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Archive for febbraio 2010

Probabimente una delle piazze più conosciute al mondo. Ci sono particolari momenti in cui la piazza è talmente gremita che si passa a fatica tra la gente: durante i concerti i n piazza, il carnevale, le festività di Natale…

E, a parte i turisti che normalmente catturano ogni dettaglio con le loro fotocamere, noi ci passiamo attraverso spesso senza degnare di uno sgardo le meraviglie che la compongono. Forse ogni tanto si dice: “sono tanti anni che non vado sulla Madonnina… mi piacerebbe tornarci” ma poi inevitabilmente passano altri anni senza andarci.

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Questa immagine delle colonne di San Lorenzo è una di quelle che circola con più facilità tra le foto della Milano che si è persa col tempo.

Le sedici colonne di marmo con capitelli corinzi risalgono al III secolo, ma furono trasportate nell’attuale locazione, per completare la basilica di San Lorenzo, un secolo più tardi.

Rappresentano uno dei rari reperti romani di Milano, assieme ai pochi resti dell’anfiteatro, del teatro, delle terme “erculee” del circo e di poche altre tracce della Milano imperiale.

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Uno degli aspetti più coinvolgenti nel visionare materiale di tanti anni fa, è quello di “guardare” con i propri occhi tutto ciò che era diverso e anche “quanto” era diverso.

Una delle frasi più ricorrenti è proprio: “ma hai visto qui che c’era / non c’era…” e nel caso di questa foto di via Carlo Farini del 1920 che riprende l’angolo di viale Stelvio qualche cambiamento c’è stato…

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Corso Vittorio Emanuele è Milano.

Nel senso che forse non c’è persona che non sappia dov’è il “Corso” o che non ci sia stato almeno una volta. I turisti forse lo conoscono anche meglio di molti residenti (in senso ampio) perché in effetti di storia in questo tratto di strada ce n’è parecchia e spesso – proprio perché si abita a Milano o dintorni – non ci si prende il tempo necessario per “studiare” un po’ la nostra storia.

Cominciamo per esempio dal toponimo che in origine era strada S.Maria del Sacco, nata dall’unione di diverse contrade (vie), poi Corsia dei Servi e si è chiamato così fino al 1838, anno in cui gli austriaci decisero di dedicare il corso a Francesco II d’Asburgo, modificando il toponimo in Corso Francesco.

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L’anno è il 1935 e il luogo è la periferia nord della città, all’inizio del neonato viale Zara.

A parte il gruppo di villette del “Villaggio dei postelegrafonici” compreso tra le vie Pola (città croata dell’Istria), via Torquato Taramelli (geologo, 1845-1922), via Nazario Sauro (patriota, 1880-1916) e viale Zara, l’unico edificio che può dare un riferimento della collocazione di questa immagine è il palazzo bianco che vediamo sulla sinistra che è ancora esistente.

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A volte quando riguardo certi luoghi, ed in particolare la cerchia dei navigli, provo una forte sensazione di voler chiudere gli occhi e ritrovarmi fisicamente indietro di cent’anni, all’epoca di questa foto.

Come doveva essere tutto diverso allora: i primi tram elettrici (che hanno iniziato le loro corse nel 1900), la circolazione stradale che, oltre ad essere molto ridotta rispetto ad oggi era anche invertita rispetto all’attuale senso di marcia.

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Sono passati solo ottant’anni da quando via Fatebenefratelli appariva così agli occhi dei passanti. Uno spettacolo sicuramente più affascinante, come avviene per tutte le città che dispongono di uno o più corsi d’acqua.

Sembrerebbe complesso identificare il punto esatto da dove è stata scattata questa fotografia, ma per poterlo fare è necessario essere a conoscenza di un particolare importante: la via Marco de Marchi all’epoca di questa foto non esisteva ancora, come testimonia anche questo particolare di una mappa stradale del 1931 (quando la cerchia dei navigli era appena stata chiusa) che trovate qui sotto. (altro…)

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Per tutti i milanesi si è sempre chiamata così, “cicca” che vuol dire piccola, derivazione dallo spagnolo “chica” che si pronuncia (quasi) “cicca”.

Per tutti gli altri si chiama Porta Ticinese, la porta costruita dal Cagnola tra il 1801 e il 1813. Inizialmente i francesi – durante il loro periodo di dominio di Milano che terminò nel 1814 – la chiamavano Porta Marengo.

Indipendentemente dal nome, Luigi Cagnola (architetto, 1762 – 1833) fece proprio un bel lavoro considerato che è ancora oggi una delle tappe “fisse” per i turisti; la concentrazione dei richiami turistici della zona è infatti di tutto rispetto: la Darsena, S.Eustorgio, le Colonne di San Lorenzo, i Navigli con le rispettive Alzaie… (altro…)

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Anche se è difficile a credersi, quello nella fotografia qui sopra è proprio lo stadio di San Siro.

Non si parlava certamente ancora di “anelli”, neanche di “primo anello”, visto che tribune e gradinate non completavano nemmeno il primo ovale… eppure negli anni ’20 (stiamo parlando di quasi un secolo fa) la stadio, che già ospitava le partite delle due squadre locali, era proprio così.

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Se provate a passare in questo periodo di costruzione della M5 lungo il tratto di viale Sarca qui raffigurato (l’avete riconosciuto, vero?) certamente troverete – soprattutto negli orari critici come le 17:30 – una interminabile coda di autoveicoli i cui passeggeri, più o meno rassegnati, procedono in direzione Sesto San Giovanni e Monza.

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