19 settembre 1349. Risale quindi al periodo dei Visconti la fondazione di uno dei luoghi monastici più importanti in Milano, ovviamente oltre alla più conosciuta Abbazia di Chiaravalle, di circa un paio di secoli più vecchia (1135).
Quattro chilometri oltre le mura cittadine c’era la località di Garegnano che fino al 1869 costituva un comune autonomo, sebbene come tanti altri ebbe un periodo – durante gli anni del regno di Napoleone (1808 – 1816) – di temporanea aggregazione a Milano, annullata al ritorno degli austriaci.
Dopo l’unità d’Italia fu aggregata al comune di Musocco, che nel 1923 seguì la sorte di quelle due dozzine di comuni e borghi che vennero annessi definitivamente a Milano.
Oggi è facilmente raggiungibile dal viale Certosa, che dalla costruzione monastica prende appunto spunto per il toponimo. Oltrepassato l’attuale cavalcavia del Ghisallo che conduce alle autostrade, si incontra sulla destra la via Garegnano, che però è a senso unico e quindi è necessario arrivare alla certosa frontalmente, percorrendo la via Vilfredo Pareto (ingegnere ed economista, 1848 – 1923) famosissimo per il suo studio detto “Principio di Pareto” o più semplicemente “Legge 80/20”.
Lo studio – riassumendo molto il concetto – afferma che in un determinato contesto si ottengono i maggiori effetti grazie ad un numero ristretto di cause, ossia attraverso osservazioni empiriche si è stabilito che l’80% dei risultati si ottiene con il 20% degli sforzi. In verità Pareto applicò quelsta legge all’economia (del tipo il 20% della popolazione detiene l’80% delle ricchezze), ma si è scoperto che in realtà questo è un concetto che si può estendere e generalizzare in più contesti e ambiti. Per approfondimenti, cliccare qui.
Si diceva di Giovanni Visconti che, dopo la morte del fratello Luchino, dovette governare la città ma, essendo anche Arcivescovo di Milano (oltre a numerosissime altre importanti cariche), realizzò che tempo per la preghiera ne rimaneva veramente poco o niente.
Quindi, dopo aver donato i terreni di Garegnano all’ordine certosino, fece erigere la Certosa di Milano (questa è la dizione ufficiale) affinchè i monaci pregassero al suo posto…
Dopo soli cinque anni (1354) Giovanni Visconti morì, e lo stato milanese fu diviso fra i tre nipoti (figli del fratello Stefano Visconti) e cioè Bernabò, Galeazzo II e Matteo II, quest’ultimo pare avvelenato dai suoi stessi fratelli…
La storia dei Visconti, tra tradimenti, congiure, omicidi e complotti e sete di potere non ha niente da invidiare alle migliori attuali trame cinematografiche…
Ma la Certosa ormai (per fortuna) era in costruzione e venne consacrata nel 1367, terminata la gran parte dei lavori. Nel tempo il complesso fu anche arricchito di opere d’arte che in parte possono essere viste ancora oggi. Il ciclo pittorico dell’interno venne eseguito in due tempi da Simone Peterzano (1540 – 1596), maestro del celebre Caravaggio e dal grande Daniele Crespi (1598 – 1630). La sala capitolare conserva, nella volta, un bellissimo affresco con San Michele, opera di Bernardo Zenale (principio del XVI secolo).
Nell’immagine qui a fianco riportata possiamo ammirare parte della volta a botte nella quale Daniele Crespi raffigurò quattro medaglioni centrali attorniati da angeli e monaci certosini. I quattro medaglioni creano un percorso che conduce dal Vecchio al Nuovo Testamento; il primo in alto rappresenta Abramo nell’atto di sacrificare Isacco, mentre nel secondo si può osservare Maria Maddalena mentre viene portata in cielo dagli angeli.
Negli ultimi due medaglioni, che non compaiono nella fotografia, sono visibili San Giovanni Battista (terzo) e l’ascensione di Gesù (quarto). Suggerisco, a chi effettuerà una visita alla Certosa di Garegnano (o di Milano) non solo di dedicare tutto il tempo necessario a gustare le opere ivi contenute, ma anche di procurarsi una guida che ne descriva tutte le bellezze.
All’interno del complesso è comunque presente una libreria dotata di testi molto interessanti che possono essere acquistati, nel caso ne foste sprovvisti e desideraste seguire il consiglio.
Interessante anche il chiostro, sebbene non presenti particolarità degne di nota; probabilmente il chiostro grande, demolito nel 1885, era di maggior pregio; se qualcuno desiderasse approfondire le tematiche relativa alla storia e all’arte della certosa, consiglio di iniziare il percorso proprio dal sito ufficiale: www.certosadimilano.it
Indiscutibilmente la costruzione del cavalcavia del Ghisallo ha portato indubbi vantaggi alla circolazione, ma – come sempre accade – c’è stato un “rovescio della medaglia”.
Osservando le due immagini seguenti, si potrebbe faticare a credere che si tratta dello stesso punto, ma è proprio così.
E così dopo la costruzione del cavalcavia, avvenuta negli anni ’60…
Se si osserva bene, in corrispondenza del ritorno a livello stradale del cavalcavia si può notare la Certosa sulla sinistra.
Bene, anche per oggi è tutto. Alla prossima.
Peccato come al solito per un’infinità di cose, il Chiostro perso, il cavalcavia guadagnato…
Grazie comunque.
Hai perfettamente ragione. Il patrimonio perso è di solito definitivamente perso (a parte il poter consultare – a volte, non sempre – fotografie o disegni) e le brutture invece normalmente rimangono.
Però è anche vero che spesso non conosciamo quello che di pregio è rimasto… è importante abituarsi anche a vedere il bicchiere mezzo pieno: il lavoro di divulgazione che stiamo facendo (e non parlo solo per me…) è finalizzato anche a far conoscere cosa è rimasto che vale la pena di (ri)scoprire e apprezzare (l’abbazia di Chiaravalle, la cripta di San Giovanni in Conca, Palazzo Reale, ecc)
Penso che tu sia d’accordo con me, non è vero? Ciao.
Incredibile…son nato in B. Oriani nel 58 ma…queste foto sono come una folgorazione per me…………ora vedo la Certosa dall’alto……….illuminata…….nn ho voluto staccarmi dalla zona…che cambiamento……
Enzo Agostini
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si ma…ke fine ha fatto via capuana????
Mi sono sposato in questa bella Certosa e ci abito quasi difronte da 53 anni.