Lo sviluppo di comunità più o meno grandi si è quasi sempre concentrato nelle zone che rispondevano a precisi criteri di “condizioni facilitanti”: aree coltivabili, corsi d’acqua (naturali o artificiali) e un’orografia che semplificasse le comunicazioni: anche per Gorla Primo fu così.
Sebbene segni di stanziamenti sembra che risalgano anche a tempi molto remoti, è innegabile che le prime aggregazioni sensibili avvennero da quando è stato realizzato il canale artificiale della Martesana.
La Martesana venne realizzata su commissione di Francesco Sforza nei suoi primi anni di insediamento in Milano, sebbene le prime scritture relative ad una simile opera furono dell’ultimo Visconti, cioè Filippo Maria.
La storia ci racconta che dopo la morte di Filippo Maria Visconti (1447) che non aveva eredi maschi, Milano fu “governata” dalla Repubblica Ambrosiana la quale, in capo a tre soli anni, dovette cedere al potere di Francesco Sforza, che divenne quindi Signore di Milano nel 1450.
E, come immaginabile, intorno alle sponde del “Piccolo Naviglio” (così chiamato in contrapposizione al Naviglio Grande, di maggiore portata, realizzato circa tre secoli prima) si cominciò a sviluppare il borgo di Gorla, nome che pare derivi da un piccolo avvallamento (in dialetto “gorula”) presente in zona.
Il “Dizionario geografico” della Lombardia del 1855 recita così a proposito di Gorla: “Gorla, provincia, diocesi, pretura distretto primo di Milano, comune con convocato, che ha 251 abitanti. Superficie pertiche 928, estimo scudi 10,418. Distante tre miglia al nord-est da Milano. Villaggio presso il naviglio della Martesana, a breve distanza dalla strada ferrata di Monza, in territorio ubertoso a viti e prati. Vi sono belle villeggiature.”
Questo breve paragrafo fa intuire quanto la vita fosse sensibilmente differente in passato rispetto ad oggi, nel luogo dove le interminabili “code” di automobili hanno preso il posto dei “territori ubertosi”…
Gorla ha condiviso la stessa sorte di molti altri comuni della “cintura” di Milano.
Nel 1923 venne infatti annesso a Milano, nonostante avesse tentato di evitare l’inglobamento ricorrendo pochi anni prima (nel 1920) all’unione con Precotto (in quell’occasione modificò anche il nome del paese che divenne – con scarsa fantasia – Gorlaprecotto).
Ma sebbene Precotto avesse dimensioni triple rispetto a Gorla (sia in termini di abitanti che di superficie), il destino di entrambi i comuni era già stato definito; del resto la nuova stazione Centrale (completata nel 1931 ma “pensata” almeno 25 anni prima) non poteva appartenere in parte a Milano e in parte a Gorla…
Giusto per precisione, Gorla ha più volte modificato il proprio nome, dal Gorla originale a Gorla Primo nel 1864, diventato Gorlaprecotto nel 1920, per poi tornare ad essere Gorla, ma non più comune bensì quartiere della Milano che lo ha inglobato.
Un drammatico episodio legato alla seconda guerra mondiale ha segnato Gorla e Milano tutta: il 20 ottobre del 1944, un venerdì, un gruppo di bombardieri B-24 americani colpì con il loro carico di bombe la scuola elementare Francesco Crispi, uccidendo barbaramente 184 bambini più una ventina di adulti tra maestri e assistenti.
Un episodio che lascia attoniti, in particolar modo per la sua assurda dinamica: un errore di rotta della formazione di attacco che avrebbe dovuto colpire gli stabilimenti della Breda e che – dovendo comunque liberarsi del carico di morte – decise di disfarsene sopra l’area di Gorla e Precotto.
A ricordo del triste avvenimento fu eretto un monumento, inaugurato esattamente tre anni dopo la tragedia, il 20 ottobre dal 1947, realizzato dallo scultore Remo Brioschi.
Consiglio a tutti la lettura delle pagine del sito www.piccolimartiri.it sviluppato appositamente per non dimenticare questo dramma, ricco di informazioni storiche e che riporta i nomi di tutti i 184 bambini uccisi.
Ringrazio gli autori del sito per il loro paziente lavoro di ricostruzione degli avvenimenti.
La Martesana ha anche offerto le condizioni ambientali per far sviluppare un’edilizia di case importanti, come ancora oggi se ne vedono, con giardini privati e dotate di un discreto fascino.
Come non ricordare Villa Angelica, che fu anche sede della “Canottieri Gorla”?
Costruita nel XVII secolo in stile neogotico da una famiglia nobile, subì vari passaggi di proprietà fino a che – alla fine dell’800 – il proprietario, un certo conte De Peyre, fece costruire la torretta nel giardino in onore della moglie Angelica, nome che poi fu assegnato all’intera costruzione.
Dopo aver subito ingenti danni durante la seconda guerra mondiale, negli anni ’60 del XX secolo la villa (con la sua elegante torretta) è stata abbattuta per far posto al Monastero di Santa Chiara gestito dalle suore Clarisse, inaugurato dall’allora Cardinale Montini, divenuto poi Papa Paolo VI.
Percorrendo la pista ciclabile della Martesana, al termine di via Stamira d’Ancona, è visibile oggi nel parco di Villa Angelica una costruzione a pianta rotonda ad un solo piano che all’epoca poteva – con buone probabilità – essere una “dependance”.
Una sorte diversa, fortunatamente, è toccata a Villa Finzi, edificata nel 1829 dal conte magiaro Batthyàny, ufficiale degli Ussari (militari di cavalleria ungheresi).
Molto affascinante il parco con laghetto, tempietto a cupola, casino all’ungherese, caffè e serra che adornano la villa.
Agli inizi del XX secolo la villa fu acquistata dalla contessa Fanny Ottolenghi, che destinò una parte del parco ad una casa-giardino per i bambini di Gorla.
Nacque così il “Rifugio Fanny Finzi Ottolenghi”, che divenne all’epoca il più grande istituto italiano che preparava al lavoro i ragazzi portatori di handicap.
La villa fu infine venduta al Comune di Milano.
Concludiamo questa passeggiata per Gorla, riguardando per un momento le vecchia chiesa, sostituita poi nella sua funzione da quella attuale (Santa Teresa del Bambin Gesù) sita a pochi metri di distanza, in via Asiago: la chiesa di San Bartolomeo.
Questa chiesa, che come San Giovanni in Conca fu “accorciata” sul fronte per far spazio alle necessità viabilistiche, è diventata ora una biblioteca.
Nel ’44 accolse alcuni corpi dei bambini uccisi dal bombardamento “alleato”, che furono visitati e benedetti dall’allora arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954).
Se non lo avete già fatto, cosa di cui dubito, andate su quel sito “scrigno di meraviglie” che è “skyscraper” nel quale, di tanto in tanto, mi permetto di curiosare. C’è la sequenza fotografica storica dell’involuzione del “lungoMartesana” di Villa Angelica…un vero scempio architettonico-paesaggistico.
Purtroppo, causa la mia ignoranza nella gestione dei link, non posso indicarvi in quale pagina di skyscraper mi sono imbattuto (sì perché di solito io…mi imbatto) in quella serie di foto, ma penso che voi potete arrivarci facilmente….
Grazie per gli interessanti articoli….
Penso che quasi tutti i lettori conoscano il fantastico forum di SkyscaperCity… personalmente su Milano Sparita dovrei avere all’attivo circa 400 post 🙂
In ogni caso grazie del suggerimento per tutti quelli che non lo conoscevano ancora.
bell’articolo ben articolato purtroppo mi ha fatto ricordare i nonni mai conoscuti morti quel giorno 20 ottobre 1944 però non a Gorla ma bensì al portello /fabbrica A.L.F.A ROMEO
per fare un pò di storia in quel giorno mefasto i bonbardieri partiti dalla puglia bonbardarono non solo la Breda ma anche la zona del portello il palazzo alla seconda uscita della fabbrica in va Petiti ando giù e mia madre mi raccontava che al ritorno da piazza Firenze dove faceva la “picinina” cosi le chiamavano quelle adolescenti che imparavano già in tenera età a cucire si trovò un mucchio di macerie davanti a se percorrendo tutta la via.
Per anni ho cercato qualche documento fotografico di quel caseggiato bombardato o della stessa A.L.F.A l’unica immagine che mi è pervenuta è una aerofoto fatta dal bombardiere che ha Bombardato la fabbrica trovata su un test (l’automobile produzione e design milano 1879 1949 fabbri editori)sew qualche lettore vi volesse segnalare qualche foto di quella via dell’epoca ne sarei grato .
Quel giorno nelle tre azioni contemporanee condotte da 3 gruppi di B-24 (oltre 100 aerei) sono state uccise oltre 600 persone. Ci sono ferite che inevitabilmente prima o poi riafforano, anche se il tempo – lo sappiamo – è una valida medicina che in parte lenisce i dolori.
Se cerchi nelle librerie “specializzate” (anche su Internet) ci sono parecchi libri che parlano delle bombe su Milano, anzi un testo che mi pare sia ricco di foto è proprio quello che si chiama “Bombe sulla città” di Achille Rastelli, che però personalmente non ho ancora visto.
Sono anch’io un fruitore di skyscrapercity/milano sparita e trovo che questo blog sia un compendio insostituibile alle mille curiosità che si trovano su quel forum. In “vecchiamilano” le informazioni sono proposte in maniera più organica, diventando dei bei momenti di storia e cultura. I miei più vivi complimenti, ci tenevo molto a farveli da tempo. E’ bello vedere tanta sana passione!
Se posso permettermi, mi piacerebbe che le foto (sempre belle e poco viste), se fosse possibile, fossero apribili in un formato un po’ più grande perchè purtroppo a volte non sono molto fruibili, ed è un po’ un peccato.
Di nuovo tanti complimenti da un lettore fedele 🙂
Ti ringrazio ovviamente per i complimenti (che fanno sempre piacere…), ma per quanto riguarda la dimensione delle fotografie credo di non poter ancora soddisfare le tue richieste – e di molti altri – semplicemente per non incorrere (almeno spero!) in eventuali sanzioni per qualsivoglia violazione in tema di copyright e simili.
Nella pagina del manifesto di Vecchia Milano riporto un breve passo di un comma dell’articolo 70 della legge sul diritto d’autore. Bene, pare evidente che sia possibile non incorrere in pene se la pubblicazione non è a scopo di lucro e se i contributi (le fotografie e i disegni) sono degradati in qualità e in bassa risoluzione…
E’ un tema delicato quello delle fotografie, che spero abbia prima o poi una risposta chiara, che espliciti cosa significa “bassa risoluzione” o “degradare” una foto. E’ un peccato “limitare” questi piaceri, ma… piuttost che nient, l’è mej piuttost!!
Il diritto d’autore decade dopo 70 anni, e se non sono firmate dall’autore (citabile, se esiste, così come la fonte), puoi pubblicarle, in caso di controversia, l’onere della prova della”proprietà intellettuale” non è a tuo carico.
Gorla 20-10-44:
Senza voler minimamente scusare l’equipaggio del bombardiere che… per errore? scarico peso eccessivo per il ritorno? mero terrorismo? eccesso di simpamina?…. ha colpito la scuola elementare, bisogna pensare che Milano, comunque, era nella Repubblica Sociale, quindi era in territorio nemico…
Quello che, invece, mi lascia perplesso è il massiccio bombardamento su Milano di metà Agosto 43…
Per accordarsi per un armistizio entro due settimane da quella data, di sicuro si era già in contatto da molto più tempo… allora perché tutto quell’accanimento? Non c’era il minimo dubbio che avremmo firmato, perché quella prova di forza?
Si sa della politica terroristica, soprattutto del Comando inglese, verso obbiettivi civili dell’Asse, addirittura verso le navi ospedale nel Mediterraneo, comprovata anche da fonti alleate…fintamente scandalizzate? Certo ce l’avevano a morte con noi, soprattutto con i tedeschi…ma a pochi giorni dall’armistizio, cosa volevano provare?…..
Aneddotica:
Mio fratello bambino, sfollato con i miei, racconta:
——
Venne l’estate del ‘43 ed al Laz….avevano raccolto il grano. L’avevano poi portato sull’aia con vari viaggi su un carro trainato da un vecchio cavallo.
Il carro era di quelli con i ruotoni cerchiati in ferro e con i raggi di legno. Io stavo regolarmente appollaiato in cima seduto sui covoni di grano, ben aggrappato per non essere sbalzato fuori dagli oscillamenti provocati dalle “scarengie”.
Era poi arrivata una trebbiatrice che aveva trebbiato e poi aveva fatto le balle di paglia che erano state ammucchiate in bell’ordine sull’aia.
La notte del 12 agosto 1943 vengo svegliato nel mezzo del sonno da un gran brusio. Esco sull’aia in pigiama e vedo tutti, compresi i miei genitori, in piedi sul mucchio di balle di paglia che stanno guardando il terribile bombardamento di Milano.
Somma Lombardo dista da Milano una quarantina di chilometri ed è un po’ in collina a circa 300 metri sul livello del mare. Quindi, salendo sopra le balle di paglia per superare con la vista un filare d’alberi, ci si era trovati davanti ad un incredibile spettacolo pirotecnico che non potrò mai scordare: Bum e una fiammata rossa, bum e un’altra fiammata, bum bum bum e altre grandi fiammate…
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Ci sono testi che spiegano questo “stupido” macchiavellico comportamento alleato? Che Dio ci scampi da altri consimili scempi….
A risentirci per altre “diatribe” cittadine meno cruente….
Leggendo i tuoi commenti – ma credo di averlo già detto – traspare competenza sull’argomento oltre ad un discreto “amore” per Milano.
Non hai mai pensato di scrivere un libro o un saggio? O forse l’hai già fatto e vuoi farci una sorpresa fra un po’? 🙂
Scherzi a parte, ricordo che se qualcuno vuole cimentarsi con la pubblicazione di un articolo (come è già avvenuto con Gabriele e Silvio, che ringrazio dei loro contributi) deve solo mandarmi via email la “bozza” e un indirizzo (email o skype) a cui essere contattati.
Se saranno in linea con i nostri contenuti, verranno certamente pubblicati. Forza, un po’ di audacia!!! 🙂
Ciao, a proposito di quel bombardamento su Gorla… ho conosciuto da bambino alcuni genitori delle vittime, tutti mi hanno sempre raccontato che l’errore degli americani fu quello di sganciare mezzo miglio prima le bombe che erano destinate alla stazione di Greco e il deposito ferroviario, per poi sganciare sulla Breda… quindi non mi risulta che si dovevano liberare del carico in eccesso per il ritorno… qualcosa non mi ritorna.
P.S. abito a Gorla dall’età di 6 anni… oggi ne ho 51
In merito all’errore di rotta dei bombardieri, riporto un breve passo tratto dal sito http://www.piccolimartiri.it
“…La seconda ondata che seguiva dopo alcuni minuti, raggiunto l’I.P. prese senza apparente motivo una rotta di attacco deviata di 22 gradi verso destra invece che verso sinistra (vedi foto aerea); quando il leader della formazione si accorse dell’errore ormai la corsa di attacco gia avanzata non gli permetteva di ritornare al punto di partenza, un errore di 22 gradi gli aveva fatto “mancare” gli stabilimenti; non essendoci in zona altri obiettivi militari decise di rientrare alla base considerando la missione come “fallita”.
Rimaneva il problema del carico: le bombe (circa 2200 Kg. ogni aereo) non potevano essere riportate a casa in quanto già innescate; il problema era di primaria importanza per l’incolumità dell’equipaggio. Una via per uscire da questa situazione poteva essere quella di proseguire per 140 gradi raggiungendo la campagna verso Cremona dove lo spazio per liberarsi dello scomodo carico non mancava, oppure lanciarle nel mare Adriatico sulla via del ritorno. Ma il comandante decise diversamente…”
L’articolo spiega che la missione già partì male per alcune avarie, ma che lo sgancio maledetto avvenne a seguito di un errore nell’impostazione della rotta. Il libro di Achille Rastelli – “Bombe sulla città”, da cui penso che l’articolo sia stato tratto – risulta essere anche molto più dettagliato in proposito.
@Carlo
Se si riferisce al mio scritto…elencavo solo le tante ipotesi per cui ci si trovava bombardati…nonostante….
Gli errori di bersaglio erano i più comuni, vista la fretta e la stanchezza con cui agivano gli equipaggi… e Gorla data la vicinanza di tanti impianti industriali ricade sicuramente nell’ipotesi dell’errore….mentre i danni alla casa dei miei potrebbe ricadere nell’ipotesi della liberazione della stiva visto che lo Scalo Sempione era un’area deserta (o quasi)….ma il battello sul Lago di Como? Terrorismo?….Per nostra fortuna noi possiamo fare ipotesi…sperando di non dover provare sulla nostra pelle ciò che hanno provato i nostri genitori e nonni….
@Ottavio, i miei hanno gestito fina a quasi la metà degli anni 70 il ristorante del Circolo Famigliare di Unità Proletaria al 140 di Viale Monza, dove ora c’è Zelig, non ricordo bene l’anno, ricordo però che c’era ancoraa l’entrata indipendente del Teatro Officina in Viale Monza e un paio di bombe ce le siamo beccate… Avevo un amico che ebbe la madre ferita gravemente, quando buttarono la bomba alla questura… quindi al di la’ delle idee politiche o religiose o, della zona in cui si abita, siamo tutti soggetti a dover provare sulla nostra pelle quello che i nostri vecchi hanno provato in quegli anni… tragicamente oggi più che 35 anni fa…
@ vecchiamilano:
Grazie per l’articolo in cui si precisa che quel disgraziato bombardamento fu tutto un mix di tragiche conseguenze concatenate a cui si unisce anche il cinismo delle autorità alleate:
“…Harris, capo del Comando Bombardieri della RAF….aveva un’idea diversa. Le fabbriche del nemico potevano essere i suoi obiettivi primari, ma per parte sua era convinto che fosse uno spreco di tempo tentare di colpire con precisione le fabbriche e i cantieri…voleva uccidere le persone non meno di quanto volesse distruggere edifici e armamenti….Le immense scorte di esplosivi… e bombe incendiarie… dovevano essere sganciate direttamente sui lavoratori, nelle case in cui vivevano. Quello ne era convinto, era il modo più efficace per distruggere la potenza del nemico….” (D.Bodanis – L’Universo elettrico – Mondadori, Milano,2006.)
Con qualche ripensamento tardivo, come
si evince dal commento di un Generale inglese che dopo il famoso bombardamento agostano disse:“Non ho visto i piani ma mi rifiuto credere che l’obbiettivo fosse il Duomo”.
E’ un fatto che gli equipaggi avevano cartine ben dettagliate della zona da bombardare, se è anche vero che ben prima del 10-6-40 già sorvolavano e fotografavano il nostro territorio
(vedi le preziose foto di skyscraper, chiedendo -milano bombardamenti- fra cui una “istantanea” molto dettagliata del 15-5-40)
L’U2 non è stato certo una novità….. Ma l’UNPA (se già esisteva) cosa avrà pensato a vedere tutti quegli aerei ad alta quota?
Purtroppo le spiegazioni e le precisazioni storiche lasciano il tempo che trovano visto che anche conoscendo le possibili conseguenze di un bombardamento generalizzato
oggi per evitarlo hanno inventato le bombe “tutt’altro che intelligenti” e le “bombe a grappolo” (molto democratiche)
Poi oggi ci sono gli aerei-robot…molto nettacoscienza….
Sull’uso terroristico dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale, è interessante leggere la pagina di Wikipedia sul Bombardamento di Dresda (avvenuto fra il 13 ed il 15 febbraio 1945, con vittime stgimate in 18-25mila).
http://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamento_di_Dresda
Fortunatamente l’Italia non ebbe a conoscere bombardamenti di tale intensità.
E’ quindi credibile che episodi come quello di Gorla fossero effettivamente frutto di circostanze sfortunate.
Anche nella mia città (Trani, in Puglia) accadde un episodio simile; durante un bombardamento alleato della città, (probabilmente diretto alla centrale elettrica, in Piazza Plebiscito), fu colpito il centro cittadino, danneggiando gravemente il Teatro (nella piazza omonima) a poche centinaia di metri e vi furono 35 vittime fra civili e militari.
PS: qualcuno ha idea di quale fosse il presumibile bersaglio del bombardamento che “sfiorò” il Duomo?
@gabriele
anche pensando a tutte le possibili leggi fisiche che obbligano a gettare qualcosa dall’alto pensando che comunque volerà in avanti per un certo periodo di tempo-spazio, pensando che erano bombe dai 250 kg in su, pur aerodinamiche , non mi viene in mente alcun obbiettivo sensibile appena prima e appena dopo il Duomo…in effetti fra il 12 e il 15/8 venne bombardato pesantemente soprattutto il centro-città e solo fra il 15 e il 16 venne colpita la città indistintamente…. dato che sapevano benissimo dove avrebbero potuto bombardare fra ferrovie e fabbriche importanti per danneggiare produzione ed economia, sapendo anche della scarsa difesa terrestre e aerea, sono convinto che del terrorismo ci fu…il che sapendo anche (almeno i Comandi) che ci saremmo arresi di lì a poco…li scusa ancora meno…ancora meno sapendo che in Germania pur con distruzioni tremende….ci furono casi in cui cercarono di evitare di colpire monumenti (vedi Colonia) e ci riuscirono benissimo….la guerra è la guerra….
Comunque come si sa anche che gli equipaggi erano stanchi, che prendevano eccitanti, che avranno avuto comunque una fifa boia, ma un obbiettivo è un obbiettivo
e per Milano era ben segnalato dove colpire…..
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Io sono un superstite del bombardamento del 20 ottobre 1944, frequentavo la classe
5° con il maestro Consonni,che perse la vita sotto la scuola; sono passati 68 anni da
quel giorno ma il ricordo è ancora lucido nella memoria,è stata una carneficina!
Sinceramente mi auguro che la Storia non debba mai più scrivere pagine come quella. Passo tutti giorni davanti al monumento e ogni volta mi chiedo come sia potuta accadere una barbarie del genere…
Purtroppo nè i fatti di Gorla nè altre mille stragi sembra abbiano insegnato alcunchè agli uomini, visto quello che, anche in queste ore succede in altre parti del mondo…Fortunatamente , da quasi 70 anni viviamo in “pace” , grazie ad una democrazia fortemente zoppicante…soprtattutto perchè abbassa da sempre la testa nei confronti della mafia e dei prepotenti….Ma almeno di bombardamenti non ne abbiamo più visti…Vorrei riportare un po’ di “cazzeggio” chiedendo a qualche vecchio gorlese se può darmi indicazioni riguardo le Società calcistiche ( nomi , colori sociali, loghi e soprattutto CAMPI DI GIOCO ) della zona. Nell’articolo di VECCHIA MILANO CALCISTICA ho pubblicato una foto dell’Ausonia-Pro Gorla , del 1914, schierata alla destra di una chiesa che sembrerebbe proprio la citata San Bartolomeo. La PRO GORLA ( maglia a strisce biancoazzurre ) , disputò campionati minori fino agli anni ’50 : dove giocava?? Forse nel campo di via Bechi , quello della Crespi Morbio ? e oltre a quello, dove ??? Le cronache degli anni ’10 – ’20, ogni volta che Milan, Inter, Milanese etc etc si recavano a giocare contro l’ Ausonia-Pro Gorla, citano GORLA come il luogo in cui si disputa l’incontro: dov’era il campo ???
Inoltre, in 30 anni di ricerche, NON ho mai visto il logo esatto della società, nè un distintivo, nè una tessera…niente di niente… Chi può darmi notizie in merito ??? grazie stefano
Bellissima zona in cui lavoriamo ormai da vent’anni