Eccoci qui alla seconda parte dell’articolo sui canali di Milano. La prima parte è visibile cliccando qui.
Cerchia Interna dei Navigli, Naviglio del Vallone, di San Gerolamo e Morto
La cosiddetta cerchia dei Navigli derivava dall’antico fossato difensivo medievale del 1156 ad opera di Guglielmo da Guintellino creato per difendere Milano dalle incursioni del Barbarossa.
Quando il Naviglio Grande (1272 ca.) e il Naviglio Martesana (1496) giunsero a Milano, si decise di collegare la cerchia interna a questi due corsi per sfruttare le vie d’acqua per il trasporto del marmo per la costruzione del Duomo.
Le acque della Martesana, dopo il Tombone di San Marco, si immettevano nella cerchia interna in via Fatebenefratelli, percorrevano piazza Cavour, via Senato, via San Damiano, via Visconti di Modrone, via Francesco Sforza, via Santa Sofia, via Molino delle Armi, via de Amicis e via Carducci.
Nell’attuale via Francesco Sforza all’altezza di via Laghetto, fu costruito il porto di approdo per i marmi di Candoglia del Duomo; questo “approdo” prese il nome di Laghetto di Santo Stefano, proprio accanto all’ospedale Ca’ Granda (attuale Università Statale).
Per collegare il Naviglio Grande dalla Darsena alla cerchia interna fu costruito il Naviglio del Vallone, o anche conosciuto come Viarenna, dal nome della prima conca al mondo costruita (1439 ca.). Il Naviglio del Vallone sottopassava i Bastioni dell’attuale via Gabriele d’Annunzio e tramite l’attuale via Conca del Naviglio (vedi foto di apertura) andavano ad intercettare la fossa interna all’angolo con via Molino delle Armi.
Il Naviglio Morto invece era un tratto di Naviglio nell’attuale via Pontaccio, un tratto facente parte dell’antica cerchia interna del 1156 che andava a rifornire il fossato del castello. Con la dismissione di questo compito difensivo rimase “chiuso” in via Pontaccio e prese appunto il nome di Naviglio Morto.
Stessa sorte per il Naviglio di San Gerolamo della cerchia interna che rimase attivo lungo la via Carducci, terminava nell’attuale piazza Cadorna.
La situazione attuale: con il PRG (Piano Regolatore) Beruto del 1884 venne pianificata la chiusura della fossa interna.
I primi tratti ad essere coperti furono il Naviglio Morto e il Naviglio di San Gerolamo nel 1894. La cerchia interna invece venne coperta nel biennio 1929-30. Il tratto da via Fatebenefratelli a via Molino delle Armi, compreso il Naviglio del Vallone venne coperto.
Attualmente non vi scorre acqua e non c’è possibilità che succeda in quanto gli alvei sono stati completamente riempiti durante la ristrutturazione negli anni 60/70 per scongiurare pericoli di crollo. Del passato idrico in queste vie non rimane traccia alcuna. Gli unici particolari che si possono notare sono agli incroci dei dislivelli stradali dove l’alzaia incrociava i vecchi ponti (particolarmente evidente nell’incrocio tra Molino delle Armi e Corso Italia). Resta un monumento con un tratto di naviglio in acqua stagnante (aggiungerei putrida) a ricordare la presenza della Conca di Viarenna in via Conca del Naviglio.
Olona e Lambro Meridionale
Il bacino idrico occidentale di Milano è formato da questi due corsi d’acqua. Avendone già parlato in un precedente articolo mi limiterò solo a citare gli affluenti dell’Olona. Vicino a Rho l’Olona riceve i torrenti Bozzente e Lura. In zona Musocco giunge tombinato il torrente Fugone (o Merlata) che si immette nell’Olona in zona San Siro. Più a Valle, nell’attuale piazza Stuparich l’Olona riceve il torrente Pudiga (o Mussa) che giunge a Milano nel quartiere Vialba, tombinato sotto viale Espinasse.
Il Lambro Meridionale è un colatore che trae le sue origini probabilmente dall’antico alveo del torrente Lombra (che attualmente corrisponde circa al percorso del tratto di circonvallazione tombinato dell’Olona).
Già dall’epoca romana veniva utilizzato come canale di scarico fognario (infatti ne deriva il suo nome come Lambro Merdario). La funzione del Lambro Meridionale potrebbe esser paragonata alla ben più famosa Cloaca Maxima di Roma.
Riceveva lo spurgo della città tramite un canale che percorreva via Conca del Naviglio e , ricalcando il percorso del Naviglio Grande, lo intercettava nell’attuale San Cristoforo.
Con lo scavo del Naviglio Grande, uno scarico del Naviglio stesso divenne la sua foce. Dal 1930 circa ricevette anche le acque dell’Olona sempre a San Cristoforo venendo canalizzato nel suo percorso attuale.
La situazione attuale: Il punto dove nasce il Lambro Meridionale è ancora oggi visibilissimo; le chiuse del Naviglio Grande sotto il ponte ferrato della ferrovia a San Cristoforo danno origine al canale che pochi metri dopo la nascita riceve le acque dell’Olona provenienti dalla circonvallazione.
Il colatore prosegue scoperto e canalizzato lungo le vie Malaga e Santander. All’incrocio con viale Famagosta inizia la tombinatura che scorre lungo via San Vigilio e via San Paolino.
Attraversa scoperto l’autostrada A7 e il deposito della metropolitana a Famagosta. In via Boffalora riceve le acque del Deviatore Olona. Sottopassa il Naviglio Pavese vicino a Chiesa Rossa (ricevendone anche parte di portata) e lascia la città in direzione Rozzano sempre a cielo aperto. Dopo aver attraversato il pavese sfocia nel Lambro a Sant’Angelo Lodigiano.
Il Lambro
Molti, per differenziarlo dal Colatore Lambro Meridionale, preferiscono indicarlo come Lambro Settentrionale. Ma il suo nome originale è Lambro. Nasce dai Monti del San Primo a Magreglio. Arriva da Monza attraverso Cologno Monzese e nella zona di Cascina Gobba sottopassa il Naviglio Martesana ricevendone le acque in eccesso. Entrato nel territorio comunale di Milano attraversa il parco Lambro, viale Forlanini, Cascina Monluè ed esce in zona Peschiera Borromeo. A Melegnano riceve le acque della Vettabbia e Cavo Redefossi, mentre a Sant’Angelo Lodigiano riceve il Colatore Lambro Meridionale. A Senna Lodigiana confluisce nel Po.
La situazione attuale:
Il Lambro risulta completamente scoperto come fiume nonostante la scarsa qualità delle sue acque. La sua posizione periferica l’ha preservato dalla tombinatura selvaggia che hanno subito i canali milanesi. Sicuramente la sua portata risulta aumentata in quanto nel corso dei secoli è diventato lo scolmatore delle acque di Milano. Tutto l’attuale sistema idrico di Milano scarica direttamente o indirettamente nel Lambro (Vettabbia, Redefossi e Lambro Meridionale). L’unica via di uscita “alternativa” delle acque da Milano è il Naviglio Pavese.
Cosa resta a Milano…
A Milano del suo passato fluviale, oltre il Naviglio Grande, la Darsena e il Naviglio Pavese resta veramente poco. Il mio auspicio personale è che presto vengano riattivati i percorsi storici, ovviamente non prima di una depurazione delle acque a monte della città, di una razionalizzazione dei percorsi dove riaprire i canali e una buona manutenzione negli anni a venire. Togliere definitivamente le auto dal centro, potenziando il trasporto pubblico (magari anche idrico!) e restituendo l’acqua sarebbe un gran bel sogno…per adesso accontentiamoci di ricordare la città com’era con i suoi canali attraverso le foto in bianco e nero!
A chi fosse interessato ad approfondire l’argomento consiglio la lettura del libro: “Viaggio nel sottosuolo di Milano tra acque e canali segreti” di M. Brown, A. Gentile e G. Spadoni – Editore Comune di Milano, non più disponibile in commercio ma a disposizione presso le biblioteche comunali rionali di Milano e il consorzio di biblioteche CSBNO, da cui sono state tratte la maggior parte delle immagini di questo articolo e con cui mi sono documentato per scriverlo.
Schematico – essenziale – ma informato ed esaustivo…proprio c.v.d.
grazie
che scempio hanno fatto…incredibile come hanno rovinato questa città…
Vorrei continuare la mia campagna personale per evitare lo spreco di risorse mirate a perseguire iniziative da sogno: “Riapriamo la fossa interna”, con tutte le implicazioni di caos cittadino, mentre io sono propenso a dedicarmi…subito… a salvare, al meglio, ciò che ancora esiste…magari in prospettiva di….ma dopo!…….Tali niziative, ribadisco, non mi vedono contrario, di massima….
Lo so che la mia è una fuga solitaria e che a 100 m. dal traguardo sarò raggiunto e battuto, ma io ci provo……
-Ipotizzabili implicazioni di una politica industriale fluviale-
Come vedrete in fondo al testo, parlo, soprattutto, “pro domo mea”: Se non avessero avuto l’idea di coprire la fossa interna e di seguito l’Olona, la Martesana, il Redefossi, favorendo (si fa per dire, oggi) la mobilità su ruote, sicuramente, con tale mentalità belgo-olandese, avrebbero proseguito con la progettazione e l’esecuzione del Canale Milano-Cremona-Po, noto come “Porto di Mare”, idea geniale che di sicuro avrebbe contribuito a dimezzare il traffico di autoarticolati odierno…”forse”…Conosco i miei polli.
Avrebbero poi attrezzato adeguatamente la zona con ferrovie, strade camionali interne ed esterne alla città, con depositi acconci al traffico, magari una raffineria, perché no? A tal scopo avrebbero occupato una zona che dalla Gamboloita sarebbe arrivata massiccia quanto meno a Melegnano, e con gli annessi, forse a Lodi, dove…guarda caso…scorre un fiume…perché non usare anche quello?
Nel frattempo saremmo sicuri che le autorità avrebbero provveduto, con saggio arredo urbano, a rendere pittoresche le rive della Fossa interna a rendere ludicamente fruibile la Darsena e le rive dei due Navigli? Come ha detto qualcuno, nella prima parte dell’articolo, politica e territorio, tendono a frammischiarsi, non sempre dal lato migliore.
Parliamo poi del Progetto Ajraghi, è da sottolineare che costui era d’accordo con le autorità dell’epoca riguardo all’insalubrità della Fossa interna, forse non l’avrebbe coperta però l’avrebbe sostituita con un progetto bello nel suo genere, immenso, un canale che, girando intorno a Milano, avrebbe toccato Lambrate, Nosedo, Conca Fallata, previa un’enorme Darsena nuova a sostituzione di quella a Porta Ticinese, già sottodimensionata ai traffici, darsena da edificare all’incrocio con la Martesana e il Seveso con una nuova diramazione verso il Villoresi. Altro che zona portuale sud…avremmo come minimo dovuto parlare di Milano – Porto Totale, si sa…industria porta industria…cos’è tutto quel verde…via con le manifatture, i magazzini e gli spedizionieri…i danee hinn danee….
Conclusione: non avremmo la cintura verde a sud, avrebbero abbattuto l’abbazia di Chiaravalle e di Viboldone, e io mi guarderei bene dall’ abitare al Corvetto, con l’ingresso del Porto che, come da mappe progettuali, sarebbe sito nell’attuale P.zza Gabrio Rosa; tale ingresso collegato, poi, dagli spaziosi viali del Progetto Albertini. Un bel quartiere abitativo, dove oltre ai rumori diurni del traffico, le puzze delle lavorazioni continue ci sarebbe il contorno notturno di alberghi ad ore e no, osterie malfamate, crapp e rocchetee, liti, traffici più o meno leciti, sporco e degrado e d’Inverno? Nebbie pestilenziali….
“Gamboloita!!!!”: Proprio…..”In gamba la vita!!!!”……
concordo con ottavio! Le foto in b/n sono belle, ma avremmo dovuto esser ci per valutare pregi e difetti. Che poi si possano ripensare in ottica diversa… cho dice di no. Gli scempi a Milano sono stati ben altri
ripeto.
amsterdam puzza?
londra puzza?
parigi puzza?
persino venezia puzza meno di milano!!
vi fate problemi per la puzza dei navigli ma ogni giorno respirate lo schifo di milano… vapori di scarico… discariche a cielo aperto in pieno centro… marciapiedi putridi… strade putride…
il problema nn erano nn sono e nn saranno i navigli in centro ma sono i milanesi!!!
negli ultimi 300 anni solo gli stranieri hanno portato il bello a milano.
e anche ora è cosi.
le ricostruziuoni post belliche sono quasi sempre state oscene.
le periferie sono oscene.
solo ora che capitali e idee non italiane si fanno largo i quartieri vedono qualcosa di nuovo e bello.
Sono totalmente d accordo !!! Meno male che ancora qualcuno e’ capace non di sognare , ma di pensare in grande! A Milano dall unita’ d Italia in poi è stato solo un lento ed inesorabile declino a livello urbanistico ed architettonico. Chiudere i navigli per lasciare spazio al cemento ed all asfalto. Hanno cominciato i savoiardi con la distruzione del centro storico, poi la follia visionaria del “ventennio” con la scellerata copertura dei nostri navigli e l edificazione di orrende costruzioni a scapito di bellissimi antichi palazzi, dopo arrivarono i bombardamenti e poi a completare l opera i nefasti anni 60 / 70- Possibile che voler veder scorrere nuovamente l acqua nel centro di Milano sia una pretesa utopistica ??! Possibile che solo le idee di devastazione possano essere portate avanti nella nostra gloriosa bellissima città ??? Possibile che non si abbia il coraggio di riportare all antico splendore la citta’decantata da tanti poeti e scrittori ?? Possbile non voler portare avanti un qualcosa di veramente grandioso da lasciare nel tempo? ?
Ma dobbiamo sorbirci questi isterismi del solito che guevara della mutua ancora per molto?
Personalmente rispetto le opinioni di tutti, se espresse con cortesia. Suggerisco quindi di evitare espressioni che possono rovinare il clima di serena discussione.
Sul tema “navigli sì – navigli no” la questione è certamente complessa, ma anche estremamente difficile da affrontare se non con una visione molto ampia di tutti i parametri.
Mi piacerebbe rivederli? Certo. E’ possibile? Non ne sono così sicuro.
E’ anche vero però che si potrebbero realizzare interventi “ad hoc” per portare qualche gioco d’acqua in una città come Milano. Un esempio? Una fontana molto grande in via San Marco che simuli il laghetto, come aveva suggerito l’amico Roberto in una discussione simile (e forse aveva realizzato anche un rendering in 3D).
Naviglio sì!
Naviglio no!
Solo ritocchi?
No! Cura totale!!
Giunta ecologica…
Giunta futurista….
Giunta menefreghista….
Me se dis a Milan? cent coo dusent ciapp….
Oh Signor…semm al camp di cent pertigh………..
……….e quando si cita Che Guevara, per piasèe, netèves la bocca!! …o fare gli sciacqui con il Tantum verde!! :)))
Seguo da tempo questo bel sito, ma devo constatare che ultimamente sta prendendo una brutta piega. Si sono infiltrati personaggi con le fette di salame dell’ideologia davanti, dietro, sopra e sotto gli occhi e stanno rovinando tutto. Se a qualcuno piace tanto Che Guevera affari suoi, ma non si vede cosa c’entri con Milano. La speranza è che tutto questo sia accaduto solo per una distrazione di chi cura il sito. Molti seguono il sito perché amano Milano e sono interessati alla sua storia, di ieri, di oggi e di domani. Non alla politica!!! Se invece i curatori del sito non la pensano così basta solo che lo dicano in modo esplicito e sapremo che è tempo di migrare verso altri lidi.
Grazie Paolo
………ho sempre cercato di parlare di Milano solo ed esclusivamente perchè la amo e le dedico studi e ricerche da sempre, , oltre al fatto di esserci nato e di esserci nati parte dei miei avi….evitando di dare un tono “politico” a quello che si pensa, anche se le idee o le ideologie non sono belzebù…sono punti di vista, magari semplicemente condizionati dai propri trascorsi, dalla propria storia, dalla propria educazione…l’importante è rispettare ed ascoltare le opinioni, le idee, le ideologie di TUTTI. Che mi piaccia o no il Che sono, appunto, affari miei, esatto, NON c’entra nulla con Milano…e allora diglielo al Gingi, che se uno ha delle idee lievemente “ecologiste”, è fuori luogo definirlo ” il solito Che Guevara della mutua, con i suoi isterismi”…perchè sennò, inutilità per inutilità, se sento parlare a sproposito del Che , due parole ironiche per difenderlo le spendo volentieri….
io, tra l’altro, sono fin troppo attaccato alle tradizioni molto borghesi della Milano di un tempo, all’educazione, al senso civico, al merito, al lavoro etc etc…ma mi si deve spiegare perchè questi valori ” antichi” sono positivi, mentre un po’ di rimpianto per una Milano meno isterica, caotica, trafficata, grigia e irrespirabile debbano, invece, apparire come il sogno dei soliti utopisti, ecologisti da strapazzo o , appunto, i cheguevara fuori tempo bastian contrari….Si può sperare , al di là delle visioni politiche o ideologiche, in una città con maggiore senso civico e maggiore attenzione alla vivibilità e maggiore solidarietà ??? oppure sono sempre e solo sogni utopistici?? per quanto riguarda i curatori del sito, la peggior cosa che potrebbero fare è quella di censurare le opinioni, le idee, gli interventi di chi scrive, anche e soprattutto quelle diverse dalle mie: sempre che, naturalmente, il tutto sia entro i limiti del rispetto e dell’educazione…..
cordiali saluti Milanesi
Stefano
io esprimo i miei concetti con foga.
perchè è dura tutti i giorni vivere in una città amministrata in modo indecente da tanti anni.
la puzza esiste, basta andare via un w-end e tornare per sentirla pienamente.
mio nonno era un gentiluomo d’altri tempi, di quelli attenti alla forma oltre che alla sostanza e per tutta la mia infanzia mi ha raccontato della milano di inizio secolo. e vedere ora grazie a questo sito prendere forma concretamente questa ormai “antica” città fa rabbia.
e se si va in giro per l’europa fa ancora più rabbia perchè si vede chiaramente che grandi città come milano possono essere amministrate infinitamente meglio.
non è questione di destra o sinistra ma di amministrare bene.
ma gli scandali di questi ultimi 30 anni fanno capire anche troppo bene che la gestione della città non è certo in mano al fior fiore degli amministratori.
guardare lo scorcio di via senato con il naviglio fa male. molto male.
soprattutto se poi uno va in giro per milano a vedere i pochi resti di quel passato e come sono ridotti.
o se va lungo il naviglio grande a guarda le sponde indecenti rabberciate alla bell’è meglio. o la darsena quasi una fogna a cielo aperto ormai.
la capacitàdi indignarsi è una forza non una debolezza. ma da fastidio perchè la norma è l’asservimento al sistema rosso nero bianco verde che sia.
Ho già avuto modo di esprimere in altre occasioni il mio punto di vista in merito a “educazione”, “censura” e “politica”.
Curo questo blog per pura passione e credo che la stessa passione accomuni tutti i lettori; non lo faccio per fini di lucro perché è tutto gratuito e l’unica gratificazione è vedere che il numero delle visite – e quindi dei lettori – aumenta sempre.
Su quasi 1000 (mille) commenti ne ho censurato uno solo, perché era chiaro lo scopo provocatorio, oltre a essere esplicitamente maleducato. Il filtro anti-spam ne ha eliminati – da solo – quasi duemila.
Chiedo in cambio solo di non parlare di politica perché la politica, per quanto necessaria alla gestione cittadina e dello stato, con le sue esasperazioni è capace di rovinare anche le cose belle, quindi vorrei che qui non entrasse.
La seconda e ultima condizione è quella di essere educati: chiunque frequenti il blog, dall’inizio o solo da ieri, deve sentirsi in un luogo sano e piacevole.
Ringrazio tutti quelli che hanno rispettato e rispetteranno in futuro queste due semplici regole…
Mi associo nel evitare commenti politici.
Anche a me piace molto questo sito proprio per far rivevere una città che non c’è più. Ma come molti non voglio star a dare colpe di chi o cosa l’ha trasformata….ma solo per godermi degli angoli della nostra città che non ho mai conosciuto e che ho la possibilità di rivivere…..
Ci ho riflettuto tutta la sera….in effetti sarebbe meglio che TUTTI, ed IO per primo, anzichè ” dire la propria” su Milano di un tempo e Milano di oggi, con ovvie considerazioni social-politiche, contribuissimo a inviare foto, immagini, documenti, ricordi, della Milano che fu…perchè questo è il tema del sito.
Le foto che appaiono sul blog sono quasi sempre di pubblico dominio, nel senso che appartengono a libri, pubblicazioni, archivi , collezioni…seppur bellissime, rare e spesso viste per la prima volta, in realtà non è ” niente di nuovo”…..sarebbe utile e interessante se ognuno di noi avesse delle immagini fotografiche scattate personalmente, o dai nostri padri, o dai nostri nonni, in cui si riesca a vedere uno scorcio, una via, un palazzo, un luogo….questo, sì , sarebbe preziosissimo, perchè SOLO COSI’ si vedrebbero NUOVE immagini, inedite, rare e mai viste prima. Facciamo tutti uno sforzo!
stefano
Il fatto è che non tutti, a quel tempo, avevano la macchina fotografica e raramente si facevano fotografare in Milano: “Per fan cosè?” Era una città limitata…anche noi oggi siamo poco propensi a fotografare ad es. il Duomo o il Castello…almeno… io di sicuro….a meno che non ci sia un parente “foresto”… poi la si sviluppa e il luogo resta in second”issimo” piano, quasi inesistente, perché in quel momento si pensava più alla persona…l’altra invece quando la riceve, ci scrive dietro “Milano li….” e le resta il ricordo del posto anche se dalla foto potrebbe essere…. Calolziocorte. Mia mamma ha portato in dote un notevole archivio fotografico giovanile suo; ma son quasi tutte foto delle Grigne…”Quand l’andava a fà i Narcisad”, che però potrebbero sembrare scattate in Nepal, sugli Appalacchiani, nelle Alpi MaConGranPena….. solo in due o tre si capisce che ad es. il gruppo si trova sopra Lecco.
Fate qualche servizio sulle narcisate? Ditemelo…..Non si capisce forse il luogo ma il tempo sì……sarebbero ottime per una cronaca di costume…….
Attenzione: Naviglisti-Fossinternisti-Negazionisti-Sfegatati dell’una e dell’altra parte…(e ribadisco che per il ripristino non mi trovate affatto contrario a parte qualche precisazione e precedenza….).
Notizia intravista oggi sulla metropolitana da un giornale istantaneo – Metro-
trovata discarica abusiva nel Parco Sud per 15000 mq…..
Se non si comincia a rispettare quello che si ha già e a vigilare intensamente…
le fasce di verde esistenti…(e si può immaginare che c’è qualcuno che ci vorrebbe far qualcosa d’altro)…..non si può pensare di ripristinare…..
Prima si stabilizza e si legifera rigidamente sul possibile…realizzabile…futuribile sicuro e poi via con il restauro di Via Olocati…magari rimettere le Sirenette dove gli compete….ma spero che sarete d’accordo con me che prima bisogna mantenere e RISPETTARE AL MASSIMO il verde che ci resta……..
Ritornando in tema, reputo tutto sommato corretta la decisione di chiudere i tratti di naviglio morto a fine ‘800 ad acqua stagnante, mentre profondamente sbagliata quella di chiudere gli altri tratti della cerchia interna ad acqua fluente.
Al di là della questione estetica, la cerchia interna è l’anima della città ed è strettamente legata alla storia (dal Barbarossa in avanti). Solo l’idea di percorrere un ponte per entrare nel cuore della città fa venire i brividi…ora si attraversa solamente una strada trafficata:l ‘attenzione si è spostata solo su di essa e non su ciò che un tempo delimitava. Pensate solo ad un giovane Giuseppe Verdi che arriva a Milano per la prima volta, che impatto!
Il referendum comunale ha dato il suo esito schiacciante per cui un segnale forte c’è stato da parte dei cittadini. Ora aspettiamo i progetti…a proposito si sa già qualcosa dei progetti? C’è qualche sito che ne parla?
Penso che in primis il progetto principale sia finalmente il recupero della Darsena anche se sul corriere leggevo che si deve attendere l’ultimo ricorso che dovrebbe archiviarsi a breve prima di poter iniziare…
Un altro passo dovrebbe essere creare la famosa via d’acqua (anche se spesso viene data come abolita) per l’expo che dovrebbe comprendere il tratto di naviglio Grande fino a Corsico e poi si parlava dello scavo di un canale verso l’area expo o altri suggerivano ed indicavano di utilizzare il canale Deviatore Olona che ha proprio origine a Vighignolo di Settimo (accanto praticamente all’area expo) e incrocia il Naviglio tra Milano e Corsico sottopassandolo. La critica a quest’ultimo progetto sarebbe che il Deviatore è stato tombinato in alcuni tratti proprio recentemente (Alcuni tratti tra Lorenteggio e Baggio, quartiere in costruzione Mi-West e tra Baggio e Quinto Romano). Inoltre il canale oltre ad avere una portata irregolare (visto che serve per convogliare le piene di Olona e Seveso, per il resto ha una minima portata di mantenimento) raccoglie le acque dei due corsi più inquinati di Milano.
Sempre a riguardo delle vie d’acqua un’altra proposta era, verificata la difficile applicazione in 3 anni del canale verso l’area expo, di riaprire un canale lungo via Conca del Naviglio in ricordo proprio della cerchia interna e delle antiche vie d’acqua milanesi.
Sinceramente tutte queste notizie le ho lette nell’ultimo anno sui giornali e sono sempre state semplici proposte. Non so il progetto definitivo se sia già stato steso o si sia ancora in fase di stallo.
Certo l’idea di riaprire il naviglio del Vallone, dalla mia ignoranza la vedo proprio difficile, visto che il percorso delle acque milanesi era da nord verso sud (martesana verso Darsena) e la conca di Viarenna serviva proprio per ovviare a questo dislivello presente in quel punto….ma per i barconi!!!! inviare l’acqua dalla darsena a Viarenna lo vedo impossibile!!!
sinceramente quando sento di questi progetti da un lato sono contento…dall’altro ho paura. ma veramente paura.
da gente che vuol fare parcheggi sotto la darsena o sotto sant’ambrogio onestamente mi aspetto di tutto… ma purtroppo in negativo…
Molto interessante il lavoro che Federico Comelli Ferrari ha fatto su Milano, di sicuro interesse per noi amante della città meneghina.
Il naviglio di san Girolamo (ramo Vercellino) andava da Cadorna a est fino a Sant Ambrogio e oltre e c’era anche una conca di 55 cm ed era lungo 1095 metri. Altre notizie? Sempre disponibile. Cordialmente!
Sfortunatamente per voi, Milano è una città VIVA!!! Nessuna città viva, in continua espansione, una metropoli sviluppata può permettersi acque in pieno centro non depurate e che rischiano di fra venire malattie! Analizziamo le vere cause di chiusura:
-Pulizia: su questo sito c’è scritto che fino al 2003 Milano non ha avuto un opera seria di depurazione delle acque….avremmo rischiato di avere delle acque inquinate e sporche in pieno centro (e proprio a lato dell’Ospedare…che prima era Ca’ Granda -la mia cara Università- e ora è il Policlinico)
-Urbanbistica: Milano stava crescendo sempre di più, nel 1931 con il nuovo assetto ferroviario e stradale, è cambiata la mappatura di tutta la città, le esigenze sono cambiate e quindi si aveva bisogno di strade più larghe PER FAR VIVERE MILANO
Ora i corsi d’acqua in pieno centro piacciono a tutti, ma queste 2 cause non potevano permettere errori, e quindi il governo fascista ha chiuso saggiamente i navigli, seppur belli e di importanza storica straordinaria!
Io poi non definirei scempi le costruzioni fatte nel ‘900, molte di queste rendono Milano unica al mondo! Vie più larghe (es. corso Europa), e abbattimento di case che (ammettiamolo) viste nelle foto dei primi del ‘900 non erano tutta questa gran bellezza, hanno reso Milano moderna e unica, più veloce e scorrevole (eccetto il traffico ovviamente).
Ora io sono una romantica, nonostante la mia giovane età leggo voracemente i post di questo straordinario blog, che mi permettono di conoscere cose che a malapena i miei nonni sapevano della città in cui sono nati (sempre negli anni ’30), ma bisogna, a parer mio, evitare di cadere in un conservatorismo pericoloso e a tratti bigotto. Ora io sono la prima a non amare molte opere ultramoderne che stanno costruendo proprio ora (nel quartiere Isola in primis), ma ammettiamolo, molte cose che col tempo sono cambiate hanno reso più vivibile Milano, per quegli stessi turisti che qualcuno diceva che avessero portato loro la bellezza a Milano (ma dove?).
Ultimo appunto: non paragoniamo i navigli di Milano con la Senna di Parigi (è un signor fiume che lo attraversa) o il Tamigi di Londra, o Venezia o Amsterdam (città che vivono nelle lagune dove i canali che le attraversano sono naturali)…perchè sono cose totalmente diverse, incompatibili con Milano, città unica al mondo, che possiete i navigli artificiali e unici in pieno centro della Pianura Padana (quindi lontano dal mare).
I tempi sono cambiati, la città è totalmente cambiata…anche a me piacerebbe vedere il naviglio sotto Melchiorre Gioia ma capisco che non si può fare! Non sarebbe Milano, la città con tutte le sue condraddizioni e che cambia in continuazione…e forse è proprio questa la sua bellezza!
…..Francina d’accordo , sono d’accordo con te che sarebbe un’impresa ciclopica rendere “potabili” le acque dei navigli che scorrerebbero dopo la scopertura, forse più ancora di riscoprire i navigli stessi.
Mi scuso per il tono confidenziale, ma quando stavano coprendo il Naviglio in via S. Marco (1936 circa) abitavo vicino, avevo sei anni e non pensavo a quella età di doverli rimpiangere dopo tanto tempo. Ora mi sembra di scrivere ad una mia nipote (hai detto giovane età), tuttavia rilancio l’idea che proposi nel mio commento del 3 Marzo 2012 in “I canali di Milano”( I^ parte), accolta con tipico slancio milanese da Mao.
Proviamo ad insistere un pochino ancora (per una sola volta)……., le foto che vediamo sul nostro blog spesso mi commuovono anche perchè le ho sentite raccontare da chi le ha viste con i propri occhi (papà e nonno), e ti assicuro che mi piacerebbe vederle ancora in loco anche per chi non ne ha mai sentito parlare. Cordialmente!!!
Giulio32
Caro Giulio32, hai precisamente l’età della mia cara nonna ehehe quindi è del tutto legittimo il tono confidenziale, e anzi io le dovrei dare del lei! Ti invidio perchè via san Marco la volevo visitare da un po’, ho scoperto per sbaglio che esitono i resti della conca del naviglio e sono curiosissima, vorrei visitarla subito se potessi (non abito a Milano anche se tra nonni, partenti e università la frequento da quando sono nata e a tratti mi ritrovo più a Milano -dove sono nata e da dove arriva la mia famiglia- che dove abito io ora) e anche la chiesa di San Marco dev’essere bellissima!!! Purtroppo mi sa che resterà solo un sogno quello dei navigli in città, però sognare è permesso e allora facciamolo! Ieri ero in Melchiorre Gioia e ho notato che venendo da Centrale per via Lunigiana la strada saliva fino appunto a M.Gioia, per poi “appianarsi” superata la via…ecco ORA SO PERCHè! Io non sapevo che era per il naviglio prima di scoprire questo sito e quindi ringrazio davvero per l’apporto storico-culturale fondamentale che questo sito dà a tutti noi! Grazie di cuore!
Saluti a Giulio32!
Lo scorso anno ho creato alcune gallerie dove metto a confronto foto storiche dei Navigli milanesi con le inquadrature attuali anche dove i navigli non esistono più. Le foto attuali sono ricavate da StreetView. Le gallerie si trovano sul sito dell’Associazione canoistica no-profit di cui faccio parte e tramite la quale mi sono appassionato ai navigli. Di seguito i link:
La Cerchia Interna
http://www.canoamartesana.it/galleria.asp?act=foto&idgalleria=474
Naviglio Martesana
http://www.canoamartesana.it/galleria.asp?act=foto&idgalleria=471
Dal Naviglio Grande alla Cerchia Interna
http://www.canoamartesana.it/galleria.asp?act=foto&idgalleria=476
Qualora non funzionassero i link, basta fare copia incolla nella barra degli indirizzi del tuo browser
A presto,
GP
Grazie GP per le meravigliose foto della Milano di una volta;grande nostalgia di una bellezza ed estetica ormai scomparsa. Come si poteva non amare Milano?
Grazie.
sparite le foto
Buonasera;
vi leggo per la prima volta (chiedo venia) ed in soli 10 minuti di ‘lettura’ ho imparato cose che appartengono alla mia città che in 15 anni di scuola, nessuno mi aveva mai illustrato.
Tornando alla discussione sulla ‘Milano’ , l’Amsterdam della Lombardia, mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista per quanto riguarda il nuovo progetto di creare/riattivare le vie d’acqua pro Expo.
Vi ringrazio per un interessato riscontro.
Sapete che vogliono fare una ricicleria Amsa in via Chiesa Rossa a Milano dove la gente è in attesa da 23 anni del Parco Chiesa Rossa Missaglia Gratosoglio approvato dal 1991?Un modo migliore per rovinarci un naviglio non lo potevano pensare, stiamo raccogliendo firme contro la ricicleria, che conterrebbe anche oli esausti e materiale elettronico, pericolosissimi, e a pochi metri da Naviglio Pavese, da Lambro e case d’epoca!!
@Rosa sono interesata alla raccolta firme
puoi contattarmi? marianna.sturzo@gmail.com
Se non ci basta il capolinea di San Marco, risuscitiamo il Naviglio Morto di Via Pontaccio fino ai fossati del Castello, con assai meno impatto che riscavare nell’arteria Via Sforza/Via De Amicis