…da non confondersi con piazza De Angeli, ovviamente.
Cosa c’è da dire su questa via che probabilmente non conoscono in tanti, considerato che è una strada senza uscita e per di più alla periferia nord di Milano, proprio di fronte all’ingresso dell’Ospedale di Niguarda?
Tutto è nato guardando la cartina, di cui pubblico un particolare della zona interessata, perché in quella via c’è la sede dell’ITIS Luigi Galvani che ho frequentato per cinque anni, e quindi quella via la conosco bene. Ma sulla cartina qualcosa non mi tornava… certo!!! La via parte dallo stesso punto, ma procede in una direzione diversa! Guardiamo il raffronto con l’immagine di Google Earth.
In blu viene indicata la via Michele De Angelis oggi mentre in giallo ripercorre il tracciato del 1936, anno di pubblicazione della piantina. Quindi nel 1936 (anno XIV dell’era fascista, come riporta la guida) la via in oggetto era orientata verso viale Giovanni Suzzani (perché mai è un viale, che non ne ha le caratteristiche?) e si sovrapponeva parzialmente a quella che oggi si chiama via Val Maira.
Due date importanti per la zona: nel 1923 il comune di Niguarda fu annesso a Milano (insieme ad altri comuni e alla Bicocca che in quell’anno era una frazione di Niguarda) e il 1932, anno di inaugurazione del Nuovo Ospedale Maggiore (come si intravede dalla cartina) successivamente chiamato Ospedale di Niguarda (anche Ospedale Ca’ Granda).
Da notare che il viale Ca’ Granda era semplicemente abbozzato sulla piantina e senza neanche l’indicazione del toponimo. E non si intersecava con il viale Fulvio Testi, ma terminava con una biforcazione prima di raggiungere il viale Suzzani.
Un ultimo elemento caratteristico, oggi scomparso, è la presenza delle torrente Seveso – oggi interrato – e che negli anni ’70 procurò molti disagi agli abitanti della zona con le sue esondazioni. Il percorso del Seveso in Milano è molto articolato e dopo piazza Carbonari (punto fino al quale viaggiava parzialmente scoperto) raggiunge e oltrepassa la Martesana, taglia la Centrale e Buenos Aires (piazzale Lima e via Spallanzani) , piazza Cinque Giornate (via Anfossi) e infine, all’altezza di Rogoredo, termina la sua corsa nel fiume Lambo.
Alla prossima.
Post scriptum del 25 dicembre 2009
Consultando una guida Patuzzi del 1931, sono venuto a conoscenze che la via Michele De Angelis (combattente morto nel 1916) si chiamava in precedenza via delle Cooperative.
Anch’io ho frequentato l’itis Galvani dal 1964 al 1969
…quando la via non era ancora asfaltata e l’ingresso di via Gatti non esisteva ancora. Io ho iniziato a frequentare dal ’72
E probabilmente il preside era ancora l’ing. Raffaele del Re, e il vice era Bellumè, o sbaglio?
C’è un dettaglio che forse è sfuggito, ma che è ancora presente sul territorio, che riguarda proprio il “curioso” tracciato di quella che era via delle Cooperative o come descritto sul frammento di carta geografica riprodotto (ma dove le trovate?) era via Michele De Angelis. La villetta che c’è in fondo alla strada e si trova a fare da “tappo” ad un ipotetico incrocio con via Benefattori dell’Ospedale ha l’ingresso posizionato proprio con l’orientamento disegnato sulla cartina. Ed anche quella decina di metri di strada senza uscita tra la villetta, i giardinetti e l’angolo dell’istituto Galvani sono orientati in quella direzione. Ora sarebbe interessante capire se ci fossero altre costruzioni o se la carta era solo un ‘intenzione’ di un piano regolatore superato sucessivamente. Io sono nato li, ma ricordo solo prati e case popolari… e il Seveso che scorreva in quella che non è mai diventata via De Angelis… in viale suzzani il muretto del ponte c’è ancora…
Nell’articolo su viale Ca’ Granda c’è un’altra cartina (simile, ovviamente) e un fotografia, la terza dall’alto, dove si vede benissimo quell’unica casellta sul “moncone” della via che sembra avesse un accesso alla Benefattori dell’Ospedale (che appena costruito l’ospedale era via Graziano Imperatore, accorciata successivamente).
In quello stesso articolo si fa anche riferimento proprio al “muretto” del ponte che c’è ancora. Sarebbe veramente interessante trovare una foto con il Seveso ancora all’aperto e non costretto in quel canale di cemento che prima scorreva dietro al “novotel”.
Grazie e ciao.