Via Padova, una volta strada Provinciale Veneta, è una via che ultimamente ha fatto parlare molto di sè, purtroppo per incidenti in qualche modo connessi alla sua attuale configurazione multi etnica.
Le scene di autovetture date alle fiamme o della Polizia in stato di allerta per il timore di nuove “rappresaglie” urbane, non regalano certamente a questa zona momenti di serenità come invece traspare dalle immagini che mostriamo oggi.
La storia di Crescenzago è molto antica. Probabilmente tutto nacque intorno all’abbazia di Santa Maria Rossa, fondata indicativamente nel 1140. La chiesa oggi si trova in via Berra, dove è situato un altro importante “pezzo” di storia, la Casa Berra, un palazzo che risale alla metà del XV secolo, edificato proprio di fronte all’antica chiesa.
I due edifici erano in passato collegati da un passaggio sotterraneo che oggi è murato. Purtroppo, tra l’altro, è andato perduto anche il – pare – bellissimo giardino barocco del palazzo Berra.
Va ricordato comunque che Crescenzago è anche sede di altre eleganti residenze, tra cui villa Lecchi (sec. XVIII) e le ville Petrovic (sec. XIX) e Pino De Ponti (sec. XIX), nel cui giardino alla fine dell’Ottocento fu eretta una filanda.
Il borgo di Crescenzago sorgeva lungo la Strada delle Rottole che corrisponde all’attuale via Leoncavallo (piazza Rottole era l’attuale piazza Francesco Durante) e il suo naturale proseguimento, via Palmanova. Nel 1858, Crescenzago registrò una popolazione di 1.534 abitanti distribuiti su di una superficie territoriale di 538 ettari.
Il suo fertilissimo terreno era coltivato a cereali e gelsi; vicino ai terreni adiacenti al Naviglio della Martesana abbondavano i prati a marcita. Il Comune, situato in amena posizione, era considerato luogo di villeggiatura e di gite fuori porta. Il nome gli deriva dal latino “Crescentii Ager” che tradotto letteralmente significa “Campo di Crescenzio”.
Nel 1923, come molti altri comuni della cintura di Milano, venne da quest’ultima inglobato grazie al Regio Decreto n. 2943 del 23 dicembre 1923. In quell’anno il sindaco di Milano era Luigi Mangiagalli, un nome molto importante per la città, ma va ricordato che la proposta di annessione di circa 25 tra comuni e frazioni avvenne nel 1917, quando il sindaco era ancora Emilio Caldara.
Certamente una della caratteristiche più conosciute dell’area è la presenza del naviglio della Martesana (oltre al fiume Lambro vche viene “incrociato” poche centinaia di metri più in là, dietro Cascina Gobba).
Il ponte sulla Martesana all’inizio di via Elio Adriano, cioè in piazza Costantino, ha subìto nel tempo quanche trasformazione come dimostrano le immagini di qualche anno fa.
Oggi è certamente più adeguato alle esigenze di mobilità che viene imposta dalla società, anche se – ne parlo per esperienza diretta – il traffico maggiore è sulla sponda del naviglio, in particolare durante le ore tardo-pomeridiane e durante i giorni festivi.
Percorrere la via Alfredo Baccarini (ingegnere ravennate, 1826 – 1890) sia in bicicletta che a piedi è diventato particolarmente difficile a causa delle migliaia di persone che affollano l’alzaia, da Melchiorre Gioia fino a Cassano d’Adda… ma in compenso è veramente piacevole notare come sempre più persone pongano una maggiore attenzione alla propria salute e al mantenimento “in forma” del proprio corpo.
Solo che fra unpo’ serviranno i vigili urbani nei punti nevralgici…
Per concludere vorrei dare un po’ di risalto ad un monumento che, pur essendo collocato in un ampio spazio, è scarsamente notato dai passanti: si tratta del Monumento ai caduti di Crescenzago nelle guerre dal 1821 al 1945.
Lo trovate all’inizio di viale Don Luigi Orione, nell’aiuola inserita nello spartitraffico. Il monumento reca la seguente scritta: “Crescenzago a tutti i suoi caduti nelle guerre dal 1821 al 1945”, volendo ricordare così tutti i caduti dall’inizio dei moti del Risorgimento al termine della seconda guerra mondiale.
Complimenti per il bell’articolo!
Volevo segnalare un gruppo su Facebook che si chiama Crescenzago Sparita… ma probabilmente lo conosci già 🙂
ehm ehm … quello che sto per scrivere NON è un commento bensì una domanda … tosta.
Nella piantina di Crescenzago riportata qui sopra, nella parte a sinistra in basso dove è menzionata la cascina Faiporina (se leggo bene) ci sono due vie che fanno quadrato tra via Ponte Nuovo e via Antonio Meucci: via Magistretti e via P.Biumi.
Bene, in corrispondenza con le lettere “Bi” di via Biumi è abbastanza facilmente riconoscibile un rettangolino arancione di dimensioni MINUSCOLISSIME indicante l’esistenza di una costruzione. Tale costruzione fu edificata attorno al 1920 dai nonni di mia moglie che facevano i contadini e avevano terre da quelle parti, non so dove, e la casa (piccola casa colonica con tanto di cortile, portico, stalla per il cavallo, ricovero per il carro a ruote alte e fienile) è tutt’ora in piedi, abbastanza ben ristrutturata e ci abito con gusto. Sto cercando fotografie della zona per vedere come fosse allora (non c’è documentazione fotografica di famiglia) … qualche suggerimento?
Complimenti per il bel blog.
Mauro
Conosco abbastanza bene quell’area… si tratta dell’isolato prima del benzinaio se non sbaglio.
Purtroppo non ho fotografie di quelle vie in quanto di cartoline di Ponte Nuovo non ne “girano” molte, ma non escludo che altri lettori possano averne di “personali” (Gabriele tu non abitavi in zona?)
Potresti anche provare a sentire nella chiesa di zona (San Basilio, se non sbaglio, ma anche altre “limitrofe”); le chiese sono spesso una vera sorpresa…
Effettivamente abitavo quasi in zona, tuttavia quando ci abitavo non avevo la passione di raccogliere cartoline o materiale fotografico…
devo vedere se c’è qualcosa su un paio di siti sulla zona; più tardi posterò i link
ciao Mauro stiamo organizzando un giro turistico nella vecchia milano con organizzazione Metromondo. vorremmo proprio riscoprie i posti che oramai non ci sono più o che come la tua casa sono stati conservati. Questa giornata sarà il 22 settembre . Ti va di accoglierci in una delle nsotre tappe . Grazie spero di sentirti presto Patrizia
Grazie per l’interesse, potrei scriverti in privato? Scrivimi a cp8155@gmail.com.
A presto
Mauro
Grazie della risposta. San Basilio, la chiesa che sta pressoché di fronte a casa mia, è molto più recente … Forse potrei provare alla parrocchia di Gorla in via Asiago o addirittura alla chiesa di Precotto. Grazie comunque del suggerimento.
Mauro
Ciao, una precisazione: via Leoncavallo è piuttosto lontana da Crescenzago, che si sviluppava, invece, intorno alla zona del ponte illustrato nella foto – dove è ancora presente la vecchia sede del Comune, che ora ospita ANPI e Legambiente.
Qualche curiosità in più: fino all’Ottocento Crescenzago era luogo di villeggiatura per molti milanesi benestanti, ecco il perché delle tante lussuose ville intorno al naviglio; agli inizi del Novecento, invece, nei campi presso Cascina Gobba c’era l’hangar del dirigibile di Enrico Forlanini – http://goo.gl/GZuS3
I am looking for the villa in Crescenzago, where famous baritone of the 19th century, Apollo Granforte, lived. Does somebody have information about it?
Cerca la villa de Apollo Granforte, grande baritono, a Crescenzago!!! The family also had a Grogonzola cheese factory in Gorgonzola, which I am also looking for. Mille Grazie.
A discipulo of Apollo Granforte, has his Facebook page, Apollo Granforte Vocal Studio. Please also visit to get more information.
Buongiorno, la Villa che cerca in Crescenzago è posta in via Cesare Arici 7, ed ora è una soreta di condominio.
Quella di Gorgonzola è sita in Via Lazzaretto 40 ed appartiene a poersone che non sono discendenti della Famiglia Granforte.
Cordiali saluti,
Luciano Bresciani di cui Apollo Granforte è il nonno.
grazie … che bello percorrere la storia della mia via … e della mia zona 🙂 molte grazie
Ciao abitiamo a Milano in via Palmanova nell a casino rosa, vecchia cascina. Qualcuno ha foot o cartoline d’epoca della zone? Siamo vicinity alla chiesetta delle rottole, avete notizie Di questa zona?
A inizio secolo l’unico tram che arrivava in via Padova era l’extraurbano per l’Adda, gestito dalla società TIP. I tram erano a vapore, ma per il servizio locale vennero costruite quattro motrici elettriche, ricavate da vecchi rimorchi a due assi: la motrice 1 è quella che si vede nella prima foto dell’articolo. Passate ad ATM, le motrici furono poi man mano demolite. La unità 3 sopravvisse facendo da mezzo di manovra a Monza (che aveva un deposito tram extraurbani) e poi finì nel curioso Museo dei Trasporti di Cormano, in un vecchio capannone vicino alla superstrada. Si può ancora vederlo, in mezzo ad un mucchio di altri mezzi e curiosità ammonticchiate senza grande ordine: è il più antico tram elettrico milanese, credo
La concessione iniziale della tranvia Milano-Gorgonzola Vaprio fu assegnata nel 1878 alla Società Anonima del Tramway Milano-Gorgonzola-Vaprio (MGV), che aprì la linea il 6/6/1878.
La TIP (Tramvie Interprovinciali Padane) rilevò la concessione pochi anni dopo (1882) spsotando il capolinea urbano da Porta venezia alla Stazione TIP di Viale Montenero).
A causa del notevole numero di passeggeri nel tratto suburbano (ricordo che fino al 1923 Crescenzago era comune autonomo, e Turro lo è stato fino al 1918) nel 1918 si decise di elettrificare la tratta fino a Crescenzago.
Nel 1928 infine viene avviato il servizio con motrici elettriche su tutta la tratta Milano-Gorgonzola.
Quanto alla motrice n° 3, il museo di cormano ha un sito, in cui si possono vedere molte immagini della motrice (e degli altri mezzi).
http://www.museodellecomunicazioni.org/binario.html
PS: forse intendevi che la motrice TIP n° 3 è il più vecchio tram elettrico conservato in un museo, dato che vi sono nuerose lineee tranviarie (urbane o interurbane) elettriche ben antecedenti al 1918?
Ecco, hai precisato meglio il tutto! non avevo sotto mano il Cornolò 🙂
Sul “più antico tram elettrico milanese” in effetti ho sbagliato: intendevo il più antico conservato, ma in effetti c’è quantomeno la motrice “Abbiategrasso” conservata al “museo” Ogliari a Ranco
Bello il blog! da un po’ di tempo ripensando alla mia vita, sto cercano foto della casa che era situata proprio di fronte alla chiesetta di via Palmanova, distrutta e ricostruita (ma ormai oggi come oggi ha perso quella bellezza che aveva!!!). La casa dove ho abitato per i primi 8 anni della mia vita e che è stata rasa al suolo per far luogo al via palmanova!!! Esiterà mai una foto degli anni ’50 di questa costruzione, mi pare di ricordare una villa a 1 o massimo due piani con il cortile. a lato c’era un fosso e ultre il prato davanti la vetreria Benecchi. Vi ringrazio e ottimo lavoro!!!!! la via padova, che lunga storia: dalla abitazione operaia ai giorni nostri. Grazie laura
bei ricordi , io sono nata in via Paruta e purtroppo anche la mia casa non c’è più
Grazie per questa pagina e complimenti. Marinella
Mio figlio recentemente ha acquistato un appartamento in un a vecchia casa di ringhiera in via padova 235 angolo via Meli dove dietro c’e una grande storia … costruita nel 1910 era per i proprietari /costruttori oltre che casa , un officina dov riparavano i treni. C erano i binari che arrivavano direttamente in cortile Dove c erano anche i lavatoi. Ora c e ancora una fontanella e l madonnina sulle scale.