Il ricorso alla parafrasi del titolo del recente libro di Alessandra Giordano è ovviamente voluto, perché capita troppo spesso di sentire una certa mancanza di conoscenza sull’origine di alcuni toponimi, a volte anche molto significativi come quello del Lazzaretto.
Il Lazzaretto di Milano è forse uno dei più famosi luoghi di ricovero per persone affette da malattie contagiose quali la peste e la lebbra. In teoria si doveva trattare di ospedali allestiti temporaneamente per superare i periodi critici durante le epidemie, ma in realtà poi si trasformavano in strutture permanenti, tra l’altro spesso poco curative visti i bassi livelli di igiene che si potevano raggiungere.
La notorietà per quello di Milano deriva anche in parte dal racconto di Alessandro Manzoni, “I promessi sposi”, che fa svolgere alcune scene del romanzo proprio al Lazzaretto.
Nel 1488 venne iniziata la costruzione dell’edificio, fuori dalle mura logicamente, su una vasta area allora ancora non necessaria per uso abitativo e quindi non edificata. Si dovranno attendere circa 400 anni prima che il Lazzaretto venga smantellato per far posto all’espansione inesorabile della città. Infatti ciò che prima era “fuori dalle mura” e quindi periferia è diventato praticamente “centro”… l’area occupata dal Lazzaretto era infatti grandissima ed era compresa e delimitata da via Lazzaretto, via San Gregorio, Corso Loreto (oggi Buenos Aires e visibile nella prima fotografia) e viale di Porta Venezia (oggi viale Vittorio Veneto) per una superficie totale di oltre 160.000 metri quadrati.
In realtà la “fine” del Lazzaretto era già stata segnata quando nel 1865 si realizzò la “vecchia” stazione Centrale, ossi quella ubicata nell’attuale piazza della Repubblica.
Infatti, come si vede chiaramente dalla seguente immagine, il rialzo che consentiva ai treni di raggiungere il bivio dell’Acquabella (via Sidoli, piazzale Susa) passava proprio attraverso il lazzaretto, in quello che oggi è viale Tunisia e che inizialmente (subito dopo lo smantellamento del terrapieno) assunse il toponimo di viale Regina Elena.
Ai vostri occhi, ormai molto attenti ai dettagli, non sarà certamente sfuggito che la chiesa al centro del Lazzaretto è uno dei pochi elementi ancora oggi presenti: si tratta della chiesa di San Carlo al Lazzaretto sita nell’attuale largo intitolato a Fra’ Paolo Bellintani, esattamente allineata con l’odierna via Lecco.
Infine una curiosità: l’architetto che ha realizzato il progetto della struttura del Lazzaretto si chiama… Lazzaro Palazzi e a lui è intitolata la via che scorre compresa tra le parallele via Panfilo Castaldi e viale Tunisia.
Già il Lazzaretto!Ci passavo tutte le mattine quando andavo alle elementari di via Tadino.Mi faceva un pò paura perchè mia nonna mi raccontava che c’erano stati quelli con la peste e,quando la facevo arrabbiare e mi diceva “sei una peste”, pensavo che poteva portarmi al Lazzaretto e per circa un’oretta facevo la brava o quasi.
Bei tempi,bella la mia Milano di una volta!
Indubbiamente Milano era più bella qualche tempo fa, ed era anche più vivibile, più ordinata, più… tante altre cose.
Milano è cambiata e a noi “malati di milanesite cronica” piace andare a scoprire (o riscoprire) il nostro passato, riportando alla luce quello che desideriamo che non si dimentichi.
Quello che è cambiato di più è però lo spirito di troppe persone, meno disponibili al dialogo, sempre più di fretta, a volte anche un po’ musoni… Milano è anche diventata multi-etnica negli ultimi anni.
Con le fotografie si riesce a far rivedere come erano le vie, i palazzi, i monumenti e i navigli… ma come si fa a far tornare il benessere morale di una volta?
Ovviamente non mi aspetto una risposta. Ciao e grazie.
cambiando la città cambiano i cittadini..lo è stato in peggio negli ultimi 40 anni…
Intanto inizio con il ringraziarti per il bel blog: racchiude un patrimonio da riscoprire. poi ti volevo chiedere un favore: mi sto occupando di una piccola ricerca sul lazzaretto e mi chiedevo se potessii darmi notizie circa le fonti delle immagini che qui hai presentato. te ne sarei molto grata. ti lascio il mio indirizzo e-mail valesse@hotmail.it
Ci sono stata recentemente in via Lazzaro Palazzi, e devo dire che è stato affascinante girare per quelle strade così piccolre rispetto al resto di Milano! Ho visitato la minuscola chiesetta e fotografato i resti delle mura (dietro c’è una chiesa ortodossa molto colorata) in via S. Gregorio…ed è stato stranissimo…l’archietettura del 1400 così in mezzo alla città senza nè capo nè coda…affascinante consiglio a tutti di visitarlo!