Chissà se Mario Borgato ha mai pensato che a distanza di pochi decenni il sostantivo da lui utilizzato per indicare i due palazzi gemelli (un po’ diversi…) di piazza Piemonte avrebbe fatto sorridere tutti quanti?
Già, l’appellativo grattacieli nel 1923 era evidentemente usato per indicare qualsiasi cosa fuori dagli standard di quel periodo; giusto a titolo di curiosità, riporto la definizione che cita Wikipedia in proposito.
“Il grattacielo è un edificio di grandi dimensioni ed espanso in senso verticale verso l’alto, costituito da un gran numero di piani abitabili. […] Viene considerato un grattacielo qualsiasi edificio di altezza superiore ai 100 metri. Tuttavia al di là della misurazione dell’altezza in metri è di uso comune considerare come grattacieli tutti quegli edifici che superino i 15 piani di altezza“.
Sono evidentemente cambiati i termini di riferimento.
In ogni caso sono due belle costruzioni che separano tre delle nove vie che si affacciano sulla piazza: Elba, Washington e Sardegna. Consiglio di osservare bene questo frammento di cartina stradale del 1904 perché riporta delle curiosità che meritano di essere evidenziate.
Prima fra tutte il percorso dell’Olona, ancora libero e senza le costrizioni a seguire le sponde artificiali costruitegli lungo la circonvallazione (probabilmente qualcuno dei lettori ricorderà ancora l’Olona passare in piazzale Brescia fino ad arrivare “dritto dritto” in Piazza Napoli e viale Troya).
Qui invece – proseguendo verso il basso – l’Olona attraversava il parco Solari e sempre con un percorso da vero “fiume” e non incanalato artificialmente se ne andava verso la Darsena.
La seconda “chicca” che vorrei far notare è il percorso originale del corso Vercelli che impegnava quella che ora è via Belfiore (in ricordo dei Martiri di Belfiore) per poi “piegare” verso sinistra in quella che diventerà via Marghera.
Per sbucare poi alla Maddalena, l’area – soggetta alle esondazioni dell’Olona… – che successivamente prenderà il nome del fondatore degli stabilimenti tessili De Angeli – Frua.
La terza particolarità è la presenza del rilevato ferroviario che ancora percorre via Dezza e via Cimarosa per giungere allo scalo Sempione (ricordate il ponte visibile nella foto sull’articolo di Corso Vercelli?) e da qui procedeva oltre per entrare nel flusso dello scalo Farini (direzione vecchia stazione Centrale o linee per Varese).
Tornando in piazza Piemonte, ci soffermiamo un momento sul Teatro Nazionale, il cui progetto è sempre di Mario Borgato; il teatro è stato a lungo impiegato come cinematografo, sembra per difficoltà economiche del proprietario e fondatore Mauro Rota, e riportato al suo ruolo originale solo una trentina di anni fa, nel 1979. Il teatro fu inaugurato nel 1924.
Recentemente è stato riaperto dopo un lungo periodo di chiusura durante il quale sono stati effettuati lavori di ristrutturazione; ha così potuto riprendere ad ospitare spettacoli teatrali di qualità. La capienza, a dispetto dell’impressione che trasmettono le dimensioni dell’edificio, è di ben 1500 posti e l’acustica sembra essere eccellente (almeno a detta delle pagine del sito e di chi ha già assistito agli spettacoli).
Tutta l’area che gravita intorno a piazza Piemonte è stata “ridisegnata” a seguito dell’applicazione del Piano Regolatore Beruto (dal nome dell’ingegnere Cesare Beruto che lo sviluppò): si può notare infatti l’ortogonalità e la simmetria di alcuni percorsi, progettati per realizzare una grande arteria (teorica) fra quella che diventò negli anni successivi piazza Napoli fino ad arrivare all’attuale piazza Firenze.
L’unico “incoveniente” era che si doveva passare proprio “in mezzo” alla Piazza d’Armi (diventò Fiera Campionaria solo nel 1923) tagliandola proprio a metà. Osservando però l’ultima foto dell’articolo su piazza Giulio Cesare si può notare chiaramente che la fiera era “attraversata” da un viale che congiungeva le strade che provenivano da Sud (via Washington e via Buonarroti) che quelle che proseguivano verso Nord (via Alcuino e via Ruggero di Lauria): sarebbe stata una direttrice Nord-Sud di quasi quattro chilometri, anche se i dubbi sulla sua utilità furono manifestati ben presto…
Non va dimenticato inoltre che piazza Piemonte si trova anche sulla strada per Magenta e Vercelli, come testimoniava la presenza di Porta Magenta, o porta Vercellina come veniva chiamata in precedenza.
Una Porta che col passare dei secoli (e quindi anche con l’espansione di Milano) si spostò dalla probabile locazione orginale al termine di via Meravigli (angolo San Giovanni sul Muro) alla seconda “sede” posta in corrispondenza del naviglio che scorreva in via San Girolamo (l’attuale via Carducci) per arrivare infine nella sua ultima ubicazione, quella di piazzale Baracca, prima di essere demolita definitivamente (intorno al 1885).
Sembra che ci siano molti elementi per poter dire che la prima porta Vercellina (siamo nel periodo repubblicano di Ottaviano Augusto) fosse ubicata proprio al termine di via Meravigli; in primo luogo il toponimo San Giovanni sul Muro potrebbe voler indicare proprio la presenza delle mura.
In secondo luogo la via e la chiesa intitolate entrambe a Santa Maria alla Porta (sebbene successive rispetto al primo spostamento della porta) potrebbe essere proprio un richiamo all’esistenza a breve distanza dell’ingresso cittadino.
Infine, anche se su questo punto c’è molta incertezza, i resti del Palazzo Imperiale (sempre di epoca romana) di via Brisa e la stessa torre di Ansperto potevano essere (la torre in particolare) parte integrante della cinta difensiva.
A conclusione di questo articolo volevo proporre una foto che sebbene non sia molto vecchia e non presenti nulla di artistico nel senso stretto, mi è piaciuta molto e perciò desidero mostrarvela.
E’ una via Washington degli anni ’50, vista in direzione piazza Piemonte, esattamente all’incrocio con la via Costanza… sì, in effetti qualcosa è cambiato, sono sparite le fabbriche – come la Borletti – e sono comparsi i supermercati, ma la fisionomia fondamentalmente è rimasta identica.
Segnale “Pericolo! AUTOBUS” e numero di autovetture a parte, ovviamente!
Sarebbe bellissima una città che riuscisse a convivere con i propri corsi d’acqua senza trasformarli in fogne. Forse è chedere troppo per Milano ed i suoi governanti degli ultimi 50 anni.
Ciao Roberto.
Non voglio fare l’esterofilo a tutti i costi, ma ogni volta che mi reco ad Amsterdam sembra così semplice vivere in una città grande e avere con lei un rapporto “umano”.
Perché non si riesce a replicare qui da noi? Persino quando percorro la ciclabile della Martesana incontro inciviltà e prepotenze (oltre ai rifiuti dentro l’acqua). Mi auguro solo che prima o poi cambieremo e miglioreremo un po’…
Molto bello ed approfondito l’articolo di questa settimana!Non solo perché ci fai notare tante cose in merito ai mutamenti avvenuti nella zona nel corso dei decenni (corsi d’acqua, ferrovie, Piani Regolatori, edifici), ma anche per il bel “viaggio” a ritroso, nel tempo e nello spazio, lungo corso Vercelli, Magenta, fino alle mura repubblicane e massimianee e a Santa Maria alla Porta.
Ammirevole la tua prudenza in merito a Mura e Porte romane, ma penso tu abbia ragione a collocare l’antica Porta Vrcellina proprio alla fine di via Miravigli, angolo San Giovanni sul Muro: non perché sia un un esperto in materia, ma perché lo dicono tutti i testi che ho letto. La cosiddetta Torre di Ansperto, come sai, era parte integrante della recinzione che poi continuava in S. G. sul Muro.
S. M. alla Porta (primo edificio) era già vecchia nel 1105, secondo Serviliano Latuada (1738) che si rifà a Landolfo J.(XII sec.), quindi precedente di molto sia la distruzione del Barbarossa sia la costruzione delle mura medievali in muratura. Le mura romane, quindi, potevano essere quasi tutte in piedi.
Scusa la lungaggine. Grazie e cordialissimi saluti.
Quando si va così tanto indietro negli anni (anzi, nei secoli) la prudenza nel fare delle affermazioni è d’obbligo.
Finché si tratta di azioni, edifici, persone o qualsiasi altra cosa sia stata documentata con libri, fotografie o disegni (originali dell’epoca a cui si riferiscono ovviamente) si può anche evitare di usare il condizionale, altrimenti…
Non sono uno storico, ma leggo molto; e leggendo molto ho trovato parecchie affermazioni che andavano in evidente contrasto fra loro. Nei limiti del possibile vorrei evitare di dare informazioni non veritiere, e – in questi casi – fornire solo spunti su cui riflettere…
Ciao e grazie del tuo commento, per nulla troppo lungo.
per chi si ricorda quest’incrocio!!….(vi aiuto.washington/costanza.l’orologeria fa ora angolo a dx nella foto, dove prima c’era il mattatoio negli anni ’50, poco oltre la Borletti delle spolette e degli strumenti auto, ora attuali Castorama e Esselunga).in fondo la classe operaia si è solo riciclata
Interessante articolo.
Ho visto che siete in possesso di una acrtina di Milano dell’inizio ‘900.
Non potreste preparare un articolo sul corso dell’Olona? Con uno estratto della cartina più ampio?
(E naturalmente con le foto che si possono avere).
Grazie.
Su skyscrapercity c’è un thread apposito sulle mappe di Milano.
l’Utente Minz 68 ne raccolte parecchie…
http://www.skyscrapercity.com/showpost.php?p=53874747&postcount=205
Però vale la pena di guardare tutto il Thread
Buona visione!!
Grazie Gabriele… sono fantastiche… 🙂
Con riferimento alla piazza, è notizia degli ultimi mesi il dibattito sulla pensilina che è stata messa nei pressi del teatro Nazionale. Tale pensilina, che dovrebbe essere l’ingresso di un box sotterraneo, se non erro, obiettivamente va a rompere l’equilibrio geometrico-spaziale della piazza. Verrà tolta? Chi vivrà vedrà…
Bellissimo articolo! E che chicca la foto dell’incrocio tra via Washington e via Costanza! Abito in via Washington da trent’anni, da quando sono nata, e sono alla ricerca di foto “storiche” della mia via. A parte la famosa foto dei “grattacieli” di piazza Piemonte non ne ho mai trovate, tra tutte quelle pubblicate sui numerosi libri di storia milanese che possiedo oppure rintracciabili online. Eppure ce ne devono essere in giro. Il palazzo dove abitano i miei genitori è del 1931 e mi piacerebbe tanto vedere foto di quell’epoca di via Washington. Qualcuno sa dove posso trovarne?
Grazie.
Grazie dei complimenti, Silvia.
Sono sicuro che esistono fotografie “vecchie” di tutti gli angoli di Milano… basta avere pazienza e vedrai che “saltano fuori”. 🙂
E’ la zona dei miei avi paterni: in via Parmigianino al 13 ci abitava la mia bisnonna, ci nacque mia nonna, ci è nato mio padre…..quella casa, ogni volta che ci passo sotto, penso che è la più MIA , senza esserlo, ahimè, veramente…Mia nonna chiamava SEMPRE p.za De Angeli ” LA MADDALENA”, che è il nome antico della piazza, prima che la dedicassero al famoso imprenditore tessile. Tutta la zona, lì intorno, gravitava sull’azienda: le case erano state costruite dalla fabbrica per i suoi lavoratori , le case di ringhiera per gli operai ( …naturalmente io arrivo da lì…….), le villette in via Correggio per i dirigenti e gli impiegati, il villaggio Frua, esempio stupendo di villaggio industriale, per un misto di impiegati e operai qualificati ( oggi è la zona a ridosso di p.le Gambara/v. Moncalvo etc ).
Tra la piazza e via Marghera passava l’Olona, non ancora deviata e interrata in v.le Bezzi: quando era in piena allagava tutto: esiste una storica foto della piazza allagata, abbastanza diffusa e rintracciabile su vari libri ( Milano Periferia, ad esempio…)
Mio padre, classe 1938, mi ha raccontato quasi tutto della zona, dei suoi anni, e altre chicche me le raccontava mia nonna, da bambino….ma nemmeno loro mi hanno mai parlato di quanto ho poi scoperto grazie alla mia passione calcistica….. Il campo della squadra chiamata NAZIONALE LOMBARDIA, sez. calcio dello Sport Club Italia, maglia a strisce rossoverdi, che sorgeva al numero 24 della vecchia via Baggina, oggi via Trivulzio. Esattamente di fronte all’ Ospizio per Aziani, tanto che le cronache raccontano spesso di tifosi arrampicati sul cancello della Baggina per vedere la partita senza pagare.
Ho un numero d ” Il Football “, del 1914, che racconta dei tafferugli provocati dai ” teppisti del rione Magenta” che assaltano a sassate il tram che sta riportando, nel dopo-partita, la squadra del Novara ( uscita vittoriosa,…)
Non ho, purtroppo, nessuna traccia fotografica nè sulle mappe, ma il numero civico è certo e riportato su varie guide e annuari ( ad es. la Savallo ). Il campo copriva, di fatto, l’area dove oggi sorge la strana e imboscata via Fontanesi. Ho , però, un ‘immagine dell’incontro Nazionale Lombardia-Libertas, in cui si vedono delle casette e soprattutto delle ciminiere fuori dal campo.. Non risultandomi il fatto che ci fossero delle fabbriche, a ridosso, la ciminiera potrebbe essere quella della stessa Baggina. Sarebbe interessante scoprire la presenza di altre fabbriche o opifici, lì in zona.
A proposito di fabbriche, segnalo la presenza , negli anni ’40 e ’50, della MOTOM, mitico marchio motociclistico, legato alla De Angeli-Frua. Ci lavorava l’altra mia nonna, immigrata dal Veneto: la fabbrica era a Baranzate ( con una costruzione avveniristica completa di pista di collaudo), ma la divisione meccanica che trattave le sfere, i freni etc era in v, Jacopo Palma, angolo via Cagnoni….tra p.Gambara e p.le Siena. Milano era stra-piena di fabbriche, fabbrichette, ditte, dittarelle….in ogni numero civico, in ogni scantinato ce n’era qualcuna….soprattutto in quella prima periferia anni ’50……Vabbè, finiamo qui, sennò mi viene la lacrimuccia…….
Stefano
grazie all’autore. Ho vissuto dal 1949 al civico 1 e sono andato a scuola in pza Sicilia. Ricordo che nella vicina pza Po c’erano macerie della guerra ed a scuola ci insegnavano a riconoscere i residuati delle bombe che ancora si trovavano fra le macerie. Indimenticabile il gamba de legn che sbuffava uscendo in via cimarosa-vercelli e attraversava piazza Piemonte.
Dalla vicina caserma dei pompieri di via Sardegna usciva una autopompa scoperta di origine americana che aveva una sirena particolare. Imparai a riconoscere i mezzi dal suono diverso delle sirene.
Abitavo , negli anni 50, in via Washington, al l’angolo con via Roncaglia, dove passava l’Olona , e davanti a casa , il n. 78 , sugli argini e nei prati antistanti, a settembre arrivavano le greggi con i loro pastori, cani e agnelli. C’era ancora la transumanza,. Presto con altre notizie. Aspetto foto.
U
Mi piacerebbe trovare foto della mia scuola elementare di p. Sicilia e delle mie scuole medie Carlo Porta, a fianco di S. Vittorie negli anni cinquanta
Le scuole sono ancora lì. Non mi pare che siano cambiate molto.
Se non le hai conservate, puoi avere le foto di classe di seconda e terza media, scattate nel cortile della Carlo Porta. Il mondo è piccolo…..!!!
Da appassionato di Basket ho letto che in via Costanza c’era il campo di gioco della Dopolavoro Borletti, che dopo fusione con la Triestina, diverrà l’Olimpia Milano di oggi. Avete qualche notizia a riguardo?
Avete anche qualche altra foto della zona? Abito proprio in via Costanza, poco lontano da quell’incrocio.
A questo link trovi tutta la storia con anche delle immagini del campo di via costanza http://www.museodelbasket-milano.it/leggi.php?idcontenuti=96
Sul campo all’aperto di via Costanza nell’agosto del 1945 la Borletti giocò una partita contro una selezione della V Armata americana. Un incontro che segnò una svolta e fece scoprire per la prima volta agli italiani (tra i quali Sandro Gamba allora ragazzino) cosa fosse la vera pallacanestro. Purtroppo di quel mitico campo non ho mai visto neanch’io un’immagine.
Vorrei dare qualche informazione su TUTTI gli architetti che hanno progettato grattacieli di piazza Piemonte, e quale significato ha il loro design
Mi risulta che i grattaceli di piazza piemonte sono stati realizzati dagli architetti Borgato-Macchi/Rusconi -Clerici. Le rispettive forme si riferiscono al genere maschile (quello su via Elba) e a quello femminile (quello sulla via Sardegna
Rusconi e Clerici , erano si architetti , ma intervennero solo in qualità di impresari . Il progetto dei due grattaceli , del teatro Nazionale e del palazzo di rimpetto al teatro sono dell’ architetto Mario Borgato .