Ad un automobilista concentrato sul traffico di via Padova quella sequenza di ville potrebbe anche passare inosservata, ma in quel breve tratto, meno di un chilometro, dove il Naviglio Martesana scorre a fianco della via Padova, è passata parte della storia d’Italia: imperatori, cardinali, nobili, industriali, inventori, hanno soggiornato in quelle dimore.
Nel Settecento e nel primo Ottocento, Crescenzago conquistò la fama di luogo di villeggiatura e le ville che ancora oggi si possono ammirare lungo la sponda destra della Martesana ne sono una tangibile testimonianza.
Una oggettiva rappresentazione di come fosse la zona in epoca passata si può osservare nel quadro di Domenico Aspari, dipinto attorno al 1790 ed esposto al Museo di Milano (via Sant’Andrea 6 ).
La zona venne definita “Riviera di Crescenzago” o addirittura “Riviera di Milano” e fu il luogo prescelto da alcuni aristocratici per costruire le loro ville. Accoglienti osterie e viali alberati rendevano ancora più attraente la zona.
Sulla particolare bellezza del paesaggio lungo la Martesana, si possono trovare numerose testimonianze sui testi dei primi anni dell’ottocento.
Ad esempio sull’opera: “Il Raccoglitore” scritta da Davide Bertolotti e stampata a Milano nel 1819 presso la tipografia Batelli e Fanfani si può leggere : “…elegante e ridente aspetto offre il villaggio di Crescenzago, da un lato è la magnifica strada postale , dolcemente piegantesi in arco e fiancheggiata dalle siepi delle verdeggianti campagne. Nel mezzo scorre maestoso il Naviglio, e sull’ altra riva siedono eleganti casini, posti con euritmia quasi in eguale distanza, e circondati da’giardini, tra’quali riguardevole è l’ultimo, ove il Naviglio prende a girare. La veduta di Crescenzago, non ingrato argomento al pittor paesista, annunzia al forestiero le vicinanze di un’ opulenta città…”.
Nel primo volume delle “Corografia dell’Italia” di G.B. Rampoldi edito nel 1832 da Antonio Fontana così viene descritta Crescenzago: “…CRESCENZAGO , di Lombardia, provincia e distretto di Milano da cui é distante 3 miglia verso Greco, intersecato dal naviglio Martesana, sulle di cui rive vi si veggono molte deliziose abitazioni non eguari costruitevi da varii agiati Milanesi, alle quali l’antidetto naviglio apporta comodo e vaghezza, quindi elegante e ridente aspetto offrono a chi da Bergamo o da Brescia dirigesi a Milano…”
Le ville più importanti da un punto di vista artistico e storico, vengono di seguito descritte.
Villa Lecchi
Villa Lecchi è a valle del ponte sul Naviglio, ha l’entrata in via Meucci 1 ed è edificata direttamente sul canale proprio a ridosso del ponte.
E’ una costruzione settecentesca, aveva all’interno vasti cicli di affreschi che sono andati persi nelle varie ristrutturazioni e frazionamenti che ha subito l’edificio negli anni.
Il nome deriva dai primi proprietari, la famiglia Lecchi; un appartenente a questa famiglia, il gesuita Giannantonio Lecchi fu un eminente studioso, dapprima insegnò filosofia e matematica a Brera, quindi si dedicò agli studi di idraulica.
L’imperatrice Maria Teresa d’Austria lo chiamò a Vienna con la qualifica di matematico e idrografo imperiale, successivamente fu nominato direttore delle opere di idraulica dei territori papali.
Giannantonio Lecchi nel un suo “Trattato de’ canali navigabili” così descrive l’incrocio del Naviglio Martesana con il Lambro “…fa maraviglia il vedere le barche a decorrere quasi sul ciglio de’ colli, tirate da cavalli su per quelle altissime arginature e sostegni, i quali separano il canale dal fiume primario non navigabile in quel tratto. L’opera è delle più azzardate che si veggano in ogni altro paese o delle Fiandre o della Francia…“.
Quando nel 1816, dopo la caduta di Napoleone, la Lombardia tornò sotto il dominio austriaco, l’imperatore Francesco I° decise di visitare Milano. Arrivò verso sera e la tarda ora non fu ritenuta consona per una entrata regale in città, si decise di rinviare al giorno successivo l’ingresso in Milano e la coppia imperiale fu ospitata per la notte dai signori Jacopo e Carla Lecchi presso la loro villa sulla Martesana. Ad imperituro ricordo dell’avvenimento fu apposta una lapide sullo scalone.
Nel XIX secolo nella villa trovò sede la fabbrica di Enrico Mangili, industriale tessile e filantropo che è passato alla storia come l’inventore dei coriandoli.
Nel 1875 ebbe la geniale trovata di utilizzare i piccoli dischetti di scarto dei fogli che venivano bucati per essere utilizzati come lettiere per i bachi da seta, per lanciarli sui carri di Carnevale.
Il Cav. Mangili iniziò a commercializzare i coriandoli, contribuendo a cambiare il volto e la storia del Carnevale. Quei piccoli dischetti subito entrarono a far parte della tradizione meneghina e poi di tutto il mondo, agli inizi del ‘900 i coriandoli di carta erano venduti in piazza Duomo al prezzo di cinque centesimi utilizzando come misurini quelli utilizzati per le caldarroste. Il nome “coriandoli” derivava dal fatto che, prima di allora si utilizzavano, dopo averli ricoperti di zucchero, i semi di coriandolo, una pianta molto comune in quei tempi attorno a Milano.
Sul muro della villa che costeggia la Martesana si possono vedere ancora oggi le tracce della ruota che sfruttava la corrente della Martesana per muovere i macchinari della filanda.
A partire dal 1996 in una parte dell’edificio ha sede l’associazione culturale “Villa Pallavicini”.
Villa Albrighi
Superato il vecchio municipio di piazza Costantino, la vecchia cascina Monti, così chiamata perché in epoca napoleonica il gen. Monti ne fece il suo quartier generale ed un anacronistico palazzone moderno, al numero 15 di via Amalfi si trova villa Albrighi.
La villa fu costruita probabilmente alla fine del ‘700 e deve il suo nome ai conti Albrighi che ne vennero in possesso ai primi del ‘900, presenta all’esterno una ricercata decorazione con disegni in cotto ed all’interno soffitti a cassettoni ed affreschi.
Nel 2006 la villa è stata oggetto di un importante progetto di recupero condotto dallo studio d’architettura Franco Mazzetti che ha cercato di mantenere integro il contesto architettonico iniziale ed ha consentito la realizzazione di prestigiosi alloggi residenziali.
Nella seconda parte saranno descritte le ville Petrovic, De Ponti, e Pino, ville che sono ubicate sulla Martesana più a monte rispetto a quelle descritte in questa prima parte.
Ulteriori immagini d’epoca e recenti e altre notizie relative agli argomenti trattati in questo articolo possono essere visionate nella sezione “Crescenzago” del sito www.lagobba.it
Sono molto onorato di pubblicare un articolo di Fernando Ornaghi, nato a Cascina Gobba frazione di Crescenzago, da sempre appassionato della storia di Milano; ha collezionato negli anni molte immagini e testimonianze, in particolar modo della zona in cui è nato e vissuto, per cercare di mantenere vivo il ricordo del nostro passato.
Rimaniamo in attesa della seconda parte dell’articolo relativo a questa area così affascinante di Milano.
Belli questi articoli… Speriamo ne arrivino più spesso!!!
Da ex abitante di Via Padova, seppure in posizione più centrale, non posso che fare i complimenti a Fernando per l’articolo e per le belle immagini.
Una vera,,,,,cannonata the vecchi ricordi
…come sempre “spettacolo”…
Brianzolo di nascita e di residenza ma milanese da una vita di studio e lavoro iniziata negli anni cinquanta…Bravi …Milano sempre vecchia ma sempre nuova sempre da vivere
sono nata il 2 dicembre 1949 in via castillia 9. Fra poco sarà il mio compleanno . desidero tanto avere un regalino…la foto della mia casa che hanno abbattuto e io ,non sapendolo ,(mi sono trasferita nel 1960 in via Teodosio) non l’ho fotografata. Grazie comunque
salve,mi piacerebbe confermare la mia iscrizione a Vecchia Milano ma purtroppo è scritto in inglese, non pretendo sia in dialetto milanese ma come prima lingua preferirei in italiano. Grazie . Marinella (meneghina)
Bellissimo questo articolo, me lo ha mandato mio figlio Davide dall Australia dove vive con l
Famiglia, ma non si dimentica della sua città e dei luoghi dove è nato.
Per chi interessa, vicino al Ponte Vecchio, c e la Chiesa di SANTA MARIA ROSSA
romanica pura del 1200 DA VEDERE
salve, vorrei tanto acquistare la stampa di alcune di queste bellissime foto per esporle nel mio locale, sarebbe possibile?