Per molto tempo la città di Milano aveva come confine la cinta delle mura spagnole, ossia una fortificazione in muratura (le precedenti furono costruite anche in legno) che racchiudeva la città e solo in alcuni punti controllati, detti porte e pusterle, poteva avvenire il passaggio tra la città e l’esterno.
Durante il periodo del dominio austriaco, Giuseppe II nel 1782 attuò l’unione amministrativa delle cascine e dei borghi agricoli oltre la cinta dei bastioni, come stabilito da un decreto dell’imperatrice Maria Teresa, sua madre, nel 1757.
Tale unione prese il nome di “Corpi Santi”, in quanto una legge impediva la sepoltura dei defunti all’interno delle mura, e considerando che all’esterno venivano sepolti anche i Santi e i Martiri, fu scelto il toponimo “Corpi Santi”, a cui si aggiunse il suffisso “di Milano” in concomitanza con la seconda guerra d’indipendenza che portò alla costituzione del Regno d’Italia.
Schematizzando un po’, questo comune aveva quindi la forma di una “corona circolare”, ossia un cerchio con un foro al centro, che rappresenta la città di Milano all’interno delle mura. Il comune dei “Corpi Santi di Milano” verrà annesso a Milano solo nel 1873, estendendone di molto la superficie e soprattutto aumentandone la popolazione di circa il 30% (Milano aveva già circa 200.000 abitanti contro i poco più di 60.000 dei “Corpi Santi”).
Basta dare un’occhiata alla cartina riprodotta (cliccare sulla cartina per visualizzarne una di dimensioni maggiori) per comprendere come questa espansione di territorio (e di popolazione) avvenuta tutta insieme abbia dato uno “scossone” alla stabilità socio-economica di Mialno. Nel bene e nel male, certo.
Di fatto una serie di realtà rurali e contadine si ritrovarono ad essere parte integrante del tessuto cittadino da un punto di vista amministrativo, ma diventando nel frattempo la periferia di una grande città, con tutti i problemi tipici delle periferie. La differenza rispetto a prima è che l’aministrazione prima era locale e quindi, più o meno, immediatamente reattiva di fronte ad un’esigenza, mentre ora si dipendeva dall’amministrazione della “Grande Milano”, con tempi (e soluzioni) differenti.
Ghisolfa, San Siro, Boffalora, Gratosoglio, Barona, Monluè, Loreto, Montalbino, Bovisa e centinaia di altre cascine si unirono così a Milano dandole una fisionomia che rimase pressocché identica fino alla fine della prima guerra mondiale, quando nel 1918 e 1923 si unirono a Milano anche altri piccoli comuni come Turro Milanese (unico del 1918), Niguarda, Affori, Baggio, Lambrate ed altri (nel 1923).
Nel frattempo, per arrivare ai giorni nostri, le mura spagnole sono “cadute”, ed il comune ha istituito le zone (9 ad oggi, 20 fino a pochi anni fa) di decentramento amministrativo… prima unione e poi decentramento, corsi e ricorsi storici?
Interessante Fabio,
ma mi chiedo se formalmente Milano abbia oggi delle “frazioni”.
Ad inizio anni ottanta, durante una gita in ciclomotore, incorsi in un cartello di località che riportava sotto “frazione di Milano”, ma non ricordo più dove fossi.
Uhm… forse ero a Vaiano Valle.
Walter
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