Sebbene il generale campano Armando Vittorio Diaz (nato a Mercato San Severino in provincia di Salerno nel 1861 e morto a Roma nel 1928) abbia nel suo ruolino personale solo vittorie, medaglie al valore e incarichi di primo piano (fu anche Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito) dovrà sopportare gli insulti di tutti quei milanesi che rimpiangono quella parte della città “sfigurata” dall’apertura della piazza a lui intitolata…
Ovviamente il povero generale non ha alcuna responsabilità in tutto questo disastro che è stato compiuto, ma rimane il fatto che una vasta area compresa fra il Duomo, piazza Fontana, via Larga, piazza Missori e via Carlo Alberto (oggi via Mazzini) ha subito una trasformazione talmente incisiva da cancellare brutalmente pezzi di storia, alcuni datati anche molti, molti secoli.
Abbiamo già parzialmente accennato ad alcuni di questi disastri, e ci ritorneremo sicuramente, ma uno dei tanti lati negativi è che il nuovo “disegno” delle strade intorno all’attuale piazza Diaz, pur avendo certamente migliorato la situazione globale in termini di sicurezza e di igiene rispetto a prima, non ha apportato – a mio giudizio, ma non sono il solo a pensarla in questo modo – alcun pregio artistico o architettonico.
Ovvero, visto che sono stati demoliti interi isolati e pianificata una ricostruzione globale sia di palazzi che di strade, sarebbe stato più saggio far progettare e realizzare elementi degni sia del luogo (siamo a 50 metri dal Duomo) che della storia che permeava da tutta l’area.
La distruzione, se non totale, è stata molto prossima a questo limite: il Palazzo Reale è stato violentato, più dagli uomini che dalle bombe del ’43; via Tre Alberghi, via Bottonuto, via Visconti, via San Giovanni in Conca sono sparite (anche se quest’ultima è stata ricollocata tra via della Signora e via Francesco Sforza); la chiesa di San Giovanni in Conca prima “accorciata” e poi demolita come pure fu demolita la chiesa di San Giovanni in Laterano…
E’ stata aperta via Albricci – tutto sommato inutile – interrompendo il bel percorso di via Paolo da Cannobio e sono state “tranciate di netto” la via Rastrelli e la via Cappellari.
E lei, la piazza Diaz, in mezzo a tutta questa manipolazione di vie e di palazzi si è sviluppata in questi decenni ospitando parcheggi (prima in superficie e poi sotterranei) e nuove “anonime” vie che la raccordano con quanto rimasto.
Mi riferisco in particolare alla via Guglielmo Marconi e alla via Gaetano Giardino che – ritengo in modo oggettivo – è possibile definire solo come passaggi…
Ancora una volta le immagini (fotografie e disegni) arrivate fino a noi ci aiutano a valutare il cambiamento che c’è stato; e come sempre si incontrano più filosofie di pensiero, da chi giudica l’Arengario una costruzione imponente con importanti bassorilievi a chi ne vede solo la causa della scomparsa della manica lunga del Palazzo Reale, da chi rimpiange le viuzze del Bottonuto a chi guarda con soddisfazione un’ampia e luminosa via che ospita solo compagnie aeree…
Le vie scomparse erano strette e una in particolare (il Bottonuto) era anche frequentata dalla “malavita”… almeno stando ai racconti arrivati ai giorni nostri. In questa via poi si presentava un piccolo slargo (chiamato anche “piazzetta Bottonuto” anche se in realtà il toponimo non era ufficiale), mentre erano ufficiali i due toponimi che sulla via si affacciavano: vicolo delle Quaglie e vicolo del Cantoncello.
La chiesa di San Giovanni Laterano esa situata verso la metà della via Tre Alberghi e la sua facciata era orientata verso San Giovanni in Conca. Indicativamente oggi sarebbe collocata al posto del grattacielo sul lato sud di piazza Diaz (ma non dobbiamo dimenticarci che oggi è tutto ruotato di circa 45 gradi rispetto al passato).
La chiesa originale sembra che fosse del 290 – 300 ed era intitolata a San Giovanni Isolano; solo nel 1645 fu concessa da papa Leone X l’intitolazione a San Giovanni Laterano, proprio come l’omonima basilica di Roma, anch’essa risalente al 300 circa. Dopo la sconsacrazione e l’uso come deposito militare durante la prima guerra mondiale, venne demolita negli anni ’30 proprio per far posto alla nuova piazza Diaz; va comunque sottolineato che si trattava di un monumento nazionale.
Forse una delle vie più belle di questa maglia di stradine era la via Rastrelli, che costeggiava per tutta la sua lunghezza il Palazzo Reale, da piazza del Duomo a via Larga, dove terminava affacciandosi da sotto il ponticello che univa le scuderie di Palazzo Reale con il teatro della Cannobiana (o Canobbiana), oggi Teatro Lirico e dal 2003 intitolato al grande Giorgio Gaber.
E per finire un paio di immagini: la prima che ripropone una delle poche cose che era possibile “immortalare” in piazza Diaz: il parcheggio… 🙂
Mentre la seconda, recentissima, propone il monumento all’Arma dei Carabinieri inaugurato proprio in piazza Diaz all’inizio degli anni ’80.
A breve dedicheremo un intero articolo ad un paio di vie che meritano, soprattutto per il loro passato, di soffermarsi ad ammirare come erano: via Rastrelli e via Paolo da Cannobio.
Alla prossima, quindi.
Però san Giovanni in Conca era stata accorciata (e gli era stata messa la facciata storta) già prima della II guerra mondiale, no?
Esatto. Piazza Diaz è stata “costruita” nei primi anni ’30 e infatti nel primo paragrafo sotto la cartina si dice: “… la chiesa di San Giovanni in Conca prima “accorciata” e poi demolita…”
In ogni caso sono stati inflitti dei danni culturali non indifferenti, resi ancor più gravi dell’inutilità di certe realizzazioni (parlo ovviamente in questo caso della via Albricci); e meno male che il progetto della “racchetta” (via Parigi) non è andato avanti, altrimenti avremmo perso molto anche in direzione via Torino…
Di per se il progetto di Piazza Diaz non è male, anche se non è ancora riuscito, a mio avviso, a far parte della città, un bel piano razionale per una piazza monumentale, ma dimenticato e usato solo per passare.
Purtroppo il devastante sconvolgimento urbano ha cancellato per sempre uno dei più bei quartieri storici del centro di Milano.
Spesso mi immagino se ancora esistesse, cosa nn sarebbe, magari un luogo di bei ristorantini, botteghe di alta qualità, locali a due passi dal Duomo, rendendo vivo la sera il centro di Milano che ora, alla è DESERTO.
Credo sia proprio una delle peggiori perdite milanesi, proprio perché sostituito dal NULLA.
Sono d’accordo con te. Ma se in 80 anni piazza Diaz non ha trovato la sua “dimensione” ho dei dubbi che ci riuscirà in futuro.
Oggi, l’unico “evento” degno di nota sono le mostre dei libri antichi (con le bancarelle…) che si svolgono sotto i portici e dove ogni tanto si trovano veramente delle ottime occasioni (forse un po’ care, ma molto interessanti).
Colgo l’occasione per darvi una notizia in anteprima.
Sotto i portici di piazza Diaz, verso il Duomo, dove prima c’era lo Spizzico per intenderci, sta’ per aprire il primo centro Sisal Snai in Italia. Di fatto un casino’ elettronico gestito dallo stato. Il primo ad avere macchine in grado di pagare fino a 5oomila euro a vincita. Ce ne saranno poi diversi dislocati in tutta Italia.
E’ una notizia certa perche’ mio fratello sta lavorando al cantiere.
Come dire… vista la tipologia di persone che queste attivita’ generalmente attirano mi sembra di poter affermare che possiamo scordarci qualsiasi tipo di riqualificazione futura…
Ancora una volta, peccato…
Ps
Ben ritrovati! Spero abbiate trascorso delle buone vacanze.
Se è vera una cosa del genere è un bello schifo!
Poi ci lamentiamo che piazza Diaz è “anonima”, “non vissuta”, un fallimento dal punto di vista aggregativo!
Dopo tutti gli abbattimenti, le soppressioni di chiese e antichi quartieri, sentivamo proprio la mancanza delle macchinette mangiasoldi!!
Purtroppo anche la stampa sembra confermarlo.
Ma ripeto, la mia fonte era certissima.
http://www.google.it/search?q=casino'+piazza+diaz+milano&hl=it&ei=4dB-TJvFNZaTOLjc4LsJ&start=0&sa=N
Peccato…
r
Mi farebbe piacere avere notizie o fotografie su Via Paolo da Cannobio (primi 20 anni del novecento). grazie. Laura
buondì
qlc mi saprebbe dire circa la mappa di Milano presente in questa pagina che mappa è (anno) e se è possibile trovarla on-line tutta intera?
Parlando di Bottonuto: qualche cosa d’interessante l’ho letto in questo blog-http://waterclosedmelodies.tumblr.com/
Sto cercando notizie sulla “Pension Vittoria” che credo si trovasse in Via Paolo da Cannobio 20 tra gli anni ’20 e ’30. Forse si trovava dove oggi passa via Albricci? Ora questo numero civico non esiste più. Ringrazio chiunque abbia qualche dato al riguardo! Grazie. Laura
E’ molto probabile che fosse all’altezza della attuale via Albricci. Come saprai la vecchia via Paolo da Cannobio è stata completamente stravolta per aprire la nuova via Albricci. Una volta era molto diversa, come puoi vedere anche da qualche vecchia immagine che puoi trovare in rete.
Molte grazie! purtroppo in rete non ho trovato nulla, ma è proprio quello che pensavo anch’io. Non so come fare per trovare altre notizie.
A questo link puoi vedere delle immagini della vecchia via Paolo da Cannobio e anche una vecchia mappa della zona
http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=1232367&page=302
Grazie, ho visto la piantina di com’era Milano allora! Davvero le cose sono molto cambiate non sembra neppure più la stessa zona. Credo che sia ormai impossibile trovare traccia dell’esistenza della “Pension Vittoria” di Via Paolo da Cannobio 20. Farò un giro in biblioteca, chissà mai. Ancora grazie.
ma , che dire? Buttiamo giu’ questo scempio e ricostruiamo identico a prima ! Ma perche’ dovremmo tenercela?
Son passato l’altro giorno per Via Larga… qualcuno ha notizia di quello che vogliono fare del Teatro Lirico? L’ho visto…almeno all’esterno… fatiscente seppur pieno di gloria e mi è si è stretto il cuore… pensiamo a fare mostri di vetro, per uffici?, che nessuno frequenterà per anni, vista la crisi e gli altri uffici già pronti, semivuoti e tralasciamo quello che già c’è altresì con un passato storico…d’altronde visto quello che hanno fatto col Bottonuto… potevano solo “riattarlo”… ma era l’epoca “giusta” per “monumentare”… il grave è che, pur contestando il periodo, le autorità poi vanno avanti coi progetti che prima si “epurano” poi si perdonano, almeno quelli dove ancora c’è possibilità da guadagnare… Ma il Lirico? Ma con la cultura non si mangia, si sa. Saluti e Buon anno al post e ai suoi collaboratori