Penso che se dovessimo entrare in piazza Missori all’epoca di questa fotografia (primi anni del ‘900 – certamente tra il 1916 e il 1949) potremmo avere qualche momento di “smarrimento”, sebbene subito dopo cercheremmo di riordinare le idee…
Partiamo dalla statua equestre di Giuseppe Missori (patriota, 1829 – 1911) realizzata da Riccardo Ripamonti che tanto ha fatto discutere al momento della sua posa nel 1916 per l’aspetto molto “stanco” del cavallo, in forte contrasto con l’aspetto fiero di Giuseppe Missori.
Vorrei ricordare che poco più di due anni fa (luglio 2007) anche ad un turista di circa 40 anni evidentemente non piaceva la statua, tanto da danneggiarla seriamente; il turista è stato successivamente ricoverato presso il reparto psichiatrico del San Paolo.
L’immagine è stata ripresa indicativamente dal termine della via dell’Unione; quindi l’elemento nella piazza che “spiazza” (gioco di parole involontario…) di più è quella chiesa. Una chiesa? Chi non ha mai notato le rovine (macerie?) che ci sono all’ingresso di via Albricci? Quelli sono i resti della chiesa di San Giovanni in Conca, la cui demolizione (che non approvo, da un punto di vista sia culturale che estetico) ha trasformato il nostro “largo” Missori in una piazza “non spontanea” e “non naturale”. Quello che intendo dire è che la geometria del contesto – a mio modo di vedere – ha subìto una forzatura. Sembra che la chiesa sia stata costruita nel tra il I e il II secolo d.C. (mentre è certo che sia stata demolita nel 1949…)
In tema di cambiamenti va ricordato che anche la via Mazzini (una volta via Carlo Alberto) non c’era fino a poco tempo prima e il corso Roma (oggi corso di Porta Romana) conduceva al Bottonuto (pusterla nelle mura romane e relativi vicoli di accesso, non più esistenti) e inoltre che corso Italia era la contrada San Celso, diversa anche nello sviulppo, non così rettilineo…
Troppi cambiamenti, ma forse ora ci si comincia ad orientare guardando la fotografia, e credo anche che tutti avremmo preferito continuare a vederla com’era una volta. La via Albricci (non per mancare di rispetto al generale Alberigo Albricci) non è una via così significativa, tale da richiedere l’abbattimento della chiesa che vediamo in foto e che purtroppo non vedremo mai più (a parte i resti “semicircolari” che rimangono nello spartitraffico). E se volessimo continuare a valutare l’estetica, anche le case alla destra della chiesa (guardandola di fronte) erano più in tema con la piazza che non l’hotel Cavalieri.
E’ vero che a volte si rischia di diventare “nostalgici” senza motivo, ma in questo caso credo che tutti convengano col dire che i motivi sono oggettivi. Fortunatamente rimane qualche immagine della piazza che almeno ci permette di assaporare – per chi come me non le ha mai vissute – le bellezze di un tempo.
Ciao, volevo dire che una volta sono stato sotto queste macerie e hho scoperto che c’è una cripta tenuta aperta da volontari del touring cllub. Là ho letto la storia intera della chiesa e piange il cuore a vedere cosa ne rimane. Era già stata rimpicciolita per far passare i tram che non attraversavano più piazza del Duomo e poi è stata appunto demolita. La facciata non è stata distrutta ma è stata messa come facciata della Chiesa (credo valdese) in via Sforza. Consiglio vivamente di visitare la cripta perchè si scoprono tantissime cose nuove. Inoltre ci sono persone gentilissime pronte a rispondere ad ogni domanda. Fabrizio.
Volevo suggerirti di leggere anche l’articolo su San Giovanni in Conca dove si vedono alcune fotografie sia della cripta (cioè, di quel che ne rimane) sia della chiesa prima della demolizione completa.
I volontari del TCI curano molti siti di interesse culturale e storico; in particolare suggerisco di visitare anche la chiesa di Sant’Antonio Abate e il relativo chiostro. Un grazie sincero a tutti i volontari del Touring Club Italiano.
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