17 ottobre 1886. Esce nelle librerie il romanzo Cuore, un libro per ragazzi edito dai Fratelli Treves, Emilio e Giuseppe, che ebbero decisamente un buon intuito nel comprendere che quel libro di Edmondo de Amicis avrebbe avuto un grande successo: in poco tempo infatti fu ristampato per oltre quaranta volte con traduzioni in decine di lingue.
Eppure Edmondo de Amicis (1846-1908) iniziò la sua carriera non come scrittore, ma come ufficiale dell’Esercito partecipando anche a importanti battaglie durante la terza guerra d’indipendenza, come quella celebre di Custoza, devo il Regno d’Italia subì la sconfitta da parte degli austriaci.
Dimessosi dall’Esercito abbracciò la carriera giornalistica, ritrovandosi spesso come inviato in zone “calde”, per esempio durante la “presa di Roma” nel 1870; sebbene abbia scritto numerosi romanzi, verrà comunque ricordato dalla maggior parte delle persone per il libro “Cuore”.
La via assunse il toponimo a lui dedicato verso la metà degli anni ’10 sostituendo il precedente nome (via Vittoria) che a sua volta prese il posto – al tempo dell’unità d’Italia – della Strada della Vittoria e della Strada del Ponte de’ Fabbri unendole fra loro.
La prima, la Strada della Vittoria, partiva dal ponte di Porta Ticinese fino alla Pusterla dei Fabbri appena dopo aver superato il ponte degli Olocati, mentre il secondo tratto dalla Pusterla raggiungeva il ponte di San Vittore.
La pusterla dei Fabbri fu demolita nel 1900 su delibera del consiglio comunale, in vista presumibilmente della già “decisa” copertura della cerchia interna del Naviglio e per agevolare lo sbocco di via Cesare Correnti verso corso Genova, eliminando quelle parti architettoniche che non erano in linea con l’evoluzione della città… che forse oggi potremmo chiamare “involuzione”…
L’arco della pusterla, come si legge nel frammento del Corriere della Sera, fu trasportato al Castello Sforzesco, dove è posizionato ancora oggi, sebbene in una posizione diversa da quella iniziale.
La prima collocazione fu difatti nel Cortile Principale del Castello Sforzesco, come si evince dalla successiva immagine, mentre fu successivamente trasportato all’interno delle sale espositive e più precisamente all’ingresso del Museo d’Arte Antica.
Proprio di fronte alla pusterla, si diramava – inclinata rispetto all’ortogonalità delle altre strade – la via Olocati che insieme alla via Vallone costituisce oggi la via Conca del Naviglio, di cui abbiamo già avuto modo di parlare.
Esiste una fotografia, molto diffusa in rete, che inquadra proprio la diramazione del Naviglio dalla cerchia alla Conca di Viarenna, che qui riproponiamo.
All’estrema destra di quest’immagine si intravede l’aiuola e il monumento con il busto di Cesare Correnti (patriota e statista, 1815-1888) inugurato il 23 giugno 1901, opera dello scultore Luigi Secchi.
Anche la via che dal Carrobbio alla Pusterla dei Fabbri assunse quasi contestualmente il toponimo dedicato al politico che si occupò pricipalmente degli aspetti di economia duranti i governi Ricasoli e Lanza; via Cesare Correnti sostituì quindi quello di contrada (e poi via) San Simone dal nome di una chiesa – ss. Simone e Giuda – soppressa nel lontano 1787.
La via De Amicis vista dalla via Olocati / Vallone (nella fotografia ancora percorse dal Naviglio) presenta un elemento caratteristico visibile ancora ai nostri giorni.
Si tratta di quella graziosa appendice dell’edificio sull’angolo con la via Cesare Correnti che è miracolosamente rimasta intatta, e che a mio parere impreziosisce il contesto anche se sarebbe certamente tutt’altra storia se il Naviglio percorresse ancora la via De Amicis.
Gli autori del sito Cuore di Milano si sono divertiti – con successo, mi sembra – a immaginare come potrebbe essere oggi la via De Amicis (ma non solo) se fosse ancora percorsa dal Naviglio… cliccate sui numeri che trovate sulla mappa presentata e rivivrete un po’ l’ambiente che i corsi d’acqua creavano (senza sentirne fortunatamente il forte odore, però).
L’altro elemento di spicco della via De Amicis è senza dubbio la chiesa medievale di Santa Maria della Vittoria, che con molta probabilità diede il nome alla via prima di chiamarsi De Amicis, come accennato in precedenza (ci sono pareri discordanti sull’origine del nome, in quanto si deve risalire addirittura ai tempi di Ludovico il Bavaro nel XIV secolo).
La chiesa faceva parte di un convento che fu soppresso nel 1799 le cui origini sembra che risalgano al XIII secolo; nel tempo – come spesso accade – tutto il complesso subì modifiche sostanziali: il convento venne traformato in abitazioni e la chiesa fu “troncata”, proprio come avvenne per San Giovanni in Conca.
Difatti la parte che possiamo vedere oggi è solo l’abside della chiesta che originariamente aveva una pianta rettagolare, con un’unica navata, e che copriva una superficie decisamente più estesa. Ma anche questa è Milano…
Ahimè, saro odiato, ma nel 1900, quando si demolì la pusterla dei Fabbri, in quel tratto il naviglio era già coperto (1894/96 l’intero tratto discendente fino al ponte degli Olocati) e si vede bene sia dalle carte topografiche sia dalla foto dell’archivio civico (p. es. su Flickr) della pusterla denudata dalle sovrastrutture edilizie. Che dire?
Ancora cordialità, LF
Mi scuso se nell’articolo si sia interpretato diversamente.
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c’è qualcuno in grado di esaudire questa mia curiosità: la funzione e qualche notizia sulla “Torre del sale” in via Olocati (oggi via conca del naviglio), torre che andò distrutta nei bombardamenti nel 1943?
Che enorme rammarico la copertura del Naviglio! Immagino al giorno d’oggi, con una valorizzazione estetica dei Navigli inarcati e sinuosi attraverso queste vie storiche, quanto Milano sarebbe differente ed affascinante.