E adess?…” – “Domà a la Central del latt!!” così fino a Piazzale Lodi, capolinea sognato, dove finalmente si scendeva tutti chi a “ciappà on alter tram” per “el Corvett” dove aspettavano le linee foresi per Melegnano….Un Odissea…..
Con riferimento alla torre circolare di piazzale delle Milizie… non è che per caso qualcuno dispone di una fotografia della stessa?
Sono mesi che stiamo cercando una testimonianza visiva di questa torre, senza successo… per cui è gradita qualsiasi segnalazione.
Grazie fin d’ora a chiunque potrà aiutarci a completare questo “tassello”.
Sono Gianluca, l’autore di questo articolo.
Ringrazio sentitamente Fabio per gli apprezzamenti e l’opportunità che mi è stata data con questo articolo.
Questo blog è molto interessante, aiuta veramente a scoprire Milano da un’altra visuale. E per chi come me è ancora giovane leggere certe notizie e vedere certe fotografie è veramente emozionante!
Un saluto a tutti e ancora grazie di cuore!
grazie Gianluca di questo bellissimo articolo storico sull’Olona.
Vorrei fare una piccola inchiesta sugli scarichi per capire in quali punti l’Olona diventa così inquinata e maleodorante. Sapresti indicarmi qualche fonte?
Grazie
Xavier Vigorelli
Tanto per curiosità di storia cittadina cittadina, sarebbe interessante elencare, per quanto possibile, i vari edifici pubblici del “ventennio” epurati o demoliti, costruiti nei vari quartieri… Comincio io:
Via Cinquecento, sede GIL, finito come “cà minima” e successivamente demolito.
Piazza Cantore, finito come palestra e addirittura sezione PCI
Villapizzone: diventato sede di un commissariato di PS
Corso Sempione: diventato sede RAI
P.le Milizie la famosa torre: mai entrata in uso?
Vista l’ora, l’estemporaneità della proposta e la mia ignoranza, mi fermo qui…altri suggerimenti?
Nei giorni della Liberazione, nel 1945, i tedeschi, che avevano il Comando in un palazzo di P.le Brescia, oggi demolito e sostituito dalla nuova faraonica Clinica S.Luca, e i fascisti che avevano l’ansia di disfarsi di divise e armi, gettarono moltissime armi e bombe a mano, in particolare, nelle acque dell’Olona.
Mio padre, che abitava in v.Parmigianino, suo cugino, di via Rubens e altri ragazzetti tra i 6 e i 15 anni, erano soliti entrare nelle acque dell’Olona, allora pulito e balneabile, per recuperare l’arsenale, smontarlo, e vendere il metallo al ferrivecchio, per ricavarne qualche lira. Le bombe a mano venivano aperte, smontate, svuotate della carica esplosiva….prassi pericolosissima….e infatti in p.za Ghirlandaio, un giorno funesto, uno di loro commise un errore e da quel dì il suo soprannome fu ” el Manina”, dovuto alla mano volata via. Il cugino di mio papà venne investito da decine di schegge, al volto e alle mani….ma si salvò….La fame era il sentimento più diffuso..e le loro foto, in cui appaiono smilzi, magri, laceri, è l’mmagine più eloquente di quei giorni.
Stefano
Anche se il nome si trova in documenti ufficiali del Comune pare che non ci sia mai stata una denominazione ufficiale per il parco solari.
Comunque dal 2006 il nome ufficiale è “Giardini Don Giussani”
Ciao
sembrano passati secoli da come la città ha cambiato volto,per convertirsi all’urbanizzazione più selvaggia e all’interesse del soldo.Mi fà sempre piacere ascoltare i racconti come questi ed anche dei vecchi milanesi di com’era bella questa nosra milano neanche tanto tempo fà,ormai ridotta a livello urbanistico come una qualsiasi metropoli retrograda del terzo mondo.Grazie ottavio per il racconto del filobus……
Ma quant’è lunga la circonvallazione “esterna”- “quella della 90/91”, così chiamata per non confondersi con quella interna, o cerchia dei Navigli o “quella dell’86/87”(chi si ricorda quelle linee di filobus?) ?
Era Sabato grasso del …antacinque; dopo una festicciola casalinga, al Corvetto, tirata la mezzanotte, fra una piastrella e l’altra e un paio di twist, si decise di accompagnare a casa le rispettive ragazze…. a piedi… naturalmente, in quanto nessuno aveva mezzi meccanici, a quel tempo… – Cavoli…..ce ne fosse stata una della zona…macché…Rubens, Murillo, Ghirlandaio, la più vicina D’Adda prima del ponte del Naviglio…Ma si era giovani, non ci perdemmo d’animo e partimmo con le ragazze a traino: “Magari potremmo andare in taxi” – “Ma no…vi accompagnamo noi!!!”. Si partì decisi:”Ah l’amour…!!” – Affrontato il Corso Lodi di buon passo, in men che non si dica girammo in Viale Isonzo…non un’anima in giro…. calpestando coriandoli inumiditi e stelle filanti accartocciate ecco il Parco Ravizza in vista: “Ci fermiamo un attimo?!” – le ragazze – “No… no… andiamo… andiamo!!!” – noi – faceva anche frescolino… e il Pane Quotidiano e la Centrale del Latte… V.le Toscana….V.le Tibaldi… – “Ehi ragazzi siamo già in Via Meda!!”…E il vento cominciava a tirare gelide folate….. ma l’amour è più forte……- “Avanti…avanti!!” – Quindi ecco…V.le Liguria…costeggiando “Lo scugnizzo” pizzeria di lungo corso…utile punto di riferimento per appuntamenti vari….V.le Cassala… ed ecco finalmente la prima destinazione: Via D’Adda….dove si perse un po’ di tempo fra i saluti e la scusa per riposarci, poi avanti sul ventoso cavalcavia di P.zza delle Milizie….e costeggiando Via Tortona raggiungemmo via Carlo Troya…Pzza Napoli: “Che fanno al Cinema Ducale?”- Dall’Olona saliva una leggera nebbia odorosa e il vento imperversava…. Ma l’amour….finalmente P.zza Bolivar e a seguire V.le Misurata…l’interminabile P.zza Tripoli: “Ohhh….ecco V.le Bezzi” – E vai e vai: “Ma è lontana Via Trivulzio?” Ed ecco P.zza Ghirlandaio, altro punto d’arrivo delle stanche ragazze….lunghi minuti a salutare… poi ecco Via Ranzoni, l’infinito P.le Brescia e finalmente V.le Murillo dove “depositammo” l’ultima fanciulla – A quel punto guardammo l’orologio: “Le due e quarantacinqueeeee?!?” Ci guardammo….stupiti per l’impresa e sconfortati, allo stesso tempo, pensando quanto tragitto ci aspettava al ritorno….ed eccoci, finalmente,forti dell’amore, verso le cinque, in P.le Corvetto….Ma quanta è lunga la circonvallazione “esterna” 90/91 nella sua parte meridionale?……
@ottavio:
Io mi ricordo molto bene la coppia di filobus 96 e 97 che facevano quel percorso… capolinea in via Minghetti e tutti i sabati la si prendeva per andare alla fiera di Senigallia quando era in via Calatafimi e si scendeva in via Molino delle Armi; erano gli anni ’70.
Esisteva anche la coppia 86/87 sullo stesso percorso, magari qualche anno prima?
Gentile Vecchiamilano
86-87 e ribadisco…….86-87
Garbatamente ma “sussiegosamente” mi permetto ribattere:….l’ultimo tentativo di filobus, in Milano, fu…dopo la 93, la 95 che, quasi appena messa sul percorso, venne bloccata da moti scioperosi popolari in P.zza Angilberto, tanto che l’ATM decise di trasformarlo in autobus. Del dopo conosco solo il 94 che, come si capisce dall’ articolo, è un autobus.
Ma “more solitu” la memoria risulta sempre un fatto personale più che generale, quindi mi appello ad una terza parte di appassionati tram-filoviari che nel vostro bel sito certo non mancherà.
Al mio faldone difensivo posso aggiungere che andando a scuola presso Francesco Sforza, avendo il papà che lavorava in Francesco Sforza…mi faccio “forza” della mia memoria…
Comunque… è bello ricordare….ad un prossimo argomento….
Ma ovviamente – ripeto – potevano esistere in anni dei quali non sono riuscito a trovare informazioni puntuali…
Dimenticavo di precisare che la guida da cui sono state tratte le pagine è del 1958.
Ma andando su questa pagina si potrà vedere anche la cronologia delle linee filoviarie di Milano.
Gabriele, hai qualche altra informazione a proposito?
Forse…
Confermo che la circonvallazione in tempi recenti aveva la numerazione 96/97 (in origine e fino al 51 aveva nome CD/CS)
Però ho trovato una discrepanza fra quanto indicato nel link a Milanotrasporti e quanto risulta dalla Mappa Ortelio del 1968.
Secondo Milanotrasporti, le linee 96/97 furono soppresse il 5/2/67 per essere riattivate il 9/3/70.
secondo la mappa Ortelio del 1968 le due filovie erano esistenti; peraltro con una singolarità di percorso: tra P.za cavour e Piazza Vetra, anzichè avere un percorso coincidente (come appare nella mappa del 1953), la linea 96 aveva un percorso più interno (lungo via Montenapoleone, San Babila, Corso Europa, Via Larga, Via Albricci, C.so Italia, Via Crocifisso, Molino delle Armi).
Avevo anche pensato ad un errore di datazione della mappa Ortelio, ciò sarebbe possibile solo se la mappa Ortelio sia in realtà del 2° semestre 1966 (nella mappa è riportata la diramazione Gambara della MM1, aperta il 2 aprile 1966).
Non può invece essere che la mappa sia del 1970 (ovvero posteriore alla riattivazione della 96/97), in quanto non è indicata la MM2, inaugurata il 27/9/69 nel tratto Caiazzo – Gobba).
Gentile Vecchiamilano,
Non poteo que facere amhenda dinante a cotante razoni et documenta….
Se avessi anche guardato Wikipedia…..
Ma la memoria agisce per assonanze e “gnucchismi” e se uno si mette in testa un’idea….Vi ricordate il mio primo intervento, mesi fa, sulla fontana davanti alla Stazione Centrale? Poi son passati alcuni anni dalla soppressione della linea….in realtà, pur avendola vista spesso (come citato nel mio scritto), la circolare interna l’ho usata ben poco, molto di più l’esterna e la 93…..forse ha agito nei miei meandri anche il fatto che ci fosse una 83, per cui…..
La mente, si sa, sovente….mente.
Grazie….a risentirci per prossime distorsioni (mie) di storia cittadina……….
Giusto per capire di cosa stiamo parlando, posto il link allo stralcio della mappa Ortelio del 1968.
Ho riguardato la fonte della mappa (l’utente mir45 di Skyscrapercity): la guida Ortelio riporta in ultima pagina la scritta “finito di stampare nell ‘Aprile 1968”.
se la mappa è stata aggiornata pochi mesi prima, potrebbe essere errata la data di soppressione della 96/97, altrimenti potrebbe essere un errore dell’autore che non ha rimosso una linea soppressa.
Quanto alla domanda di Ottavio, approfittando di una mappa cartacea di Milano, ho misurato il percorso fra P.le Lodi e P.le Lotto… circa 7,6 Km!!
Cui si aggiungono circa 1,3 Km da P.le Lodi a P.le Corvetto.
Ah l’amour…
Domanda… ma all’epoca la 90/91 non faceva servizio notturno? (nella mappa ATM del 1996 si dice che la 90/91 termina il servizio alle 2.30 circa)
PS: aggiungo il link alla cronologia delle linee automobilistiche di Milano
http://www.milanotrasporti.org/spip.php?article65
come si può vedere la linea 86 fu introdotta nel 1983, per essere soppressa nel 1994.
la linea 97 ebbe vita ancor più breve (1995-97).
Entrambe su percorsi che non c’entrano nulla col percorso filoviario 96/97.
@ Gentile Gabriele,
A g’hoo semper de mettegh el nas…..grazie per la precisazione sul numero della filovia interna….non posso che esserne convinto, oramai.
Riguardo a mappe e cartine, dovre(bbe)(sti) però togliermi un piccolo dubbio…tempo fa si parlava, su questo sito, della zona di Calvairate e limitrofi; relativamente al Cavalcavia Mugello, ben tre cartine “civili” riportavano tre situazioni diverse con il Cavalcavia già operante, mentre quella dell’IGM, immagino la più precisa, lo dava ancora incompiuto….
Non è forse che le Case editrici cercano di precorrere un po’ i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, sulle carte che stan stampando, o magari ristampano “aggiornandole”, onde poterle far durare più a lungo, per cui talvolta appaiono alcune discrepanze?
Ho notato poi che fino a qualche tempo fa, su mappe e cartine ben difficilmente appariva sui bordi insieme alla scala e altre notizie, la data di stampa….un “espediente” commerciale?…
Scusate per le domande forse banali….da poco mi interesso, così a fondo della città, talvolta anche arrabbiandomi per chi, in ogni tempo, cerca di farci quel che vuole, eliminando o costruendo a sproposito, ritardando, dimenticando, sorvolando ecc. ecc….di certo ognuno ha in mente la sua propria città ideale…e magari mettendoci a tavolino, esponendo le nostre idee, finiremmo per litigare anche su questo sito…ma si può litigare per ciò che non c’è più?…..
Per prima cosa, diamoci del TU.
In fin dei conti siamo come quelli che si incontrano nello stesso bar e finiscono per fare amicizia.
Un piccolo appunto… il milanese…
Non troppo stretto, per favore…
Sono Milanese di nascita (dove ho vissuto oltre trent’anni), ma pur sempre di genitori pugliesi!
A quale articolo fai riferimento?
in quello dal titolo “Calvairate” non ho troavto discussioni sulle mappe.
invece ricordo di aver innescato una discussione sul modo di intersecarsi tra ferrovia e viabilità nell’articolo “Tra Piranesi e Corsica”.
Quanto alla tecnica cartografica, devi tener presente che negli anni addietro, non c’erano i supporti aerei e satellitari di cui possiamo beneficiare oggi.
Inoltre i metodi di stampa, certamente non digitali, comportavano la necessità di correggere o addirittura rifare le matrici per la stampa.
Ovvio che qualche errore ci possa stare.
Inoltre la “base cartografica” poteva essere diversa da editore a editore, con le conseguenze del caso.
Inoltre anche i voli su cui si basano le foto aeree (ed i conseguenti aerofotogrammetrici) non vengono fatti in un tempo ristretto, per cui il lavoro finale può essere successivo anche di parecchi mesi ai lavori preparatori.
Un esempio: il portale cartografico del comune di Milano permette di consultare le foto aeree che portano la data del maggio 1965.
Tuttavia in un forum di trasporti facevano notare che le foto devono essere antecedenti, perchè il deposito MM1 di Precotto risulta ancora in costruzione (ed è entrato in servizio già con l’apertura di MM1, il 1° novembre 1964, non fosse altro perchè all’epoca era l’unico deposito, ed era collegato alla stazione ferroviaria di Sesto per poter ricevere via “rotaia” i convogli della metropolitana).
Curiosamente l’aerofotogrammetrico (che porta la stessa datazione, ovvero maggio 65) porta il deposito come parzialmente realizzato!
Degno di nota è il tracciato, andato perso, del raccordo ferroviario di cui sopra.
Oggi NESSUN deposito MM è collegato alla ferrovia: i nuovi convogli MM (o quelli che devono essere trasportati fuori Milnao, per manutenzione pesante) vengono carrellati (cioè vengono trasportati su gomma, vagone per vagone)!
@ Gabriele
Grazie per le tue precisazioni…..il mio intervento relativo alle mappe cittadine è da qualche parte in “vecchiaMilano” dove io sono uso intervenire magari saltando di palo in frasca rasentando spesso il “fuori tema”….inutile cercarlo…..(non ci sono riuscito nemmeno io) (!)….ma tanto ci siamo capiti lo stesso…..Probabilmente il filobus all’andata funzionava, ma eravamo giovani “vigorosi”…con la scusa dell’avventura si poteva restare di più insieme alle ragazze onde approfondire questo strano moto dell’animo….proprio…. Ah l’amour……
(!) Mi riprometto sempre di prender nota di dove scrivo i miei commenti ma mi contradsdico sempre……
Saluti…a rileggerci…..
Forse ho trovato la discussione sulle mappe…
Taliedo e Linate: https://vecchiamilano.wordpress.com/2010/09/09/taliedo-e-linate/
si discuteva sul tracciato di Via Tertulliano.
Non la trovavi perchè il tuo commento è di fine gennaio.
il tracciato della vepra-vedra-vetra(forse vecchio nome del fiume?), ovvero il canale artificiale, ,deviata l’acqua dell’olona,fu cominciato dai romani e rifinito via via nei secoli, per assurdo oggi ha ripreso il suo antico corso, o similia: lo scolmatore. il lambro meridionale per molti è il vecchio letto dell’olona ma secondo me anche quello è la risulta di antiche canalizzazioni di torrenti e fontanili. curiosità: in provincia di pavia “nasce” l’olona meridionale, probabile percorso dell’antico olona.ad ogni modo dovrete ammettere che l’artificiosità, milano ce l’ha fin dall’antichità, al punto che non ci si raccapezza più sui percorsi d’acqua originali. l’unico vero fiumiciattolo di milano, che passava “naturalmente” per il centro, è il nirone, che oggi arriva, mi sembra, a baranzate(sarà lo stesso?). anche il seveso venne deviato dai romani all’altezza della martesana..altra curiosità, il sistema delle marcite, basato sulla canalizzazione dei fontanili, a sud della città, recuperava le acque delle fogne per fertilizzare i campi, un sistema a circolo perfetto.
E il Lambro meridionale,dopo aver raccolto quel pò pò di roba che attraversa la città sottoterra.nel suo percorso va a congiungersi,per poi riversarsi in Po a Corte Sant’Andrea, con il Lambro settentrionale subito dopo San Angelo Lodigiano ,che attraversa,regalando ai suoi abitanti,i Barasini la propria ricchezza purtroppo non più utilizzabile per le marcite perchè si tratta di un inquinamento soprattutto chimico..Proprio in paese esisteva una piccola centrale elettrica,sorta sul sito di un mulino che ha dovuto essere chiusa .Il salto e relativo rimescolamento dell’acqua regalava ai rivieraschi,tra i quali la sottoscritta,un bell’aereosol e una schiuma molto soda,che si ritrovava a chilometri di distanza mentre il caratteristico odore ,odore di Lambro appunto,ristagnava a lungo nelle case.Non si è mai riusciti a quantificare i danni alla salute.Nel contempo fu proprio impossibile continuare a pescare nel fiume,C’è un quartiere rivierasco chiamato la Costa proprio per la presenza di famiglie un tempo dedite alla pesca nel Lambro .Inutile dire che è rimasto solo il toponimo.
.Era inavvicinabile.La sabbia bianchissima si trasformava in una patina nera sulla pelle e nessuno osava mettere in acqua una barca per qualunque motivo che non fosse il ripescaggio di qualche cadavere e men che meno mangiare un pesce anche se si fosse riusciti a trovarlo.Ora sembra che ci siano pesci ma ancora nessuno osa cibarsene.
Va da sè che le rive si inselvatichirono e che fu impossibile pescare acqua da usare per irrigazione,se non con la certezza e il malcelato desiderio che tali verdure sarebbero state riportate ai milanesi.
Il disagio era enorme e si pensò anche che fosse alla fine necessario rinunciare al fiume anche noi ma non se ne fece nulla.Una sfilata a Milano con il tricolore e la stampa al seguito bastò per calmare le acque.Non avevamo abbastanza santi in paradiso o forse quelli che c’erano avevano il loro da fare a distribuire favori a destra e a manca e la rappresenrtanza politica era interessata a non alienarsi il favore dei potenti esercitando la virtù della scaltrezza e del compromesso,generi da sempre molto apprezzati dai barasini disposti a tutto pur che non si tocchino i loro immediati interessi.Da noi i sindaci restano in carica vent’anni di seguito.Non siamo banderuole
!(Per inciso,i Barasini furono soprannominati “quelli della sesta giornata,andai a bev el lat a Muvignon” dai milanesi perchè,costeggiando proprio il lambro meridionale si presentarono al sesto giorno della insurrezione di Milano nel 1848 giusto in tempo per vedere sfilare,al sicuro dalla zona di Movignone,dove si festeggiava San Giorgio giusto in marzo bevendo il latte , le truppo austriache mentre uscivano momentaneamente da Milano.Erano una quarantina e si trattennero anche la moneta che avevano prelevato,casualmente,dalle casse comunali)
.La centrale smise la sua attività.Non che fosse importante sollevare il disagio e pensare alla salute dei barasini ma fu necessario farlo perchè le acque riuscirono a corrodere le strutture della centrale e non fu economico sostituirle.Ora la centrale è chiusa e il Lambro meridionale scorre come una fogna sotto il ponte del paese.All’Olona ci hanno aggiunto quando occorre anche parte delle acque del Seveso,senza pealtro risolvere comunque il problema in quel di Milano.Solo per questo ci hanno regalato il rifacimento e il rinforzo di parte delle rive .Ricordo la sera in cui vedemmo dal ponte le acque salire minacciose fino a raggiungere il livello della piazza quando fecero la prova,con i vigili del fuoco volontari che in mancanza di informazioni si ritrovarono a presidiare il glorioso ponte di ferro come se dovessero tenerlo in piedi solo con la loro presenza.
Ora stanno funzionando,si spera,i depuratori di Milano.
Per anni noi barasini abbiamo pagato con la bolletta dell’acqua la depurazione delle acque scaricando a valle del Lambro che arrivava sporco e puzzolente e che ci passava sotto il naso le nostre acque belle pulite.E i milanesi si lamentarono perchè aumentò il costo della bolletta dell’acqua!
L’unico lato positivo è la riduzione drastica delle disgrazie degli annegamenti durante i mesi estivi.Quando il Lambro era pulito era la spiaggia dei Barasini e la raccomandazione delle mamme era di non andare a fare il bagno perchè c’erano punti in cui si formavano gorghi.In tanti ci lasciavano la pelle soprattutto in luglio tanto che,essendo in luglio la ricorrenza della festa della Madddalena,quando si parlava di una disgrazia del genere si diceva che “se l’era preso la Maddalena”.
Scusate questa lunga riflessione.Ma il sito è tanto bello e questo articolo è così ben fatto che mi sembrava giusto ,per equità,completare il quadro per non lasciare l’idea che tutto sia agreste e bucolico,con la nostalgia delle nebbie e delle atmosfere romantiche o festaiole,.Per cose di questo genere ,cioè l’uso delle acque,Milanesi Lodigiani Pavesi e Piacentini se le sono date di santa ragione e pensare che le acque erano pulite!
In questa foto aerea del 1950 è possibile vedere il “ramo darsena” dell’Olona, a sinistra in altro: in piccolo nastro nero che si dirige e sfocia nella darsena.
http://www.igmi.org/voli/scheda.php?gid=225010
ho letto ahime tardi questi bellissimi commenti ma sono stati un piacere leggerli per il modo e l’educazione non piu di questi tempi.io non vivo a Milano bensì a Gallarate e conosco l’Olona da dove nasce fino Legnano e grazie a qualche amministratore e a qualche associazione di cui faccio parte, l’Olona sta lentamente riprendendo a vivere come pure la sua valle, è anche stata fatta una pista ciclabile bellissima da percorrere e che vi invito a percorrere fermandovi magari in valle a Fagnano olona presso l’associazione i Calimali dove altresi potrete rifocillarvi.vi ringrazio a ancora alla prossima
buongiorno Bruno,
ho letto il suo commento al bell’articolo di Gianluca Macis sul fiume Olona e vorrei chiederle se può consigliarmi delle fonti di informazione sugli scarichi nel fiume. Vorrei scrivere un articolo sull’inquinamento dell’Olona e vorrei capire in quali punti avvengono i principali scarichi che lo rovinano. Sto anche cercando sul sito dell’Arpa ma il lavoro è molto lungo.
Grazie
Xavier Vigorelli
https://iltrenodelladomenica.altervista.org/
Purtroppo la situazione dell’Olona a tutt’oggi 2021 e’ ancora di gravissimo livello di inquinamento . Chi passa per il tratto tutt’ora scoperto alla Barona, sente ancora miasmi costituiti dalla componente chimica degli scarichi . Ma ormai tutte le fabbriche non dovevano essere provviste di adeguato impianto di depurazione ?