L’attuale cantiere per la realizzazione della M5 ha sconvolto l’aspetto curato e ordinato che questa piazza ha avuto negli anni passati, una piazza oggettivamente bella tra le tante “create” dal nulla nel periodo tra le due guerre, nella periferia nord della nosta città.
A differenza di molte altre piazze, piazzale Istria mi ha sempre incuriosito (in particolare nei decenni ’70 e ’80) perché rappresentava il naturale centro della vita del quartiere, riunendo intorno a sè tutto l’essenziale che necessitava ai residenti, collocata in un contesto più che decoroso e impreziosita dalla ricca dotazione di verde e di piante.
L’asilo e le due scuole, l’elementare Antonio Locatelli e la media inferiore Niccolò Tommaseo, la basilica dedicata a San Paolo Apostolo, i grandi prati per giocare con le immancabili giostre, le abitazioni mediamente decorose e ben tenute, i tanti negozi con un’ampia offerta di prodotti e i trasporti che hanno sempre ben servito quest’area rappresentano una parte della dote che questa piazza possiede.
In verità, oggi, il cantiere della metropolitana ha seriamente alterato l’armonia di questa piazza, che però ci auguriamo tutti che torni presto a essere affascinante come prima.
La sofferenza di questi ultimi anni è rappresentata anche dall’impennata che ha avuto il traffico privato, dovuto in parte anche alla presenza nelle immediate vicinanze dei grossi centri commerciali che attirano quotidianamente migliaia di autoveicoli.
Il traffico non è più come nella fotografia qui riportata…
I negozi, come si diceva prima, sono un bel fiore all’occhiello per la zona: tutti conoscono (non solo fra i residenti) la “boutique del pane” di Rocco Princi – per citarlo solo come esempio – che proprio qui ha aperto il primo dei suoi cinque punti vendita venuti negli anni a seguire.
Ma come lui moltissime altre attività presenti in zona hanno sempre fatto della qualità e della cortesia un punto di forza: siamo convinti che – se c’è stata qualche sofferenza dovuta ai disagi relativi alla costruzione della M5 – terminati i lavori tutti i commercianti ritorneranno con successo alla normalità operativa.
La basilica di San Paolo Apostolo, ubicata in piazzale Caserta (l’indirizzo ufficiale è però in via Asmara 2), fu costruita nel periodo fra le due guerre: nel 1928 venne inaugurata una prima parte, ma si dovette attendere fino al 1934 per il suo completamento e per la consacrazione da parte del cardinale Ildefonso Shuster.
Nella foto si vede l’ingresso con il pronao originale, che venne ingrandito fino a comprendere i due ingressi laterali, solo nel 1956; il campanile – previsto nel progetto – non venne però mai realizzato, come avvenne pure per la vicina chiesa di Prato Centenaro, opera dello stesso architetto, Piero Palumbo.
Come patrono della chiesa venne identificato San Paolo, in quanto protettore dei giornalisti e – come già sappiamo – già da qualche anno (1911) era stato realizzato a poche centinaia di metri il Villaggio dei Giornalisti (la parrocchia di Sant’Angela Merici venne costituita molti anni dopo, al termine degli anni ’50).
Piazzale Istria sorge praticamente “sopra” il Seveso che fu interrato “a tratti” in funzione delle necessità del momento: i primi lavori furono eseguiti all’inizio del secolo scorso in preparazione dell’apertura dei viali Zara/Testi e di via Arbe (vedi foto datata 1912) mentre l’ultimo tratto fu coperto solamente nei primi anni ’60.
L’ultima copertura fu quella in corrispondenza del ponte della ferrovia (nella foto l’incrocio di viale Fulvio Testi con la via Cesare Zocchi), dove il fiume – come di prassi – ogni tanto era desideroso di attirare l’attenzione su di sè…
E per finire volevo ricordare che a pochi metri di distanza esiste (o meglio, resiste…) ancora una vecchia cascina che ha dato il nome – come di consueto – ad una via: il nome della cascina e della via è Montalbino (il tratto interessato dalla cascina ha però assunto successivamente il toponimo di via Airolo).
Questa cascina, del ‘700, è ancora oggi in parte visibile, ristrutturata ma ridotta nella sua estensione e certamente immersa in un contesto molto differente…
E’ perfettamente riconoscibile sulla destra il portale d’ingresso della cascina, dove negli anni ’60 e ’70 c’era il laboratorio di un falegname, un artigiano del legno come oggi se ne vedono sempre più raramente…
Occhio, Princi ha chiuso in piazzale Istria un paio di anni fa, ora c’è la panetteria Muzza.
Mi riferivo a Princi in termini di qualità (è stato oggetto anche di studi…) e di presenza che dalla periferia è arrivato ad aprire negozi importanti anche in “centro”…
ll fatto che oggi abbia ceduto il negozio di piazzale Istria penso che fosse da mettere in preventivo… forse quelo di largo La Foppa (o quello di Londra…) sono più redditizi. In ogni caso è un bell’esempio di imprenditorialità. Per maggiori info…
Mi permetto di raccontare un fatto un pò ingrescioso ma quando il sig Princi prese il negozio di piazzale Istria si fece arredare il negozio da una nota azienda di Barlassina
ebbi a sapere che ci furono problemi con il saldo del medesimo con tanto di pelo sullo stomaco del Princi e non mi meraviglio della strada che ha fatto come imprenditore al di là dell’ottima qualità che deve garantire ai suoi clienti sui suoi prodotti.
Il motto di quella tipologia di negozi all’ora era scelta di pane scelta di vita.
Tengo a precisare che – pur non essendo interessato a verificare quanto affermato – eventuali ritardi nei pagamenti ai fornitori da parte di chiunque, in particolare all’inizio di una attività, sono tutto sommato abbastanza frequenti e non inficiano più di tanto la correttezza di una persona, fisica o giuridica che sia.
Non abbiamo nessuna autorità per giudicare un “presunto” comportamento poco corretto, oltre probabilmente a non avere alcun interesse a farlo. In ogni caso anche il commento riportato – per esempio – da un dipendente di un fornitore “leso”, può essere incompleto, impreciso o semplicemente superficiale.
Ribadisco ancora una volta – senza alcun interesse personale, lo assicuro – che la bella storia di Princi ha evidenziato una cosa sola: la capacità, per chi ha la voglia di farlo e ne è capace, di creare un’impresa valida e conosciuta per la propria qualità, anche oltre i confini nazionali, che tra l’altro offre un lavoro onesto a decine di persone.
per curiosità prestinara, ora Garbagnati ha aperto in via Veglia (quindi a duecento metri da piazzale Istria…)
Ho abitato da quelle parti nella prima metà degli anni ’50, quando gli unici semafori di viale Zara erano in via Stelvio, viale Marche e Piazza Istria!
C’era anche il cinema Istria in via Slataper.
Una curiosità. Con riferimento alla foto iniziale, l’edificio che si intravede quasi in centro, leggermente sulla destra appena prima del sovrappasso dei treni veniva chiamato “la casa degli spiriti”. Era mezzo in rovina, ma si vedeva che doveva avere avuto un certo decoro. Era abitato (o meglio, occupato) da gente quasi accampata. Mio papà mi raccontava che la proprietaria non voleva abitarvi perchè convinta che fosse invaso dali spiriti. E lo ha lasciato abbandonato. Per cui in tempo di guerra, o subito dopo, è stato occupato da quei disperati. La situazione si è risolta quando ormai non abitavo più lì, forse nei primi anni ’60.
A quei tempi tra via Fiuggi/Mario Galli c’era un’altra cascina, la Galleretta. Anch’essa quasi in rovina e abitata da gente un po’….. sospetta. Noi bambini giravamo alla larga perchè avevamo paura di “quelli della Galleretta”..
Se non erro la cascina in questione si chiamava cascina Claretta, Galleretta forse perchè ospitava avanzi di galera, non so, ipotizzo. Dalle cartine dell’800 era molto antica, Poi abbattuta per costruire i palazzi di Via Fiuggi.
me lo ricordo il seveso ancora scoperto nella vietta dopo viale cà granda e dove c’erano i prati ora c’è l’hotel ibis,mi ricordo anche i pali della luce in cemento su viale fulvio testi,bellissimo articolo
sono cresciuta in viale Ca’Granda e andando a scuola la mattina in via Veglia scommettavamo sul colore del Seveso ( a giorni blu – giallo-verde ect ) All’angolo tra Ca Granda e Fulvio Testi c’era un grandissimo terreno agricolo e tanti alberi di ciliegie. La mia Mamma le amdava a comprare dal contadino…..
a proposito del cinema Istria di via Slataper. Non abito in quel quartiere, ma ho lavorato per qualche anno in quel cinema, dopo che fu riconvertito da concessionario di auto a showroom di un marchio di abbigliamento. All’interno presenta ancora parecchi particolari di quando era un cinema (lampade sulle scale che portano alla balconata, il parquet della balconata etc… ) molto bello !
Già, il cinema Istria… se non ricordo male ho visto il film “Il figlio di Godzilla” nei ’67 o giù di lì, e in quegli anni i film che venivano proposti per i bambini erano di quel livello… mi vengono in mente tutti i movimenti di Godzilla & co. molto poco “fluidi”, anzi erano decisamente a scatti… non esisteva ancora la post-produzione digitale 🙂
L’alternativa era il cinema Zara di via Garigliano (quasi in piazzale Lagosta); lo stabile in cui era inserito mi pare abbia avuto anche qualche problema di stabilità a seguito di qualche nevicata particolarmente “violenta”, forse quella dell’85. Entrambi i locali appartengono ormai solo ai ricordi.
Lo stabile di via Garigliano che ospitava il cinema Zara è stato abbattuto qualche anno fa ed è stato sostituito da una palazzina nuova. Se non ricordo male, al vecchio cinema Zara era possibile vedere 2 film con un biglietto
del cinema Istria si possono trovare storia ed alcuni immagini sul sito di Giuseppe Rausa alla pagina
http://www.giusepperausa.it/cinema_istria.html
purtoppo non c’è un’analoga pagina sul cinema Zara
al cinema Istria ho visto ” i cannoni di navarone” e molti altri bei film che noi ragazzini, alla domenica, andavamo a vedere con le nostre ” mancette” . non è vero quindi che facessero film di infima categoria. per noi nati nel 51 , era l’alternativa popolare al ” tonale” e al ” diamante ” di f. filzi-
Perdonate la monotonia…….qualcuno ricorda e può segnalarmi dei campi di calcio, nella zona?? Al villaggio dei giornalisti e alla Maggiolina, per esempio, vecchi annuari segnalano la presenza di Campi di alcune società, così come a Pratocentenaro…Qualcuno può essere MOLTO più preciso?? grazie mille anticipatamente!
La foto di p.le Istria non è degli anni ’40 ma della fine degli anni ’50.
Infatti allora non era ancora stato costruito lo stabile sulla sinistra della foto.
…e sul fondo, davanti e sulla destra del ponte ferroviario, si può ancora
vedere “la villa degli spiriti”. Che ricordo da sempre abbandonata e che
alla fine venne abbattuta.
Bellissimo leggere questi articoli, anche se ricordando il passato lasciano un po’ di malinconia. Anch’io ho abitato in zona, precisamente in via Lepanto/Dario Papa, vicino alla famosa “Maggiolina” che dava il nome anche al Ristorante e mi ricordo che c’era anche un bar col gioco delle bocce!
Poi è sorto il Villaggio Maggiolina dove tra l’altro abitava anche il “molleggiato” Adriano Celentano.
Infine il quartiere negli anni ’60 fu sconvolto dagli scavi per la trincea dei treni che passavano dietro casa mia (io ho abitato nelle case “a fungo” originale progetto dell’Arch.to CAVALLE’ )
Grazie ancora e un caro saluto
Enrico
Caro Enrico,
hai mica qualche foto delle case “a fungo”, che tanto piacevano ai miei occhi di bambino ?
Ecco le case a fungo di via Lepanto
http://www.disma.biz/?p=9024
E nessuno cita o ricorda la vecchia Drogheria di Via Slataper ang. Viale Zara, rimasta ancora oggi intatta negli arredi e nei prodotti. Se nessuno la ricorda morirà anche lei. Aperta nel 1929, merita di essere “visitata”, vende ancora le caramelle ed il cioccolato a peso.
Simona
certo io la ricordo e cè ancora!Grazie per tutti i commenti davvero interessantissimi!
Piazzale Istria 3, casa mia. Dal 1945 al 1963. La Casa Rossa, il palazzo “nobile”. La Villa degli Spiriti. Il viale Zara che la attraversava (ancora senza alberi, piantati solo alle 8 del mattino del 10 marzo 1953, che ero a casa da scuola la elementare Locatelli. con la febbre. Poche, rare macchine che lo percorrevano, però a folle velocità, tanto che dal quinto piano dove mi affacciavo bastava affacciarmi alla finestra e aspettare un po’ che uno scontro succedeva. Il Seveso che ogni anno straripava (bè. ha continuato per altri lustri) e quell’anno che con su le “calosce” attraversavo la piazza allagata vidi per la prima volta un mezzo metà macchina e metà barca, un anfibio. Tutto rosso e bellissimo. Il Bar Tabacchi della Casa Rossa dove papà mi mandava a comprargli la bustina da 5 Nazionali Esportazione. Il distributore della Esso con quella sua aria un po’ all’americana. La Chiesa di S:Paolo, don Giulio Riva. mia mamma che mi leva sollecita la cuffietta di lana perchè i maschietti in chiesa devono stare a capo scoperto. Il tram 31 e il 4. Non mi piacque quando il 31 diventò il 2. La Ferrovia, dove i più arditi mettevano i petardi ( o più spesso sassi) sulle rotaie. Come sulle rotaie del tram. Lì mettevamo anche le monetine da 5 o 10 lire, che dopo schiacciate erano sottili quasi come lamette da barba. Ai lati, ai piedi della scarpata, nascosta dai cespugli, la leggenda (o la verità) della prostituta detta Maria Trebigoli, Il carretto che passava con le barre di ghiaccio per la ghiacciaia e noi bambini tutti intorno per catturare qualche scheggia di ghiaccio che schizzava sotto i colpi del suo arpione che tagliava un pezzo da 50, 100 lire. Le suore Marcelline dell’asilo, dove proprio non riuscirono a mandarmi dati i miei pianti disperati. La buca nel prato che per noi bambini era il Gran Canyon. Le sere d’estate caldissime quando diverse famiglie fra cui la mia prendevano una di quelle coperte marroncine attraversate in fondo da due strisce bianche e le posavano sull’erba a mo’ di plaid per potervisi sdraiare a prendere il fresco, mentre più in là qualche giovanotto con la chitarra suonava i successi del momento (Luna Rossa, Johnny Guitar, ecc). Il frullato da Viel. Il Cinema Istria con i cartelloni dipinti a mano. Luci della Ribalta (nell’intervallo tutte le donne in lacrime) Totò a Colori, John Wayne, Rita Hayworth, Kim Novak, Gina Lollobrigida, Sofia Loren. Il cinema Zara, due film 100 lire. E pensare che lì vicino girava il giovane Silvio Berlusconi. Ma non lo conoscevo. Del resto in zona giravano sia Teo Teocoli (non eravamo amici, ma lo conoscevo di vista), Celentano ( che però non vidi mai anche se si esibiva alla Maggiolina, dove fra l’altro introdusse Teocoli). Il macellaio Girola con il pendolo a strisce di carta scacciamosche. La drogheria Curti . La drogheria Cuffaro sotto casa, (una pastiglia Valda o una Golia, una Lira l’una).con la pubblicità del dentifricio Durban e con la bellissima bambina mia coetanea, inavvicinabile. La latteria in viale Zara dove con la mamma andavo a vedere Lascia o Raddoppia. E lì vicino il negozio di abbigliamento, il padre che morì in un incidente in Vespa, le tre belle figlie fra cui l’Anna, il mio primo amore (platonico). Il panettiere, dove, tempi beati, non uscivi scemo fra mille qualità di pane come oggi. Il fruttivendolo Parisi accanto al mio portone che fischiettando mozza la verdura con un colpo secco di coltello, e dove mia mamma mi mandava a comprare con 30 lire un chilo di patate. Il distributore dell’API con quel tizio preciso a Frankie Laine. La stazione dei taxi, con ancora vecchie 1100 anni ’30 scrupolosamente verdi e nere, elegante combinazione di colori. La Casa Nuova, cioè le case di via Latisana, poi sempre chiamate così. La cascina Galaretta, dove abitava gente strana, fra cui il Soldi, quello che una volta senza motivo alcuno mi afferrò da dietro e mi strinse forte il collo facendomi temere di rimanere soffocato. Via Lussinpiccolo, il calzolaio zoppo sempre seduto a martellare chiodi nelle suole delle scarpe sul suo strano aggeggio di ferro appoggiato sulle gambe. Via Lussinpiccolo, dove giocavamo a palla in strada tranquilli, che tanto se casomai arrivava una macchina la sentivamo con molto anticipo. Le prime Lambrette, il Sig.Menozzi che mi lasciava salire sul pianale e mi faceva fare un giretto, stando dritto in piedi con le manine serrate sul manubrio. La Giovanna (secondo piano della Casa Rossa), il mio secondo amore (ma sempre platonico). Adesso in Piazza Istria c’è la Metro. Mannaggia, bastava aspettare una cinquantina d’anni e avrei avuto la fermata a circa 30 metri dal mio portone…
Grazie Giuliano !
Quanti nomi, quanti ricordi e come mi hai fatto rituffare in quei lontani anni!
Viale Zara, Piazzale Istria.
Io sono nato nel 1934 all’Isola, in via J. dal Verme.
Ho ricordi vivissimi del Piazzale Istria già da prima della guerra , del periodo
dei bombardamenti e poi del dopoguerra. Della villa degli spiriti, dei bagni
estivi nel Seveso subito dopo il ponte della ferrovia, la scuola di via Veglia
dove erano stati confinati i profughi istriani, tra cui molti miei cugini ( i miei
erano venuti a Milano nel 1927 dall’Istria), le baracche proprio lungo il Seveso dove delle belle e giovani prostitute esercitavano la loro professione, tra queste la “Savina” che aveva fatto perdere la testa a parecchi miei amici dell’Isola. Le camporelle nella zona, specie le domeniche pomeriggio nelle belle stagioni, quando le coppiette scatenate se ne fregavano della privacy.
E poi il Cinema Istria, dove le “limonate” nelle ultime file quelli della mia epoca
hanno ancora nella memoria. E il figlio della lattaia sull’angolo che correva con me in bicicletta ed era un forte. Io anche ero figlio di lattaia, ed è per questo che noi eravamo forti ! Latte, burro e uova non ci mancavano.
E le ragazze di quei palazzoni sul Viale Zara (credo ci fossero i postelegrafonici) dove spiccava la Tina, bella rotondetta arrapante.
El vial sara. Che bel ricurdal!
Saluti.
Gianni latè de l’Isula.
Caro el me latè,
essendoci 10 anni di differenza fra me e te, certi tuoi ricordi non li ho, prima di tutto e grazie a Dio, i bombardamenti. Ovviamente altri sì, tipo la scuola di via Veglia, la Antonio Locatelli , perchè vi feci le elementari ma anche perchè quella famosa sera fin da casa mia si sentivano delle grida disperate. Mia madre, a cui chiedevo cosa stesse succedendo, mi rispose con queste parole per me oscure : “Stanno portando via gli sfollati”. La scuola: maschietti di qui, femminucce di là, grembiuli neri (o giacchino alla vita dello stesso tessuto) e collettone bianco i maschietti, grembiule bianco le femminucce. Alla fine delle lezioni tutti a scendere le scale in fila per due, tenendosi per mano, disciplinati e allineati sotto lo sguardo severo di quell’omone che era il Maestro Lanzani. Una mattina del 1954 entra in classe il direttore dicendo tutto accalorato : “Bambini, è successa una cosa straordinaria, bellissima, sublime !!” Io, stupito, pensai fra me e me che una cosa tanto straordinaria poteva essere solo che Gesù fosse tornato sulla terra. Invece il direttore continuò dicendo “Trieste è tornata all’Italia !!”. E io mi domandai :”Perchè ? Dove era andata ?”. La lattaia sull’angolo, lei sì me la ricordo, ma il figlio no : del resto probabilmente anche lui aveva (ha, spero) una decina di anni più di me. L’episodio del Soldi che quasi mi strangola avvenne proprio lì sul marciapiede davanti alla latteria e il droghiere Curti. A proposito di bici da corsa, chissà se hai conosciuto l’Olimpio, di Viale Zara 147. I Postelegrafonici : sì, erano famosi in zona. C’era anche un giardino/bar/balera all’interno dei palazzi. Fu lì che mio padre mi fece bere
un sorso di birra e io non capivo cosa ci trovassero di buono i grandi in quella
roba così amara. La Tina non la ricordo, ma la signora Clara sì, eccome: donna sui 40 molto aggraziata, dalla silhouette molto fine.
Davvero non lo conoscevi Berlusconi ? Era di Via Volturno, a quanto ne so, e se non erro è della tua stessa classe.
Ciao
Giuliano
avevo tirato fuori il pistolino ed avevo cominciato a fare pipì girando in tondo e
gridando ” Chi pisa, chi pisa ?” bagnando tutti i vicini ma restando io ben asciutto. Non scopersero chi l’aveva fatta! Avevo 6 anni, era la prima elementare.
Ciao.
Gianni latè.
Il maestro Lanzani!!!! il GRANDE, GRANDISSIMO Maestro Lanzani!!! l’ ho avuto per due anni, in 3 e 4 elementare. Indimenticabile! 🙂
Andrea
E’ saltata tutta la prima parte. La riscriverò più tardi.
Eccomi qua ancora dopo aver assolto un altro impegno. Avevo scritto a lungo ma hanno riprodotto solo le ultime righe, come avrai notato, quindi ora devo riscrivere andando a memoria.
A proposito di Berlusconi, il nostro Silvio, lui è di due anni più giovane di me,
nato a 150 metri di distanza. entrambi siamo venuti alla luce con l’assistenza
dell’ostetrica dell’Isola, la “sciura Netta”.
Ci saremo sicuramente visti nei primi anni anche perchè frequentava anche
lui l’oratorio di Don Eugenio ma io, con i miei due anni in più avevo altri amici.
Così anche alle elementari di P.le Archinto. Ci siamo poi incontrati casualmente
qualche anno fa al Palazzo delle Esposizioni di via Turati ed abbiamo avuto
una lunga conversazione con presente anche mia moglie che era rimasta
sbalordita dalla sua cordialità nei nostri riguardi. Mi aveva salutato raccomandandomi di ” farmi vivo”, cosa che non ho fatto. Però da allora ho
sempre convintamente votato per lui. Sono tante le affinità di chi è nato all’Isola
prima di tutte il fatto di essere dei “Bauscia”.
Legato a P.le Istria dei miei tempi c’è un aneddoto che voglio raccontarti:
Nel ’40-’41 ero in prima elementare ed avevano portato un pò di classi a
vedere il film ” Luciano Serra – Pilota”, con Amedeo Nazzari, al cinema
dell’oratorio di quella grande chiesa vicina a via Veglia, con il Tram 4 che
all’epoca aveva due carrozzelle agganciate con due balconcini, avanti e dietro
e pochissimo spazio nelle cabine. Quel giorno pioveva. Al termine della proiezione tutte le classi di corsa al Tram. A me scappava la pipì ma la maestra
non aveva voluto sentire ragioni ” Al Tram! Al Tram! “, così io ero salito che scoppiavo. ( quì attaccaci le righe che ho già scritto.)
Tanti saluti.
Giani latè.
E meno male che quel ragazzino bauscia che magari aveva detto di voler diventare l’uomo più ricco d’Italia non è finito in mano di qualche psicanalista per sospetta megalomania; o dal confessore per presunta mancanza di carità verso i poveri; o dal commissario politico per palese atteggiamento filocapitalistico. Non pensi ? Ad ogni modo, per non uscire dal seminato e tornare ai ricordi, leggerti mi è stato utile per rammentare il nome “Netta”, (che probabilmente sta per Annetta), che era la moglie dell’ortolano sotto casa.
Non toccatemi il mio Silvio ! Si meriterebbe un grande monumento
all’Isola per avergli dato i natali. Ed anche al Giovanni Borghi, mister Ignis,
anche lui di buon sangue isolano. Ma purtroppo si è riempita, l’Isola, di
idioti rossi trinariciuti; cosa aspettarsi dagli eredi di quei “ciucatè” fucilatori
dell’aprile ’45 ? Io ho assistito al tutto di quei giorni !
…caro Gianni con la mia prima ragazza(abitava in Garigliano io in Borsieri)andavamo praticament tutte le domeniche al cinema Istria a non vedere il film…ancora oggi a 66anni passo sotto casa sua e il magone mi prende….saluti Franco
Non vorrei portare sfiga, ma quelli che hanno fatto la stazione della Metro in Piazza Istria, sono ben sicuri che il Seveso, lì a due passi, non esonda più ?
Quando avete tempo passate dalla Drogheria di Viale Zara ang. Via Slataper per rifare un tuffo nel passato. Adesso si chiama Drogheria La Casa Del Miele ed il suo profumo vi affascinerà come nei tempi passati.
Se le persone sensibili alle belle cose non conoscono questa bottega, si perdono un pezzetto di Milano che resiste ancora.
Complimenti vivissimi per il sito! A me, milanese d’adozione con una grandissima passione per la storia e l’architettura della “nostra” città, queste pagine hanno insegnato molto. Ho da poco acquistato un appartamento in uno dei quattro palazzi dei Postelegrafonici, precisamente quello all’angolo tra via Arbe e via Bisi Albini, e sono molto curioso della sua storia, così come di quella del quartiere. Qualcuno ne sa di più? Grazie mille e… viva Milano!
Pagina molto interessante, anche per la presenza di preziose foto di molti anni fa, per esempio quella che ha per sfondo la vecchia Cascina Montalbino e in primo piano un’auto dell’epoca (siamo nel 1946, esattamente l’11 settembre).
Conosco perfettamente la foto e la data, perché ho l’originale (foto in bianco e nero su carta lucida): mio zio e le persone che vi appaiono sono amici e sposi di un matrimonio, quello dei miei genitori!
Ho spesso inserito questa foto in siti diversi sempre precisando la provenienza e la mia esclusiva proprietà dell’immagine, tutt’ora presente su Facebook.
Mi fa piacere vederla riproposta, ma, per correttezza, si usa riportare la provenienza delle immagini che si ripubblicano e che appartengono ad altri, come in questo caso. Ripeto che solo io sono in possesso della foto originale. Chiedo venga citata la provenienza almeno con il mio nick Ester Mb con cui appaio su Facebook, oppure il link del mio sito: http://www.conlavitaintasca.com/
Spero la mia richiesta non passi inosservata. Buone feste.
Ester
Buongiorno Ester e grazie per aver visitato queste pagine.
La fotografia, come la maggior parte di quelle pubblicate è stata reperita su Internet, senza alcuna indicazione relativa all’autore, fino a poco fa sconosciuto.
Nel commento lei ha indicato tutti gli estremi per attribuirne la proprietà, quindi sono ben felice di questo suo commento.
Pensi che in quella stessa chiesa (San Paolo Apostolo) ho ricevuto i primi sacramenti a partire dal Battesimo… pochissimi anni dopo il matrimonio dei suoi genitori.
Buona giornata e tanti auguri di Buon Natale.
Anche a me fa piacere riconoscere la correttezza dimostrata. Inutile darci del “lei” visto che siamo praticamente coetanei, da quanto mi pare di capire. Anch’io sono cresciuta in quella zona. Sono arrivata a quattro anni, nel ’52, nei nuovi palazzi di viale Zara 119 e vi sono rimasta fino al matrimonio. Ho frequentato la scuola elementare Locatelli e vi ho anche insegnato poi per parecchi anni.
Mi ha fatto piacere vedere in questo stesso blog l’immagine attuale della stessa cascina, poiché temevo l’avessero demolita. Ricordo anch’io il laboratorio di falegnameria…
La foto di allora è assai rovinata e sfuocata perché in quegli anni ci si arrangiava come si poteva e credo sia stata scattata da parenti o amici.
Ho visto in internet anche foto delle famose casette a fungo della Maggiolina, simpaticissime e spero che anche queste siano rimaste in piedi.
Ricambio gli auguri e ringrazio per avermi permesso queste precisazioni.
In zona è cresciuto pure Jerry Scotti e precisamente in via Laurana, suo padre era oparaio al Corriere. Ricordo il bar di ritrovo in largo Vulci precisamente il gran bar o la Palmira in piazza della chiesa:bei ricordi…