Uno degli aspetti più curiosi, parlando dei vari quartieri periferici di Milano, è scoprire che esistono per molti abitanti della stessa città alcune zone completamente sconosciute; parlando poche settimane fa di Pratocentenaro ho scoperto che alcuni non l’avevano mai sentito, altri sapevano che era a “nord”, ma non riuscivano a collocarlo in modo preciso.
Ma in modo analogo chi risiede alla Bovisa forse non sa dov’è il quartiere Grigioni, chi vive alla Barona non conosce Calvairate… e credo che potrei continuare con una infinità di esempi.
Si tratta certamente di un’eredità delle annessioni avvenute ormai quasi un secolo fa, ma penso che indipendentemente dalle tradizioni legate ai singoli paesi (o a volte anche alle sole cascine di cui era ricchissimo il circondario di Milano) un appassionato della materia debba conoscere e apprezzare ogni angolo del territorio.
Questa premessa si è resa necessaria semplicemente perché ancora una volta si scoprono dettagli di quartieri che sono conosciuti (e neanche sempre…) solo da due categorie di persone: i residenti e gli anziani.
Gamboloita. Con l’accento tonico sulla seconda “o”. Gambolòita. Era il nome di una cascina. Da un documento del Comune di Milano si legge a proposito della oramai distrutta cascina Gambaloita: “Nella località un tempo chiamata Gambalavita, e poi divenuta Gamboloita, sorgeva una dimora patrizia settecentesca, ridotta a cascinale, di cui si è persa traccia anche nei documenti. Infatti, nonostante sia stata demolita solo pochi anni fa, si ricorda solo la cancellata barocca con grossi pilastri, riportata dal Nebbia in uno schizzo.”
Ora è rimasta solo l’omonima via (compresa fra corso Lodi e via Sile) a ricordarne il nome; a puro titolo di curiosità riporto che per alcuni anni la via Gamboloita fu prolungata fino a congiungersi con via Mincio.
Ma ancora una volta la storia dimostra l’importanza delle cascine che davano il nome alla frazione, al borgo o addirittura al comune. Sono rimaste poche cascine a testimonianza di come erano questi luoghi, fortunatamente a volte rivalutati come nel caso della cascina Monluè, che risale addirittura al milleduecento e che in quegli anni ospitò persino un convento degli Umiliati, importante movimento religioso del medioevo che fu soppresso nel 1571 dal Papa Pio V.
Tornando alla nostra zona, dobbiamo constatare come purtroppo non esista una importante collezione di immagini che testimonino il passato, fatto salvo qualche scatto utilizzato per le cartoline dell’epoca che ad esempio immortalano un viale Basilicata (ora viale Lucania) senza l’orribile cavalcavia che “inietta” l’autostrada A1 all’interno dei confini cittadini.
Nell’immagine appena presentata vediamo il viale Lucania (negli anni ’50) con la soggettiva che da piazzale Luigi Emanuele Corvetto (giurista e politico ligure, 1756 – 1821) traguarda piazzale Bologna e oltre, mentre nella successiva la direzione di ripresa è invertita, da piazzale Vincenzo Cuoco (scrittore e politico molisano, 1770 – 1823) verso piazzale Bologna attraverso viale Puglie.
E a proposito della cosiddetta circonvallazione esterna delle Regioni va ricordato che negli anni 20 – ancora quindi nel rispetto del Piano Regolatore Beruto – il lunghissimo viale che univa piazza Rottole (l’attuale piazza Francesco Durante) a piazzale Corvetto si chiamava viale Lombardia per tutta la sua estensione; ora a questo toponimo è assegnato – come certamente tutti sanno – solo il tratto da piazza Durante a piazzale Piola.
Anche quest’area, come molte altre di Milano, fu oggetto di una intensa attività edilizia da parte dell’Istituto Autonomo dell Case Popolari. Nella seconda metà degli anni ’20 infatti vide la luce il quartiere Mazzini, compreso fra le direttrici via Polesine e via Comacchio da una parte e viale Enrico Martini e via dei Cinquecento dall’altra, per “chiudersi” dal lato opposto a Corvetto sulla via San Dionigi. Oltre si vede solo campagna…
In questa foto del ’28 (circa) si notano comunque – già ben conformate – sia piazzale Ferrara dove si vede già chiaramente la struttura che ospita il Mercato Comunale, che piazza Gabriele Rosa (storico e patriota, 1812 – 1897) che quasi sicuramente origina un viale Omero (purtroppo non inquadrato) appena accennato, un viale che curiosamente termina in una rotatoria senza toponimo.
Tutte le guide consultate, difatti indicano come estremi di viale Omero: “da piazzale Gabriele Rosa a via Ravenna”.
Ed ecco infine una panoramica di piazzale Rosa con un impianto di verde evidentemente ancora in fase di evoluzione e perfezionamento.
Bene, in una delle prossime occasioni proseguiremo il nostro viaggio per la via San Dionigi per recarci a visitare la meravigliosa Abbazia di Chiaravalle.
Sempre molto interessanti le eccezionali foto che estrai, come da un cilindro magico. Qualche giorno fa ho visto, grazie a te, per la prima volta Porta Tosa, dopo averci abitato per 28 anni.
Questa sera qualche considerazione:
confermo che le cascine talvolta danno il nome al Comune. Il nome di Buccinasco, ad esempio, dove vivo oggi, deriva dal nome di “Buccinasco castello, una cascina con molti fabbricati, già casa di caccia degli Sforza nel 1400 circa. Intorno al 1920 fu deciso che questa cascina, più grande delle numerose altre (Romano Banco, Terradeo, Grancino, Fagnana) dovesse dare il nome a tutto il Comune, benchè fosse decentrata rispetto al suo centro. In numerose mappe topografiche si vede il nome Buccinasco, posto oltre la tangenziale ovest, proprio perchè lì sorge ancora questo castello, che è più una casa fortificata.
Altro commento che mi deriva dalle tue odierne parole: se intorno al 1920 il Viale Lombardia era così lungo (circa 5,4 Km), poteva essere che fosse la via più lunga di Milano. Oggi la via Ripamonti giunge a 6,1 Km, ma forse al tempo (magari per qualche Corpo Santo non ancora annesso) poteva essere più corta.
Magari con le tue ricerche scoprirai anche questo.
Un grande grazie per le immagini con cui ci delizi! Presto collegherò il sito della ProLoco Buccinasco con vecchiamilano.
Walter HouseDoctor
Carissimo Fabio
complimenti per l’interessantissimo articolo, non è che per caso avresti anche altre foto vintage (ma anche degli anni ’80) della zona Corvetto/Grigioni/Lucania/Martinengo/Caviglia che magari non hai pubblicato? Sarei felicissimo di poterle vedere
Grazie e tantissimi complimenti per questo blog che leggo ogni giorno molto volentieri
Lorenz
In effetti questa scarsa conoscenza di altri quartieri mi ha sempre lasciato perplesso: “Io non conosco quella zona di Milano” era la frase che sentivo dire da ragazzino, ogni volta che rincasavo a casa dei miei parenti (Viale Papiniano) dopo avere girato per un intero pomeriggio. Mi sono sempre chiesto perchè i milanesi conoscessero solo la zona in cui vivevano o lavoravano, trascurando completamente il resto della città.
Ti ringrazio perchè mi hai dato una risposta a questa domanda!
Risolto il (piccolissimo) misrero della “rotonda senza toponimo” foto del ’28. E’ piazza G. Rosa in cui entra via Momoiani. Fuori campo in basso poco a sinistra, è p. Corvetto confluenza Martini- Polesine, da cui salendo p. Ferrara, via Comacchio e p. Angilberto con via Pismonte, un braccio della Vettabbia ora asciutto. Le case di ringhiera ci sono ancora e l’angolo in alto a destra nella foto è SW. Per orientarsi girare la foto (perno al centro) di circa 180°, misura di riferimento il braccio milanese. Fonte una pianta di Milano del ’34.
Mi merito: a) di sapere cos’è lo stabilimento che si vede in Melchiorre Gioia (n pari) angolo Lunigiana.
b) di vedere pubblicata una qualunque foto del Porto di Mare (con l’acqua!).
Cordialmente, Yorick
Per Luciano
perdonami, sarà l’età, ma non ho capito a cosa ti riferisci quando parli di “rotonda senza toponimo”, alla foto di Piazzale Rosa pubblicata in questo aticolo? Era già indicato il nome della piazza, oppure ti riferisci a un’altra foto?
Grazie
Lorenzo
Come si vede dalle indicazioni di Bing, la rotatoria non ha toponimo.
Per quanto riguarda le domande che hai posto, ho risposto alla prima, pubblicando una immagine autoesplicativa nei commenti dell’articolo di piazza Carbonari. Per la seconda domanda (Porto di Mare) mi sto attrezzando… abbi pazienza.
quella rotatoria è nata qualche anno fa per snellire il traffico per lA! e far si che la 93 girasse prima senza intralciare il detto traffico. In origine il vial finiva intersecandosi con San Dionigo al cui angolo abbiamo la chiesetta SS nnabore e felice e dall’altro la lato la cascina (C’è ancora, ma non è più MOLTO cascina)
Abito da 54 anni al Corvetto e non è poi tanto brutto anche se fra -nèbia e zanzar- e “lontanissimo” dal centro…detto in sincronia da un amico di Via Varè (Bovisasca) e uno di Pzza Castelli (Villapizzone)…comunque, gente, l’abbiamo scampata bella.
Guardate il Piano Albertini del ’34…..Pzza Gabriele Rosa avrebbe dovuto diventare l’angiporto trafficato del Canale Milano-Cremona-Po (Porto di Mare)…sarebbe stato un postaccio di depositi e uffici di trasportatori, fra locande e boeucc malfamati…ligera e crapp….rumori…odori e traffico e…Dio ce ne scampi….c’è andata proprio bene……
La foto del quartiere è orientata Sud (in alto) Nord (in basso) ne esiste un altra orientata “giusta”: V.le Omero in fieri (solo tracciato sul lato della chiesa…ma quando traslocai c’era solo una corsia intera a doppio senso mentre l’altra finiva contro un “monton de tera” all’altezza della rotonda odierna… la foto inoltre mostra le “case minime” al centro… le via Osimo e Montemartini, sono inesistenti.
Ancora nella foto parte del quartiere Mazzini delle Vie Panigarola e Cinquecento con sede della GIL ancora in piedi, quindi probabilmente scattata alla fine degli anni ’40.
Da bambino era tutto bello, prati tutt’intorno…niente traffico e oltre la Vettabia “puzzolente”, campi e boschetti di Vajano Valle fino alla Via Ripamonti…che esplorazioni!!! Per non parlare delle avventure proibite a Porto di Mare: “Fioeu andegh no!!!”
A propos, sono neofita di link e e-mail etc… se uno avesse delle foto da condividere come potrebbe fare a condividerle?….Ho provato copia/incolla ma non si incollano…suggerimenti? Grazie anticipatamente….
Per scelta “editoriale” preferiamo non permettere la pubblicazione diretta delle foto (non si sa mai…) da parte dei lettori.
Se però desideri condividere delle tue fotografie, puoi inviarle via mail all’indirizzo admin@vecchia-milano.it e provvederemo a pubblicarle (a tuo nome) nei commenti dell’articolo a cui fanno riferimento.
Pur non garantendo che ogni fotografia verrà pubblicata, faremo il possibile per soddisfare le richieste. Ciao.
Ciao a tutti
Volevo dare maggiori dettagli alla spettacolere (per me) foto fatta da Piazzale Cuoco verso Piazzale Bologna che riprendere il cavalcaferrovia di Viale Puglie
Questa: https://vecchiamilano.files.wordpress.com/2010/08/corvetto-puglia-lucania.jpg
Data la particolare angolazione della ripresa posso dire che è stata scattata dall’ultimo piano (8°) del condominio di piazzale Cuoco 4 che è stato terminato nel 1954 (l’anno che ci sono andati ad abitare i miei nonni).
La foto è stata scattata comunque prima degli anni ’60 perchè fra nel 1963 sono state terminati i condomini sul lato dispari (destro nella foto) di Viale Puglie e, ma qui vado a memoria, anche la Caserma dei pompieri di Piazzale Cuoco (estrama destra nella foto non c’era prima degli anni ’60)
A fine anni ’60 (era già attivo nel 1972 quando ci sono andato io) è stato completato l’asilo infantile che è ubicato dove, sulla destra, si vede uno spiazzo con dei materiali bianchi abbandonati.
Sulla sinistra in basso si intravede una piccola costruzione bassa che era posta all’inizio di via Bonfadini.
Era ancora presente, in totale stato di abbandono, nei primi anni ’70 e credo sia stata abbattuta quando iniziarono i primi lavori per la riqualificazione dell’area per farla diventare un parco e fu installato il TeatroQuartiere. (quindi entro la fine degli anni ’70).
Tornando alla destra del viale, tutte le costruzioni visibili non ci sono più e sono stati abbattute e sostituite dai civici 21, 19 e 17 di Viale Puglie (come ho detto prima con consegna degli appartamenti nel 1963) tranne la costruzione più alta e messa in trasversale (perchè allineata alla Roggia Gerenzana e non alle vie) che resiste tuttora in via Tertulliano e anche se in stato di tristissimo abbandono
Spero di aver detto tutto, se ci sono domande…sono qui!
Gentile Dr. Pianale, esistono foto relative all’area Celestri-Vanzetti a destra di viale Puglie (fino alla fine anni 60)? Grazie
La foto non è mia, l’ho solo trovata in rete. Per quanto riguarda l’area Celestri dovrei cercare un video che ho fatto nell’estate del 1999 quando stavano demolendo i capannoni della Celestri. Ora lo cerco e se lo trovo lo metto in rete e lo linko qui. Ma di più vecchio non ho nulla
Grazie per la delucidazione, unica cosa: noto sulla sinistra i palazzi del quartiere Grigioni, erano gia’ stati costruiti nel 1954?
credevo fossero stati costruiti a meta’ degli anni 60.
grazie e ciao
Lorenz
Gent.mo Lorenz:
da: Franco Balletti – Campane di periferia, la parrocchia della Madonna della medaglia miracolosa – Ed. della Parrocchia – 1988:
…Intanto stavano sorgendo nuovi palazzi nella parte centrale di V,le Lucania e l’impresa Grigioni andava costruendo tra il 1953 e il 1962, tutto il quartiere che ora porta il suo nome: oltre 800 appartamenti furono venduti o affittati…soprattutto impiegati e professionisti….a fine 1961…oltre 7000 anime…..
saluti…
Grazie Ottavio!
e’ proprio vero, non si finisce mai di imparare, non credevo si trattasse di un palazzi cosi’ vecchi!
A proposito del libro che hai citato, appare per caso o e’ disponibile da altre fonti una foto di viale lucania (il tratto tra piazzale corvetto e piazzale bologna) quando era stata appena costruita la chiesa della Madonna della medaglia miracolosa e in cui il quartiere grigioni non e’ ancora stato eretto?
Avendo abitato per anni in Via Martinengo sarei curiosissimo di vedere l’aspetto della zona prima della costruzione del complesso dei grigioni.
Sarei anche molto curioso di sapere l’epoca di costruzione dell’ ex fabbrica della Pirelli che sorgeva in Via Caviglia e che e’ stata ristrutturata in questi ultimi anni e trasformata in un condominio, ci ha lavorato mio padre per anni 🙂
Grazie infinite in anticipo a chiunque sapra’ aiutarmi
Lorenz
Che io sappia solo sul libro che ho citato ci sono immagini della vecchia chiesa: S.Vittore e i quaranta martiri, del V.le Lucania (Basilicata) e delle due antiche cascine in zona.
Il volume l’ho trovato alla Biblioteca Rionale Oglio, una altra volta, curiosando fra gli scaffali, l’ho visto alla Libreria Milanese in Via Meravigli…potrebbe anche darsi che ce l’abbiano in Parrocchia, visto che la vendita viene devoluta alle opere parrocchiali…ma 1988 per un libro vuol dire molto…macero…dimenticatoio…magari loro hanno delle foto storiche o qualche altro opuscolo…..
Ottavio
@ Gabriele: grazie per l’idea…..e grazie a Giuseppe Rausa ed il suo inestimabile blog sui cinema milanesi d’antan da cui ho preso molti spunti per alcune mie ricerche personali e ricostruzione di ricordi familiari….
Belli i cinema di periferia….forse meglio dire interessanti, privilegiato luogo di incontro, di aggregazione e di iniziazione per gran parte dei giovani milanesi, svago per le famiglie che non potevano permettersi costosi diversivi, sin dall’inizio del secolo XX, nelle baracche di legno al Parco, passando per quando, mio padre, sottufficiale di Cavalleria, a Porta Genova, entrava, con la morosa, nelle fumose file di sedie, impacciato nei suoi “birlinghitt e loton” , con l’elmo e la sciabola: “Bling…blang…” indisponendo gli spettatori, fino ad arrivare a mio fratello, assiduo frequentatore del cinema Rosa, famosa sala del Borgo degli Ortolani, soprattutto per la doppia proiezione , con buono sconto.
Prendendo spunto dall’articolo sul cinema Istria e i suoi estimatori, potrei parlarvi delle sale cinematografiche del mio quartiere: “el Corvett”.
Oltre al cinema parrocchiale “Alba”, frequentato dalle famiglie “dabbene”, con film più che dignitosi, si pensi a “I soliti ignoti”, c’era il famigerato “Volta” due film 120 lire, sala che, a solo nominarla, genitori e parenti ti guardavano delusi e preoccupati: “Ma a l’è on pòst de ligera!” – Brutta zona: “A gh’è anca vuna de quei cà” – “Casa chiusa-postribolo” – “Pos…cosa?” Ma a noi dalla scarsa mancetta settimanale disponibile, sembrava di risparmiare: “Uhei due film!!” – La prima volta che ci entrai, quindi, fui accompagnato da mio fratello, col beneplacito familiare, a vedere dei blandi cartoni animati, forse proiettavano ancora un solo film.
Più avanti, però, lo frequentai con gli amici, nonostante che in famiglia, non fossero molto contenti, in effetti, nella sala buia, nell’acre odore di tabacco, si intravedevano le file dei sedili grazie ai tenui bagliori rossastri delle sigarette, allineate a ranghi serrati, tanti ragazzini intenti a fumare…. magari la prima sigaretta…e durante gli intervalli o approfittando del noioso cinegiornale e del documentario questi stessi gruppetti rumoreggiavano, litigavano…
Uno spettacolo a cui assistetti me lo ricordo ancora, fu memorabile, ero stato attirato dalla proiezione di “Missili in giardino”, ma non tenni conto che il primo film era “I dieci comandamenti”, entrato alla 14.00, riuscii ad uscire alle 20.30 e tornando verso casa vidi mia madre che, preoccupata, stava venendo a prendermi… stava per sgridarmi ma gli spiegai l’inghippo e quella volta….. fu comprensiva.
Poi – “ Oh che meraviglia!” – all’imbocco di P.le Corvetto, nello stesso luogo dove c’era stato il cinema Zeus, sala periferica postbellica dalla scarsa gloria, sotto un nuovo palazzo apparve il cinema Roxy, sala di buone pretese, che per più di una decina d’anni prosperò come terza visione di lusso. Cominciai a frequentarla con i miei; mi ricordo il primo film che vidi:”Per un pugno di dollari” poi molti altri come quell’opera d’arte che è “Il Sorpasso”, un’ottima programmazione dunque. Infine insieme agli amici divenne quasi un appuntamento fisso domenicale, con film holliwoodiani di successo: “Come uccidere vostra moglie”, “Questo pazzo, pazzo, pazzo mondo”, non ne perdemmo uno. La ligera locale tentò di intrufolarsi ma venne respinta con fermezza da direzione e pubblico, quindi ripiegò in altre sale “ulteriori” del quartiere, ancora il Volta o l’Ideal di Corso Lodi.
Nel frattempo il cinema “Alba” aveva chiuso, trasformato in sala incisioni…che stupore per noi vedere entrare in oratorio i Gufi, o parcheggiare davanti al cancello una Rolls Royce da cui scendeva l’Equipe 84; il cinema “Volta” ancor più peggiorato chiuse …a sua volta…lasciando posto ad una vendita di auto…nessuno ne sentì la mancanza…almeno fra noi ragazzi che cominciavamo a guardare alle altre sale cittadine…magari più in centro: “Mica si possono portare le ragazze in periferia…che figura faresti”.
E sì la prima ragazzina, l’ultima fila della sala, bisognava avere tempo ed atmosfera, e poi nel tuo quartiere ti vedono e ti riconoscono tutti……
Ma ecco la crisi del ’76, i cinema cittadini cominciavano a perdere pubblico, qualcuna chiuse, molte altre…come strategia vivificante…passarono alla programmazione di film pornografici: “Insomma tutti questi viziosi che vanno in Isvizzera a Mendrisio…cerchiamo di ri-indirizzarli da noi!!” – Le autorità avevano allentato i controlli, il bollettino del famigerato Centro Cinematografico Cattolico (o C.C.C.) lo leggevano in pochi, perché non approfittarne? – Anche il Roxy, nonostante la buona nomea, vista la crisi decise di imboccare questa strada “di perdizione”….una tinteggiatura ammiccante all’esterno, qualche immagine pruriginosa all’interno e, per i cultori di inglese, quella terribile scritta su un pilastro: “The hottest films of the town”… quindi ancora il tramonto ed infine la chiusura definitiva….e fu l’home video.
Purtroppo, poche persone hanno rimpianto questa falcidia di locali, a parte i fanatici, gli appassionati, i cinefili a cui, però, sono rimaste le multi-sale periferiche, asettici supermercati del film, del gadget, del pop corn, dove accorrono a frotte le giovani generazioni, che non conoscono e non hanno potuto godere dell’antica situazione intimista. Oggi si sta in casa, è ancora più intimo. Ma è proprio così divertente, vedere un film, con mezzi propri, in casa propria, con un minimo livello di attenzione, fra squilli di cellulari e blackberries, con missioni estemporanee al frigorifero, alla toilette, uno sguardo furtivo alla programmazione tv vera e propria, uso smodato del tasto “ bkwd-ricerca-fwd”?
Certo gli schermi si sono ingranditi, evviva i 42”, ma volete mettere il fascino del torcicollo, mentre, seduti nelle prime file della sala, si guardava il: Cinemascope….
Se ben ricordo il primo film fu La Tunica , o almeno fu il primo che vedemmo noi. E il Sens-surround? Che bello assordarsi con gli Zero giapponesi che, in Tora! Tora! Tora! , mentre stanno picchiando sulla corazzata Arizona, sembrano picchiare su di te! Anche qui era doveroso il torcicollo che veniva continuando a schivare, per reazione nervosa, i velivoli a bassa quota.
Ma a godere della novità elettronica non si è soli, gli amici e i parenti, comunque, possono essere presenti, come lo erano ai bei tempi, magari, adesso, sono più rumorosi e girano liberi per la tua casa, impicciandosi delle tue cose, toccandole, chiedendo in prestito libri e altro, richieste a cui, per amicizia, non si può dire di no: “E ma il tuo sistema home-video è proprio il migliore!!” E la privacy? E il frigorifero? E il tuo Chivas™?
In tutto questo bailamme di modernità, forse è migliorato il lato piccante della faccenda, sempre che ci si riesca a liberare da schiere di amici e parenti impiccioni. Le coppie, regolari e no, hanno acquisito delle possibilità erotiche, allora impensabili, quando si stava incastrati e arrotolati, nell’ultima fila della sala cinematografica, sotto l’opalescente sfarfallio della pellicola… ma chi guardava il film!?…
Un cinemino forse fatto apposta
Due film in una volta cento lire
Ci siamo andati insieme ad ogni festa
Seduti in fondo là senza guardare….
(Gaber)
E la maschera che passava, furtiva, schiarendosi la gola? Che dire, poi, della possibile presenza di vicini di posto dallo sguardo indiscreto… il torcicollo, ad alcuni ceffi, non veniva solo per lo schermo o per l’effetto sens-surround…
Per concludere, benché, stando in casa, nell’intimità estrema, la strada, per l’anelato traguardo finale, risulti accorciata, addirittura annullata, nel tempo e nello spazio, dove è finito quel particolare pizzicore che procurava quella situazione clandestina?
Si è perso un rito sociale.
Grazie Ottavio, probabilmente sono un pò più giovane di te e vivendo un pò al limite della zona Corvetto posso ricordare solo il Roxy in cui andai a vedere qualcosa di “normale” prima che diventasse a luci rosse.
Ho un ricordo più indelebile di quello che successe all’Embassy di via Faà di Bruno (Piazza Cuoco) perchè anche lui nel ’76 per sfuggire alla crisi andò sull’erotico.
mi ricordo un pomeriggio del ’76 (avevo 8 anni) che andai con mia nonna a vedere King Kong in terza visione ( http://it.wikipedia.org/wiki/King_Kong_(film_1976) ) cosa che facevo spesso
C’eravamo solo noi i pomeriggi feriali e uscendo la cassiera chiamò mia nonne e gli disse: “signora, da settimana prossima non venga più con il BAMBINO…cambiamo genere…sà, non viene più nessuno a vedere QUESTI film…”
da 31 anni vivo in zona Corvetto e vedere l’evoluzione del mio quartiere, fino a Chiaravalle (un giro che, ancora oggi, faccio sempre in bicicletta) mi ha emozionato. In questi anni non è cambiato molto, a parte il vecchio 13, col capolinea spostato in via Gamboloita, e che poi venne sostituito dalla metropolitana. Prima noto che è cambiato molto… non avrei mai pensato di vedere viale Lucania alberato!
HO VISSUTO ANCHE IO IN QUESTA ZONA PRECISAMENTE DALLE SUORE DI VIA OSIMO E CI SONO TORNATA DOPO 22 ANNI CON MARITO E FIGLI.E’ STATA UNA FORTE EMOZIONE ANCHE PERCHE’ NON HO PIU’ RITROVATO ALCUNI DEI MIEI FAMILIARI ,PURTROPPO.MA IL RICORDO E’ PIU’ CHE POSITIVO.LINA.
Gentilissima Lina, leggendo mi venuto in mente….quella via Osimo…strana via per noi ragazzini…la palazzina dei negozi lunga e indaffarata ai tempi, e poi quel solo numero civico, il 2 ai tempi piena di dipendenti comunali, soprattutto vigili, e poco più in là prati e prati e dopo il Centro sportivo, Porto di Mare, sabbioni e acquitrini…uno pseudo centro balneare col famoso slogan macabro: “Un morto al giorno”…..fu una novità quel pensionato….lo vedemmo costruire, ma già ragazzini si cominciava a frequentare altri quartieri e nessuno fra noi indagò oltre…si capiva che non era proprio una scuola…però…..
ciao Ottavio, io sono quella che cerca foto di Porto di Mare, sono nata alla Macedonio Melloni e battezzata nella Chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita di Piazza Gabrio Rosa, io vorrei notizie di quelle piccole casette che costruivano negli anni 1952 fino agli anni 1956, poi mi sono trasferita a Niguarda.. se hai qualcosa ti prego mandamela, grazie e una cosa mia 🙂
grandi!bellissimo sito!anche per un “giovane” come me è meraviglioso rileggere la storia del proprio quartiere!noi milanesi amiamo e odiamo la nostra città,il più delle volte ignoriamo la storia del luogo in cui siamo nati e cresciuti,anche di quella parte di storia cui noi abbiamo nel nostro piccolo partecipato, a differenza di altre persone che vivono magari in un paesetto o in una cittadina “normale”.ma bando alle illusioni,vi trasmetto un mio piccolo ricordo e una piccola richiesta. quando ero bambino (sono del ’76) andavo spesso con mia mamma all’upim di pzzle corvetto (prima che lo ristrutturassero) e rimanevo un mucchio di tempo a guardare (e immaginare) una magnifica gigantografia appesa all’interno del negozio che ritraeva un piassal curvett (o forse era pzzle bologna?non sono del tutto sicuro) completamente diverso, così com’era agli inizi del novecento,con gli omnibus, i primi tram, le prime auto e la futuristica stazione di servizio.era una foto bellissima,di un altro tempo,quasi di un epoca fantasy.con la ristrutturazione dell’upim quella foto sparì.ma mi piacerebbe rivederla.saluti a tutti e complimenti!
Ciao a tutti: ricordo benissimo anch’io quella meravigliosa gigantografia, appena entrati sulla destra, è rimasta al suo posto almeno fino ai primi anni ’90, ho sperato per tantissimo tanto di poter rivedere quella foto su Milano Sparita ma purtroppo non è mai stata pubblicata.
Andrea: Ricordo anch’io quella gigantografia…all’ingresso sopra i profumi e le borsette…si vedeva V.le Omero senza le case del 1955 (il 5 il 16-18 e altre…. c’erano ancora le case degli sfollati in mezzo al Viale…probabilmente fu per colpa di quell’immagine che cominciai ad interessarmi di Milano vecchia e Zona Corvetto d’antan….C’è sicuramente quella foto (l’ho vista) nel blog Skyscraper -Milano sparita…purtroppo ci sono 1176 pagine intensive di foto e commenti e critiche e chiarimenti, soprattutto foto….magari sto consigliando un esperto però:
entri in Google – clicchi su immagini – scrivi nel riquadro: Milano sparita…clicca su milano sparita IV (è la più semplice -per me) ti si apre una pagine di foto clicchi su una di esse e ti si apre un mondo di 1176 pagine ad oggi…..purtroppo non sono in ordine…magari se specifichi Milano sparita-Corvetto….altrimenti c’è un altro sito Flickr – Milan l’era inscì (questo è un sito molto ordinato)….io ho provato a cercare anche in Parrocchia di San Michele Arcangelo e Santa Rita…hanno un sito di foto d’antan di Viale Omero, Pizza Rosa e limitrofe molto interessante….. spero di esser stato utile….Non sono un tecnico sono un maneggion…..
Lorenzo….è vero….mi viene in mente che, interessato per la mia storia familiare, una copia di quella foto l’ho comprata dal fotografo in Via Marocchetti… ma a causa di 1180 pagine fitte fitte di foto non ricordo se magari sia stata pubblicata…..Arrivato il sito a 950 pagine una volta l’ho ripassato tutto in cerca di foto della zona Corvetto…ma adesso mi parrebbe di perdere troppo tempo……
Ciao Ottavio, ho verificato tutte le pagine di Storia di Milano (ci ho messo settimane) e quella particolare foto non è mai stata pubblicata se ce l’hai ancora e fossi disponibile a farmi avere la scansione ti sarei molto grato
Grazie
Lorenzo
Se mi mandi una tua e-mail (che mi impegno a dimenticare…a richiesta:-) te la invio immantinente…..
Ciao ottavio ti ringrazio tantissimo, la mia mail e’ lorenzo_martone@alice.it
ciao e grazie ancora
Potresti fare di meglio…
iscriverti a Skyscrapercity e postare quell’immagine nel 3d Milano Sparita:
http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?p=93017892#post93017892
faresti cosa gradita a molti…
Lorenzo: dovresti…come ho detto…guardare anche: Parrocchi di san Michele arc. e santa rita (proprio il primo sito della lista) c’è “storia fotografica della parrocchia”…purtroppo non sono copiabili…ma si riferiscono al periodo precedente a quello della foto dell’Upim e immediatamente successivo(addirittura con un Don Celeste giovane…se conosci l’oratorio)…….
Gabriele…nonostante la mia più profonda ignoranza di spagnolo, per intuizione latina sono riuscito a enregistrarme….grazie per la dritta…almeno adesso posso entrare in un sito senza sentirmi semi-clandestino….Fotografie pochine… domande tante… almeno potrò porle in diretta…..Grazie ancora….
Gabriele….estoy enregistrado ….ma purtroppo mi fermo lì….FAQ (e che vor dì)…ho deciso che resterò nel limbo….come sono adesso…..troppo complicato per me riempire campi, parlare meccanese, a me interessa solo Milano e come sono adesso mi basta….in effetti non ho molto da dire salvo la mia storia personale e della mia famiglia…non ho conoscenze d’architettura o ingegneria da poter condividere….mi son trovato davanti alle stesse difficoltà che mi hanno fatto restituire un tablet comprato per esperimento…..però sono nel limbo…..saluti…
Mi dispiace per le tue difficoltà “tecnologiche”.
Essendo ingegnere mi rendo conto che do per scontato che tutti sappiano districarsi agevolmente.
Considerando poi che ho perso il conto dei siti cui sono iscritto (con annessi moduli da compliare alla registrazione)…
FAQ = Frequently asked questions, ovvero domande poste frequentemente.
Visto che sei registrato su SSC, se ti è più comodo puoi impostare l’inglese come lingua delle schermate (al posto dello spagnolo, uniche lingue presenti, purtroppo).
Clicca su Panel de control
poi su Editar opciones
fai scorrere la pagina fino in fondo…
troverai Lenguaje del foro…
con una casella di testo, clicca su triangolino e selezioni “English”
clicca su guardar cambios e il gioco è fatto…
qual è il tuo nick su SSC, che ne parliamo in privato? (il mio è Picard66)
Gabriele ti ringrazio, comunque su Milano sparita ho visto un argomento che mi interessava, volevo metterci becco, allora ho cliccato su quote e mi ha chiesto….@… e nickname quindi sono entrato e ho scritto il mio pensiero penso che per la mia bisogna possa bastar così….intervenire di tanto in tanto. Tanto foto originali non ne ho…posso solo far domande. A proposito come si chiama in meccanese: ….@….? Lo puoi vedere….a me mancano proprio i fondamentali e pretendo di usare il computer e partecipare ai blog….sono un po’ supponente lo so….ma Milano mi interessa anche se nel mio ambiente ormai sono considerato un andeghee…per fortuna mia figlia mi tiene su di morale dicendo che alla mia età ce ne sono ben pochi che smanettano….comunque…..Il nick.. è quello che vien dopo il …@…? Saluti da uno smanettone….
mi sa che hai proprio bisogno di un corso accelerato.
però non posso farlo da qui.
Anche se temo già la risposta, hai un account facebook?
la “@” si chiama “at” (in inglese) o “Chiocciola” in italiano
normalmente si usa per gli indirizzi email tipo mario@libero.it
Su SSC, senza iscrizione puoi leggere, ma non commentare, nè aprire nuove discussioni.
ho vissuto la mia infanzia in via cinquecento .mi riconosco in molti ricordi qui’ descritti.come in cinema alba e volta mi ricordo anche della gil.quando e’stata abbattuta noi bambini abbiamo giocato in alcuni buchi comunicanti tra di loro attraverso delle gallerie sotterranee.chissa’perche’lasciati nel terreno.ho ricordi anche di quel campetto adiacente,teatro dei giochi estivi.si andava spesso in via ravenna a passeggiare nelle campagne alle sue spalle.mi ricordo li nei pressi una villetta gia’fatiscente allora che faceva un po’paura.per quanto riguarda il porto di mare ci andavo con mio papa’ma i miei ricordi sono confusi.ho per esempio presente una zona fangosa dove papa’per attraversarla mi portava sulle spalle perche’lui affondava fino quasi alla vita.sarebbe bellissimo poter vedere delle foto storiche di quei tempi!non ricordo invece la fotografia nell’upim.pero’ricordo che mio nonno nei pomeriggi andava a vedere come procedeva la costruzione.ah,anch’io ho conosciuto don celeste.ciao Brunella
Ciao, grazie per questo bellissimo lavoro e anche per avere citato Franco Balletti, grande uomo del Corvetto e padre del mio amico Marco.
Solo un appunto: il cavalcavia è bellissimo 🙂
(ci ho vissuto appiccicato tutta la mia esistenza, prima di trasferirmi all’estero, e quando torno a Milano è sempre lì che mi aspetta)
fioeu, da quel che capissi si rivà tuti dopu de mi… e all’Utavi ghe disi che el se dimentica in negozi in due andaven a mangià el panino quej che sunaven all’Alba.. andaven dal cervelèe, dal giuliano…e sulla batteria dell’ekipe.. gh’oò sunà anca mi! ciau a tucc
tra le altre cose non vi ricordate il 32(corvetto/Rogoredo) costeggiante il redefossi scoperto..il film Ieri, Oggi, Domani (chi c’era di voi?) e in fondo alla via Montemartini il campo della Milanese e dietro i campetti del Corvetto, del Tansin Boys..(grande squadra!) oggi andare in quartiere è dura.. specie la sera… troppa sporcizia, in Cinquecento,! devi fare slalom speciale tra i bisogni dei cani…
Marino ma a i’hoo vist anca mì l’Equipe 84 con la Rolls Royce e i Gufi ch’entraven all’Alba…num tucc a guardaj…ma numm gh’avevom l’Oratori col Don Celeste e tornavomm subet a giuga al ballon…….All’A.C. Milanese ghe’ndavi domaa a giuga al tennis cont i me amis…a sont maj staa on gran calciador…in difesa me difendevi, ma diseven che seri fallos….A soo che da quel campett gh’è staa on quaivun che poeu l’è andaa al Milan o l’Inter…eren quei che tucc voreven in squadra a l’Oratori….
El Giuliano l’era forsi el cervelee de Gabrio Rosa? Quel che giugava a rugby nel Milano? ….numm in caa disevomm el cognom…ma me par ch’el se ciamass appunto Giuliano….prego confermare…..
A l’è proppi vera….caro Marino, fra Panigarola, e Cinquecento oramai….è uno scempio… prima di tutto c’è la pet-therapy, la signora anziana col botolino che non potendo fare troppa strada si ferma sulle aiuole-Moratti…oramai ci sono più deiezioni che fiori…in fondo a via Pomposa c’è un giardinetto-Moratti con panchine…a parte che per un certo tempo hanno lasciato la natura fare il suo corso fino all’appassimento e al marcire delle piante…ora hanno tamponato… chissà cosa credevano ‘sti giardinieri/Moratti….ma i cani ancora sopravanzano i fiori…Ma il pet-botolo sporca limitatamente. Io ho una teoria….i giovani talentosi (un po’ ligera) non si sentono realizzati senza un cane di grossa taglia… dunque, fino a tre/quattro anni fa con le case a metratura limitata e i televisori da 29 pll. (perché accontentarsi di meno) al massimo c’era un cane lupo… oggi con i televisori LCD, anche da 50 p.ll, ma con schermo piatto ci si può permettere il pit-bull o perché no? Il molosso napoletano… e questi deiett..ezz… ano alla grande… ed ecco il peggioramento del quartiere… Un discorso a parte la via Piazzetta fra le scuole elementari e il nosocomio….qui è tradizione che le coppiette si incontrino verso il tramonto…e la scusa è il cagnolino da accompagnare… è da quando abito nel quartiere (cinquant’anni) che la via è tutta una c..c..ta…è la tradizione.
Ma non è neanche colpa della Moratti, si può polemizzare sulle aiuole e le fontanelle elettorali ma la bona creanza l’è minga ‘na robba politica….e se la gh’è no…la gh’è no…..Viale Omero da i caa minim è molto migliorata, c’è chi fa footing, chi passeggia, ma la gran parte ci porta il cane a fare i bisogni…e son veramente pochi i sacchettomuniti…. ma nianca un giovane talentoso… Quando alle 06.00AM vedo la gente infreddolita portata in giro da un cane dubbioso ed indeciso, dico fra me: “Ciappa su!!” – Ma Milano è afflitta da tale problema da sempre. El me pa el la’orava in Via della Signora che lor ciamaven Strunzen strasse…ma in centro c’era, forse ancora c’è una pet-therapy spinta…Ho visto io in Largo Augusto un’augusta signora in pelliccia con un botolone che l’ha tirata fin sullo zerbino di un negozio di scarpe e….finito tutto la sciora senza fà on plissee l’ha ciappà e cont el nas all’insù l’è andada via…che avesse comprato delle brutte scarpe nel negozio? Il negoziante accortosi è uscito si è guardato in giro ma lei era già dietro l’angolo…Quante parolacce sanno i negozianti!!
Dopo tutto questo discorso scatologico, ti saluto…a riscrivess…….
il giuliano era quello che aveva la salumeria proprio all’uscita del portone cinema alba..il don celeste. ahahah E il don Pietro? e il don Albis? va cha all’oratorio ci ho vinto anche un torneo di calcio..oltre a giocare laggù al porto di mare ( Tansin Boys) Quello che dici di salumiere, era l’altro in Gabrio rosa al numero 16… e giocava al rugny… si, in effetti il Tansini Era stato un giocatore anni ’40 del Milan… e hai ragione di dire che non vi è creanza… un giorno percorrevo la via piazzetta contro il muro dell’oratorio e sono stato “investito” da 4 scimmiette di circa 15 anni che parlottavan al cellulare… e mi han apostrofato che dovevo stare attento a camminare e sempre quel giorno, all’attraversamento di Omero, sui “pedoni” verso Osimo 2 in moto mi sono venuti adosso. e a momenti andavan per terra… se hai la mia età (65) potremmo esserci conosciuti quindi! a presto! ora vado in altra zona!
e anche la brunella di via cinquecento…io conoscevo una brunella…. ma abitava in mompiani…. al secondo portone… non puoi esser tu! sarebbe il colmo!
Marino….Ahhh…i an cinquanta…..
No…. nunc se’ndava dal cervelee in via Osimo, poeu da quel in Gabrio Rosa, dal lattee quel vesin a l’Oratori quel cont al brascin curt (come avarizia), quanti chewing gum e lecca-lecca e farina de castegn….e ghiaccioli, semm anca andaa dal lattee in Osimo ma quand l’ha scominsia a vend el latt de la Polenghi, la mia mama l’ha dit: “Basta!” E quel che la diseva la mia mama…..
Dal prestinee se’ndava dal Bazzini quel cont la gobba, adess gh’è la nevoda, dal fondeghee in Gabrio Rosa, dal macelar in Cinqcent quel che poeu al s’è malaa a la gola, el me pa l’andava dal barbee in Osimo ma mi preferivi el Romeo de Panigarola anca se dopo el me faseva nettà el paviment di me cavej….A la mia mama a ghe piaseva andà anca in Piazza Ferrara, dal pollee e dai verduree, che la se regordava de Piazza Gramsci….Ghe maj piasuu trop el Corvett (l’era de Porta Geno’a)….
El me maestro in Ravenna a l’era el Giardina…ma lì gh’hoo fà doma la quinta….A l’era minga on granché…on an de desmentegà…. Per giugà, se schettinava fin in via Mincio, Ravenna, Pomposa….se scarligava sul coraman della Caa de la GIL, i me genoeucc an’mò al se regorden ben…..se giugava a lippa su la Piazzetta fin in Ravenna… se l’era on bel tir…: “Quant te me det?” – “Cinquanta!!” – “Vo a misurà!! Vun-duu-tri……..”….De dree al campet vesin a la GIL se giugava al calcio…quatter contra quatter (in cinqu s’era trop)..poeu “a nascondess” e se cuntava contra la murella del cortil…..
In bici se’ndava fin a Ciaraval, per Vaiano Valle,senza dil a la mama e con la mia cusina e alter amis se’ndava a Porto di Mare, su i monton de terra e el picciopaccio….Na quai volta semm andaa al de la de la Vettabia, vers Ciaraval, in do’e adess a gh’è el Depuratore e el parchett noeuv, ma semper senza dil a la mama. Nel mentre nei an cinquanta cont i me se andava de spess al cinema, quand se stava vesin a la Fiera Campionaria, quand semm vegnuu al Corvett semm andaa pocch al cinema, on para de volt all’Alba, me regordi “I soliti ignoti”, poeu quand hann dervii el Roxi semm andaa tri o quatter volt…ma adess a gh’era la television…..
Insomma a eren proppi bej temp…tant verd, nient macchin, la gio’entù…dopo se cres…i amis van via….resta doma de regordà…ma l’è semper bel…almen per mi…..
mi sa che abbiam fatto lo stesso percorso… nato in zona baracca, arrivato al corvetto nel 1955… ma a scuola sono andato in Polesine… ..c’era anche un altro lattaio in Omero, a fianco alla farmacia.. era del padre di un amico che oggi è al san paolo in emoteca… c’era il Cipolla (elettricista) il cui figlio ha fatto il cantante di lissssio! il nostro punto di raduno era davanti alla chiesa e lì si decideva dove passare la domenica.. ricordo il Marchetti, il Cece, il gaudimonte, il dodo (che vedo ancora ogni tanto) il marco bagatta.. che ci ha salutato molto tempo fa.. e le ragazze… l’adriana.. (che vedo perchè abita ancora nella mia via… ma altri non vedo piu, tranne il roberto sandroni.. che è tra i giovani dell’epoca..io non abito piu dal 76 ..ma ogni sabato sono in quartier..mia madre è al ricovero in ‘500..infatti ora mi preparo per andarci…
Adriano, ho letto con piacere il tuo commento. Io ho abitato in via Barzoni al 6 dal ’52 al ’67. Li abitava pure un’Adriana che ho saputo abita ancora li. E’ la stessa?
El Sandroni l’ha faa on an de media con me e l’è proppi l’ultim che se vedomm de tant in tant nel Corvett …se femm semper cera e via che se regorda…..Mi frequentavi l’Oratori ma minga trop el Corvett …pussee cont quei de la mia porta se’ndava de tanti part in Milano a broccolà, quand possibil…Ma el Marco el me restaa …La’oravi foeura Milan e l’avevi vist un para de settiman prima… quel dì che seri adree ad andà per di commission in centro e gh’hoo vist el nom foeura de la gesa…vorevi minga credegh…hoo lassa proppi perd tusscos per vessegh…
L’è ‘na mia mancanza…ma me regordi maj i nomm… Pensa…giugavi a rugby al Giuriati, ecco perché a cognossi el cervelee de Gabrio Rosa…quand me dovevi fà passà la bala… savevi mai i nomm e disevi “Ehi…ehi…”. De tant in tant a vedi anca el Madile Dante e lu el me dis tanti nomm che hoo maj savuu…mi a l’oratori seri semper a giuga a ping-pong, sotta el portigh e sotta ai Anni Verdi…A riscrivess……
caro ottavio, rientro or ora dalla zona ero al ricovero… e mi han chiesto la storia del ricovero..ho cercato in internet ma non vi è nulla… esisteva già nel 1928.. questo è assodato, ma chi lo volle, quando fu costruito e perchè non si trova nulla… quello nuovo in panigarola è storia recente… ciaoooo
Per rmaggiori informazioni: Libri ormai spariti o quasi (costosissimi anca… ai tempi) ma si trovano nelle biblioteche rionali: Sarzi-Amadé (2 libri): Milano fuori di mano – Milano in periferia…sono dettagliatissimi…fino agli anni ’50…con foto acconce. Ad ogni modo il ricovero:… fine ottocento-inizi novecento c’era già molta mano d’opera d’importazione… ambosessi…impossibilitata a spostarsi alla sera…. nacquero dunque molti dormitori pubblici … opere benefiche…e anche gli “alberghi popolari” …famoso quello di Via Vallone…poi ci fu quello di Via Cinqcent con bagni e docce e obbligo di rientro serale a ora prestabilita…con controllo di Vigilanza urbana. “Vun de via cinqcent” quindi valeva dire di uno senza fissa dimora, emigrato quindi poco affidabile come censo…e sbagliavano di poco. Si dice che alcuni ospiti per incrementare la paga mensile si riunissero in un bar del Corvetto in attesa di camion verso la via Emilia che rincorrevano in bicicletta e alla prima occasione “ripulissero”……
Però a testimonianza del contrario c’è la lapide sulla via San Dionigi…i sei uomini fucilati dai tedeschi per rappresaglia onorati sulla lapide erano ospiti dell’albergo…fra cui, episodio encomiabile, un figlio che si sostituì al padre.
Dopo la guerra il tutto fu trasformato in Casa di riposo per coniugi e allargato una ventina d’anni dopo alle dimensioni odierne…..Te saludi carissimo….
grazie ottavio.. la storia dei camion e della bicicletta la sapevo anch’io… ma molti eran quej di cà minim del port de mar e del viale Omero…. Ciao….
un errore che è stato fatto in zona è l’aver levato il tram in Lodi/Corvetto.. è assurdo dire che è un doppione della M3! la metro ha le fermate distanti una dall’altra, basti pensare che da corvetto a romana ne ha 4, mentre il 13 ne aveva ben 9! e poi la 77! quante vibrazioni sul pavè in corso roma… Il 13 per me andava allungato in Omero, la 77 avrebbe a mio avviso dovuto fare il tragitto della 84 fino a rogoredo e poi passare sotto ponte e andare a chiaravalle; cosi’ la 93 anzichè attestarla a Omero avrebbe dovuto esser prolungata a poasco.. la via piazzetta non soffre se non ha transito bus.. e il mercato del martedì avrebbe dovuto esser alloccato in mezzo al viale Omero.. senza intralci alla circolazione… quanti problemi si sarebbero risolti con queste poche iniziative che non avrebbero dato molti costi!
Beh…la 77 così allungata…te se regorder la 707 davanti all’acquedotto?…disevi per mi l’han slongada perché a s’hinn acort che gh’era trop poch fermad en sul Cors Lodi…Gh’è de dì però che cont la metro incoeu a se riva al Domm in cinqu minut….Quand a gh’era el 13 o el 22 quand se rivava fra la Crocetta e Francesco Sforza per el traffic a ghe voreva almen des minut…e mi taccaa de dree al manovrador tripilavi e titic…e titicc…na girada de la manetta…e via la corrent e dagh corrent e leva la corrent…e dagh la corrent…e glengh glengh…trop macchin? Giamò allora…a gh’era anca el me pa…se sa a l’era na conquista…ma almen al se alzava prest…trop prest per mi…ma l’era inscì…num ghe disevom…se te permetet: “Alzas prest per andà a cagà lontan…” Ma loo ai sett a l’era giamò foeura de caa el passava per la Ripamonti che gh’era giamò l’intasamento in sul pont de la ferrovia…cont el bus de la Percivale da Opera che rivaa a metà de la Ripamonti l’entrava in deposit…..e el fermava i macchin….e parla no del 24…..e titic…e titic…e glen glen…e serom domà nel 65….te saludi…..
caro ottavio, non ho detto che il metro non va bene, ma che il tram ha le fermate più ravvicinate.. e quindi è piu utile sopratutto per anziani abitanti a metà tra una fermata e l’altra della M3… vuoi che non ricorda la R? pensa che quando andavo a scuola serale avevo un amico manetta che sul 20 delle 23,05 in Vittoria, mi aspettava un minuto tanto poi si recuperava non essendoci piu a quell’ora molto da “caricare” ..si caricava a Lamarmora(pochi e ciuc) e poi a Romana…e poi quasi tutti scendevan in brenta per il dormitorio… (eh, si, già allora..)
Metropolitana e tram dovrebbero servire a scopi ben diversi fra loro.
La metro serve per spostarsi rapidamente su lunghe distanze.
Il tram (almeno quello “tradizionale”) deve garantire un servizio vicinale.
il peccato “originale” fu commesso con la metropolitana 1 che fu pensata anche per sostituire totalmente il tram (si pensi all’asse Viale-Monza-Corso B. Aires-Corso Venezia), e dotata di fermate ravvicinate.
Invece la metro doveva avere fermate più distanzate e in superficie si doveva mantenere in esercizio il tram.
Il costo per il rifacimento dei binari tranviari sarebbe stato compensato dal minor costo della metro, avendo meno stazioni da costruire.
Giusto per rimanere in zona, mantenendo il tram in servizio sull’asse Porta-Romana-Corvetto-Rogoredo, si potevano eliminare le fermate Porto di Mare, Brenta e Crocetta, mantenendo solo quelle con interscambi con rete di superficie o ferrovie
Grazie Gabriele, Comunque e nonostante la posizione periferica, el Corvett non penso si possa lamentare come dotazione di servizi pubblici…nell’ epoca il 20, il 21, il 22, la 93, l’84, la 95, la M3, la R, la 707 (77)…il 32…se non fosse che i tram verso il centro avevano un gran tempo di percorrenza…ma non era tanto colpa del servizio quanto del traffico automobilistico che è andato aumentando con gli anni (appunto Crocetta/Sforza…uno stillicidio) …A parte l’episodio da me gia ricordato più sopra della carenza di mezzi dopo l’eliminazione del 20 causa ponte baily a Porta Romana (scarsa lungimiranza e ignoranza [del problema] da parte dei controllori)… Oggi ci si potrebbe lamentare della cadenza, per esempio della 77…a parte che se ti serve la vedi sfrecciare oltre la fermata e se non ti serve ne vedi arrivare due di fila…Quanti sigarette ho acceso in via Sismondi per veder apparire la 93, quante parolacce uscendo da Rogoredo e veder partire la 95 o a Corvetto alle 23.00 uscire dalla M3 e veder passare la 93 (sempre lei)..e quella volta che in piazza Gorini la tabella continuava a indicare: ricalcolo…ricalcolo…ricalcolo…(ma ora via Pacini, nodo cruciale, non c’è più).
Ultimamente grazie alla tessera ultra65 ho cominciato a prendere più mezzi di superficie…quale rimedio suggeriresti all’andazzo tipico: fermata… semaforo rosso…. semaforo rosso… fermata… semaforo rosso…esempi tipici l’84 (Maestri Campionesi) e il 4 (via Farini)….pensare che ora non ho problemi di scadenza del biglietto…ma tripilo sempre lo stesso…..
Servizio notturno: Grazie ATM ma di notte in P.zza Lodi scesi dalla 90/91 per il Corvett si va sempre pedibus calcantibus…o ho visto male? Non ho più l’età che per andare a sciare, alle 04.00 da Corvetto si andava a Medaglie d’Oro a piedi, con scarponi, zaino e sci…..Te saludi…..
avete detto bene… ottavio, ma non han messo la N77 ultimamente?
C’è la N77? Se sì ok…parola torna indree….guarderò i vari manifesti…..
Ho controllato su ATM Milano ma la linea N77 o equipollente da Romana a Corvetto non esiste…..
Il problema semafori si risolve con due provvedimenti:
– Semafori asserviti (con un dispositivo a radio frequenza il semaforo “legge” l’arrivo del tram e predispone a via libera);
– fermate rigorosamente DOPO gli incroci (perchè dove la fermata è prima del semaforo, la situazione tipica è semaforo verde, ma il tram si deve fermare… quando può ripartire, nel frattempo il semaforo è diventato rosso, con perdita di tempo).
Ove possibile inoltre i mezzi devono viaggiare in corsia riservata (bus/tram, taxi e mezzi di emergenza o forze dell’ordine, senza deroga alcuna).
La linea gialda
Bela la metro al Corvett, l’ha faa tira via ben tri tram, prima el 22 in di an ‘60, a l’era de trop? Po vess… poeu el 13 e el 20 ma de segur l’è pussee veloce; in domaa dez minut se ‘riva al Domm contra la mezz ora dei tram, e adess che a l’è anca collegada a la noeuva linea lilla se po’ quasi ‘riva a Sesto S.Giovanni in mezz’ora…bel….Ma se ghe vo a fa…a cognossi nissun in quel canton! Ma vialter savi no che la linea gialda l’è anca taumaturgica, specie a la fermada del Corvett….A ve cunti su…..De tant in tant ai fermad vegnen su i poerett a elemosinà, quaivun el sona, la fisarmonica, el violin, quaivun el caragna e el pasa cont i fioeu che g’hann fam….Se po’ no restà indifferenti e ghe se da na quai moneda… Ma l’alter dì gh’hoo vist on miracol…..A gh’era sto zopp che l’andava su e giò per i vagoni cont el so baston…e tric…e tric…e tric…barba longa, lendena, vesti de strasc…su del vagon, giò del vagon…fin al Corvett. L’è vegnu giò dal vagon l’ha gira la colonna e…MIRACOL…al s’è tirà su drizz senza giannetta….Ho decis de studià el problemma e alora gh’hoo vist a la mattina prest..ecco la Confraternita di zopp che arrivaven da Viale Lucania, tri o quatter insemma, cont i lor baston d’ordinanza e che andaven giò in del mezzanino. Pussee… a mezdi se vun el passa per Piazza Gabrio(ele) Rosa, al ved che sti tri o quatter ommen in adree a fa la pausa-pranzo in su i panchett. La gent la s’è nacorta de quest fenomeno e nessun adess ghe dà puu on ghel…me sa che prest o tardi doaran cercà n’alter trucc… A me dispias proppi per i veri poarett, ma pensi anca che quei che gh’hann verament de bisogn inveci de andà in sul metro, prima a vann a quei istituzion come la Caritas e l’Eca. E se inveci la colonna del Corvett la fudess verament miracolosa? La prossima volta che a gh’hoo un cicinn de sciatica ghe vo dedree…..chissà….
Bellssimo spaccato di vita quotidiana.
Anche se ammetto che qualche termine mi sfugge (sono milanese di nascita, ma non “madrelingua”).
Il finto zoppo mi ha fatto venire in mente il finale de “I soliti sospetti” con un memorabile Kevin Spacey.
Va bene parlare del quartiere, ma la vita dei residenti nelle case? Ecco un piccolo estratto:
El vesin del pian de sora
Fin de l’an. Tornomm a caa dal veglion ai du e mezza. De sora, tacchettin che corren avanti e indree, musica a streppa orecc, un grand cicciarà. Ai tri or de mattinna, tucc quei de la festa a formen on serpenton ch’el birla e el salta per tutt l’appartament. El me pa el ghe telefona, risponden, se scusen, ma miss giò la cornetta, tucc tacchen a dree a rid. A so no perché ma el me pa el ciamà no i ghisa. Conclusion: pian pianin el frecass l’è finii; e ai cinqu quaivun el scominsia a andà via, tucc cont adree la sua cadrega strusada in sul paviment e sul pianerottol. Dai cinqu e mezza ai ses e mezza el grammofono el sona “La ballata di una tromba” del Nini Rosso, almen ses o sett volt de fila. Poeu tutt a tas…. La mia mama quela nott l’ha minga dormì, e a la mattina doppo la gh’aveva el mal di stomegh. L’an dopo la restarà a dormì a cà del me zio. Tant per vess mincionnà: el vesin de sotta de num, du pian sotta el frecass, l’era andà da la portinara: “Ma i C…, che casott al prim de l’ann, che gent!!!”, la mia mama alora l’è andada lee a sciaris, e el vesin alora al s’è scusaa: “Poverett!!!” – Assurda conclusion: el vesin del quint pian, in su la colonna adiacente, l’ha dit, pussee tardi, che l’era minga riessi a a dormì, quela not, per el frecass e i vibrazion. Ah el cement armaa, che scherz ch’el fa! Ma l’architett el sa nagotta, de solit, luu, l’è invitaa al veglion nella villa in sul lag e lu, quela nott, el fa l’ospite, e: “Devo pvopvio, lamentā:mi, devo dive che c’eva un “pisello” inadeguato!” –
Semper quei de sora: Ai tri or de nott, se sent el frecass de on quaicos ch’el borla giò: “BADABAAMM!!!” – L’è el lett de vun di fioeu, la s’è rotta vona di quatter gamb. Il pader se alza dal so lett ch’el sghigna: “GNIHII!! ” e cont i sciavatt: “CIAF, CIAF, CIAF!!!” – el corr a l’ armadi de ferr, el tira el cassetton: “VRAAMM!!!” el ciappa el martell: “DUGLUNG!!” e “CIAF, CIAF, CIAF!!! ”, el va dal fioeu, se parlen, e poeu el scominsia a batt: “BAM, BAM, BAAM!!!”, se parlen, a la fin “CIAF, CIAF, CIAF!!!” – “GNIHII!!”, e … silenzi….hinn i tri e mezza: Quest l’è el commento de la portinara“A gh’hann minga de coo, prima a staven al pian teren..!!!”
Tutt i mattin, come a succed in tutt i caa, la vesina, del pian de sora, la faseva i mestee. Dai vott ai dez a l’era un concerto di frecass de fer strusaa: “Broooom…. ghreeengh…. gziiii… katabum… thump… thump!!!!” – On frecass ch’el faseva tremà i mur e el paviment, po vess che a strusaven di cass de fer, di caden, e l’armadi “quattro stagioni”, magara in sul veder. L’è mattina, e per bonna politica, se decid de dì nagotta e sopportà cristianamente. Ma on bel dì, la mia mama la ciama, la vesina dell’appartament in faccia che la và a fa i puntur a la resgiora, e la ghe domanda: “Ma me l’è la sala?” – “Un mobile contro il muro, un tavolo e sei sedie, niente poltrone!”. Ma varda ti!! La caa, poeu, mort i vecc, l’è passada a la tosa, dopo tri mes de restauri e ammodernamenti: “Ziiiiii….bum, bum….tump….ziiiii!!!”. Doppo on dez an la càà l’è passada al nevod, che l’ha mis a post l’appartamente, cont on lavorà che l’è andà avanti almen ses mes: Ziiiiii….bum, bum….tump….ziiiii….ghiik..!!!” – Doppo tri an, l’ha venduu e l’è andà via. L’è entraa el fioeu del barbee de Via Panigarola. Ancamò tri mes de restauri: “Ziiiiii….bum, bum….tump….ziiiii!!!” Segur, l’interno 13 è, l’è l’appartament pussee riattaa de la caa. Ancamò adess, de tant in tant, el condòmino el dà na quai martellada, magara de nott….L’è el destin….
hai ragione ottavio..li ho visti anch’io( sempre quelli) in Rosa e poi in metro…. roba de matt!
Stamattina, curiosando, su “skyscrapercity/Milano sparita” ho visto due eccezionali foto (ma quale foto non lo è su quel magnifico sito?), relativa al tema: nevicata, postate da PinoMaiuli, una presa in Via Vigevano e l’altra in piazza del Duomo. Prendendo spunto dai numerosi appelli-neve annunciati quest’inverno, mi è quindi venuta in mente l’eccezionale nevicata del 1985.
Nessuno si ricorda che la settimana prima di quello sfacelo meteorologico, c’era già stata una notevole nevicata. La città si stava appena riprendendo dalla confusione; era domenica ed io, con mia moglie, in visita parenti, faticai a trovare un parcheggio fra quei mucchietti di neve semighiacciata. Verso sera tornando a casa, ricominciò a nevicare, come si dice, a larghe falde. Tamponai, con un piccolo litigio, l’intenzione di mia moglie di andare a vedere un certo film: “Seeh… poi lasciamo l’auto davanti al cinema!” Ridotta a più miti consigli, raggiungemmo casa, sotto una fitta nevicata. La mattina dopo la città era “ammantata di bianco” ma riuscimmo a raggiungere l nostri posti di lavoro coi mezzi. Uno dei nostri capi, doveva andare in Isvizzera e temeva di dover saltare l’appuntamento, ma guardando fuori dalla finestra disse: “Mo veh..si sta normalizzando!!” – Frase fatale. La città fu sepolta sotto una tempesta di neve che, ancora oggi, se ne parla. Non so come riuscii a raggiungere l’ufficio al mattino, so, però che alla sera mi trovai, da Piazza Duomo, in fila indiana, in strettissime trincee umide, costretto a raggiungere il Corvetto a piedi. I tram erano bloccati, figuriamoci gli autobus e i filobus… davanti a me c’erano dei “foresi” che speravano di raggiungere quel paio d’alberghi sul Corso Lodi, in quanto anche la linea ATM esterna per Melegnano era bloccata. Tutti i rumori intorno erano attutiti, solo un lieve chiacchiericcio fra qualcuno dei marciatori e il fruscio dei passi nel piccio-paccio delle trincee camminabili. Finalmente arrivati dopo un paio d’ore verso Gamboloita, sentimmo il rombo dei mezzi che l’Esercito aveva messo a disposizione per cominciare a liberare le strade…. Girai l’angolo verso Omero e salito in casa, finalmente mi tolsi i moon-boots, ormai bagnati. La situazione, alla fine si normalizzò, anche per il nostro dirigente che, quella sera fatidica, si era dovuto fermare presso il confine. Ma quella sua frase rimase proverbiale, per ogni opccasione. La nostra zona, periferica, con grandi prati, divenne un immenso deposito di neve spalata, che si sciolse lentamente, allietandoci, nella sua sporcizia crescente, per il mese successivo. Una cosa particolare: per qualche tempo le auto restarono parcheggiate, lungo i marciapiedi, essendo impossibile spostarle, con la neve fresca alta e il ghiaccio successivo. Una Mini, probabilmente rubata la notte precedente, e parcheggiata/abbandonata, a sghimbescio sulla sede stradale, sotto le mie finestre,restò bloccata per tutto il tempo del disgelo e almeno un paio di mesi dopo. Ah la potenza evocativa di una foto…..
I zopp del metro: A gh’avevi resun….la gent la s’è straccada di miracol dedree a la colonna, e ghe dà puu nagotta. Ma l’alter dì al mercaa del martedì a gh’era vun de la Confraternita del baston, stessa barba longa, stessa lendena, ch’el cercava la caritaa su e giò per la via…Ahh la mobilità……A sont trop dur?…..
A tutti coloro che qua si ritrovan a commentare.. se abitate in zona Gabrio Rosa, recatevi alla Casa dei Coniugi di via 500, al pian terreno potrete gustarvi foto di Milano che fu, e nel salone delle festa e al bar, mappe di epoche molto lontane…
Bravi a tutti. Chi sa dirmi dove è seppellitp i Tansini, padova o a chiaravalle?
antonio, la prima volta che vedo la figlia te lo scrivo!
a ottavio: sabato mi sono fatto un giro per il quartiere ed oratorio sotto la pioggia.. (stavan giocando una partita di calcio), e credo di poter ricordare lecentinaia di partite giocate sia su quel campetto oratoriale, tra l’altro una medaglia vinta è ancora appesa in box (1964) sia sul campo del Tansini, giù al port de mar (qualcuno chiedeva dove è sepolto, purtroppo non ho visto la figlia o qualcuno rimasto…) ho visto che sei impegnato anche in Milano Sparita…mi son visto tutte le pagine (finito oggi con la 1663!) bello molto bello… mi piacerebbe dare talune risposte… ma non so come si può fare…
più giro per il quartiere e più vedo la desolazione che avanza…nonostante il viale omero sistemato con giardinetti, cicolpedonale ecc.. meno male che ora tutte le “77” vanno a Poasco, almeno la frazione non è più isolata (han messo anche il 140, per Rogoredo stazione)
non capisco in Ripamonti se stanno prolungando il “24 fino a Opera oltre a sistemare la fogna nuova… sarebbe troppo bello che si mettano a afre due lavori coordinati al meglio!
marino-io sono stato un giocatore della tansin boys e anche della milanese-potresti essere cosi gentile di darmi delle informazioni su tansini e magari soi vari ragazzi che giocavano(io sono del 1948) sarei molto contento di ritrovare qualche vecchio amico.ciao grazie
mi rivolgo a tutti quelli che possano darmi informazioni su Tansini ex giocatori ed amici-anche perchè mi piacerebbe fare un club di amici che ricordino questa persona veramente speciale(che ha dato molto al calcio). il mio indirizzo di posta elettronica è: re-itaka@hotmail.com
ulisse, non ti conosco, io sono del 48 ho giocato nel tansin boys (tra l’altro abitava alla scala M della mia porta) mi fece anche allenare i ragazzini… all’epoca c’era il Fulvio Novati che andò come portiere alla Salernitana
ciao Marino,io sono abbruzzi-sicuramente se sei del 48 ci conosciamo ,perche anche io sono del 48-dimmi il tuo cognome-comunque scrivimi al mio e-mail: re-itaka@hotmail.com-sarebbe bello parlare dei vecchi tempi e raccontarci la nostra vita-Tansini per mè resta un bel ricordo, è stato come un secondo padre–io dei vecchi giocatori della Tansin Boys ricordo-Codazzi-Mezzari-Antonelli-Paciello-Brembati-Moretto il portiere-molti poi (quasi tutta la scuadra) andarono alla Solbiatese-ti ricordi che vincemmo la finale con la Scarioni al campo piccolo San Siro ? bei ricordi.ciao aspetto una tua risposta e magari ci vediamo per parlare e prendere un caffè-veramente mi farebbe molto piacere.
Ulissesolo con noi giocava Fulvio Novati unico nome di prestigio che approdò poi alla salernità e disputò una partita contro l’italia in amichevole… al Piccolo San siro ho perso l’unica partita per 6 a zero… eliminati ahaha ma non era qesta occasione..io in quartiere ci vado ogni sabato mia madre è al ricovero in ‘500
Marino,mi sembra strano che tu non ricordi i cognomi che ti ho citato,anche perchè se sei del 48 come mè,dovresti ricordarne almeno alcuni-e poi la squadra di tansini (quella del 48 non ha mai perso) ti ripeto vincemmo la finale nel campo piccolo san siro, contro la scarioni (1-0)segnando su rigore-io comunque ho giocato anche con a.c.Milanese – negli allievi (perdemmo contro l’Inter dei naziolali -all’andata nel nostro campo 1-0 il nostro allenatore era l’Alcide e al ritorno contro l’inter dei regionali, allenata dal mitico Meazza solamente 2-1- BEI TEMPI !
SE PUOI E QUANDO PUOI SCRIVIMI ,
CIAO TI AUGURO BUON NATALE.
Gent.ma Luciana, sarei ben disponibile, purtroppo, nonostante la mia ricerca “ossessiva” di foto storiche o meno della nostra città… adesso mi son calmato… non ho ancora trovato foto delle pur famose casette di Porto di Mare… Sarà che gli abitanti, anche presi da faccende più impellenti, si saranno vergognati di quelle opere posticce, sarà che considerandolo un brutto posto nemmeno i fotografi ufficiali ci avranno pensato… meglio eternare la ricostruzione e il futuro… Ho intenzione, un giorno, di andare alla Raccolta Bertarelli al Castello, magari lì hanno qualcosa. Per quanto riguarda il quartiere c’è una bella raccolta sul sito della -Parrocchia San Michele Arcangelo e Santa Rita- riferita però alla vita religiosa… Continuo a cercare e anche sperare che qualcuno in “Skyscraper-Milano Sparita” prima o poi trovi qualche immagine del nostro quartiere… C’è anche Facebook – Milano Sparita, ogni tanto si trovano inediti… Ma non demordiamo… un caro saluto… magari una prossima volta ci andrà meglio….
Quell’ecomostro di cavalcavia resta lì, mentre si blatera di eliminare la circonvallazione della cerchia dei navigli per rifare una Milano città d’acqua degna compare della Roma imperiale fascista. Non scaviamoci la fossa!
buongiorno, proprio oggi ho notato che all’upim di piazzale corvetto (piano -1) è ricomparso il poster b/n di piazzale corvetto pre-sopraelevata (1963), con la stazione di servizio esso ancora priva di tettoia. ho chiesto a una commessa se ci fossero copie in vendita ma mi ha persino diffidato da fotografare quella esposta 😦
Gentile sig Ottavio di foto del corvetto o antica gamboloita ce ne sono moltissime. Non posso certo fare la reclame ai siti che la pubblicano, ma almeno provi ad andare su Flickr che è suddiviso in zone di Milano in ponti fiumi ecc.